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IL RISVEGLIO DI ATLANTIDE
Parte 1
Il sole sta scomparendo… lentamente, lungo l’orizzonte che si congiunge con l’oceano, i suoi bagliori aranciati segnano la fine della giornata… un’altra ancora… un breve momento in quella che sarà la mia vita… perché domani il sole sorgerà di nuovo per salutare il neonato giorno, un nuovo e splendido giorno… ma io sarò identica ad oggi, io non invecchierò, non avrò una famiglia, dei figli… non morirò, a meno che non accada in battaglia… io resterò sempre una ragazza di diciannove anni, perché così decisero per me i Fantasmi Neri molto tempo fa, trasformandomi in un cyborg… un corpo cibernetico…la loro follia distrusse per sempre i sogni di una bambina… ed io di sogni ne avevo tanti… forse qualcuno si sarebbe anche avverato chissà… ormai non posso più saperlo…
È come se un cyborg vivesse un eterno presente… conserva i ricordi del suo passato, ma non ha un domani… perché quale futuro potrebbe mai desiderare una macchina?
Ho sempre cercato di sopravvivere di fronte alla realtà che dovevo affrontare quotidianamente… una realtà molto diversa da quella che dovrebbe vivere una normale giovane donna… fatta di lotte, sangue e dolore… e quante lacrime ho versato… quante grida silenziose, ovattate dal cuscino del letto della mia stanza… quante notti insonni trascorse a piangere su una miriade di desideri infranti… pensavo che un giorno o l’altro mi sarei svegliata e avrei scoperto che tutto quello che stavo passando era solo un’orribile incubo… sì… mi sarei svegliata al suono della voce di mia madre che mi rimproverava perché avevo dormito troppo… avrei assaporato l’odore del caffè che papà stava già sorseggiando a colazione… avrei dato un buongiorno veloce al mio amato fratello e sarei scappata, perché non potevo fare tardi alle mie lezioni di ballo…
Ma non mi sono mai destata…
No… la mia vita è questa ormai ed ho imparato a rassegnarmi… credevo persino di aver trovato l’amore… ma non è stato così e non lo sarà mai… probabilmente hai proprio ragione Joe… i cyborg non possono amare… sono stata io a sbagliarmi nel volermi convincere che poteva essere diverso… che illusa… patetica illusa…
Abbasso lo sguardo ed una lacrima cade dal mio volto, andando a confondersi con le onde del mare che s’infrangono dolcemente sulla riva e mi accarezzano i piedi nudi…
È da qualche mese che ho preso l’abitudine di venire qui a passeggiare… lungo la spiaggia che circonda la scogliera su cui si staglia la nostra base operativa… non so perché… semplicemente ne ho sentito la necessità… è come se bagnarmi nelle acque di questo oceano mi facesse sentire di nuovo viva, serena… umana…
Il suono del mare calma i miei tormenti… è come se mi accarezzasse e mi facesse sentire amata… che strano…
Vengo scossa dai miei turbamenti da un piccolo bagliore proveniente dalla riva poco distante da me… affretto il passo per avvicinarmi all’oggetto che ha attirato la mia attenzione… mi piego per raccoglierlo prima che la risacca lo porti nuovamente via con sé…
Sembra… una moneta…
Mi rigiro un paio di volte la piccola sfera nella mano… sì… è proprio una moneta… è tutta d’oro e da una parte è inciso il volto di un uomo dai lineamenti regali, mente dall’altra una frase recita: «Nata per volere di un dio»…
Improvvisamente… è come se qualcuno mi chiamasse…
“Clito…”
Quella voce… alzo lo sguardo sulle acque… sono più agitate adesso e… due occhi… due meravigliosi occhi cerulei mi stanno osservando… quegli occhi… io… io li conosco… è impossibile!
“Clito…” …di nuovo quel tenero sussurro…
Mi riscuoto dal mio torpore e fuggo spaventata verso casa… lasciando alle mie spalle il mare… non ho il coraggio di voltarmi ed incontrare ancora quegli occhi…
Entro e chiudo violentemente la porta dietro le mie spalle… nessuno mi ha sentita per fortuna… mi lascio cadere sul pavimento, con la schiena appoggiata alla parete… il mio cuore batte furiosamente… no, calma… calma, Françoise… hai avuto un’allucinazione… sì ecco… è stato tutto frutto della tua fervida immaginazione…
Ma, in risposta ai miei dubbi, apro la mano che inconsciamente avevo chiuso… la moneta è lì… quel piccolo disco d’oro che ha scatenato lo strano evento di poco fa… allora non mi sono sognata tutto!
Richiudo il pugno intorno alla moneta… mi rialzo e corro in camera mia…
Nessuno deve sapere quello che ho visto… nessuno!
Ma… per quale motivo?
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Gli eventi della giornata appena trascorsa mi hanno spossata… neanche la cucina di Chang, che adoro, mi ha sollevato il morale… mi rendo conto che sto facendo preoccupare tutti, ma non me la sento di condividere questo segreto con i miei compagni…
“Piccola, ma che hai? Sei pallida da morire! Ti senti bene?”
Jet ha dato voce per primo ai pensieri di ognuno…
“Sì… si, stai tranquillo Jet… sono solo un po’ stanca, tutto qui…” rispondo in modo poco convincente…
“Sarà…”
“Scusatemi… vado a riposarmi…” mi alzo velocemente da tavola… tutti mi fissano…
Incontro casualmente lo sguardo di Joe mentre mi avvio verso la mia stanza… i suoi occhi non nascondono una sorta di… apprensione?... si, certo… continua a sognare Fran!...
Poi… non capisco come… ma ai suoi occhi si sovrappongono due iridi azzurre… le stesse che tormentano i miei pensieri da questo pomeriggio…
Distolgo in fretta il mio sguardo dal suo e fuggo letteralmente nella mia camera, lasciando tutti attoniti e confusi…
Mi stendo sul letto… forse dormire un po’ mi schiarirà le idee… in fondo… è stata una giornata pesante… densa di emozioni…
Cullata da questo pensiero, scivolo tra le braccia di Morfeo…
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Dove sono?
Quale posto meraviglioso è mai questo?
Sono circondata da una vegetazione rigogliosa… alberi e piante di ogni genere si immergono in acque chiare e limpide… pesci multicolore si rincorrono nuotando veloci nel mare cristallino, mentre stormi di uccelli variopinti e dalle forme più disparate volano nel cielo… sotto i miei piedi, sabbia bianca come neve… sembra un Eden fuoriuscito dal quadro di un artista di talento…
Circondata da tale bellezza non riesco a trattenermi ed accenno qualche passo di danza… mi rendo conto solo adesso che sono vestita in modo… strano… indosso una lunga tunica bianca fermata sulle spalle da due enormi ornamenti dorati, come d’oro è fatta la cintura che porto in vita e che somiglia molto ad uno scettro a forma di tridente… i miei capelli sono liberi e sono a piedi nudi…
Sono talmente avvolta dall’atmosfera magica di questo posto che non mi accorgo della presenza estranea che si avvicina e rompe l’incantesimo con la sua profonda voce…
“Hai sempre avuto una predilezione per la danza, amore mio…”
Amore mio? Ma questo è fuori di testa! Come si permette?
Mi volto adirata… ma quello che vedo mi paralizza…
Davanti a me gli stessi occhi che mi avevano fatto vacillare solo poco tempo fa, ma adesso quegli occhi hanno anche un volto… ed è davvero… bellissimo…
Il giovane a cui appartengono è alto, con i capelli lunghi sino alle spalle e biondi, come bionda è la barba che circonda il suo viso… porta una corona azzurra ed un tridente del medesimo colore si trova nella sua mano destra… indossa soltanto una tunica che, partendo dai fianchi, circonda le sue gambe, ed il suo corpo è ricoperto di strani disegni… un corpo davvero tentatore…
Arrossisco e abbasso lo sguardo… ma che razza di pensieri mi saltano in mente?
Anche se non riesco a vederlo, percepisco distintamente il suo sorriso ed il calore della sua voce mentre mormora: “Vieni da me Clito… mia amata sposa…”
Spalanco gli occhi, fissandolo ora… lui mi tende la mano e… improvvisamente le mie gambe si muovono da sole… sollevo la mia mano verso la sua e mi avvicino sempre di più, come ipnotizzata dal suono delle sue parole, sussurrate così dolcemente…
Lui afferra le mie dita e mi stringe a sé… il suo abbraccio è forte e tenero allo stesso tempo… rimane in silenzio mentre i suoi occhi mi scrutano… cercando forse di trovare qualcosa nei miei… qualcosa di antico e profondo che neanch’io so spiegare… santo cielo… quest’uomo mi confonde e contemporaneamente mi affascina… stai diventando davvero superficiale Fran!
Poi… senza che riesca a reagire… le sue labbra si posano sulle mie… e stranamente mi rendo conto che il suo bacio è tutto quello che ho desiderato sin da quando è comparso davanti a me… e all’improvviso tutto appare così chiaro e nitido nella mia mente: frammenti di una vita passata… una terra magnifica ormai perduta… un amore così forte da abbattere qualsiasi barriera… un figlio nato da questo legame… il figlio di una mortale e di un dio…
Lui si allontana lentamente da me ora… io apro gli occhi, realizzando ciò che mi circonda, comprendendo per la prima volta il significato delle sue enigmatiche parole…
“Ti ricordi di me adesso… mia adorata?”
“Sì…” annuisco, sorridendo “…Poseidone… mio amato sposo…”
Ma che mi sta succedendo? Le mie frasi… i miei gesti… non sono io… non posso essere io! Eppure… eppure io ho amato quest’uomo… lo so… lo sento nel profondo della mia anima… io l’ho amato moltissimo e… forse lo amo ancora…
No, no! Ma che dico? Sono completamente impazzita!
Presa dalla paura, tento di allontanarmi, ma lui rafforza il suo abbraccio, obbligandomi a guardarlo: “Non avere timore di me Clito… non potrei mai farti del male…”
“No, no ti stai sbagliando!...” grido isterica “…io non sono Clito… io… io mi chiamo Françoise! Françoise Arnaul!”
Ma lui non pare affatto turbato dalla mia risposta, anzi…
“Questo è il nome della donna che contiene la tua anima, amore mio… tu sei Clito, la mia adorata sposa… ho atteso secoli questo momento…” mentre parla mi accarezza il volto dolcemente “… poterti toccare di nuovo… poterti avere di nuovo al mio fianco…”
Mi bacia ancora… tento di respingerlo, ma… in verità, non ci sto mettendo tutto il mio impegno… decido allora di saperne di più… con fatica mi discosto dalla sua bocca, cercando di recuperare i miei pensieri…
“Perché hai aspettato così tanto per tornare da me?”
Dopo qualche istante di silenzio, lui inizia a parlare…
“Perché il momento giusto è arrivato soltanto adesso… il momento in cui potremo far risorgere Atlantide, la nostra amata città, e con essa il nostro amore si risveglierà completamente…”
“Non… capisco…” dannazione… non riesco a riflettere in maniera coerente se lui mi accarezza la schiena così sensualmente…
“Comprenderai mia amata… verrà il tempo in cui tutto sarà chiaro per te, così come lo è sempre stato per me… quel giorno non è più così lontano… ma tu dovrai aiutarmi a far sì che ciò avvenga…”
“Come?”
“Sono stato io a mandarti la moneta che hai trovato in riva all’oceano… quella moneta, come altre racchiuse in uno scrigno dorato, fa parte di uno dei sette simboli dei poteri della città di Atlantide: il potere della ricchezza… questi simboli sono andati perduti millenni fa, quando la nostra città sprofondò negli abissi… fui io stesso a condannarla… ed è un peso che porto nel cuore ancora oggi, ma all’epoca non potei fare altrimenti… ne valeva della vita di nostro figlio…”
“Atlante…” lo interruppi… nella mia mente stavano emergendo i ricordi di un bambino… un dolce bambino che stava correndo con le braccia aperte verso una donna, probabilmente sua madre… lei lo afferrava abbracciandolo e baciandolo… santo cielo… ero io quella donna!
Poseidone si accorge del mio turbamento emotivo… sorride, stringendomi ancora di più a sé e continua: “Come ti ho detto… i tuoi ricordi verranno, non devi darti pena… quando tutti e sette i simboli torneranno al loro luogo di origine, Atlantide vivrà di nuovo in questo mondo ed ogni cosa sarà al suo posto…”
Continuava a parlare per enigmi, ma io dovevo sapere di più…
“Cosa vuoi dire? Che cosa dovrei fare io?”
“Sarà tuo compito recuperare i sette manufatti perduti sulla Terra e condurli al luogo sacro dove riposano i resti dell’antica città di Troia… là dovranno essere posti sul mio altare, che i Troiani millenni fa costruirono in mio onore… i sette simboli sono stati sparsi in diversi territori… una volta conquistato il primo, ti verrà indicata la via per il successivo… quando tutti saranno al loro posto verrà svelato l’arcano prodigio… Atlantide risorgerà dalle acque e tu sarai libera Clito… libera di amarmi di nuovo…”
Le sue parole non fanno altro che aumentare il mio scetticismo…
“Ma perché? Tu sei un dio… come fai a non sapere dove si trova Atlantide? Ma soprattutto… perché non puoi adempiere tu stesso a questa missione?”
“Mia amata… è vero, io so dove dorme Atlantide, ma proprio perché sono un dio sono vincolato da leggi e regole ultraterrene che mi obbligano a non interferire… non potrò aiutarti materialmente in questo compito, ma ti giuro che ti sarò sempre accanto e troverò il modo di accompagnarti in questo difficile viaggio…” e mentre conclude il suo discorso, si avvicina al mio volto “…non ti abbandonerò mai più Clito… tu sei mia… sarai mia per l’eternità…”
Questa volta il suo bacio è colmo di passione ed io non riesco ad allontanarmi… io lo voglio… desidero quest’uomo con tutta me stessa… non avevo mai provato un sentimento così prima… neanche per… Joe…
Istintivamente, chiudo gli occhi e mi abbandono al suo contatto cingendo il suo collo e stringendomi a lui… com’è possibile che non riesca a controllarmi in questo modo?
Sento le sue mani scorrere sulle mie spalle… in pochi istanti mi libera della leggera tunica che indosso, facendola scivolare lungo il mio corpo e…
Spalanco gli occhi… mi guardo intorno agitata… il mio letto… la mia stanza… è stato solo un sogno… mi porto le mani al viso… non avevo mai sognato niente del genere prima d’ora…
Mi sento preda di un’angosciante sensazione… possibile che sia stato solo un sogno?… sembrava tutto così reale… le parole di Poseidone, le sue carezze, i suoi gesti…
“Basta, Fran! Datti una calmata ora!” mi dirigo verso il bagno per bagnarmi la faccia e riprendere possesso di me stessa… mi guardo allo specchio e… cos’è questo segno?
Sulla mia spalla destra emerge un piccolo disegno… mi volto leggermente per cercare di vederlo meglio… è una specie di tatuaggio a forma di tridente azzurro… spalanco gli occhi e ritraggo la mano terrorizzata…
Oddio! Allora non è stato un sogno!
Parte 2
No… non è stato un sogno… allora? E’ successo tutto veramente ? Quegli occhi non erano solo frutto della mia fantasia…lui… lui era davvero lì… insieme a me…
Cerco di fare mente locale e di riunire le idee mentre giro per la camera come un animale in gabbia… mi sento estremamente agitata… impaurita e… stranamente felice… perché quest’ultima emozione? Felice…
Penso di nuovo al sogno e un brivido di piacere mi percorre il corpo… i suoi baci… le sue carezze… la sua voce così sensuale mentre mi parlava… quegli occhi che mi guardavano come se fossi la cosa più importante del mondo… mai nessuno mi aveva guardata così… mai… e a quel pensiero, i miei si abbassano in uno sguardo pieno di tristezza… una sensazione di dolore mi attraversa improvvisamente… un altro paio di occhi mi compaiono in mente… sono scuri, profondi e malinconici… tutto l’opposto di quelli cerulei, limpidi e felici di Poseidone… sento una fitta al cuore… scuoto la testa con forza…
Per carità Fran! Un problema alla volta… già è difficile gestirne uno… due… sono davvero troppi…
Che devo fare?… sono ancora troppo confusa… Poseidone mi ha spiegato… sì, ma in modo molto enigmatico e riassuntivo!… devo capire meglio… fare delle ricerche forse potrebbe aiutarmi… sì, è una buona idea…
Entro in bagno e con la coda dell’occhio guardo nuovamente quel simbolo sulla mia pelle…
Forza, Françoise… ce la farai anche questa volta…
Cerco di darmi una sistemata e di assumere una parvenza normale… ho già fatto preoccupare tutti la sera prima… non posso continuare così o sarò costretta a confessare loro cosa è successo… ed io ancora non me la sento…
“E’ ancora troppo presto…” la mia bocca si apre da sola e pronuncio quelle parole senza la mia volontà… sembra che sia qualcun altro ad averle dette… mi guardo nello specchio ed improvvisamente mi vedo come non mi ero mai vista… mi vedo diversa… bella… bellissima… ma cosa mi sta succedendo? Non che non mi reputi carina, ma… quasi non riesco a smettere di rimirare la mia bellezza… cosa mi sta accadendo?… distolgo lo sguardo dalla mia immagine con un certo dispiacere e vado a vestirmi per scendere in sala… senza che me ne sia resa conto, è già ora di colazione ed io sono ancora in camera…
Mentre scendo le scale, mi chiedo dove potrei trovare dei libri su Atlantide… se nella nostra libreria c’è qualcosa di serio…
“Oppure potrei consultare l’archivio segreto delle Nazioni Unite...” ho parlato di nuovo senza accorgermi… che stia veramente impazzendo?... cerco di calmarmi ed entro con un sorriso smagliante in sala…
“Buongiorno a tutti!” il mio tono sembra tranquillo… e mi sento abbastanza certa di questo, se non che… li osservo in volto e vedo una certa sorpresa negli occhi di tutti… in particolare noto Seven che sta per soffocare con il caffè che gli è andato di traverso…
“Che c’è? Perché mi state guardando così?…” la mia voce ha, improvvisamente, assunto una certa preoccupazione… senza sapere il perché, mi guardo allo specchio che si trova sulla parete laterale della sala…
La frangia è tirata all’indietro, liberando la mia fronte, e il resto dei capelli sono legati in un morbido chignon alto… due ciocche di capelli a boccolo contornano dolcemente il mio viso… gli occhi sono marcati con una matita nera, a far risaltare il loro profilo, le guance leggermente rosate e la bocca di un color rosso mela…
Ma sono io? E quando è successo?… mi giro verso di loro e accenno un sorriso, cercando di far finta di niente…
“Mi ero preoccupata vedendo le vostre facce… credevo che si fosse sciolto il rimmel…” ma che sto dicendo? Io non mi sono mai truccata…
Jet si riprende dallo stupore e dà voce al pensiero di tutti…
“Sì, hai ragione… scusa... è che non ti abbiamo mai vista truccata e… ci siamo stupiti… stai veramente bene…”
“Grazie…” arrossisco mentre gli rispondo… mi sento strana… diversa… più leggera… che strana sensazione che mi sta attraversando… alzo improvvisamente gli occhi verso Joe e vedo sul suo volto uno strano sguardo… stupore… ammirazione… interesse?… non lo so, ma ora non è importante…
Mi accomodo al tavolo ed inizio a sbocconcellare la colazione, sotto gli occhi straniti degli altri… è strano: non provo imbarazzo, anzi… mi piace sentire i loro sguardi di ammirazione addosso… ma che mi sta prendendo? E poi… quando mi sarei trasformata in questa me? e improvvisamente sento una voce nella mia testa… Clito… tu sei Clito… …finisco di mangiare e mi alzo, ringraziando Chang per la colazione e, sotto lo sguardo ancora turbato di tutti, lascio la stanza…
Entro in biblioteca e inizio a cercare… dev’esserci qualcosa… tempo prima, io e Joe siamo stati mandati in Grecia per fare una ricerca su una sirena che avevano ipotizzato provenire da Atlantide… in quell’occasione io e il Dottor Gilmoure avevamo fatto anche delle ricerche, ma erano state molto superficiali: non avevo mai sentito parlare di Clito e del motivo per cui Poseidone aveva nascosto la città sottoterra… o meglio, il vero motivo per cui l’aveva fatto… per Atlante… per il loro bambino… mi torna in mente la visione del bimbo che correva incontro alla mamma… a Clito… a me… sì, quella ero io… o meglio, sembravo io…
Prendo tutta una serie di libri e comincio a sfogliarli, ma non riesco comunque a trovare ciò che cerco… sono descrizioni troppo superficiali… ho bisogno di altro… come mi ha suggerito quella voce interna, ho bisogno del database delle Nazioni Unite…
Prendo il portatile e mi collego con la mia password… ora ho a disposizione tutte le informazioni più segrete, le ricerche fatte da scienziati di tutto il mondo e ancora giornali e video dagli ultimi 100 anni in poi… un enorme raccoglitore di notizie a mia disposizione… riuscirò sicuramente a trovare qualcosa… ho delle parole chiave che, in un intreccio molto contorto, sono comunque legate tra loro… infatti qualcosa emerge subito dalla rete:
Il primo a parlare e a lasciare testimonianze scritte sulla civiltà di Atlantide fu il filosofo ateniese Platone, in due delle sue opere: il Timeo e il Crizia, entrambi redatti sotto forma di dialogo, tra più interlocutori. Gli scritti in questione argomentano l’esistenza, ritenuta verosimile, di un’enorme isola-continente, grande quanto l’antica Libia e l’Asia insieme, e collocata nell’oceano, oltre le colonne d’Ercole (oggi identificate con lo stretto di Gibilterra, formato allora dai promontori montuosi di Calpe ed Abyla). Il dominio di questa civiltà, secondo Platone, arrivava fino all’Egitto e alla Tirrenia (Etruria).
Secondo questi scritti, Atlantide aveva preparato l’invasione della Grecia, ai danni di Atene, ma lo scontro vide quest’ultima vincitrice; infine Platone riferisce del terremoto che distrusse e fece inabissare, in un giorno e in una notte, l’isola-continente di Atlantide.
Nel Crizia le notizie giungono per bocca di Solone dopo che questi venne informato dai sacerdoti egizi: le nozioni geografiche ribadiscono quelle del Timeo e si pone un forte accento sullo scontro tra civiltà orientali ed occidentali, le prime capeggiate da Atene e le seconde guidate da Atlantide nel piano di conquista delle terre emerse. L’evento è datato 9 mila anni prima del dialogo, quindi al 9400 a.C. circa.
Secondo il Crizia, le antiche divinità divisero la terra in modo che ogni Dio potesse avere un lotto: a Poseidone fu lasciata, secondo i suoi desideri, l’isola di Atlantide che prese questo nome dal suo leggendario governatore dell’Oceano Atlantico, Atlante, figlio di Poseidone e di una mortale di nome Clito. Secondo Platone, Atlante sarebbe stato anche il primo re dell’isola.
Atlantide è descritta come una terra quasi del tutto pianeggiante e molto fertile, sotto la protezione del dio Poseidone: dio del mare e dei terremoti, secondo la mitologia greca. Era figlio di Crono e fratello di Zeus, ed era uno dei dodici Dei dell’Olimpo. La sua consorte era Nereide Anfitrite, ma ebbe molte amanti, tra cui Clito…
Si narra infatti che Poseidone si innamorò di Clito, una fanciulla dell'isola di Atlantide, e «recinse la collina dove ella viveva, alternando tre zone di mare e di terra in cerchi concentrici di diversa ampiezza, due erano fatti di terra e tre d'acqua», rendendola inaccessibile agli uomini, che all'epoca non conoscevano la navigazione. Poseidone e Clito ebbero dieci figli, uno dei quali, Atlante, sarebbe divenuto in seguito il governatore dell'Impero. Ognuno dei dieci re governava la propria regione di competenza, ed erano legati gli uni agli altri dalle disposizioni previste da Poseidone e incise su una lastra di oricalco posta al centro dell’isola, attorno a cui si riunivano per prendere decisioni che riguardavano tutti.
Oh grandioso!... proprio ottimo!… Poseidone come Joe… la mia vita sentimentale doveva essere per forza un disastro con queste premesse… ma forse è colpa mia… attiro solo deficienti!...
Mi porto una mano alla testa… ho una tale confusione… per un attimo ho pensato che almeno Clito fosse stata felice, ma forse mi sto sbagliando…
Quando mi trovavo tra le braccia di Poseidone, nel sogno, mi ero sentita viva… felice e amata… non mi ero mai sentita così e soprattutto ho l’impressione di non aver mai provato niente di così forte per nessuno… neanche per Joe… ma ero io o Clito?
Di nuovo quella voce che mi risuona in testa… Tu sei Clito…
Sbuffo e mi sfugge un piccolo urlo di disapprovazione…
“Basta! Io sono io! Non sono Clito!” sto per piangere: non ne posso già più… mentre secondo Poseidone questo è solo l’inizio…
Sì, della mia pazzia! Mi viene spontaneo pensarlo, visto come stanno evolvendosi le cose…
Continuo a sfogliare dei vecchi files, finché non trovo un’immagine… sto sognando, mi strofino gli occhi, incredula di quello che sto guardando…
Su una vecchia tela, di migliaia di anni prima, custodita in una collezione privata di un ricco e potente uomo d’affari libanese, vi sono dipinte le figure di Poseidone e di Clito… impallidisco: quella sono io… sento il cuore mancare un battito e il respiro fermarsi… non è possibile… Clito sono io… ed io sono Clito…
Cado all’indietro sulla poltrona e rimango così a lungo, osservando quel dipinto… Chiudo gli occhi cercando di non piangere… perché il mio destino continua a farmi brutti scherzi?… perché continua a disegnare, per me, una strada impervia e piena di difficoltà?… e in più, sono sola…
"Clito… tu non sei sola… Poseidone è sempre accanto a te… lui veglierà su di te e ti indicherà la strada… ti proteggerà sempre, fino a quando non vi rincontrerete e vi potrete riunire… sei l’amore che ha cercato da sempre e che ha amato da sempre… non sentirti sola in questa tua nuova avventura… lui ti sorreggerà… fidati…"
“Ma chi sei?” mi sfugge detto a quella voce…
"Guardati nello specchio e capirai…"
Titubante e stravolta, mi alzo e vado verso lo specchio della biblioteca… non avevo mai fatto caso che là dentro ci fosse uno specchio… forse non lo sapevo neanche… mi guardo… e vedo me stessa… e la voce mi parla di nuovo…
"Tu sei me… ed io sono te…"
“Clito?”
Sì…
Allungo una mano verso l’immagine riflessa, come se volessi accarezzarla e improvvisamente vedo la mia immagine modificarsi… sono io, ma sembra che sia stata trasportata indietro nel tempo… sembro un’antica donna greca, vestita con gli abiti del tempo, ma con le mie fattezze… l’immagine mi parla:
"Françoise… io sono te… sono Clito… noi due siamo lo stesso essere… siamo ciò che di più ha amato Poseidone…"
“Com’è possibile? Oddio… credo di stare impazzendo…”
"No, tu non stai impazzendo… sta solo riemergendo in te la tua vera natura…"
“La mia vera natura?”
Sì… sei la bellissima donna, umana, che fece innamorare follemente il Dio dei mari… che lui ha amato e ha protetto da sempre… per questo non devi sentirti sola…
“Ma tu… tu sei sempre stata in me?”
"Sì… io sono parte di te… sono nata con te…"
“Questa è follia …”
"No… è solo amore… un amore che ha spezzato le barriere del tempo… e che ha vissuto oltre lo spazio e l’oscurità delle tenebre…"
“Ok, sto impazzendo… definitivamente…”
La mia immagine nello specchio sorride… e lo fa proprio come faccio io… ho paura… la figura sembra accorgersene e mi guarda dolcemente, come avrei fatto io stessa… con quello stesso sguardo che conosco da sempre, perché sono cresciuta con esso… e non è cambiato neanche quando lo Spettro Nero mi ha trasformata in un cyborg…
"Te l’ho già detto… non stai impazzendo… stai solo trovando te stessa…" si interrompe un istante e poi continua "Ti darò una cosa… uno specchio… il nostro specchio… un dono del nostro amato Poseidone… quando lo guarderai potrai vedere la nostra vera immagine e così potrai ricordare il nostro passato… tornerai in possesso dei nostri ricordi... e così, sarà sempre più chiara la strada che avrai di fronte a te… anzi… a noi…"
L’immagine scompare ed una luce blu si posa sul tavolo, accanto ai libri ed al pc…
Mi avvicino e vedo il dono… uno specchio in oro, di quelli intarsiati a mano… con il simbolo del tridente… uguale a quello che ho sulla pelle… lo prendo in mano e vedo il mio riflesso…
"Ogni volta che vorrai ricordare o vorrai sapere qualcosa del passato… basterà specchiarti in questo e saprai…"
Mi siedo sulla poltrona e mi lascio sprofondare in essa, tenendo lo specchio fra le mani, appoggiato al seno… e ora? Che faccio? penso disperata… mi torna in mente, all’improvviso, la moneta… quella che Poseidone mi aveva mandato… non è solo il modo di darmi un segno di lui… in essa è scritta la mia destinazione… l’indizio per il primo simbolo… il primo oggetto che devo raccogliere e portare all’altare di Poseidone… la prendo in mano e comincio a girarla fra le dita… sul bordo della moneta vedo una scritta… Fenicia…
“La Fenicia…” pronuncio a voce bassa, come se facendo così possa in qualche modo svegliare qualcosa in me… ed è così…
“La Fenicia… sì… ora… quella terra che corrisponde all’antica Fenicia è... il Libano!” guardo il monitor del computer e rileggo le indicazioni sotto la tela che raffigura me e il Dio… la tela è proprietà di un ricco capo d’industria del Libano… e comprendo: devo andare in Libano… al più presto…
“Ma come? E soprattutto con quale scusa?… come faccio ad assentarmi dalla base senza dare una spiegazione?… non posso certo dire a tutti: «Scusate… ma devo andare a cercare le mie origini! Devo adempiere al volere del mio unico e grande amore… il Dio del mare… Poseidone!»… mi prenderebbero per folle… già dopo avermi vista così truccata e con i capelli acconciati così si sono sconvolti…” sbuffo e mi viene spontaneo guardare lo specchio…
"Sì che puoi… hai bisogno di una guida e di aiuto per farlo… chiedi a chi ti sta vicino… a chi sta ricoprendo quella figura paterna che ti manca… lui saprà aiutarti… e ti consiglierà… e ti darà la forza di mettere i tuoi compagni a conoscenza della tua vera natura… e ricordati: tu porti il marchio del Dio Poseidone… il simbolo che ti lega a lui… che ci lega a lui… non avere timore… ti crederanno… ti vogliono bene… troverai l’aiuto che cerchi per adempiere al tuo destino… e sopra ogni cosa, chi ti ama darà la vita per farlo… e per te …"
“Chi mi ama… darà la vita per me… cosa significa? Cosa…?” la testa mi gira… così tanto che mi prende un attacco di nausea… e perdo i sensi…
Mi risveglio tempo dopo, sul lettino del laboratorio… sono un po’ intontita… mi sento stanca, ma anche stranamente forte… mi guardo intorno e poi tento di alzarmi… mi risulta molto difficile, ma devo farlo… devo parlare con il Dottor Gilmoure al più presto…
“Non dovresti sforzarti… almeno non ancora…”
“Joe…”
Lui mi sorride… in quel modo che nessuno sa fare, quello per cui ho perso il sonno e il cuore…
“Cos’è successo?” mi riscuoto da questi pensieri, sperando che lui non abbia capito cosa mi sta passando per la testa… ma non può… lui non è Ivan … anche se tutto è possibile, dopo gli ultimi eventi…
“Non lo so… ti ho trovata priva di sensi sulla poltrona della biblioteca… era ora di pranzo e tu tardavi… così sono venuto a cercarti… e ti ho trovata svenuta… e poi ti ho portato qui in laboratorio, dal Dottor Gilmoure…”
“Ora di pranzo?…” ho perso la cognizione del tempo… oppure c’è stata una dilatazione di quest’ultimo… no, semmai una contrazione… ma che sto dicendo? Se continuo di questo passo impazzirò… indubbiamente…
Joe la osserva preoccupato… è dalla sera prima che ha qualcosa di strano, ma pare che non abbia alcuna voglia di parlarne…
“Françoise… tutto bene?… voglio dire… sei sicura che non ci sia qualcosa di cui vuoi parlare?”
“Sì… non c’è niente che non vada...” taglio corto, sorridendo falsamente mentre penso:
Sono solo Clito… l’amante del Dio del mare! Cosa vuoi che ci sia di strano? Lo amo e lo desidero come non ho mai amato o desiderato te…! la mia bocca si piega in una smorfia di dolore e lui se ne accorge…
Lui avrebbe voluto insistere, ma si accorgeva che lei non voleva parlarne… o almeno, non con lui… e questa cosa lo turba profondamente…
“Dov’è il Dottore?… ho bisogno di parlare con lui…”
“Di là… te lo chiamo subito…” la sua voce nasconde una certa preoccupazione e un certo dispiacere…
Li lascia soli: Françoise aveva espresso il desiderio di parlare da sola con il Dottore… senza di lui… senza la sua presenza… stranamente la cosa lo infastidisce… si sente improvvisamente buttato fuori dalla sua vita… e non capisce perché, ma uno strano presentimento di pericolo si impadronisce di lui…
Il Dottore Gilmoure rimane ad ascoltare in silenzio il mio racconto… non apre bocca fino a quando non finisco di raccontargli tutto quello che è successo e cosa ho visto… della moneta e del simbolo sulla mia pelle…
Appena concluso il mio monologo, tiro un sospiro di sollievo… sono riuscita a trovare il coraggio di parlare e raccontare gli avvenimenti che mi hanno vista protagonista… ma ho paura che il Dottore mi creda una pazza scatenata…
“Piccola mia… io ti credo…”
Rimango stupita dall’affermazione dell’anziano dottore, che sembra improvvisamente intristirsi…
“Sapevo di quel dipinto… quando andaste in missione in Grecia… io mi imbattei, per caso, in esso… facendo ricerche per conto mio… ma non ti dissi nulla… non volevo turbarti… appena lo vidi ebbi una brutta sensazione… un forte senso di smarrimento… sentivo che avrei potuto perderti a causa di quel dipinto… non chiedermi perché, non te lo saprei dire neanche io… così, tacqui… ma ora… ora che mi spiego quelle sensazioni e so cosa si nasconde dietro ad esso… capisco che non si può sfuggire al nostro destino… prima o poi tutto si ricollega… ti aiuterò. Spiegherò agli altri e li aiuterò a comprendere la tua strada… non sarà facile, ma vedrai che non ti abbandoneranno… abbi fiducia in me: li convincerò… sarò la tua e la loro guida in questa situazione…”
Guida… la guida che cercavo… come mi aveva predetto Clito… cioè me… cioè noi…
Un momento di confusione e poi la mia mente pensa di nuovo anche all’altra predizione … l’amore che darà la vita per te…
…a chi si stava riferendo?
Parte 3
La mia mente si sta perdendo ancora di più… ho una tale confusione in testa che non riesco a ragionare… mi porto le mani al volto, piangendo… perché? Perché proprio a me? Non so che fare, non mi riconosco più… finora sono sempre stata sicura, se non di me stessa e del mio carattere, perlomeno del mio essere, della mia identità… adesso però… non sono più completamente certa neanche dei miei sentimenti… se il mio amore per Joe fosse stato davvero così forte come credevo, niente mi avrebbe fatto vacillare, tanto meno un uomo che in fin dei conti mi è apparso soltanto in sogno… invece… mi sono lasciata trasportare dalla passione come una ragazzina idiota!...
“Non è colpa tua cara…”
Sembra che il Dottor Gilmoure mi legga nel pensiero… mi abbraccia paternamente ed io non riesco a fare altro che appoggiare il capo sulla sua spalla e piangere ancora… e ancora… lui mi tiene stretta e mi accarezza i capelli, continuando a ripetermi che non è colpa mia… ed io, dopo non so quanto tempo, finalmente riesco a calmarmi ed assumere di nuovo il controllo di me…
Il dottore mi fa alzare e, tenendomi saldamente per le spalle, mi fissa negli occhi con sguardo fermo…
“Piccola mia… davvero… non è colpa tua… questo è il tuo destino… lo sai quanto ti voglio bene vero?”
Annuisco… non riesco ancora a proferire parola… e sembra che per adesso Clito non voglia parlare per me…
“Sei come una figlia per me… quella figlia che non ho mai avuto… ti aiuterò in questo difficile percorso… ti aiuteremo tutti!...” è davvero convinto di ciò che dice “…adesso va’… riposati e cerca di tranquillizzarti… spiegherò io agli altri la tua assenza…” conclude…
Dopodiché mi accompagna all’uscita del laboratorio e, tenendomi aperta la porta, mi accarezza una guancia senza dire niente…
“Grazie dottor Gilmoure…”
Lui mi sorride con affetto ed io lascio la stanza, mentre il dottore richiude la porta dietro di sé… faccio appena pochi passi che mi ritrovo Joe davanti a bloccarmi la strada… ma come… mi ha aspettato per tutto questo tempo?
Non so cosa dirgli, cosa inventarmi in questo momento… lui mi osserva preoccupato, come se aspettasse che sia io a parlare per prima… probabilmente dovrei… forse farei meglio a discuterne con lui in privato, piuttosto che insieme a tutti gli altri… dio, non so che fare… per di più devo essere una vera schifezza con gli occhi rossi e gonfi dal pianto ed il trucco sciolto… accidenti a me!
“Françoise…” mi chiama, distogliendomi dai miei pensieri “…davvero va tutto bene?”
Oh sant’iddio… mi sento male…
“Lo sai che a me puoi dire tutto…”
“Sì certo come no!... come dovresti fare anche tu… peccato che non ti è mai passato per l’anticamera del cervello!” ho un sussulto di disapprovazione nei miei confronti … sto parlando senza controllo e il suo sguardo ferito è più eloquente di mille parole… ma che cavolo mi sta succedendo? Io… io non volevo rispondergli così in malo modo… come se non bastasse, passo accanto a lui in fretta, cercando di superarlo, ma Joe mi afferra per un braccio, costringendomi a voltarmi di nuovo…
“Françoise! Ma che ti prende?”
Mi libero con un gesto rabbioso dalla sua presa, fissandolo con astio e sibilando un ostile: “Non… toccarmi… mai più!”
Ho capito… non sono io… è Clito… ma perché si comporta così?... e perché non riesco a controllarla?... in questo istante non sono padrona né della mia mente né tanto meno delle mie azioni… e lei continua nel suo attacco d’ira, rendendo me spettatrice impotente delle sue parole e dei suoi gesti…
“Sta’ lontano da me…”
“Françoise…” mormora, i suoi occhi sono tristi ed ha ancora la mano che prima mi teneva per il braccio alzata verso di me… ma Joe ha sempre avuto un autocontrollo incredibile… infatti, si riprende velocemente…
“Tu non stai affatto bene!”
Clito… cioè… io… rido ironicamente al suono di quella frase…
“Oh già… hai proprio ragione sai? Io non sto bene… non sono più stata bene da quando ti ho conosciuto!”
Lui fa per aprire bocca, ma non gli do il tempo… mi allontano rapidamente, senza voltarmi, lasciandolo solo in mezzo al corridoio…
Raggiungo quasi di corsa la mia stanza e mi chiudo dentro, appoggiandomi alla porta e portandomi una mano al petto…
Chiudo gli occhi… respira Françoise… respira… brava… istintivamente mi dirigo verso lo specchio regalatomi da Clito e la chiamo…
“Clito… mostrati, ti prego…”
Immediatamente lei compare, la vedo proprio come mi era apparsa la prima volta…
“Perché ti sei comportata così?” le chiedo angosciata… lei sembra non comprendere…
“Che cosa vuoi dire?” domanda a sua volta ingenuamente …
“Sai bene a cosa mi riferisco! – la voce mi trema - … per quale motivo hai parlato in quel modo a Joe?... lui non ti ha fatto niente!” e mi accorgo che anche il tono si è alzato… sono arrabbiata adesso…
Lei non si scompone, anzi sorride e dice: “Cara… ma non sono stata io… sei stata tu!”
Spalanco gli occhi a quell’affermazione… come sarebbe a dire che sono stata io? Io non gli avrei mai detto quelle cose cattive… non potrei mai farlo… o forse si?... non lo so… non so più chi sono…
Clito si rende conto del mio turbamento interiore e riprende a parlare…
“Vedi cara… noi siamo lo stesso essere… io vedo nel tuo cuore… nella parte più profonda della tua anima… tu ami moltissimo quest’uomo, ma allo stesso tempo odi il suo comportamento nei tuoi confronti… io non ho fatto altro che farti esprimere pienamente le tue emozioni…”
“Ma questo non è giusto…” comincio a capire “…non posso essere schiava a tal punto delle mie sensazioni… non è così che funziona… io… io non voglio fargli del male…”
Lei sorride ancora, comprensiva…
“Perché? In fondo anche l’odio è una forma di amore, non credi? E se anche lui ti ama davvero, non gli importerà sacrificarsi per te…”
Di nuovo quella profezia… chi ti ama darà la vita per te… allora Clito si riferiva a Joe …
L’aver preso coscienza di questa cosa mi colpisce come uno schiaffo in pieno volto… santo cielo… mi scoppia la testa… mi sento soffocare…
“Scusami…” le dico, ponendo lo specchio sul mio letto “…ho bisogno d’aria…”
Esco dalla mia camera in preda all’inquietudine… c’è solo un posto che riesce a tranquillizzarmi… mi allontano lentamente dalla base, diretta verso la spiaggia e il mare… ignorando il sorriso malizioso della mia omonima nello specchio , come se lei già sapesse… ma lei sa… perché lei ed io siamo un’unica entità… sento il bisogno di immergermi nel mare… c’è qualcosa in me, che mi spinge a cercarlo… l’acqua, la madre della vita… ho bisogno di sentire quel contatto… di sentire le onde accarezzarmi dolcemente… ho bisogno di sentirmi amata…
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Mi ha lasciato qui da solo come un idiota… mi ha parlato con talmente tanta rabbia in corpo che non sembrava neanche lei…
…non sono più stata bene da quando ti ho conosciuto!...
Françoise…
Cosa devo fare con te?...
A volte penso che potrei aprirti il mio cuore… amarti come ho sempre desiderato fare, ma… io non sono giusto per te… e non voglio che tu soffra ancora di più a causa mia… cristo! È tutto così dannatamente sbagliato!...
Lentamente mi riprendo dal torpore in cui mi avevano lasciato le sue gelide parole…
...non… toccarmi… mai... più…
No… quella non era lei… dov’è finita la Françoise che conosco?… dolce, gentile, solare… quella che mi ha parlato era una donna fredda… la sua voce… i suoi occhi erano di ghiaccio… non traspariva nessun tipo di emozione… no… Françoise non mi aveva mai guardato in quel modo… così… glaciale… non può essere lei, la conosco troppo bene… e poi… non riuscirei a fare a meno di quei piccoli momenti in cui mi sfiora… in cui la sfioro… per errore o per proteggerla… quando sento il calore del suo esile corpo contro il mio…
Mi scuoto definitivamente da questo torpore: d’accordo… adesso dobbiamo parlare veramente, che tu lo voglia o no… e se non lo vuoi chi se ne frega, vuol dire che ti obbligherò a dirmi cosa ti passa per la testa! Non mi arrenderò così facilmente…
Mi dirigo velocemente verso la sua stanza… busso alla sua porta con fermezza…
“Françoise… Françoise apri… dobbiamo parlare tu ed io!”
Niente…
“Françoise apri per favore!”
Niente… nessun suono…
“Ehi amico… guarda che è uscita mezz’ora fa…”
Jet mi sta osservando appoggiato all’angolo del corridoio, con un sorrisetto ironico stampato in faccia… lo odio quando fa così…
“Quindi… ti conviene non buttare giù la porta della sua stanza a suon di pugni…” dice, continuando a sorridere…
Sì… decisamente lo odio…
“Sai per caso dov’è andata?”
“Uau!... Houston, abbiamo un problema… se neanche tu sai dov’è…”
“Jet… sto perdendo la pazienza…” il mio sopracciglio sinistro si sta nervosamente alzando…
“Ok, ok… raffredda i bollori, amico… so soltanto che è uscita… probabilmente è andata in spiaggia a passeggiare… lo fa sempre da un po’ di tempo a questa parte…”
È vero… è da qualche mese che ha preso l’abitudine di camminare in riva al mare… non ci avevo pensato…
“Grazie… vado a vedere se è là…”
“Joe!” mi richiama lui…
“Che c’è?”
“Ma che cos’ha Fran?... L’abbiamo vista tutti un po’ strana negli ultimi due giorni…”
Non puoi sapere quanto…
“Già… non so cosa le prende… ma ho la ferma intenzione di scoprirlo! E anche subito!”
Detto questo, mi allontano da Jet ed esco dalla base… mi affretto verso la spiaggia… mi guardo nervosamente intorno e… finalmente riesco a vederla… anche se … non ero per niente preparato a trovarla così…
Ha indosso solo una leggera veste bianca ormai bagnata dall’acqua che lascia intravedere il suo bellissimo corpo… la forma dei suoi seni… quella vista mi rapisce e sento una strana sensazione assalirmi… desiderio?… non mi stancherei di guardarla… la osservo ancora, incurante di poter sembrare un maniaco pervertito… sta toccando lievemente le piccole onde che le si infrangono addosso delicatamente… e il movimento delle sue dita è così sensuale che per un attimo le immagino accarezzarmi la pelle… un brivido di piacere mi attraversa la schiena, lasciandomi sconvolto da quelle strane e mai provate emozioni... che mi prende?… non mi era mai capitato in tutta la vita… mai la sola vista di un corpo di donna mi aveva provocato tante sensazioni… cerco di riprendere possesso della mia mente e di raffreddare i miei istinti… mi accorgo che il suo sguardo è rivolto lontano, quasi a cercare qualcosa o… qualcuno? Improvvisamente mi sento geloso… di chi? Ma cosa mi sta accadendo?
Ora basta!
Joe, riprendi subito possesso di te!... Ma… cazzo! E’ così bella in questo momento che quasi mi dispiace interrompere l’incanto… mi rimprovero ulteriormente per quel mio stato di totale… smarrimento?… confusione?…
Stupido idiota, riprenditi! Devi assolutamente parlarle!…
Mi avvicino tenendomi però ancora a debita distanza, onde evitare un contesto alquanto scomodo e imbarazzante… ma proprio nell’istante in cui muovo i primi passi, l’acqua si alza e la circonda interamente in una specie di gorgo… come a volerla proteggere da me… la vedo chiudere gli occhi e abbandonarsi al mare… no! Così rischia di affogare!
Incurante della situazione, mi tuffo velocemente in acqua, raggiungendola per cercare di evitare il peggio… mi rendo conto che la cosa è estremamente sconveniente, perché se lei è cosciente… di questo mio comportamento assurdo dovrò pagarne le conseguenze per il resto della vita… ma che dico! Lei non è cosciente e non sta affatto bene!
Tento di chiamarla, sperando in una sua risposta che mi farebbe desistere dal continuare …
Niente…
E va bene… non è il momento di farmi bloccare dal senso del pudore…
Entro con violenza in quello strano vortice d’acqua che, come per magia, appena toccato dalle mie mani si infrange nuovamente nel mare… Françoise si accascia tra le mie braccia…
Cazzo!
Davanti ai miei occhi quel che temevo: lei è svenuta, respira a fatica ed il suo corpo è scosso da mille tremiti… spaventoso… avrei preferito vederlo in una situazione diversa…
Aaah… ma che diamine mi metto a pensare!
“Françoise!...” grido scuotendola “Françoise!... dai, Françoise!”
Cercando di ignorare il più possibile il mio evidentissimo stato d’imbarazzo, la schiaffeggio più volte, poi blocco con la mano il suo volto… emette gemiti strozzati e … cristo! La lingua la sta soffocando!...
In un istante infilo le dita nella sua bocca, cercando di farla respirare, ma è maledettamente difficile… la sua mandibola ha una forza terribile e lei serra i suoi denti nella mia mano, obbligandomi ad urlare per il dolore…
“Dai! Forza!”
Con notevole impeto, finalmente estraggo dalla sua gola quella dannata lingua…
“Coff… coff… coff…”
Ancora due piccoli schiaffi e lentamente si riprende … le sue labbra sono cianotiche, ma presto riprenderanno colore… devo sbrigarmi… tra poco si risveglierà completamente…
Cercando di essere più delicato possibile, circondo la sua piccola schiena con il braccio sinistro, mentre con il destro afferro il suo braccio in modo da mettermelo sopra le spalle… poi la sollevo… ringrazio Dio se i vestiti che indosso e quella sua veste praticamente inesistente non mi fanno stare a stretto contatto con la sua femminilità… non l’avrei sopportato, ne sono sicuro…
Lentamente, a causa dell’acqua, il suo corpo cerca di sgusciare via dalla mia presa, perciò la stringo ancora più forte… è come se il mare tentasse di strapparla dalle mie braccia... sento il suo seno a stretto contatto con il mio torace completamente fradicio… e di nuovo vengo percorso da un brivido di piacere… mi maledico: come diavolo mi vengono in mente certi pensieri adesso?
Che situazione di merda!
Finalmente raggiungo la riva e la stendo delicatamente sulla sabbia… mi spoglio della mia camicia e gliela metto accuratamente addosso… è meglio che i miei occhi non vedano altro… sta tremando ed è così fragile e indifesa ..
“Joe…”
La sua voce è quasi impercettibile, tanto che per un istante ho pensato che fosse un’allucinazione … ma non è così… mi ha chiamato sul serio …
“Che… è successo… io… tu…”
È normale che pronunci frasi sconnesse, ma sento ugualmente l’ansia crescermi dentro…
Poi mi obbligo a calmarmi…
“È finita… è finita… è tutto a posto…” le accarezzo il viso sconvolto e le scosto i capelli bagnati dal viso… accidenti se è bella, anche bagnata come un pulcino… non so cosa mi prende, ma sento la necessità irrefrenabile di baciarla… e non riesco proprio a controllarmi… le sfioro le labbra dolcemente con le mie… quel contatto è come una scossa elettrica in tutto il mio corpo… è quasi doloroso e mi scosto bruscamente, prendendo coscienza di quello che ho fatto… per mia fortuna, lei perde conoscenza di nuovo… ma non è più preda di convulsioni ed io piano piano la sollevo un’altra volta, diretto verso la nostra base… mi auguro che quando si sveglierà non si ricordi del mio gesto… altrimenti dovrò inventarmi una buona scusa… che non sono molto sicuro di volerle dare…
Al suo risveglio però, dovremo sicuramente chiarire parecchie cose …
Quando mi sveglio sono di nuovo stesa sul lettino del laboratorio… sono un po’ confusa e mi sento spossata… il mio corpo è come se fosse molle, privo di sostegno… ma sono anche piacevolmente rilassata… che strane sensazioni… mai provate cose così contrastanti insieme… poi faccio mente locale… ricordo quello che è successo… ricordo Clito e il suo sguardo ed io che vado verso la spiaggia… e poi… quella irrefrenabile voglia di immergermi in acqua… mi si spezza il fiato e arrossisco… ricordo un vortice limpido che mi circonda e l’acqua scorrere su di me… come se fossero le mani di un sapiente ed appassionato amante… una voce dolce e sensuale sussurrarmi: “Clito… Clito… vieni tra le mie braccia… “ ed io mi lascio andare placidamente a quella voce…e quello che sento è molto vicino a… piacere… arrossisco di nuovo… e poi ricordo ancora… mani forti e decise che mi strappano da quel vortice di sensazioni piacevoli ed io che inizialmente disapprovo, ma… poi un altro tipo di calore mi pervade l’animo quando sento un corpo stretto al mio… ed è così piacevole anche quello… diverso… è un calore forte e intenso… dolce come cioccolata… e mi sciolgo al suo abbraccio… mi riposo in quelle forti braccia che mi stringono… mi sento protetta… che meravigliosa sensazione… però che trambusto nel mio corpo… passare da una passione dilaniante ad una dolcezza infinita… mi alzo a sedere e cerco di raccogliere le idee… ho i capelli ancora umidi e sento freddo… e solo ora mi accorgo di essere nuda… mi copro rapidamente con la coperta… ma che diavolo è successo? Mi guardo intorno smarrita e ancora intontita… sono sola… non c’è alcun rumore… tento di ricordarmi come sono arrivata qui… perché non ricordo nulla? Maledizione! Vorrei sapere se quello che è successo è stato solo un’ illusione della mia fervida immaginazione… neanche Clito mi risponde… perché interviene solo nei momenti sbagliati? Mi arrabbio… con lei… con me! Non devo farmi soggiogare così da lei… anche se lei dice che dà solo voce ai miei sentimenti più nascosti… non glielo devo permettere… devo cercare di tenerla a freno, anche se… suppongo… sarà una cosa molto difficile…
Vengo distratta da una porta che si apre… e il volto che mi trovo davanti è proprio quello della persona che non vorrei vedere in questo momento… e non solo perché sono completamente nuda…
Mi sento stranamente indifesa… il suo sguardo è cupo e capisco che pretende delle risposte da me… e mentre cerco di distogliere gli occhi da lui mi accorgo che ha i capelli bagnati… oh cavolo… che cosa è successo?
“Dobbiamo parlare. Ora. Non intendo sentire scuse…”
La sua voce mi intimorisce come il suo sguardo… mi sento piccola piccola… vorrei piangere e non so perché... inizio ad aprire bocca e non so come comincio a raccontargli tutto.... Clito… è lei che parla… non sono io… dovrei ribellarmi a lei, ma questa volta le lascio volentieri la parola in questa situazione così scomoda e imbarazzante… l’unica cosa che riesco a fare come spettatrice è quella di stringermi la coperta addosso, come se fosse la mia unica ancora di salvezza… ma stranamente non sono così imbarazzata come immaginavo… sì, sento un certo disagio, ma… non appena Clito finisce di parlare io riprendo padronanza di me e osservo il suo volto… è completamente sconvolto… non credo di averlo mai visto così… mai… sembra totalmente perso… lui che ha sempre controllo e dominio di sé sembra destabilizzato da questa storia… forse mi reputa pazza?… lo so, avrebbe ragione a pensarlo… sembra follia anche a me… lo vedo abbassare lo sguardo e serrare le labbra in quella che sembra una smorfia… di dolore?… rabbia?… non so dire per certo…
“Dunque… questo è il motivo dei tuoi strani atteggiamenti degli ultimi giorni…”
“Sì… purtroppo sì…”
“Beh, ora mi spiego molte cose…”
Lo vedo stranamente assente… e mi chiedo cosa gli stia passando per la testa... ho fatto fatica perfino io a crederci… figuriamoci lui… poi ripenso che Clito… non gli ha raccontato proprio tutto… e tiro un sospiro di sollievo… lo vedo che mi guarda intensamente e arrossisco…
“Ti aiuterò… e anche gli altri… verremo con te in Libano… non possiamo lasciarti sola… non in un momento come questo… non possiamo abbandonarti a te stessa e… al tuo destino…” a quelle ultime parole ho quasi la sensazione di percepire una certa sofferenza…
Mi lascia sola ed io lentamente ricomincio a prendere padronanza di me e del mio corpo… anche quel torpore svanisce… scendo dal lettino e prendo i miei vestiti e mentre mi rivesto, come fossero dei flash… rivedo lui che mi afferra e mi strappa al vortice d’acqua… mi stringe a sé e mi porta in salvo e poi… sgrano gli occhi… non è possibile… le sue labbra che sfiorano le mie… mi sento mancare il fiato e il cuore salta un battito… sento una fitta al petto… non è possibile… devo avere un ricordo distorto… forse stava solo facendomi la respirazione artificiale… sì … deve essere stato quello… e improvvisamente mi sento più tranquilla… anche se… ho come la sensazione di mentire a me stessa… perché?… finisco di rivestirmi… e mi fermo un istante… ho bisogno di fare chiarezza in me… e questo il prima possibile… forse… proprio questo viaggio verso il Libano mi aiuterà…
Mentre mi dirigo verso la mia camera sento il cuore battere furiosamente… il sangue scorrere velocemente nelle mie vene… la testa martellare… sento un uragano di emozioni indistinguibili pervadermi… sento dolore… paura… gelosia... soprattutto gelosia… sento già di odiare ferocemente Poseidone… non credo che riuscirei ad agire coerentemente se me lo trovassi di fronte… forse… addirittura… potrei anche attaccarlo…
Tutto quello che Françoise mi ha raccontato mi ha turbato… ma mi ha dato una risposta a tutto… anche al suo comportamento nel mare… era per quello che avevo avuto quella strana sensazione nel vederla… per quale motivo i suoi gesti erano così sensuali e il suo corpo era percorso da fremiti… perché, quando il vortice d’acqua l’aveva avvolta, sembrava che si fosse abbandonata alle braccia di un amante… quello era Poseidone che pretendeva ciò che è suo… ma Françoise non è sua! Io gliel’ho strappata, con noncuranza di quello che stavo facendo… suppongo che ci saranno delle ritorsioni per quello che ho fatto… soprattutto per il bacio… mi avrà visto sicuramente… meglio così… ora sa che non può agire indisturbato e che non gli permetterò così facilmente di portarmela via… mi fermo un istante a riflettere su quello che ho appena detto… sono stato veramente io?
Parte 4
“E’ incredibile questa storia… quasi non riesco a crederci…”
Guardo fuori dall’oblò e mi accorgo di avere la testa da un’altra parte… Albert mi osserva, come se cercasse delle risposte… per la prima volta lo vedo seriamente turbato… a dire il vero, lo siamo tutti… questa situazione ci ha stravolti… si è abbattuta su di noi come un tornado e ci ha lasciati a terra... storditi e senza sapere che fare…
“Ma a quanto pare è tutto vero, Jet… sembra follia anche a me… mentre ascoltavo il Dottore, ho pensato che fosse impazzito… ma poi… quando Françoise ci ha fatto vedere quel simbolo pulsare vivo sulla sua pelle… ho dovuto ricredermi… è stato come essere scaraventato giù da una rupe in caduta libera…”
“Albert?…” mi volto verso di lui e probabilmente mi si legge in faccia ciò che sto per chiedergli… il mio timore più grande… sapere come sta Joe…
“Dimmi…”
“Secondo te … come sta Joe?…”
“Perché lo chiedi proprio a me? E’ il tuo migliore amico… dovresti saperlo meglio tu… o comunque intuirlo…”
“Lo so… e forse sembrerà assurdo, ma… la sola idea di immaginarmelo mi fa salire un nodo alla gola… è come se avessi qualcosa che mi opprime la cassa toracica e non mi fa respirare… sono preoccupato per lui… onestamente non vorrei essere al suo posto… in questo momento credo che sia molto vicino ad una crisi di nervi… quando siamo partiti, l’ho visto diverso… assente e nervoso… con la mente altrove e non lucida…”
“Io direi fuori controllo… se vuoi essere preciso… sembrava quasi che stesse dando ordini a sé stesso…”
“Ragazzi? Disturbo?”
“No, vieni pure Seven… stavamo solo parlando di… quello che è successo…”
“Ero appunto venuto a parlarne anch’io con voi… sono rimasto completamente sconvolto… e sento il bisogno di parlarne con qualcuno, ma… è difficile anche farlo… ovunque mi volto le facce sono tristi e… si vede che nessuno ha molta voglia di parlarne…”
“Beh… te ne stupisci? Siamo in uno stato pietoso fra tutti… e poi… nessuno può esimersi dall’esserlo… siamo tutti sconvolti… turbati fino al midollo… è qualcosa che ci tocca nel profondo e ci riguarda troppo da vicino…”
“È tutto così folle… Françoise, la nostra coscienza… la nostra piccola protetta… ciò a cui noi tutti teniamo più di ogni cosa… è Clito… o meglio la sua reincarnazione… mi sembra impossibile… faccio fatica ad accettarlo…”
“Già, ma è così… la sua reincarnazione… senza contare le conseguenze che comporta la cosa…”
“Io… ho paura, ragazzi…”
“Ma che stai dicendo? Paura di cosa?”
Sono arrabbiato con Seven… non può parlare così! Dobbiamo fare fronte unito, ora più che mai… e lui è il solito tragico…
“Che se ne vada… che ce la porti via… lui… il dio del mare…”
“Non dire sciocchezze! Poseidone non porterà via proprio nessuno!”
“Ne sei proprio sicuro, Jet?…”
Guardo Albert allibito… come può sostenere i pensieri di Seven? Perché nessuno capisce che non dobbiamo abbatterci, ma reagire e soprattutto non pensare a cose così tristi…
“Che vuoi dire Albert? Non penserai anche tu…”
“Se lui è tornato a cercarla… se è tornato per dare nuova vita ad Atlantide… potrebbe volere qualcuno con cui regnare insieme a lui… la sua amata Clito…”
“Non dite sciocchezze voi due! Joe non glielo permetterà! Non permetterà mai a Poseidone di portarsela via!”
“Questo no certo, ma… se fosse lei a volersene andare? Se fosse lei a volersi riunire a Poseidone? Lui non potrebbe fare niente…”
“Jet… Albert ha ragione… mi sono spaventato mentre la sentivo parlare… non sembrava più neanche lei… e poi… il modo, il tono della voce e lo sguardo di Françoise mentre parlava del dio del mare… era quello di una donna innamorata…”
“Basta! Che diavolo state dicendo?! Volete che vi prenda entrambi a pugni? Françoise non ama quell’essere… non è possibile! Il suo cuore appartiene solo ad una persona! E noi lo sappiamo bene! E ora basta con questi discorsi inutili!”
“Datti una calmata… stiamo solo cercando di fare il punto della situazione… per noi, ma soprattutto per Joe… non lo vedo in sé… e dobbiamo cercare di appoggiarlo in tutti i modi… è la chiave di questa missione… se lui crolla, veniamo tutti giù come carte… fattene una ragione… è solo per lui…”
“Già… sono d’accordo con Albert… anche a me sembra che Joe non riesca a reggere la tensione, questa volta… è troppo coinvolto...”
Sono qua dietro la porta, come un fantasma ad ascoltarli di nascosto… non ho neanche la forza di affrontarli… ma poi, per dire cosa? Che hanno ragione? Che sto perdendo il controllo di me… e della situazione? E’ vero… non permetterò a Poseidone di portarsela via, ma…. se lei volesse andarsene… che dovrei fare? Fermarla? Sarebbe giusto?… voglio dire… se lei… lo ama… ma cosa sto dicendo? Sto impazzendo… lei non lo ama… è Clito ad essere innamorata di lui… lei non può amarlo… non può… non voglio…
Controllo la rotta… non manca ancora molto… fra poco saremo in Libano… in quella che era l’antica Fenicia… sento il cuore battere forte: ho un presentimento… non so se sarà qualcosa di buono oppure no… sono troppo agitata… e guardo il volto sconvolto di tutti… sì, li ho schockati… ed ora mi osservano con sospetto, come se non fossi più io… come se ormai mi avessero perso … perché dico così?… non si può perdere le persone a cui vogliamo bene finché sono nel nostro cuore… e loro sono sempre nel mio cuore… sempre…
Li osservo di nascosto, senza che se ne accorgano… la faccia di Geronimo è crucciata, mentre sta intagliando un piccolo tronco di legno… quando è agitato lo fa sempre… dev’essere un suo modo di scaricare la tensione… e poi guardo Chang… sembra così triste e sconsolato… ed io non riesco a non sentirmi in colpa… in cosa vi ho trascinato?… in un vortice di pazzia… la mia pazzia… che comprendo poter capire solo io e… anche con difficoltà… mi volto verso Punma… è perso a guardare il monitor… non lo sta osservando veramente… il suo sguardo è vuoto… assente… oddio… in cosa vi ho coinvolto?… mi dispiace… vorrei abbracciarvi tutti e farvi capire quanto vi voglio bene… quanto sarete sempre importanti per me… anche alla fine di questa avventura, che non so affatto come si concluderà … o cosa accadrà… se sarò ancora con voi o meno…
Guardo di nuovo fuori dal finestrino… si comincia ad intravedere Beirut … e ad un certo punto, non saprei dire quanto tempo fosse passato, ma sento il Dottore chiamarci tutti in sala riunione…
“Bene ragazzi… ci siamo… siamo arrivati a Beirut… voglio parlarvi per un momento di questa città… giusto per darvi un’idea di dove si trova e della sua importanza… sia a livello culturale che politico…”
Accendo il monitor e mostro ai miei ragazzi, ancora storditi da questo improvviso viaggio e dalla sua motivazione, la cartina geografica ed incomincio a parlare:
“Beirut… come voi sapete, è la capitale del Libano ed è situata nel bacino orientale del Mar Mediterraneo. La città conta circa 1.200.000 abitanti all’interno dei suoi confini amministrativi, ma la sua aerea metropolitana si estende ben oltre questi confini e conta oltre due milioni di cittadini… come saprete, inoltre, è stata scenario di una terribile guerra civile non molto tempo fa che si è protratta nel tempo, per diversi anni… nonostante questo, Beirut è la principale piazza finanziaria, bancaria, assicurativa e commerciale del Vicino Oriente. Inoltre, grazie alla sua storia cosmopolita, la città rappresenta un centro culturale e accademico di grande rilevanza.”
Mi fermo un istante e scruto i loro volti… sono seri, ma si legge loro in faccia che sono confusi e straniti... poveri ragazzi… posso capire benissimo i vostri timori… e proprio per questo cercherò di essere un punto di riferimento per tutti voi… ne avrete bisogno questa volta… rivolgo lo sguardo verso la mia bambina… ha paura… non lo vuole ammettere… perché le è sempre stato insegnato a combattere, ma ora… non sa a cosa sta andando incontro e… immagino anche che sia così preoccupata per tutti noi… povero mio tesoro… portare un peso così grosso sulle sue esili spalle… ma so che ce la puoi fare… io ti starò accanto… loro ti staranno accanto… e ti proteggeremo… ti mostreremo la strada da seguire, anche quando penserai di averla smarrita…
“Bene, ragazzi… e ora… vediamo di cominciare le nostre ricerche… dato che non sappiamo cosa stiamo cercando con precisione, vediamo di indirizzarci verso l’unica cosa che conosciamo… il dipinto di Michael Yared… il noto capo d’industria libanese, padrone di una potente multinazionale che tratta materiali plastici di nuova generazione…”
Prendo fiato… devo purtroppo dirvi una cosa abbastanza sgradevole…
“A dire il vero… il nostro computer avrebbe rilevato traffici strani provenire dai suoi magazzini fuori Beirut… forse riciclaggio di denaro sporco… proveniente da traffici di armi… e questo fa pensare ad un suo possibile coinvolgimento con lo Spettro Nero…”
“Cosa? Dottore… ne è sicuro? Se fosse così… la situazione si complica…”
“Jet, calmati…so bene che la cosa sarebbe ancora più intricata, ma quello è solo il nostro secondo problema…”
“E il primo quale è?… sa, negli ultimi tempi ne abbiamo un po’ troppi…” mi sfugge un tono sarcastico e nervoso, non riesco a controllarmi e mi accorgo che questo mio modo di fare sta innervosendo tutti…
“Joe… il nostro primo problema è quello di arrivare alla collezione privata di Yared…”
“Dottore? Non ha nessuna idea? Non c’è modo di entrarvi senza ingaggiare battaglia contro Yared? Come sempre, il tempo non è nostro alleato… e non sarebbe il caso di intraprendere uno scontro proprio adesso…”
“Hai perfettamente ragione Albert… ho fatto alcune ricerche… non è facile avvicinarsi a lui… è praticamente inavvicinabile per vie normali… l’unica cosa su cui possiamo puntare è il suo conosciuto debole per le belle donne… è l’unico modo, ma… anche su quello diventa problematico…”
“Dottore! Potrei andarci io! Mi potrei trasformare in una bella donna e infiltrarmi nella sua villa… suppongo che la collezione sia nella sua abitazione… generalmente, i collezionisti adorano avere le loro opere vicine a sé… per rimirarle ogni volta che ne hanno voglia… che ne dice? Si può fare?”
“Ma certo… e come pensi di entrarci genio del male? Bussi alla sua porta e gli chiedi ospitalità? Non farmi ridere! Ci vuole un’idea migliore!”
“Jet calmati… l’idea di Seven è ottima e… per entrare nella sua villa abbiamo anche una buona scusa se è per questo… fra un paio di giorni ci sarà una grande festa in onore del suo compleanno… verranno persone da tutto il Libano e non solo… potremo cogliere l’occasione di introdurci proprio allora, sfruttando la festa… nella confusione degli invitati e della musica non dovremo avere grandi problemi… forse potremo anche confonderci con il personale del catering…”
“Sì, sembra una buona strategia … ma resta l’invito… come faremo ad ottenerlo?”
“Di quello non dovete preoccuparvene… sarà facile falsificarne uno… e ora, non resta che pensare ad un buon travestimento per Seven… e anche ad una buona identità falsa…”
“Se mi permettete… a quello penso da solo! Credo di avere un buon gusto in fatto di donne! Quindi mi trasformerò in una bella mora dagli occhi verdi… e dal fisico prosperoso! Tanto a tutti gli uomini piacciono le donne con più curve di una pista di auto! Sarà un gioco da ragazzi sedurlo!”
“Seven… hai pensato anche al resto?… intendo al dopo… se lo devi sedurre… non vorrei proprio essere al tuo posto, anche se fosse l’uomo più bello di questo mondo!”
“Ecco, questo non avresti dovuto farmelo presente…”
Tutti scoppiano a ridere… tutti tranne me… io non me la sento proprio di ridere in questo frangente… sono molto agitata e poi… mi stanno tenendo fuori dalla missione, ma questa volta sono io la chiave di tutto… sono io che devo vedere il dipinto per scoprire il primo oggetto della nostra ricerca… ma come sempre, per proteggermi… o forse perché mi considerano incapace… mi tengono al di fuori di tutto…
Questa volta però non glielo posso permettere e, con una forza che probabilmente proviene dalla stessa natura di Clito, prendo parola, ammutolendo tutti.
“Scusate, ma io dissento, in parte, da questa strategia…”
Mi stanno guardando tutti sbalorditi… non si aspettavano una frase simile da me… non lo avevo mai fatto, lo so… ma questa volta si tratta di me… della mia vita… e con decisione, sostenendo lo sguardo perplesso di tutti continuo:
“L’idea è ottima ma… sono io la chiave di tutto… devo essere io a vedere il dipinto… potrei avere qualche flash o comunque accorgermi di qualche particolare… non serve a niente mandare Seven sotto mentite spoglie per arrivare alla collezione! È perfettamente inutile!...” il tono della mia voce è strano… duro e deciso… stranamente sicuro… quasi fossi da sempre abituata a comandare… mi guardano tutti con sospetto… come se fossi una sconosciuta… e forse lo sono… forse non mi hanno mai conosciuto veramente per quella che sono… ma ora dimostrerò a tutti di essere in grado di essere a capo di questa situazione…
“Andrò io alla festa… sedurrò Yared e vedrò il dipinto… e spero di avere qualche flash in merito al primo oggetto…”
“Françoise… io… non so se è una buona idea… se appartiene veramente, come sospettiamo, allo Spettro Nero, ti riconoscerà…”
“Dottore, non si preoccupi… mi farò aiutare dal nostro maestro del travestimento… Seven... e dopo neanche voi mi riconoscerete…”
I loro occhi continuavano ad essere perplessi e non solo… quelli di Joe erano estremamente contrariati… e quelli del dottore molto spaventati… così aggiunsi, probabilmente dando a tutti dimostrazione che non ero la debole ragazzina indifesa che tutti pensavano: “…e sarò io a capo della missione…”
Vidi Joe alzare la testa e la sua bocca piegarsi in senso di disapprovazione nei miei confronti… ci fu qualche attimo di silenzio, in cui tutti quasi non respiravano… lui compreso… quando lo vidi aprire bocca immaginai subito la sua disapprovazione, ma dovetti presto ricredermi…
“Va bene… sarai tu a capo della missione… e noi seguiremo i tuoi ordini… dicci cosa dobbiamo fare e noi lo eseguiremo… illustraci il tuo piano…”
“Ma, Joe…” guardai Joe contrariato… perché glielo lasci fare? Non è in grado di sostenere una cosa simile… non quando lei è la diretta interessata… devi fermarla… non puoi lasciarla agire in modo così sconsiderato…
“Jet… Françoise è perfettamente in grado di essere a capo di questa missione… e noi ci atterremo ai suoi ordini… e questo è tutto…”
Non sono assolutamente d’accordo, ma farò buon viso a cattivo gioco e comunque… non ti perderò mai di vista… se ti illudi che ti lasci andare allo sbaraglio da sola, ti sbagli… non l’ho mai fatto e non lo farò neanche adesso… anzi… ora meno che mai…e ora, è meglio che tu impari a sedare gli animi di tutti… se vuoi che ti seguano in questa impresa...
Mi guardo intorno nella camera dell’albergo in cui risediamo per il momento… ho deciso di farmi accompagnare da Jet, Seven e Joe… mentre Jet e Joe ci copriranno le spalle, io e Seven ci intrufoleremo alla festa… Seven si trasformerà in un mio accessorio, così da essere sempre con me ed a necessità separarci…
Sospiro… e guardo lo specchio… è tanto che non sento la voce di Clito… chissà perché non si è fatta più sentire da quando siamo partiti… mi avvicino, lo sollevo e poi mi specchio…
“Clito… ci sei?...”
Sì… lo sai… sono sempre con te…
“Non ti avevo più sentita…”
Non è vero… quando hai preso in mano le redini della situazione, c’ero anch’io… credevo che mi avessi sentito…
“Allora… eri tu che parlavi?…”
No… lo sai… io do voce solo al tuo cuore… però…
“Dimmi…”
Non approvo la tua scelta… avresti dovuto lasciare a loro il compito di andare da Yared… per noi è troppo pericoloso… Poseidone si arrabbierà… non vuole che ci mettiamo in pericolo…
“Mi ricorda qualcuno… anche se… oggi, mi ha dato prova dell’opposto…”
Sciocca… pensi davvero che anche lui ti lasci fare quello che vuoi?… non ti illudere… ricordati quello che ti ho detto…
“A cosa ti riferisci?” mi volto spaventata… qualcuno sta bussando alla mia porta e vedo lo specchio tornare ad essere limpido… Clito è svanita… o meglio, ha nascosto solo la sua presenza a chi non deve vederla…
“Chi è?”
“Sono Joe… posso entrare?”
“S-sì… entra pure…”
Mi alzo e con passo incerto apro la porta… il suo volto è serio… e anche imperscrutabile… vorrei tanto sapere se Clito ha ragione…
“Scusami se ti disturbo… ma dopodomani c’è la festa e… devi decidere ancora il tuo travestimento… non puoi tralasciarlo… Yared non ti deve riconoscere in alcun modo… è importante che tu e Seven decidiate di cosa avete bisogno e poi io e Jet ve lo procureremo…”
“Sì, non hai bisogno di ricordarmelo…” allora Clito ha ragione… non hai fiducia in me… non mi credi all’altezza di essere al comando di questa missione…
“Volevi dirmi solo questo o… c’è altro?…”
“A dire il vero, sì… c’è altro… se vuoi essere un capo… devi conquistare la fiducia del tuo gruppo… devi dare sicurezza ed essere certa di quello che fai… o rischi la tua e la nostra vita…”
“Tu… non mi reputi in grado… vero?”
“Non è quello che ho detto… ti sto dando solo dei consigli… poi, tu sei libera di ascoltarmi o meno… ma ricorda una cosa… un tuo errore può essere decisivo per la riuscita della missione… pondera sempre tutte le tue decisioni, valuta se il gioco vale la candela… solo questo, niente altro…”
“Grazie per i consigli… ma non sono una sprovveduta e te lo dimostrerò…”
I miei occhi fissi nei suoi fanno male… il suo sguardo rigido nei miei confronti mi rende terribilmente triste… ma non posso arrendermi proprio ora… senza accorgermene sospiro… Clito… adesso no… ti prego… non farti sentire proprio adesso…
“Non avevo dubbi che non sei una sprovveduta… quindi in bocca al lupo…”
Lo guardo andare via, ma quando mi passa accanto lo fermo per un braccio… si gira a guardarmi, stupito dal mio gesto… vedo i suoi occhi turbati… capisco che c’è qualcosa nel mio sguardo che lo lascia stupito… e forse lo posso immaginare… mi sposto di fronte a lui e metto le mie mani sul suo torace… lentamente risalgo lungo il suo petto e afferro i risvolti della sua giacca, attirandolo lentamente a me… inclino la testa di lato e le mie labbra si avvicinano pericolosamente alle sue… chiudo gli occhi ed inspiro il suo profumo… sento il suo cuore aumentare i battiti ed il respiro che quasi gli muore in gola… ti faccio questo effetto?… non ne avevo idea… mi avvicino ancora tanto da sentire il sapore delle sue labbra… sento una scossa elettrica attraversarmi il corpo… ho paura… una parte di me vorrebbe, ma un’altra mi sta frenando… sento improvvisamente una forte confusione interiore e lo discosto bruscamente da me… lo guardo in faccia, non so perché, ma non mi vergogno di quello che ho fatto e poi capisco…
“Era solo una prova… volevo vedere se le mie doti di seduttrice funzionano e… a quanto pare sì… grazie per esserti offerto da cavia…” Clito… che cosa stai facendo?… non così… non puoi giocare con lui in questo modo… mi sento terribilmente in colpa… lo guardo di nuovo e vedo il suo volto contrariato e infastidito dal mio atteggiamento e dalle mie parole… mi assale la paura per quello che potrebbe dirmi… o fare…
“Prego… a dire il vero… è la prima volta che mi capita… però, non si smette mai di imparare… a proposito… non penserai davvero che Yared si diverta a fare la cavia e soprattutto che ti lasci fare quello che vuoi… quello è un tipo che si prende ciò che vuole… non fa complimenti… riflettici… buonanotte…” Mentre lo vedo uscire dalla porta, sento una fitta al cuore… santo cielo… perché ho lasciato Clito agire così… Clito! Perché? Afferro adirata lo specchio: “Clito! Clito rispondimi!… perché l’hai fatto?” Tu continui a farmi le stesse domande… e la risposta è sempre la solita... do solo voce al tuo cuore… tu sei arrabbiata con lui… perché non ti ha mai considerato come donna… ma non dovresti perderci tempo… il nostro Poseidone non approverebbe… lo sai… noi siamo sue… noi lo amiamo… è l’unico che ci abbia mai amato veramente… non dimenticarlo mai… lascia che Joe ti aiuti… è importante per la riuscita della nostra missione… ma non perderti per lui… usalo soltanto per il nostro scopo… “Usarlo? Come puoi parlare così? Non è un oggetto! È una persona… mi vuole bene e… mi ha sempre difesa e aiutata! Non posso fargli una cosa del genere!” Dici?… c’è una prima volta per tutto, come ha detto lui… e se vuoi… io posso aiutarti a comprenderlo… posso farti capire cosa voglio dire con «usarlo»… e se vuoi ti aiuterò a far emergere la parte più sensuale di te… il tuo lato femminile più dolce e inespresso … quello per cui Poseidone si è perduto “Clito… non voglio che tu prenda altre iniziative del genere!… credo che tu abbia esagerato abbastanza stasera… e poi… l’unica cosa che ti chiedo è di aiutarmi con Yared… avrò bisogno di te…” Lo so… mia piccola e ancora innocente me… tu dimentichi che io sono te… non avevi bisogno di chiedermelo… so che non conosci ancora alcune cose… ma io ti verrò in aiuto… non ti preoccupare e… comunque vedrai… è nella tua natura… non ti sarà difficile…
Esco a fare un giro fra le strade di Beirut… non credo di essere preparato a vederla agire così… questo suo cambiamento mi lascia sconvolto… e come si è comportata prima mi ha fatto male… più di quanto non avessi mai pensato… mentre la guardavo in volto ho avuto la sensazione che fosse un’altra persona… che non fosse più lei… forse era… Clito?… era lei?… non so molto di Clito… so solo quello che il dottore e Françoise ci hanno raccontato… era la donna di cui Poseidone si era infatuato e da cui aveva avuto numerosi figli… e da questo posso immaginare che avesse una forte sensualità… ma è mai possibile che lei e Françoise siano la stessa persona?… lei è stata sempre così innocente… così pura… tanto che per me è sempre stato difficile avvicinarmi a lei… mi pareva quasi di sporcarla… e le volte che ho avuto desiderio di lei… mi sono sentito un maniaco pervertito… anche se… dopo l’altro giorno… quel mio assurdo comportamento e le sensazioni che ho provato… anch’io sembro aver perso coscienza di me…
Riflettendo su tutta questa storia e su di lei, ho camminato per così tanto tempo che è quasi l’alba… non ho sonno e non mi sento neanche stanco… solo confuso… molto confuso…
Senza accorgermene entro in un bar e mi siedo ad un tavolo… guardo le persone fuori dalla grande finestra del locale… mi sento solo… di nuovo quella sensazione che mi pervade… si avvicina la cameriera a prendere l’ordinazione… e distrattamente le rispondo… la mia testa è così lontana da qui… non riesco neanche a concentrarmi su Yared… e invece dovrei farlo… dalle ricerche che il dottore ha svolto di nascosto e che mi ha fatto leggere in secondo tempo, quell’uomo è molto pericoloso… il suo disappunto per la proposta di Françoise di essere lei l’esca è più che comprensibile… è stato indagato anche per lesioni e stupro di una giovane ragazza, ma tutto è stato messo a tacere… i soldi pagano sempre e coprono i delitti efferati… e a dire il vero… neanche io sono tranquillo, nonostante sarò lì con lei… quel tipo è veramente un brutto ceffo… e non dovrò perderla di vista neanche un attimo…
Finisco distrattamente il caffè e poi guardo il giornale… vengo attratto da un articolo… riguarda Yared e la sua festa… oh, no!… questo no!… non ci voleva assolutamente!… quello che leggo mi prende alla sprovvista e mi sconvolge… sento quasi la terra aprirsi sotto i miei piedi… mi alzo di scatto, pago velocemente il caffè e torno all’albergo… sono così fuori di me che quasi non mi accorgo che Jet mi sta venendo incontro con aria preoccupata…
“Joe! Che fine avevi fatto? È da ieri sera che ho perso traccia di te… stanotte non sei neanche tornato a dormire!”
“Jet… abbiamo un grosso problema…”
“Solo uno?… mi pare qualcosa di più…”
“No, aspetta… è una cosa seria… molto seria…”
“Dimmi… ormai non credo di sconvolgermi più di niente dopo gli ultimi avvenimenti…”
Gli porgo il giornale e gli faccio leggere l’articolo… e vedo lentamente la sua faccia rimanere sconvolta quanto la mia…
“Oh, no… lei no… la regina di Monami… Caterina… sarà l’ospite d’onore della festa di Yared… maledizione! Ci mancava solo lei! Ora sì che le cose precipiteranno da ogni punto di vista… invece di una ne dovremo proteggere due e… come se non bastasse… non credo che Françoise la prenderà bene… anzi… credo che darà letteralmente in escandescenze…”
Ora sì che le cose mi stanno sfuggendo di mano… Caterina e Françoise l’una di fronte all’altra… senza contare Clito… so bene di che cosa è capace… ormai l’ho provato sulla mia pelle e so che potere ha sulla mente di lei… dopo ieri sera… la situazione mi spaventa…
Parte 5
La villa di Yared è davvero imponente… questo è il primo pensiero che mi attraversa la mente mentre scendo dalla limousine nera, aiutata dallo chauffeur, venuta appositamente al nostro albergo per condurmi alla festa del nostro sospetto…
Non è stato poi così difficile ottenere l’invito al ricevimento… è bastato far sapere che una delle più famose modelle al mondo – e qui mi viene da ridere al pensiero di dover sostenere questo personaggio – era in città per una breve vacanza… in pochissimo tempo mi sono vista recapitare nella mia stanza l’invito ufficiale con tanto di due dozzine di rose rosse ad accompagnarlo…
E adesso… ci siamo… alzo gli occhi sulla scalinata che conduce all’ingresso della residenza di Yared, sommersa dal colore delle luci artificiali e dalla musica, appositamente addobbata per il compleanno del padrone di casa…
Prima di accingermi a salire le scale, tiro fuori dalla mia pochette il piccolo specchietto per dare un ultimo controllo al trucco… almeno… questa è la scusa…
“Seven?”
Il vetro di quel minuscolo oggetto prende la forma del volto del mio amico e compagno di squadra… sta sorridendo…
“Che hai da ridere ora?”
“Ma lo sai che non sembri neanche tu conciata così?” mi dice sghignazzando…
In effetti… dato che non devo farmi riconoscere, il mio look è stato completamente stravolto… parrucca di capelli neri, tagliati corti, sulla testa… lenti a contatto verdi… tacchi a spillo… ed un abito che potrebbe benissimo farmi partecipare al concorso “Miss Escort dell’Anno”, se esistesse: lungo, ricamato con pizzo nero, con uno spacco vertiginoso sulla gamba destra ed una scollatura decisamente eccessiva… davanti e dietro per giunta!... praticamente, se fossi nuda sarebbe la stessa cosa…
“Guarda che sei stato proprio tu a farmi combinare in questo modo ridicolo!” gli rispondo, quasi ringhiando…
“Primo: non sei affatto ridicola... secondo: devi o non devi attirare l’attenzione di Yared? Così è molto più facile non credi? E poi… non vorrai mica fare brutta figura davanti a Cateri…”
Improvvisamente tace, mordendosi la lingua, consapevole di aver parlato più del necessario…
“Davanti a chi?...” …ho un terrificante sospetto…
“Ehm… Françoise… non arrabbiarti… non te lo abbiamo detto per non farti agitare ancora di più…”
“Seven?”
Il mio sguardo lo congela all’istante… messo alle strette, non gli rimane che confessare…
“Caterina… la principessa Caterina sarà l’ospite d’onore di questa festa…”
Spalanco gli occhi… incredula… più per il fatto che tutti mi hanno nascosto questa cosa, invece di avvisarmi…
Il mio compagno di squadra mi osserva dispiaciuto ed in silenzio per essere stato relatore di quella che per me dovrebbe essere una notizia orribile… ma, stranamente, sento che non è affatto così…
Alzo gli occhi verso l’enorme casa e sorrido maliziosamente…
“Non preoccuparti Seven… quella gatta morta non sarà certo un problema…”
Richiudo lo specchietto e lo infilo nella borsetta, togliendo di bocca a Seven ogni possibilità di replica…
Salgo lentamente la scalinata della maestosa villa… molti occhi si voltano a fissarmi, affascinati dall’aura sensuale che mi circonda…
Clito ha preso totale possesso di me…
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La casa di Yared è davvero bellissima… il salone dove si sta celebrando la sua festa di compleanno è gremito di persone che chiacchierano tra loro, ballano e si divertono…
Un cameriere, che riconosco immediatamente come Jet, mi si avvicina con un vassoio colmo di flûtes di champagne ed un sorriso cordiale dipinto sul volto…
“Gradisce qualcosa da bere, signorina?”
“Jet! Sono io…” rispondo con un tono di voce più basso possibile…
Lui alza un sopracciglio, interrogativamente…
“Sono io! Françoise!”
“Oh porc… va bene che nessuno deve riconoscerti… ma non ti pare un po’ eccessivo questo abbigliamento?” mi dice perplesso…
“Eh… vallo a spiegare al tuo amico trasformista! È stato lui a combinarmi così! Ah ma giuro che gliela faccio pagare quando sarà finito tutto!... Come procedono le cose?... Jet?... Jet, mi stai ascoltando?”
Noto con un certo disappunto che il suo sguardo sta indugiando un po’ troppo sul mio decolleté, così gli schiocco due dita davanti alla faccia, obbligandolo a fissarmi di nuovo…
“Ehi! Guarda che i miei occhi sono quassù!”
Lui si riprende dall’imbarazzo, tossicchiando nervosamente…
“Aehm… sì… dunque… non abbiamo trovato traccia del quadro incriminato, ma d’altra parte per farlo dovremmo avvicinarci troppo a Yared e non possiamo come semplici camerieri… io sono l’addetto alla sala… Joe invece è al bar…” e indica con la testa alla sua destra…
Seguo la direzione del suo gesto e lo vedo, dietro al bancone del bar, servire un paio di persone… non c’è un grande affollamento… molta gente sta ballando in mezzo al salone…
“Avete individuato Yared?”
“Sì… è quel tizio laggiù…”
Finalmente riesco a vedere il ricco industriale… devo ammettere che è un bell’uomo, alto e dal portamento elegante… ma c’è qualcosa nel suo sguardo… qualcosa di malvagio… è circondato da molti uomini e donne che reclamano il suo interesse, ma i suoi occhi sembrano essere soltanto per la giovane con cui sta parlando… e non poteva essere altrimenti, dato che la fanciulla in questione è proprio Caterina…
Me ne accorgo io e se ne accorge anche Jet… infatti, tenta di sviare la mia attenzione immediatamente, ma non gli permetto di farlo, perché con molta serenità gli domando:
“Quello che sta chiacchierando con la principessa Caterina?”
Jet si volta verso di me, fissandomi…
“Lo sapevi?”
“Sì… me l’ha detto Seven più o meno cinque minuti fa…”
“Mi dispiace… non te lo abbiamo detto per…”
“…non farmi agitare, lo so…” concludo al suo posto e continuo “…ma non è questo che mi ha dato fastidio… sono io a capo di questa missione Jet! Voi dovete riferirmi tutto e non tenermi nascosti i fatti solo perché potrei soffrirne… credi davvero che abbia timore di quella sciacquetta?”
Lui spalanca gli occhi, incredulo nel sentire le mie parole, pronunciate con rancore ed astio…
“Fran…”
Tenta di parlare, ma io lo blocco alzando la mano come a volerlo fermare…
“La prossima volta avvisatemi di qualsiasi novità… è un ordine…” concludo sibilando e tornando ad osservare Caterina…
Adesso però lei pare non ascoltare più le parole di Yared… è rivolta verso il bancone del bar ed il suo sguardo si è illuminato… ovvio… ha riconosciuto Joe… sicuramente si starà domandando cosa ci fa qui stasera e soprattutto per quale motivo lavora come cameriere…
La vedo congedarsi educatamente dal padrone di casa e dirigersi con passo svelto verso il bar, con un sorriso ebete stampato sul suo visetto da perfetta santarellina… arrivata al bancone, afferra immediatamente il braccio di Joe e lo abbraccia, avvinghiandosi letteralmente a lui… eh no! Questo non te lo permetto più, brutta strega!
“Scusami un momento Jet…” gli dico, mentre mi porto a mia volta verso il bancone…
“Françoise… che intenzioni hai?” mi chiede preoccupato…
“Oh niente, stai tranquillo… devo solo fare due chiacchiere con una mia carissima amica che non vedo da un po’…”
E lo lascio lì, in mezzo al salone, come un allocco…
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“Joe! Joe, mi senti? Abbiamo un problema gigantesco!”
Mi allontano da Caterina, che mi stava completamente soffocando nel suo abbraccio, con la scusa di servire alcune persone sedute dall’altra parte del bancone…
“Cos’è successo?”
“La vedi alla tua sinistra quella bella figliola che sta arrivando velocemente da te?”
“Jet! Ma ti pare il momento con quello che dobbiamo fare e…”
“E girati, cazzo! Quella è Fran!”
Mi volto nella direzione suggerita dal mio amico… improvvisamente mi accorgo di non avere più fiato per parlare… è così bella ed i suoi movimenti così sensuali che qualcosa di non ben definito mi si stringe all’altezza dello stomaco… la osservo in volto più attentamente… sembra… adirata… no, anzi… furiosa… oh, merda!
“Ha visto Caterina?”
“Purtroppo sì, amico mio… soprattutto quando la principessina ti si è spalmata addosso!...”
Impreco tra i denti… ma tutte a me capitano?
“D’accordo… ci penso io… tu continua a perlustrare l’ambiente…”
Chiudo la comunicazione, vedo Françoise arrivare vicino a Caterina con uno strano sorriso sul volto… ma cosa vuole fare?
Prima che abbia il tempo di rispondermi, lei inciampa… o meglio, finge di inciampare nel suo lungo abito… ed inevitabilmente lo champagne contenuto nel bicchiere che ha in mano finisce sul vestito di seta di Caterina, che si discosta con un’espressione indispettita in viso…
“Oh… oh, principessa Caterina… oh, quanto mi dispiace! Non volevo lo giuro… sono così mortificata…” la sento pronunciare queste parole con un tono di voce oserei dire angelico e falsissimo allo stesso tempo…
Caterina è visibilmente in imbarazzo, mentre una piccola folla di curiosi si è avvicinata per vedere cosa sta accadendo… mi sfugge un sorriso… non conoscevo questo lato del carattere di Françoise… ma forse mi sto sbagliando… probabilmente è Clito che agisce per lei…
La confusione del momento attira l’attenzione del padrone di casa, che si avvicina velocemente per tentare di sedare la questione… lo vedo rimanere completamente ammaliato da Françoise… beh… non posso certo biasimarlo… tuttavia, il suo sguardo lussurioso e oserei dire quasi famelico mi disturba molto… come si permette di guardarla in quel modo? Spogliandola con gli occhi!...
Françoise si volta verso di me… si è accorta del comportamento di Yared ed il suo sguardo sembra volermi rassicurare… è davvero in gamba… molto più di quanto mi aspettassi… ho fatto bene a lasciarle il comando della missione…
La vedo allontanarsi, in compagnia di Yared, e dirigersi verso un’ala isolata della villa… lontano dalla festa e da occhi indiscreti… che in questo caso sarebbero i miei… era l’occasione che aspettavamo, ma io sono comunque in ansia…
Sta’ molto attenta, Françoise…
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Ottimo! Fran uno, Caterina zero! Clito, sei stata bravissima! Eccezionale! Non posso non essere più che soddisfatta di come stanno procedendo le cose!… e di questo devo ringraziare l’altra parte di me!… per la prima volta, da quando è iniziata tutta questa folle situazione, sono felice che lei sia con me… mettere fuori gioco Caterina e attirare Yared in una sola volta è stato un colpo da maestra! Una volta che questa serata sarà finita, dovrò ringraziarla!
Guardo Yared, che non riesce a togliermi gli occhi di dosso, e sono molto soddisfatta… il suo sguardo è avido e lussurioso mentre mi osserva camminare accanto a lui… non so perché, ma non sono intimorita… anzi, la cosa mi rende estremamente sicura di me…
“Signorina Khloe… è un vero onore averla qui… e, se posso permettermi, lei è la più bella e sensuale donna che abbia mai visto…”
“Signor Yared… lei mi lusinga…” mi stupisco di me stessa, fingo così bene che quasi mi credo…
“Khloe… posso chiamarla per nome?”
Mi sorride, inclinando leggermente la testa di lato e piegando in un modo estremamente sensuale la bocca… è decisamente affascinante… e malvagio…
“Certo che può farlo… ed io… posso chiamarla Michael?...” gli sorrido e lo vedo passarsi il pollice sulle labbra… interessante… già muore dalla voglia di baciarmi… mi stupisco di me stessa: da quando ho tutta questa carica erotica?… mi hanno sempre definito un angelo candido e puro… ben lontano dai soliti stereotipi di donna sexy… e ora invece… Yared è visibilmente attratto da me… e anche Jet non ha potuto fare a meno di guardarmi in quel modo… già, devo ricordarmi di fargli presente che non si guarda un’amica così…
Continuiamo a camminare per i giardini della villa: Yared ci tiene a mostrarmi le meraviglie del suo parco, estremamente curato… dev’essere un tipo che tiene molto all’apparenza… ha un modo di fare molto particolare… mi guarda sempre dritta negli occhi, ostentando la sua sicurezza e di tanto in tanto, con la scusa di indicarmi qualcosa, mi sfiora casualmente… è un gioco strano, di cui non conosco le regole… ma estremamente divertente… e sono curiosa di vedere come si comporterà Clito…
Rientriamo nel salone principale e noto che molti occhi sono puntati su di noi… diamo a Cesare quel che è di Cesare!… prendo Yared sottobraccio, suscitando l’invidia di tutti gli uomini e di tutte le donne presenti… era proprio quello che volevo: attirare l’attenzione di tutti!… o quasi… maledetta gatta morta! La cosa mi infastidisce da morire: vedo Caterina che sta parlando con Joe… quella strega… non demorde… più la osservo e più mi convinco che è un’acqua cheta … cerco di concentrarmi su Yared, ma mi risulta difficile: il mio sguardo è rivolto a loro due… qualcosa mi brucia dentro… sembrano fiamme che ardono con forza… vorrei calmarmi, ma non ci riesco… e poi sento Yared passarmi un braccio attorno alla vita e trascinarmi sulla pista da ballo… appena arrivati nel mezzo della sala, sento la sua mano spostarsi alla base della mia schiena e attirarmi a sé…
“E ora diamo spettacolo… Khloe…” le sue parole sono un sussurro molto invitante ed io, come stregata da lui, mi faccio accompagnare in un tango argentino molto sensuale…
In passato, mi era capitato di vedere qualche esibizione e qualcosa mi era stato insegnato, per gioco, da una mia amica, maestra di tango… quando lei me lo descrisse come uno dei balli più sensuali e belli al mondo non avevo capito cosa intendesse… fino ad ora…
Yared è veramente bravo… mi ha lasciato sbalordita e senza parole… è un ottimo ballerino e soprattutto sa condurre benissimo…
Quando la musica finisce e ci fermiamo nel centro della sala, sono completamente incantata e mi riscuoto soltanto quando sento gli altri invitati applaudirci… è come se mi svegliassi da un sogno…
“Khloe… sai ballare divinamente… chissà quali altre doti mi nascondi…”
La sua frase mi lascia stupita: non mi aspettavo una tale allusione da parte sua e sento le mie guance imporporarsi… si allontana da me, scusandosi per dovermi abbandonare per qualche minuto, a causa di un problema di lavoro… lo vedo allontanarsi insieme ad alcuni tipi strani… sembrano guardie del corpo, ma… mi insospettiscono… hanno un modo di fare molto losco…
Prendo lo specchietto dalla borsa e mi allontano dalla folla:
“Seven… rispondimi…”
“Agli ordini capo!”
“Smettila di fare lo spiritoso! Ho bisogno che tu segua Yared… si è allontanato insieme a dei tipi loschi… voglio che tu lo segua… trasformati in un piccolo insetto e va’ da lui… e poi riferiscimi tutto! E questa volta… che sia tutto!”
“Ok… capo…” mi risponde un po’ intimorito e poi vedo lo specchietto che avevo fino ad un attimo prima in mano trasformarsi in una zanzara… una zanzara?...Seven! Perché ti trasformi sempre in cose improbabili? Povera me…
Mi giro su me stessa e mi trovo di fronte Jet, con il suo solito vassoio, pieno di flûtes, in mano…
“Signorina… gradisce un po’ di champagne?...”
“Sì, grazie…”
“Ti sei calmata?”
“Calmata? Che vuoi dire?” lo guardo storto…
“Caterina…”
“Ah… no! Di quello ne riparleremo dopo… in sede privata, tutti e quattro assieme… non penserai veramente che ve la faccia passare liscia così, vero?”
“Fran… l’abbiamo fatto solo per non innervosirti ulteriormente… e per non oberarti di tutto…”
“Sono a capo della missione… non dovevate permettervi di tenermi nascosta una cosa simile…” sono veramente arrabbiata e faccio fatica a non mostrarlo…
“Comunque… ora cerca di concentrarti su Yared…”
“Di lui non ti devi preoccupare… tu pensa a tenere gli occhi aperti e ad accorgerti se c’è qualcosa di strano o che ti insospettisce… e poi riferiscimelo…”
“Agli ordini… ma non credi di esagerare?...”
“Che vuoi dire?”
“Arrabbiarti così tanto, per una cosa così stupida…”
“Mancare di riferire dei particolari al proprio capo non è una cosa così stupida… e ora torna al tuo dovere…” mi allontano, lasciandolo nuovamente solo e senza parole…
Mi dirigo verso il bar e vedo quella gatta morta di Caterina che continua a fare gli occhi dolci a Joe… ma non la smette mai? E poi mi accorgo che non è l’unica: anche altre signore e signorine non riescono a togliergli gli occhi di dosso… sembrano tutte ammaliate dal suo fascino… oh ma insomma! Neanche fosse l’ultimo uomo sulla terra!
Mi avvicino al bancone del bar e mi metto a sedere comodamente sopra uno degli sgabelli, accavallando le gambe e facendo venire un mezzo infarto a metà sala… ovviamente mi riferisco a quella porzione di invitati appartenenti al genere maschile… sorrido con soddisfazione e poi chiamo il barista con un cenno della mano…
“Desidera, signorina?… cosa posso darle da bere…”
“Una capiroska alla fragola, grazie…” rispondo con indifferenza, distogliendo rapidamente lo sguardo da lui e rivolgendolo ad un paio di giovani uomini, che mi stanno osservando da un po’…
“Non dovresti bere alcolici…”
Mi volto verso Joe, interdetta dalla sua affermazione sussurrata… lo osservo mentre mi prepara il cocktail…
“Mi raccomando… esageri pure con il rum… mi piace molte forte…” alza lo sguardo verso di me, contrariato, e vedo benissimo che abbonda di sciroppo di glucosio, fragola e tonica… e il rum è quasi inesistente…
“Prego… spero che sia di suo gradimento…” mi porge il bicchiere ed il mio primo istinto è quello di alzarmi e andarmene via, ma mi fermo… Yared si avvicina a me senza che io me ne accorga e mi sorride di nuovo, con quel suo modo di fare sensuale e sicuro… e malvagio… molto malvagio…
“Khloe… perdonami se ti ho abbandonata… ma purtroppo, anche per il mio compleanno, sono sommerso di lavoro…” facendo finta di nulla, lo vedo chiamare Joe e ordinargli un gin tonic…
“Non ti preoccupare Michael… è tutto a posto…” osservo Joe che sta preparando il cocktail di Yared con una lentezza estrema, pur di non allontanarsi da noi…
“Khloe… perché… stanotte non ti fermi a dormire qui?...” molto diretto… mi si avvicina e poggia la mano sul mio ginocchio e poi inizia a muoverla lungo la mia gamba, risalendo… c’è qualcosa di estremamente perverso nel suo tocco, che mi urta profondamente l’animo, e faccio fatica a trattenermi dal togliermela di dosso e dallo schiaffeggiarlo… ma vengo distratta da un rumore di bicchiere rotto e da una imprecazione di Yared che ritrae bruscamente la mano…
“Idiota!… sta’ più attento a quello che fai o ti faccio licenziare!”
Mi volto a guardare cosa era successo… il bicchiere di gin tonic si era «stranamente» rovesciato sul bancone, rompendosi e rovesciando parte del suo contenuto sulla manica della costosissima giacca di Michael… mi volto verso Joe, che si sta scusando falsamente con lui, e poi lo vedo guardarmi di sfuggita abbozzando un sorriso di trionfo… inconsciamente scuoto la testa… non ci posso credere!… l’ha fatto di proposito!… ed usando il mio stesso trucco tra l’altro!... mi riprendo dallo stupore di quel comportamento sciocco e alzandomi, mi avvicino a Michael, distraendolo dai suoi rimproveri, e rispondo alla sua domanda, con tono abbastanza udibile:
“Molto volentieri… purché… possa dormire insieme a te…”
Yared perde subito interesse nel barista disattento e incapace, e mi guarda con aria soddisfatta… noto le sue pupille dilatarsi… e capisco che mi desidera…
“Certo… peccato che non credo riuscirai a chiudere occhio…”
“Beh... su questo ci speravo…” mentre gli rispondo, mi accorgo che a pronunciare quelle parole non sono io, ma un’altra donna… Clito… sposto lo sguardo, non intenzionalmente, su Joe e lo vedo incupirsi e guardarmi con disapprovazione… Michael mi prende per un braccio e mi porta via da lì, verso una parte della villa più appartata… verso le sue stanze...
“Che hai? Hai una faccia contrariata e preoccupata…”
“Niente…” non mi va giù quello che ho visto… ma anche se te lo dicessi, non cambierebbe nulla…
“Non sembrerebbe… credo che sia meglio che tu mi dica cosa non va… ora non è proprio il momento di tenersi tutto dentro…”
“Françoise se n’è andata con Yared…”
“E quindi?… è sparita anche prima con lui… ma è tornata senza un graffio…”
Qualcosa dentro di me mi impedisce di dirtelo… quasi mi vergogno solo a pensarlo… mi turba troppo questa situazione… ma devo cercare di tornare in me... non è il caso che perda il controllo in questo momento…
“Insomma, parla! Che diavolo è successo?”
“Sono andati nella sua stanza…” le parole mi escono di bocca senza che me ne accorga… fanno male solo a pronunciarle… bruciano sulla pelle… ed io mi sento uno schifo… avrei voglia di urlare mentre tengo gli occhi bassi…
“È andata con lui… capisco… stai tranquillo… sa badare a se stessa… non è mai stata una sprovveduta…”
Tutto quello che puoi dirmi non serve a calmarmi… che sappia badare a se stessa non ho dubbi, ma… Clito… quanto sa tenere sotto controllo questa storia? Quanto in là potrebbe spingerla ad agire? Non riesco a stare tranquillo sapendola con lui… un delinquente, assassino e stupratore… un essere del genere non dovrebbe neanche esistere al mondo… la sola idea che possa toccarla, anche solo con un dito, mi fa impazzire…
“Ascoltami… devi tenere i nervi saldi… per ogni evenienza… qui potrebbe scoppiare un finimondo da un momento all’altro… prima ho visto dei tipi strani con Yared… e non mi piace la cosa… se fa parte dello Spettro Nero, potrebbero anche averci scoperto… devi tenerti all’erta... non pensare ad altro!...”
Rialzo gli occhi verso Jet e lo vedo allontanarsi… e mi accorgo di avere una voglia assurda di andarla a riprendere… ho la testa che non riesce a pensare… se non a lei e a lui… mi maledico per questa mia incapacità di stare calmo in questa situazione…
Devo essere sincera… questa situazione mi inquieta… sto andando nella camera di Yared, essendo cosciente di quello che si aspetta da me, e non mi preoccupo… sarò impazzita del tutto… lo guardo con la coda dell’occhio e vedo che i suoi occhi si accendono di una strana luce… probabilmente il mio sguardo… quello di Clito,per la precisione… dev’essere stato più che eloquente, perché un istante dopo sento la mano di Yared scendere, lentamente, lungo la mia schiena ed arrivare al mio sedere… e la cosa peggiore è che non mi scompongo e lo lascio fare… Clito ha preso il pieno comando del mio corpo, ma questo in realtà non mi rassicura…
Apre la porta di camera e fa entrare prima me… il tempo di sentire la porta chiudersi alle mie spalle, che mi sento afferrare per un braccio e girare verso di lui… mi afferra con forza per i fianchi, attirandomi a sé e comincia a baciarmi il collo… Clito… quando hai intenzione di fermare questa cosa? Io non ne posso più! Fai qualcosa! Mi disgustano le sue mani addosso, che mi toccano senza ritegno… e proprio mentre penso che se lei non agisce lo farò io, mi accorgo del dipinto… è lì, appeso alla parete di camera sua… mi congelo sul posto… tanto da non sentire più neanche le sue mani… rimango incantata a guardarlo… è così bello e armonioso… Clito e Poseidone… sembrano così felici ed innamorati… sono mano nella mano su una spiaggia… e dietro le loro spalle si intravede una città… ha una forma strana… sto cercando di fissarmi nella mente ogni minimo particolare… ma vengo distratta da Yared che mi strappa letteralmente un pezzo del vestito e mi scaraventa sul letto, buttandosi su di me… cerco di parlare, ma non faccio in tempo che sento Michael cadermi come un peso morto addosso… lo spingo lontano e mi accorgo che è svenuto… sposto gli occhi e vedo una sagoma prendere forma…
“Seven! Giusto in tempo!”
“Sì… giusto in tempo… scusami se sono intervenuto, ma ti ho visto in difficoltà e…”
“Grazie…” lo guardo con gratitudine mentre cerco di risistemare il vestito alla meglio, sotto lo sguardo imbarazzato di 007… devo fare in fretta… devo carpire più dettagli possibili dal quadro e andarmene velocemente, prima che il nostro amico si risvegli… adirato, per la brutta serata e le aspettative deluse…
Mi avvicino al dipinto e sento il cuore battere forte… qualcosa che mi sale fino alla bocca dello stomaco e mi stringe il petto… senza accorgermene, sento lacrime calde scendere lungo le guance… Clito… la sento singhiozzare… sento il suo amore verso Poseidone… e sento… anche il mio per lui… io e Clito siamo la stessa persona… la stessa anima…
“Françoise… dobbiamo sbrigarci ad andarcene via di qui… o ci scopriranno …”
Guardo per un’ultima volta il dipinto con tristezza… forse non lo rivedrò mai più… sospiro e fuggo via con Seven, tornando al Dolphin 2…
Non molto tempo dopo, anche io e Jet torniamo alla base… sono a conoscenza solo che Seven e Françoise sono già rientrati, ma non ho idea di cosa possa essere successo… e questo mi brucia tantissimo… mi fa male come una ferita aperta… mi accorgo che Jet vorrebbe dirmi qualcosa, per farmi rilassare, ma desiste… forse si accorge che non sono a tal punto andato di testa da bermi qualsiasi cosa si potrebbe inventare…
Ad accoglierci ci sono tutti… stanno aspettando solo noi per cominciare a fare il punto della situazione… non faccio altro che fissarla… e non so perché, appena comincia a parlare, non l’ascolto neanche… so solo che voglio sapere cosa è successo…
“Bene… ho avuto modo di osservare con attenzione il dipinto e… credo di sapere dove si trova il primo oggetto che stiamo cercando… e con sicurezza dobbiamo andare a Tripoli… l’oggetto si trova nascosto lungo la costa che dà sulla città… è lì che dobbiamo andare! Ne sono sicura…”
“Françoise… non per rovinare i tuoi piani, ma… qualcosa di più preciso? O dobbiamo perlustrare il mare intero?”
“Sì, hai ragione Jet… proprio in questo momento Ivan sta studiando l’immagine del dipinto e a breve ci dirà il punto preciso in cui dobbiamo andare a cercare...”
È come se mi risvegliassi da un incubo… la mia mente sembra tornata lucida, senza un vero motivo… e mi accorgo che la mia bocca sta aprendosi per prendere parola…
“Che cosa stiamo cercando di preciso? Questo primo oggetto che forma ha? Di che materiale è fatto? E soprattutto… come faremo a riconoscerlo se non abbiamo indizi?” la guardo negli occhi, aspettando la sua risposta e non solo… la vedo vacillare sotto il mio sguardo… probabilmente non dev’essere uno dei più tranquilli che mi abbia visto in volto…
“Devo essere sincera… io non ho idea di cosa sia questo oggetto… so solo che quando lo troverò, lo riconoscerò… è l’unica cosa che posso dire…”
I suoi occhi sono bassi e tristi… mi chiedo il perché e per un momento dimentico il tarlo che mi rode dentro… vorrei abbracciarla, ma so già che non ne troverei il coraggio… sento la sua solitudine e mi stupisco… per la prima volta, mi accorgo di quanto sia sola anche lei, anche se circondata di persone che le vogliono bene e che la sostengono… mi sento in colpa… non saprei bene per cosa… se per la mia sfiducia nel suo modo di gestire le cose… se per Clito e quello che è successo l’altra sera… per la mia gelosia… o per la mia incapacità di mostrare i miei sentimenti… so solo che vorrei alleviare il suo dolore in qualche modo…
E’ stata una scelta insolita la nostra… siamo partiti senza investigare oltre su Yared… o meglio: Seven, che l’aveva seguito durante il ricevimento, lo aveva sentito parlare di traffici illeciti e riciclaggio di denaro… quindi era evidente che tutto quello che il nostro computer aveva rilevato rispecchiava la verità… unica cosa che non eravamo riusciti a verificare era la sua appartenenza allo Spettro Nero… ma il Dottore aveva preferito partire subito, alla volta di Tripoli… lasciando la questione in sospeso… pensava che adesso l’unica cosa a cui dovevamo pensare era trovare questi oggetti…
Arriviamo sulla spiaggia, di fronte alla città di Tripoli, nel punto che ci ha indicato Ivan… mi guardo rapidamente attorno e mi accorgo che è proprio il punto raffigurato nel dipinto, anche se il profilo della città ora è diverso… il mio sguardo si perde nel vuoto… non vedo niente… non percepisco niente… mi muovo verso il mare, confusa, cercando una risposta da lui, mentre gli altri sono alle mie spalle e mi osservano aspettando un segnale o un ordine da me… ma non so cosa dire… non so da dove cominciare… non so cosa cercare… arrivo fino alla riva e le piccole onde del mare mi bagnano i piedi nudi… sento l’acqua che mi accarezza e mi sorprendo quasi… è proprio come se fosse una carezza… chiudo gli occhi e sento una strana forza che mi spinge ad entrare in mare… apro gli occhi e sento la pelle sulla mia spalla, dove Poseidone ha posto il marchio, pulsare… e all’improvviso capisco: quello che stiamo cercando è nel mare ed è vicino a noi… il marchio deve essere un piccolo rilevatore o qualcosa di simile… mi giro verso la spiaggia, felice di poter, finalmente, diradare i dubbi nei miei compagni, ma impallidisco…percepisco arrivare da lontano aerei da guerra, carri e truppe dello Spettro Nero, che vengono nella nostra direzione… faccio appena in tempo a gridare a tutti di stare attenti, che mi sento portare via e trascinare a fondo, da un’onda… perdo la visuale dei miei compagni e mi ritrovo a nuotare, senza fatica, in fondo al mare… una strana forza e il pulsare del marchio mi spingono a scendere ancora più in fondo, fino ad una piccola grotta in fondo al mare… attivo la mia vista e spostando con le mani la sabbia trovo un piccolo scrigno di metallo… probabilmente oro… lo tiro fuori e lo guardo meglio… ha intarsiato lo stesso marchio di Poseidone sul coperchio… è lui… sì, è il primo oggetto che cerco! L’ho trovato! Finalmente! Sono così felice che vorrei urlare, ma all’improvviso la mia vista comincia ad appannarsi… e la testa mi gira… sento che sto perdendo lentamente conoscenza…
Vedo Françoise venir portata via da un’onda… ma da dove diavolo è apparsa? Il mare era calmo fino ad un attimo prima! E poi capisco… Poseidone… di nuovo lui! Maledetto! Inizio a correre verso di lei ma mi fermo, sentendola gridarci di stare attenti… mi volto e istanti dopo vedo la flotta dello Spettro Nero, capeggiata da Yared, piombarci addosso…
“Ragazzi, attenti! Il nemico ci attacca! Mettiamoci in formazione! Presto!” grido agli altri, presi anche loro alla sprovvista.
Evito gli spari e corro verso Punma: “Punma! Vai e salva Françoise! Ti coprirò io le spalle! Corri!”
“Vado!” e lo vedo rapidamente correre verso il mare e gettarsi in acqua… Punma, riportala indietro…
Mentre sento le raffiche di laser e pallottole pioverci addosso, penso che Poseidone non potrebbe mai farle del male… e che non ha interesse a tenerla con sé, ora come ora… almeno finché non troveremo tutti gli elementi…
Un laser mi ferisce il braccio e mi riscuoto dai miei pensieri… vedo Jet che si avvicina a me e mi grida di concentrarmi… ha ragione… non è il momento di pensare ad altro… ora bisogna sconfiggere Yared… che sembra molto arrabbiato…
“Voi!... cyborg della serie 00… vi darò una bella lezione!… non ve la perdono così facilmente… avermi rovinato la mia festa di compleanno!… uomini! Attaccate e distruggeteli! Che non rimanga neanche uno di loro vivo! Lo Spettro Nero ci ricompenserà tutti se elimineremo questa spina nel fianco del comando supremo… e mi raccomando… uccidete quella sgualdrina che mi ha privato del mio divertimento preferito!…”
Quelle ultime frasi attirano, inspiegabilmente e con estremo piacere, la mia attenzione… mi sento più sollevato… ed è come se recuperassi, all’improvviso, una forza mai avuta… mi scaglio contro lui e i suoi uomini, mentre gli altri mi coprono le spalle… e la vera battaglia ha inizio…
La lotta è lunga ed estenuante… perdo la cognizione del tempo… non so più quanti aerei e carri ho abbattuto… Yared ha sferrato un attacco forte e ben organizzato e per un momento ho pensato che non ce l’avremmo fatta… ma alla fine, siamo riusciti a vincere… mi guardo attorno e vedo solo macerie… so di avere molte ferite addosso, ma neanche le sento… penso solo che finalmente è tutto finito… e che devo andare da lei…
Quando riapro gli occhi, vedo il volto di Punma, felice di rivedermi cosciente…
“Punma…” mi sento senza forze e la mia voce è appena un sussurro…
“Françoise, è tutto a posto… stai tranquilla… sei al sicuro… aspettiamo che gli altri arrivino, qui al sicuro…”
Il tempo passa e mi riprendo lentamente, ma sale anche la mia preoccupazione verso gli altri… perché ci stanno mettendo così tanto? E poi ricordo quell’ultima immagine prima che venissi portata via dall’onda… mi agito e mi alzo, guardando verso Punma…
“008! Gli altri! Dobbiamo andare da loro! Sono stati attaccati dallo Spettro Nero!”
“003, stai tranquilla… lo so: 009 mi ha incaricato di venirti a salvare e di portarti in salvo… non ti preoccupare… vedrai che se la caveranno anche senza di noi… ora riposati…”
Rimango in silenzio e l’unica cosa a cui penso è… “Joe…” la mia voce è un sussurro, ma Punma se ne accorge lo stesso, anche se poi fa finta di niente…
Tempo dopo, li vedo arrivare… Albert sta sostenendo Joe… ha molte ferite ed il mio primo istinto è quello di corrergli incontro, ma mi sento trattenere da una forza misteriosa… Clito… no, lasciami andare da lui… ti prego… cerco di muovermi, ma è come se fossi pietrificata…
Si avvicinano tutti a me, restando più o meno appoggiati a sostegni di fortuna… la lotta deve essere stata dura… mi guardano… anche Joe, con molta fatica, alza la testa, cercando una risposta…
“Ho trovato il primo pezzo…” la mia voce è tremante, come le mie mani, che scoprono lo scrigno avvolto nel mio foulard… lo mostro loro e tutti rimangono sbalorditi…
È uno scrigno piccolo, grande più o meno quanto una pochette, tutto d’oro e intarsiato… sul coperchio porta il simbolo del dio del mare… e poi ci sono delle scritte incise in antico greco… provo ad aprirlo… il gancio ha fatto aderenza stando nell’acqua di mare e faccio una certa fatica, ma alla fine lo apro… ci sono altre monete… simili a quella che avevo trovato sulla spiaggia: il marchio è lo stesso, ma sopra vi è scritto Babilonia…
Sotto lo sguardo perplesso di tutti poi, tiro fuori una piccola e antica pergamena… la srotolo lentamente… ci sono solo poche righe… scritte in greco antico… io non conosco il greco antico, ma dopo un fugace sguardo so cosa c’è scritto… Clito… è stata lei a leggere e a rendermi partecipe… mi si stringe il cuore… chiudo gli occhi e senza accorgermene comincio a piangere, destando la preoccupazione di tutti… stringo la pergamena al seno…
Mio amato Poseidone,
anche se la mia mortalità ci divide dall’eternità… anche se il mio corpo, un giorno, diventerà polvere e di me resterà solo uno sbiadito e flebile ricordo… il mio amore per te vivrà per sempre… oltre l’aldilà, oltre il passaggio dei secoli e delle ere di questo nostro mondo… e prima o poi riuscirò a ritrovarti e a ricongiungermi a te… mio unico e grande amore…
Clito
Parte 6
E così… il primo simbolo è stato trovato… lo scrigno dorato che ci ha indicato la tappa successiva: l’antica terra di Babilonia, che sorgeva fiera e maestosa lungo i fiumi Tigri ed Eufrate… ed è proprio qui che ci troviamo adesso… lungo il corso del grande fiume Eufrate, in Iraq… più precisamente ad Al-Hilla, una cittadina poco lontana da Baghdad, dove un antico mito narrava che qui si ergessero i Giardini Pensili, una delle sette meraviglie del mondo antico, e la leggendaria Torre di Babele…
Quando il dottor Gilmoure mi ha mostrato le notizie e le fotografie di questa sua ricerca, ho avuto un sussulto alla vista della Torre… il prossimo simbolo ha sicuramente a che fare con lei…
Con l’aiuto di Clito e dello specchio che mi ha donato, sono riuscita a scoprire che l’oggetto che stiamo cercando adesso è una pietra, appartenuta proprio all’antica costruzione, ed ora custodita accuratamente nel museo cittadino… come una sacra reliquia…
Questa pietra ha una forma particolare… sembra una nuvola e simboleggia il potere dell’aria… che i poteri di Atlantide abbiano a che fare con quelli degli elementi? Aria… acqua… mancherebbero ancora la terra e il fuoco… no… no, mi sto sbagliando… se così fosse, che c’entra allora lo scrigno?... e poi… Poseidone mi ha rivelato chiaramente che i simboli sono sette ed il primo che abbiamo trovato non ha niente a che vedere con i quattro elementi…
“Françoise…”
Sobbalzo sulla sedia al suono della sua voce ed alcuni fogli cadono a terra… ero talmente sommersa dalle mie ricerche che non l’ho sentito arrivare… mi volto verso di lui…
“Joe… mi hai spaventata…”
“Perdonami… non era mia intenzione…” mi risponde dispiaciuto…
La battaglia con l’esercito di Yared l’ha spossato… ha uno sguardo stanco e porta ancora un’evidente fasciatura alla spalla sinistra… quella ferita non è ancora guarita… mi sento uno schifo… è tutta colpa mia… sono stata io a trascinarlo in questa follia… e non soltanto lui…
“No… scusami tu… non volevo essere scortese…”
Si avvicina alla mia postazione con calma e si siede accanto a me, iniziando a studiare l’enorme quantità di fogli che tappezza la mia scrivania… dio… è così vicino a me che posso sentire il suo respiro solleticarmi i capelli…
Non farti coinvolgere!
Clito… ti prego… lasciami in pace… almeno in questo momento…
Dopo quello che a me pare un tempo infinito trascorso nel più assoluto silenzio, Joe inizia a parlarmi…
“Sei proprio sicura di voler entrare nel museo questa notte?”
Mi fissa… non riesco a sostenere i suoi occhi… così magnetici…
“È l’unica cosa da fare, purtroppo… dobbiamo prendere assolutamente la pietra… prima lo faremo, prima arriveremo alla conclusione di questa dannata storia…”
Lui sembra vacillare per un istante, ma riacquista subito il controllo…
“D’accordo… dovremo stare molto attenti… in queste terre ci vanno giù pesanti con le punizioni per i ladri… specialmente i ladri di antichi manufatti…”
Mi sfugge un debole sorriso, spento immediatamente dalla notizia che sto per dargli… e che, so già, non prenderà per niente bene…
“Tu non verrai con noi…” sussurro…
Lui spalanca gli occhi, esterrefatto… poi mi dice sarcasticamente:
“Scusa, potresti ripetere?... perché mi pare di averti sentita dire che io non verrò con voi stanotte…”
Mi alzo e mi allontano… non riesco a rimanergli troppo vicina in questo momento… mi fermo al centro della stanza, voltandogli le spalle…
“Infatti… preferisco che tu non ci sia…”
Joe si alza a sua volta… sento che stenta a trattenere la rabbia…
“Per quale motivo?”
Mi volto… siamo l’uno di fronte all’altra adesso… lui mi guarda con determinazione… ma non devo lasciarmi intimorire… no... non posso assolutamente permettermelo…
“Joe… ma non vedi come ti sei ridotto?...” alzo una mano ad indicare la sua spalla ancora in via di guarigione “…non sei nelle condizioni per affrontare quello che dovremo fare… te lo ripeto: non voglio che tu venga insieme a noi…” concludo, rimarcando il concetto…
“Ho già combattuto in condizioni simili, se non peggiori… non mi spaventa affatto… non ti lascerò andare da sola!”
Sta alzando la voce adesso… non farlo… non metterti contro di me!...
“Non sono sola! Insieme a me ci saranno Albert, Geronimo e Seven! E comunque… non ti devo alcuna giustificazione… sono io il comandante e tu seguirai i miei ordini senza replicare, chiaro?”
“Mi rifiuto di obbedire a un ordine idiota e irresponsabile! Ti farai ammazzare! E io non vo…”
Lo vedo fermarsi improvvisamente… le parole che voleva dire rimangono sospese a mezz’aria… perché?... perché, dopo tutti questi anni, ancora non riesci a parlarmi chiaramente Joe?... mi viene da piangere…
Non devi crollare… tu sei forte!... non farti mettere i piedi in testa!
Oh al diavolo anche tu, Clito!... sai solo sputare sentenze su cose che non comprendi!
Tento inutilmente di calmarmi, mentre mi rivolgo nuovamente a lui… Clito è cosciente del mio stato d’animo e stavolta non sembra volersi più intromettere…
“Ti rammento che sono IO il comandante e tu mi ascolterai… che tu lo voglia oppure no!” il tono della mia voce non suona cattivo come vorrei… deve capire che sono io a rischiare in prima persona, sono io che ho la responsabilità di tutto… e se qualcosa andrà storto dovrò essere soltanto io ad andarci di mezzo… non voglio sacrificare nessuno…
Ma Joe non demorde…
“Non te lo lascerò fare!”
Adesso sono davvero adirata… ma per chi mi ha presa?...
“Perché?... pensi che non sia in grado di badare a me stessa?...”
“Françoise…”
Il nostro è diventato un furioso scambio di accuse…
“Credi che non possa prendermi cura dei miei compagni?... finora mi pare di averlo sempre fatto!”
Sto letteralmente gridando… e lui non è da meno…
“Non è questo!...”
“Magari pensi che sia ancora una ragazzina immatura e incapace per affrontare una missione del genere, vero?... oppure…”
“È perché ti amo, maledizione!... Ti amo, Françoise!... Ti amo!... Ti amo così tanto da far male… al solo pensiero che ti accada qualcosa mi sento morire!... Hai capito adesso?”
Silenzio…
Non riesco a credere a quello che ho appena sentito… non… è… possibile…
Joe sta ansimando furiosamente e non riesco a comprendere se per via della lite o per la confessione dei suoi sentimenti nei miei confronti…
Sono come paralizzata dalle sue parole… il mio corpo, la mia mente, si rifiutano di reagire… neppure l’altra me stessa sembra volersi opporre in qualche modo… lo guardo allibita, confusa… che mi stia prendendo in giro?... ho atteso un’eternità per sentirgli dire queste parole e adesso… quasi non riesco a fidarmi completamente della loro veridicità…
È lui stesso a risvegliarmi dal torpore in cui sono caduta, perché si avvicina velocemente a me, mi afferra per i fianchi e mi bacia… ed è un baci meraviglioso… perfetto… uno di quei baci che si aspetta per una vita intera… e dio solo sa quanto l’ho desiderato…
All’improvviso però, nella mia mente si sovrappone l’immagine di Poseidone… allontano Joe bruscamente… lui si rende conto del mio gesto, ma non pare infastidito… soltanto… deluso…
“Joe… perdonami… non… non sono in me ora…” riesco a mormorare, ancora sconvolta da tutte le emozioni provate in pochi istanti… “…ti prego… ti supplico… lasciami sola…”
Mi accorgo di stare piangendo mentre lo invito ad andarsene… non è quello che desidero realmente, ma lei sì… Clito non vuole avere niente a che fare con lui…
“So che non sei tu ad agire in questo momento…”
Lo guardo sconvolta…
“Lo so bene, Françoise… ma io non ti perderò… non ti lascerò mai a lui, che sia un uomo o un dio non m’importa… dovrà passare sul mio cadavere per averti…” lo vedo aprire la porta della stanza ed uscirne mentre mi dice, fissandomi “…non rinuncerò mai a te… mai!”
Lo sento allontanarsi nei corridoi del Dolphin 2… le gambe non mi sorreggono più e l’unica cosa che riesco a fare è accasciarmi a terra e piangere…
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Sono tornato nella mia stanza affaticato dalla lite con lei… ancora non riesco a credere a quello che ho fatto…
Ti amo!... Ti amo così tanto da far male… al solo pensiero che ti accada qualcosa mi sento morire!...
Le ho rivelato il mio amore… e l’ho pure baciata!... e lei… lei ha risposto al mio bacio… almeno all’inizio, perché poi Clito ha preso il sopravvento…
Che diavolo… adesso le cose si complicheranno ancora di più, ma… non sono affatto pentito… no… avrei dovuto farlo già da molto tempo, accidenti a me!... forse adesso non saremmo neanche qui…
Mi tolgo la camicia e mi dirigo velocemente in bagno… rimuovo la fasciatura alla mia spalla, osservandola attentamente davanti allo specchio… sono ancora un po’ indolenzito, ma non è niente di grave… riuscirò benissimo a cavarmela stanotte… perché non ho la benché minima intenzione di restarmene qui ad aspettare… io verrò con te Françoise, che tu approvi o meno non mi interessa affatto!…
Appoggio le mani al lavandino, abbassando il capo… lentamente, prendo coscienza di tutto quello che è successo… mentre sono immerso in questi pensieri, vedo l’acqua scendere sempre più velocemente dal rubinetto… ma… io non l’avevo aperto…
Prima ancora che riesca a capire, l’acqua inonda la stanza rapidamente ed in pochi istanti, da quella marea informe, emerge la figura di un uomo… è di poco più alto di me, vestito di una lunga tunica bianca e, nella mano destra, sta stringendo un tridente azzurro… la mia mente non ci mette neanche un secondo a collegare quella figura al nome del suo proprietario… Poseidone… il dio dei mari… ed il mio rivale…
Mi sta fissando con astio… ma io non sono certo il tipo che si fa intimorire da uno sguardo truce… sono un ex-teppista di strada… ne ho viste di cose nella mia vita… e questa non è certo una delle peggiori!...
Dopo un interminabile scambio di occhiate furibonde, Poseidone inizia a parlare…
“Così… saresti tu il vile essere umano che sta tentando di portarmi via la donna che amo!”
Al suono di quelle parole mi viene da ridere…
“Beh… potrei affermare la stessa cosa non ti pare?... con l’unica eccezione che tu non sei un uomo ma una divinità…”
È visibilmente alterato e non sta facendo niente per nasconderlo…
“Come osi rivolgerti a me in questo modo! Potrei ucciderti in questo istante, patetico omuncolo blasfemo!”
Dice la verità… ma, stranamente, questo non mi spaventa affatto…
“Non avrai mai Françoise! Mi hai capito? MAI!”
Dopo questo intenso e velenoso scambio di accuse, improvvisamente vedo Poseidone calmarsi e sorridere… è impazzito per caso?
“Mio caro ragazzo…” riprende, con un tono che vuole sembrare più amichevole del normale “…credo che siamo partiti con il piede sbagliato… non ho alcun interesse verso Françoise… io voglio solo Clito, la mia sposa…”
“Si da il caso, però, che siano la stessa persona…”
“È vero… ma solo fisicamente… sono due anime distinte che abitano lo stesso corpo…”
Spalanco gli occhi… che assurdità va blaterando?
“Non riesco a seguirti…”
“Sinora siete stati tutti convinti del contrario… ovvero che Clito e Françoise abbiano la stessa essenza… in realtà… non è affatto così…”
E va bene… sono disposto ad un po’ di fede… forse riesco a vedere una via d’uscita a tutta questa situazione…
“Continua…”
“Clito è sempre stata una donna di rara intelligenza, oltre che bellissima… e sono soltanto due delle doti che mi hanno fatto innamorare di lei… apparentemente lei e Françoise sono identiche, ma non hanno lo stesso spirito… ciascuna di loro è padrona della sua anima… tuttavia, Clito è nata nuovamente in questo mondo, in questo tempo, insieme a Françoise… fa parte di lei e finché coesisteranno nel medesimo corpo sarà come se possedessero lo stesso spirito… sono complementari l’una all’altra…”
Comincio a capire...
“Un po’ come il riflesso in uno specchio…”
Lo vedo annuire…
“Esattamente… Françoise sta seguendo il destino di Clito… lei è fermamente convinta che sia anche il suo soltanto perché è Clito a spingerla a pensarlo… soltanto perché la mia sposa sta tentando di ricongiungersi a me…”
Percepisco nuovamente la rabbia salire…
“Perché hai permesso tutto questo? Perché lei?...”
Nello sguardo del dio vedo un’emozione nuova… quasi di comprensione…
“Non sono stato io a scegliere… Françoise è stata prescelta dal Fato per questo scopo e neppure io posso contraddire il suo volere… comprendo i tuoi sentimenti, ma devi lasciarla affrontare con serenità questo arduo percorso…”
“Non voglio perderla… io l’amo…” sussurro debolmente…
“Lo so… lo sento… il tuo amore ha la stessa forza ed intensità di quello che io provo per la mia Clito… proprio per questo dovrai essere disposto a qualsiasi cosa…”
Mi fissa decisamente ora… ho quasi paura a chiedere…
“Che cosa accadrà?”
Lo vedo scuotere la testa…
“Neanch’io lo so con esattezza… voi dovrete completare la vostra missione, riportando i sacri simboli al mio altare… solo in questo modo Atlantide risorgerà e tutto sarà compiuto…”
“Lei… rischia di morire?”
Poseidone non risponde immediatamente… restiamo a fissarci per qualche istante… entrambi preoccupati… entrambi angosciati…
“So che farai di tutto per impedire un’eventualità simile…” mi dice “…ho fiducia in te… e adesso anche lei ne ha…”
Detto questo, scompare ed insieme a lui svanisce anche tutta l’acqua che aveva allagato la stanza… è scomparsa… proprio come se non fosse mai accaduto niente… rimango immobile come una statua, a riflettere sulle sue ultime parole…
…ho fiducia in te… e adesso anche lei ne ha…
Forse… da questo momento in poi, la convivenza con Clito sarà un po’ più semplice…
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Sono decisamente assente mentre finisco di vestirmi… indosso una tuta completamente nera per la missione di stanotte… il piano è quello di entrare dentro il Museo Nazionale Iracheno e sottrarre la pietra sacra di Babele dal loro patrimonio… impresa folle… decisamente folle… calarsi nei panni di ladri non è una cosa da noi e per questo ci vorrà tutta la nostra esperienza e la nostra tenacia di gruppo, ma… io non ci sono con la testa… non so che fare per riprendere padronanza di me… e questo non è lo spirito con cui devo andare in missione… se solo riuscissi a non pensare a quello che è successo prima… al suo volto sconvolto mentre mi gridava che mi ama… e poi alle sue mani che mi afferravano, attirandomi a lui… e ancora alle sue labbra sulle mie… mi sembra di impazzire! Non so più cosa voglio… forse… Clito ha fatto bene ad allontanarlo in quel modo… sì, decisamente… lo so che lei non vuole avere niente a che fare con lui… so che vuole che io gli stia lontana e fa di tutto perché sia così… anche se poi si diverte a giocarci… a tenerlo sospeso sopra un filo, contro il mio volere… in certi momenti sembra che sia solo un mezzo per arrivare alla nostra meta e altre volte un giocattolo con cui divertirsi… non mi piace come si comporta con Joe, ma non riesco ad impedirglielo… la rimprovero ogni volta e lei continua a non ascoltarmi… fa finta di niente… ma forse, questa volta, anche Clito è sconvolta quanto me…
“Clito… avrei bisogno di sentirti… avrei bisogno di un consiglio…”
E allora chiedimelo…
Mi stupisco nel sentirla… prendo subito lo specchio e la vedo comparirmi di fronte… il suo volto è turbato… immensamente turbato e mi chiedo se anche il mio sia lo stesso… forse sì…
“Clito… io… sono confusa… non so più cosa provo… cosa sento e per chi…”
Lo so… lo posso sentire chiaramente…
“Che posso fare?… mi sembra di avere una tempesta dentro… che mi sconvolge anima e testa… io…”
Non posso aiutarti… no… non lo posso fare…
La sua risposta mi lascia interdetta…
“Che vuoi dire? Tu ed io… siamo la stessa persona… i nostri spiriti… dovremmo amare la stessa persona, ma…”
Tu ed io… dovremmo amare solo Poseidone… ma tu non lo fai… tu ami un altro uomo… il tuo amore per lui è così grande che io non posso e non voglio impedirtelo…
“Clito! Che stai dicendo? Io… non capisco più niente…”
Io e te… abbiamo lo stesso corpo, ma… i nostri spiriti sono diversi… all’inizio credevo di poterti soggiogare, di poterti far credere che io e te siamo la stessa cosa, ma… non è così… siamo nate nuovamente nello stesso corpo, ma siamo due esseri diversi… e amiamo due uomini diversi…
“Cosa? Io… non credo di capire… tu hai sempre detto che io e te siamo la stessa persona e adesso mi dici che non è così… che vuol dire?”
Quello che ho detto… io sono solo spirito e in fondo… anche tu… questo corpo è di entrambe e di nessuna…
“Clito...”
Françoise… io non so cosa accadrà alla fine della nostra missione… non so cosa accadrà ai nostri spiriti… a questo nostro corpo… se ci scinderemo oppure no…
“Scinderci?… pensi che possa accadere?...” sono allibita e anche un po’ spaventata… non sono preparata a tutto questo… prima Joe… e ora Clito… perché il mondo sembra essersi improvvisamente ricordato che io esisto?…
Non saprei… potrebbe anche essere che lo spirito di una delle due svanisca e che una di noi prenda il sopravvento sull’altra… questo non lo so…
“Uno dei due spiriti? Io e te, in un futuro, potremo essere… l’una contro l’altra… ma è follia!”
Sì, lo so… ma potrebbe essere… ma ora dobbiamo essere unite e agire come se fossimo la stessa cosa… non dobbiamo dimenticarci la nostra missione e tenerla sempre presente…
“Quindi… io non amo veramente Poseidone… è solo il tuo cuore che me l’ha fatto credere… che mi ha confuso le idee… che mi ha illuso che…”
A dire il vero… non è proprio così… sei stata tu a vacillare… sei stata tu a farti ammaliare dal fascino di Poseidone… e che hai voluto crederlo… all’inizio, i nostri spiriti erano ancora indefiniti… erano confusi è vero, ma… una parte di te stava scappando da Joe… ed ha assecondato me… senza sapere che io e te dimorassimo nello stesso corpo… e poi, anche quando mi ero mostrata a te e quindi le nostre anime si erano separate, te l’ho lasciato credere… perché era più semplice… per me… per te… per noi e per la nostra missione…
“Quindi io…”
No… non hai mai smesso di amarlo… hai solo tentato di fuggire… per un breve attimo… un brevissimo attimo…
Chiudo gli occhi… vorrei che lei sparisse… che si allontanasse completamente dalla mia vita… e vorrei rimanere da sola… ma vengo bruscamente riscossa da quei pensieri dalla sua voce…
Non puoi… non posso andarmene… e tu non puoi scacciarmi… ora come ora… il marchio sulla pelle ti lega a me e a Poseidone…
“Sono prigioniera di me stessa… senza poter fare nulla...”
Tace, non dice niente… che destino terribile mi sta aspettando… il mio corpo diviso da due spiriti con due anime diverse… e questo lo conferma il fatto che amiamo due uomini diversi…
Sì, è vero... amiamo due uomini diversi, ma io e te sentiamo le stesse cose…
“Che vuoi dire?”
Che tu senti il mio amore per Poseidone ed io il tuo per Joe… che io sento la tua attrazione per lui e tu la mia verso il mio amato…
“E questo cosa comporta?…”
Che potremo trovarci nella possibilità in cui tu tradirai Joe per Poseidone ed io viceversa...
“Questo non può e non deve accadere…”
Ti ho già fatto conoscere la mia forte personalità… pensi che resisterò la prossima volta che sarò tra le braccia di Poseidone?… Pensi veramente che il tuo spirito me lo impedirà?…
“Non deve accadere, Clito! Non puoi! Io…”
Lo so… tu hai sempre aspettato e continui ad aspettare soltanto Joe… vuoi diventare donna con lui… e solo per lui…
Mi sento arrossire… mi vergogno… io… io non sono mai riuscita ad essere così sincera con me stessa… non ho mai voluto ammettere che la mia prima volta… la desidero con Joe… e solo con lui… che vorrei diventare donna tra le sue braccia… abbasso e distolgo lo sguardo dal riflesso nello specchio… anzi, da Clito…
Non ti devi vergognare… non c’è niente di male… lo ami e vuoi donare a lui la tua innocenza… la tua purezza… come è successo a me… Poseidone… è stato il primo e l’unico… nessun altro mi ha mai amato o sfiorato, a parte lui… almeno prima di oggi… prima che Joe ci baciasse…
“Che stai dicendo?” sono sconvolta dalle sue parole e la mia domanda è quasi un urlo…
Quando ti ha baciato… prima… c’ero anch’io… ho sentito il suo amore… il suo desiderio per te… le sue labbra… hanno sfiorato le mie… le tue… le nostre labbra… come la prima volta che Poseidone ti è apparso in sogno… ora capisci cosa voglio dire quando ti dico che li dovremo tradire?…
“No! Io non voglio!”
Ma non puoi farne a meno… quando Poseidone bacia me… bacia anche te… e così come è stato prima per te… accettalo... anche tu dovrai farlo… è solo per questo che prima ho preferito allontanarlo da noi… perché tu fossi cosciente di questo…
“Non così… io non voglio che sia così… il giorno che lo amerò, voglio essere solo io a farlo… non voglio che…”
…ci sia anche io?… mi spiace… ma non potrà essere in un altro modo… e poi, quanto pensi che riuscirai a resistergli? Il bacio di prima… era assolutamente perfetto… passionale e dolce fino alla completa perdita dei sensi… io sono disposta a perdermi completamente nel suo abbraccio… e forse, la prossima volta, potrei assecondare il suo desiderio per te… e permettergli di arrivare alla tua anima di donna… in fondo… è quello che vuoi… ma tu dovrai accettare la stessa cosa…
Quello che mi dice è una sorta di ferita al cuore… uno schiaffo morale... è come se Clito fosse attratta da lui, in un certo senso... e questo mi infastidisce… anche se non è possibile perché lei ama Poseidone, io non lo sopporto… mi urta profondamente e lei lo sente… ma non dice nulla, perché lei mi vuole solo ribadire, semplicemente, che quando ci troveremo tra le braccia di Poseidone, io dovrò accettare la loro passione… che lo voglia o no… è una sorta di scambio reciproco…
“Ora vattene Clito… lasciami sola… devo prepararmi per la missione…” la mia voce è lontana ed anche arrabbiata… irritata e infastidita… non mi risponde… la vedo svanire, guardandomi un’ultima volta negli occhi… mi hai mentito Clito… ed io che ho creduto in te… perché mi hai confuso l’anima? Perché?…
Poso lo specchio… avrei voglia di urlare… e a dire il vero… avrei voglia di scagliare lo specchio contro il muro… e distruggerlo in mille pezzi… ma tanto non servirebbe a niente… lei dimora nel mio stesso corpo… rido amaramente… il mio corpo… il nostro corpo… la nostra gabbia… lei sente lo stesso male che sento io… lo stesso desiderio che io ho di lui… e così viceversa… non sono più padrona neanche del «mio» corpo… che situazione assolutamente grottesca… e patetica…
Finisco di prepararmi e raggiungo gli altri in sala… ma quello che vedo non mi piace assolutamente… sono già stravolta da tutti gli avvenimenti delle ultime ore e questo non lo prendo affatto bene… non credo di riuscire a gestire ciò che mi trovo di fronte… Joe è con Albert, Seven e Geronimo… pronto a partire in missione… e il mio disappunto emerge in tutta la sua forma quando la mia bocca si apre…
“Che diavolo ci fai qui? Ti ho già detto che tu non verrai con noi! In questa missione tu sei fuori… è un ordine!” lo guardo negli occhi con durezza e mi accorgo di essere inamovibile… io non voglio che venga con noi… e che rischi di nuovo la vita per me…
Sostiene il mio sguardo con sicurezza e poi, come se non mi avesse sentito, lo distoglie da me e si rivolge agli altri, allibiti…
“Quindi? Quale è il piano per stanotte?”
Vedo Albert palesemente contraddetto… guarda prima lui e poi me… ed io sento che la rabbia mi sta per assalire… mi sta mancando di rispetto come comandante… e questo non lo posso accettare…
“Joe! Io sono il comandante e tu devi rispettare il mio volere. Tu sei fuori in questa missione. Non me lo far ripetere un’altra volta!”
Lo vedo che si gira di nuovo e questa volta si rivolge a me…
“003… dissento dalla tua scelta… e per questo non vi lascerò andare allo sbaraglio…”
Mi ha chiamata con il code number… perché?… rimango senza parole… non capisco… e all’improvviso mi sento persa… mi guardo spaesata attorno… sto per gridargli che non voglio che venga con noi perché ho paura di quello che gli potrebbe accadere, ma quello che esce dalla mia bocca è tutt’altro…
“Va bene, 009… se è così che la pensi verrai con noi… e ti dimostrerò che il mio piano non ha punti deboli…” mi avvicino a lui… o meglio, è Clito che lo fa… “…facciamo un patto… se il mio piano andrà a buon fine, senza che tu intervenga… d’ora in avanti non dovrai mai più ostacolarmi… e obbedirai ai miei ordini… e solo ad essi… se invece… avrai ragione tu… io mi ritirerò come comandante della missione e ti lascerò il posto… che ne dici?”
Mi guarda stupito… forse ha capito che non sono io che sto parlando…
“Va bene… accetto.”
“Ok… allora andiamo… Albert… pensa tu ad illustrare il piano a Joe… e poi seguitemi…”
Clito! Clito! Perché l’hai fatto? Lui non doveva venire con noi…
Mentre io, Albert, Seven e Joe ci introduciamo nel Museo Nazionale, attraverso le condutture dell’aria, Geronimo è rimasto fuori a farci da palo…
Clito ha preso completamente padronanza di me, mi sento schiacciata dal suo volere… è arrabbiata… con chi? Con me? Con Joe?… e pure io sono arrabbiata… con lei e anche con lui… in un certo senso mi hanno fatto male entrambi… forse sto esagerando, ma è come se mi avessero tradito… sono senza parole e non so più cosa pensare… e ammetto che quel senso di smarrimento che avevo mentre mi preparavo per la missione è aumentato nettamente… non capisco… mi sento sospesa tra bene e male… tra verità e bugia… tra giustizia e ingiustizia… ma ora non è il momento di riflettere… dobbiamo agire e sbrigarci a prendere la pietra…
Con la mia vista faccio un rapido controllo di telecamere e sistemi di sicurezza… degli uomini presenti… non sono molti, ma il sistema di sicurezza è uno dei migliori che abbia mai visto… forse uno dei più sicuri e invalicabili che abbia mai affrontato, ma… niente del genere può fermarmi… il dottore mi ha istruito a questo e a peggio… so benissimo come muovermi, anche se la presenza di Joe mi risulta essere un fastidio… perché saperlo lì, in quelle condizioni di salute, che rischia la vita per me, non mi piace assolutamente, e poi… mi ha mancato di rispetto e ora, con la sua presenza, il modulo che avevo progettato è saltato… ho cambiato piano, ma sarà dura metterlo in atto… mi scoccia ammetterlo… ma Joe in questo caso è un peso… ma cosa dico? Clito… smettila di essere arrabbiata con lui… devi rimanere concentrata… un nostro piccolo errore e qui tutto salta…
Riusciamo ad arrivare all’altezza della stanza in cui è contenuta la pietra… attraverso la grata vedo la guardia che fa il suo giro di perlustrazione… tempo qualche attimo e trovo la centralina dell’allarme… riesco a capire come funziona al primo sguardo… ho bisogno di Seven… mi volto verso gli altri…
“Seven… è il tuo momento… devi trasformarti in un piccolo insetto e strisciare fino a quel riquadro, in cima all’entrata… ti guiderò io… e dovrai stare attento ad ogni mossa… ci sono raggi infrarossi che passano da una parte all’altra della stanza e che si estendono lungo le pareti… devi stare attento… non sono semplici raggi di rilevamento… al loro estremo ci sono fucili di precisione, che individuato il bersaglio, sparano in meno di un secondo, con una precisione del 99,9%… e fanno poi saltare a catena tutti gli altri sistemi di protezione…” vedo Seven deglutire a fatica e sgranare gli occhi preoccupato… “Stai tranquillo… basta che segui alla precisione le mie indicazioni e non succederà niente…” respiro e poi mi rivolgo agli altri… “Dovremo essere lesti… quando Seven riuscirà a disattivare l’allarme, la luce nella sala si accenderà… la guardia di sicurezza fa un giro ogni 10 minuti… quindi, dovremo partire con il piano appena si allontana da qui e riuscire ad arrivare alla centralina, disattivare l’allarme e prendere la pietra in meno del tempo in cui passa di nuovo il guardiano… cioè prima che lui si accorga della luce…” li guardo tutti… sembrano convinti… tranne Joe… lui è scettico, è palese che è così e non capisco perché… il mio piano è perfetto… non ha punti deboli…
“Allora? Siete tutti con me?Avete capito tutto?”
Albert e Seven annuiscono con la testa… mentre Joe distoglie lo sguardo e guarda nella sala… non capisco cosa non lo convince…
“009 .. cosa è che non ti convince?…” mi rivolgo a lui e anche gli altri lo guardano interdetti…
“Non hai pensato a nessun piano di salvataggio, se per caso qualcosa andasse storto…” si volta e mi guarda, pretendendo una risposta…
“Non c’è bisogno di nessun altro piano… il mio è perfetto… e se tutti vi atterrete ai miei ordini… niente andrà storto…” glielo ribadisco… sento Clito furiosa… non sopporta la sua sfiducia in noi, ma… in realtà… io so che non è sfiducia in me… è solo paura che possa accadermi qualcosa… lo so… ora l’ho capito, ma non è il momento di sospirare e di discuterne… bisogna agire…
“Fra pochi minuti il guardiano passerà da qui… Seven fatti trovare pronto…”
Guardo Seven trasformarsi in uno scarafaggio... la cosa mi disgusta un po’… non mi piacciono molto quegli insetti…
La guardia passa davanti all’entrata… si sofferma un attimo a guardare dentro e poi passa oltre… faccio segno a Seven di andare e subito inizio a comunicare con lui telepaticamente, indicandogli la strada da seguire… la tensione lo deve aver colpito, perché un paio di volte sta per fare la cosa opposta a quella che gli dico, ma per fortuna non accade nulla di grave e riesce ad arrivare alla centralina… una volta che è lì, gli dico come fare a disattivare il circuito… da dove mi trovo riesco a vedere benissimo cosa sta facendo e lo posso guidare perfettamente su come staccare i fili e in quale ordine…
Per un istante mi ero preoccupata… Seven ci aveva messo più del tempo che avevo ipotizzato a staccare i contatti, ma… ce l’ha fatta e noi siamo potuti scendere giù con una corda… la luce si è accesa e tutto fila liscio…
“Sei sicura che non ci siano sistemi di sicurezza anche sul pavimento?”
Guardo Joe con disappunto mentre scendiamo lungo la corda…
“009… io so fare bene il mio lavoro… lo faccio da sempre… e per me, questo sistema è assolutamente valicabile senza problemi… basta solo che… nessuno commetta errori…” Clito gli lancia quell’ultima frecciatina, come per fargli capire di stare al suo posto…
Mettiamo i piedi a terra e comincio a sentire il simbolo del tridente pulsarmi violentemente sulla pelle… ci siamo… sì, è proprio l’oggetto che cercavamo… dobbiamo fare velocemente… molto velocemente… faccio segno agli altri di porsi vicini all’ingresso, mentre io mi avvicino alla teca di protezione della pietra… do un ultimo occhio intorno, per assicurarmi che non ci siano altri sistemi… e poi metto le mani su quel cubo di vetro infrangibile, ma… non viene via... solo allora mi accorgo… c’è un sistema di aspiraggio che crea il vuoto all’interno e che la sigilla… non riesco a contrastarne la forza… maledizione! Joe mi guarda e nota subito che c’è qualcosa che non va… si avvicina a me, lasciando la postazione che gli avevo detto di tenere e di non lasciare per nessun motivo al mondo…
“Che succede?…”
“La teca… hanno fatto il vuoto al suo interno con un sistema di aspiraggio ed è bloccata… non riesco a toglierla…” lo guardo turbata… non so che fare…
“Che succede se la teca si frantuma?” mi guarda.
“Non dovrebbe accadere nulla, almeno finché l’allarme non verrà riattivato…”
“Ok…” vedo Joe che un colpo secco spezza la teca in un attimo… è un secondo… fisso la pietra e l’afferro, ma qualcosa va storto… la luce si spegne, i raggi infrarossi si illuminano nuovamente, i fucili di precisione si armano: ho subito percepito il loro click di attivazione… una raffica di proiettili si abbatte su di noi e l’allarme comincia a suonare… è un fischio assolutamente insopportabile, che spacca i timpani… maledizione!… il sistema di vuoto era un altro interruttore… la pressione della protezione attivava nuovamente l’allarme anche se disattivato dalla centralina… siamo spacciati… ed è tutta colpa mia...
Sono come persa… imbambolata… sento il corpo di Joe che fa da scudo al mio e grazie all’acceleratore molecolare sposta me e lui da lì, riportandomi nella conduttura di areazione… dopo pochi attimi lo vedo portare in salvo anche Seven e Albert… sono come impietrita… li guardo come se io non fossi veramente presente… lo vedo che mi grida qualcosa… ma io non riesco a capire… non riesco a sentire… è come se fossi in un’altra dimensione… mi sento afferrare per un braccio, trascinarmi a strattoni e con forza per la conduttura… sono ancora intontita, ma poi realizzo… sento provenire da lontano, come ovattati, rumori… le guardie di sicurezza si stanno dirigendo nella sala mentre noi stiamo scappando…
Non riesco a capire bene cosa sta accadendo… so solo che mi ritrovo fuori, nel mezzo del giardino del museo… Geronimo ci corre incontro e ci urla di correre… e poi di nuovo tutto mi pare lontano e ovattato… mi sento prendere per il braccio, ma questa volta mi giro a guardare chi mi ha afferrato e vedo il volto sconvolto e arrabbiato di Joe… continua ad urlarmi qualcosa, ma di nuovo non riesco a sentire… non capisco… mi viene da piangere… non riesco a sentirlo… e solo allora realizzo… il mio udito… non ci sento più…
Mi trovo in un giardino bellissimo, fatto a terrazze… pieno di fiori e piante cadenti… è un posto strano… di una bellezza mai vista… e poi capisco… sono i Giardini Pensili di Babilonia… mi guardo attorno… sono sola… c’è un silenzio surreale… è come se tutto fosse finto… lo sguardo mi cade poi sui miei abiti… ho un vestito bianco a tunica… lo stesso che indossavo la notte in cui ho sognato Poseidone… all’improvviso mi sento afferrare per la vita e attirare verso un corpo forte… deve essere quello di un uomo… è forte il suo abbraccio… vorrei voltarmi, ma non ci riesco… non so perché… vorrei vederlo in volto, ma è come se fossi paralizzata... sento il suo respiro sul mio collo… e poi le sue labbra che mi sfiorano la pelle nell’incavo della spalla… non mi da fastidio quel contatto… è dolce… molto dolce… chiudo gli occhi... e mi lascio cullare da quelle forti braccia… vorrei abbandonarmi a lui… anche se non so chi sia, ho come la sensazione che non mi voglia fare male… sento le sue mani risalire lungo le mie braccia, fino alle spalle e come allora, nell’altro sogno, sento le spalline dell’abito scendere e l’abito cadere ai miei piedi… ma questa volta non mi sveglio… istintivamente incrocio le braccia sui miei seni nudi… mi vergogno… mentre resto in piedi, immobile e con gli occhi chiusi… sento un respiro avvicinarsi alle mie labbra… e poi una leggera pressione sulla mia bocca… un bacio… dolce e appassionato… e senza accorgermene circondo con le braccia il collo dell’uomo… il mio corpo nudo aderisce completamente al suo e mi lascio trascinare da quel vortice di emozioni… la mia pelle contro la sua mi provoca brividi lungo tutto il corpo… mai provato qualcosa di così sensuale e al contempo tanto dolce… tempo dopo, quando le nostre labbra si staccano, sento il mio corpo adagiarsi su della stoffa soffice… forse un letto… sento un profumo di fresco e di sapone mentre non oso aprire gli occhi… ho paura di sapere il colore dello sguardo in cui potrei specchiarmi… se fossero azzurri… io… dovrei fermarmi… nonostante quello che mi ha detto Clito… io non posso… un dolce calore insinua le mie membra mentre il corpo del mio misterioso amante si adagia su di me… sento di nuovo la sua pelle calda contro la mia e poi la sua bocca che mi sfiora ancora le labbra e poi le guance… scendendo lungo il collo… le sue mani mi accarezzano, come a rassicurarmi… ma sono anche così intime e mi lascio sfuggire un piccolo sospiro quando sento le sue dita risalire dalla mia coscia su per il fianco fino al seno… e poi… mi sveglio… è un risveglio stranamente tranquillo… stranamente perché i miei sensi sono ancora accesi e sento le guance calde e rosse… e il mio respiro è irregolare come il battito del mio cuore, che è leggermente accelerato …
Apro lentamente gli occhi e riconosco la sala operatoria del Dolphin… con calma mi alzo a sedere sul letto… non sento niente… è come se tutto fosse immobile… fermo in un’altra dimensione... guardo i vestiti che indosso… e riconosco il mio pigiama… era solo un sogno… sono quasi delusa e poi, senza un perché, allungo una mano verso un bicchiere di vetro sul tavolino vicino al letto… lo prendo e comincio a battere con un dito su di lui… ma non so perché… all’inizio non capisco… c’è qualcosa di strano… perché non sento niente?… non sento alcun suono… eppure dovrei… sono certa… sto toccando il vetro del bicchiere con il dito… ma niente… mi innervosisco, getto violentemente e con rabbia il bicchiere contro il muro… quel silenzio è opprimente… mi soffoca… ma, non percepisco ancora rumori… vedo il bicchiere frantumato in tanti piccoli pezzi per terra… si è rotto, ma io non ho sentito rumore… forse è una mia illusione… scendo dal lettino, mi avvicino e finisco per pestare con i piedi, senza accorgermene, un pezzo di vetro… fa male e mi sfugge un lamento di dolore, ma non lo sento… mi prende il panico ed inizio ad urlare… urlo con tutto il fiato che ho , ma continuo a non sentire niente… piango disperatamente… la mia voce… forse non ho più voce… mi sento afferrare per la vita… come nel sogno, ma questo gesto non è così dolce… vuole piuttosto allontanarmi da lì… poi, mi sento prendere in braccio e portare sul letto… tra le lacrime riconosco quel volto e quegli occhi profondi e scuri… mi asciuga dolcemente le lacrime dalle guance e poi mi guarda… è uno sguardo strano… rassicurante e triste allo stesso tempo… vedo la sua bocca aprirsi come per dirmi qualcosa… allungo la mia mano verso di lui e con le dita sfioro le sue labbra... sta parlando ne sono sicura, ma io non lo sento… vedo alcune medicazioni sul suo corpo, delle ferite superficiali di arma da fuoco e poi ricordo… il suono stridente dell’allarme… quei terribili ultrasuoni… il rumore dei fucili e quello dei passi delle guardie… noi che scappiamo e poi… più nulla… non so più nulla…
Che mi è successo?… guardo Joe… vorrei sentire la sua voce… vorrei che mi spiegasse… vorrei sapere quello che mi sta capitando, ma capisco che ora non è possibile… guardo la sua espressione triste e sconvolta e poi realizzo: ho perso il mio udito…
Parte 7
Sono sola nella mia stanza… è notte fonda e non riesco a dormire… non sento niente… non sento più niente… il dottor Gilmoure ha già effettuato un paio di interventi su di me, ma non è riuscito a farmi recuperare l’udito… nessun suono arriva alle mie orecchie… dio mio, che terribile incubo!
Sto piangendo, mentre sono seduta sul mio letto… le ginocchia raggomitolate al petto…sto piangendo, ma non posso udire i miei singhiozzi… percepisco solamente il freddo delle lacrime che scorrono sul mio volto…
Improvvisamente, il marchio sulla mia pelle inizia a pulsare… alzo gli occhi… nello specchio accanto a me l’immagine di Clito mi osserva tristemente… non parla… d’altra parte, non riuscirei a sentirla… la vedo alzare una mano a toccare il vetro… le sue dita si muovono velocemente… sta scrivendo qualcosa in greco antico… una lingua che adesso comprendo perfettamente grazie a lei…
Posso aiutarti, cara…
Il suo sguardo sembra fermo e deciso, anche se malinconico… decido di fidarmi stavolta e le rispondo velocemente, nel suo stesso modo, scrivendo sullo specchio…
- Come? -
Non sarà facile, ma potrai recuperare il tuo udito se seguirai le mie istruzioni…
- Continua, ti prego… -
Sei già a conoscenza della tua prossima destinazione?
Non riesco a capire come questo possa aiutarmi, ma mi affretto a scrivere…
- Sì… la pietra aveva incisa la dicitura «Abu Simbel»… in Egitto… presumo che il terzo oggetto sia celato da qualche parte nel sito archeologico… -
La vedo annuire… poi continua a scrivere…
Bene… quando sarete là, ancora prima di affrontare la vostra ricerca, dovrai recarti a Syene, una città vicina e cercare questa donna…
Nello specchio, al posto dell’immagine di Clito, appare la figura di un’anziana signora dai lineamenti delicati nonostante la veneranda età, vestita come un’antica matrona greca…
Dopo averla osservata per qualche istante, il suo riflesso scompare e torna quello di Clito…
In una delle sue vite precedenti, questa donna si chiamava Eleni e fu una delle grandi sacerdotesse del tempio di Poseidone… lei può aiutarti a riacquistare l’udito…
- Ma… ammesso che riesca a trovarla… come farò a spiegarle?... -
Di questo non devi avere timore… lei conserva il ricordo di tutte le sue vite passate e saprà riconoscerti…
Non ho altra scelta… se questo servirà a farmi tornare quella di prima, farò tutto quello che sarà necessario…
- Va bene, Clito… seguirò il tuo consiglio… grazie…-
La vedo sorridermi dolcemente…
Andrà tutto bene… noi crediamo in te…
Dopo aver scritto queste parole, scompare… rimango perplessa a sfiorare lo specchio con una mano… il marchio non mi dà più fastidio… dovrò trovare questa donna e poi potrò dedicarmi di nuovo alla missione… anche se non più nelle vesti di comandante… d’altra parte, il patto era questo: se qualcosa fosse andato storto, avrei dovuto lasciare il comando… beh… più storto di così!... c’è mancato poco che facessi uccidere tutti!... noi crediamo in te… ma se io non credo più neanche in me stessa!
Mi scappa un risolino nervoso, mentre comincio a riflettere su quello che mi ha appena rivelato Clito… questa signora si trova a Syene, in Egitto… Syene?... non ho mai sentito nominare questo posto… ho bisogno di aiuto… in questo momento non riesco a pensare coerentemente… decido allora di andare dall’unica persona che non darà in escandescenze se svegliata in piena notte… almeno spero…
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Mi sveglio di soprassalto… qualcuno sta bussando violentemente alla porta della mia stanza… mi alzo velocemente e vado ad aprire… spalanco gli occhi… beh, di certo non mi sarei mai aspettato che fosse proprio lei a buttarmi giù dal letto in piena notte… dopo tutti gli eventi appena trascorsi…
Sembra sconvolta… si porta una mano sul cuore e sospira, come a voler riprendere fiato dopo una lunga corsa… poi mi osserva a lungo, mi prende una mano e la volta in modo da poterne vedere il palmo… la vedo posarvi il suo piccolo indice e comprendo… poiché non può sentire, sta cercando di dirmi qualcosa semplicemente scrivendolo con il dito sul palmo della mia mano…
- Clito mi ha parlato… -
La osservo a lungo, un po’ indeciso se farla entrare o meno… alla fine, mi sposto sulla destra per lasciarla passare… lei entra subito ed io richiudo la porta alle mie spalle… non ero mai stato da solo con lei nella mia stanza prima d’ora… che strana sensazione…
Scaccio furiosamente alcuni pensieri poco casti che si erano affacciati alla mia mente… torno a concentrarmi sulle ultime novità… mi avvicino a Françoise e, allo stesso modo che ha usato lei pochi istanti prima, le chiedo più informazioni…
- Che cosa ti ha detto? -
- Posso riacquisire il mio udito se… -
- Se?... – la sprono a continuare… lei sospira e poi riprende a scrivere virtualmente…
- Prima ancora di andare ad Abu Simbel per cercare il terzo simbolo, devo trovare una donna… una signora anziana… si chiama Eleni… Clito mi ha spiegato che, in una delle sue vite passate, lei era grande sacerdotessa nel tempio di Poseidone… ha detto che può farmi tornare l’udito… -
Le sorrido… questa è una notizia meravigliosa!
- Bene!... e dove si trova questa donna? -
- A Syene in Egitto… il problema è che non ho la più pallida idea di dove possa essere questo posto…-
Rifletto un momento sulla notizia… in effetti, neanch’io ho mai sentito nominare questa città…
Poi, mi viene un’idea… la prendo per mano e la conduco vicino alla mia scrivania, dove accendo rapidamente il mio computer… lei capisce che voglio effettuare una ricerca più approfondita e mi sorride, annuendo…
Apro la pagina internet e nella finestra del motore di ricerca digito «Siene, Egitto», ma prima di premere il tasto invio e dare inizio alla ricerca, Françoise mi ferma, prende un foglio ed una penna dal tavolo e scrive «non così… Syene… con la y…».
Correggo il mio errore e la ricerca comincia… il primo risultato ci dà subito le informazioni di nostro interesse:
«Assuan è una città di circa 200.000 abitanti del sud dell'Egitto, capitale del governatorato omonimo. Posizionata sulla riva est del Nilo alla prima cateratta, è un trafficato centro turistico e commerciale.
Quella di Assuan è una delle zone abitate più secche al mondo: l'ultima pioggia risale al 2001. La città è situata 71 chilometri e 802 metri sopra il Tropico del Cancro.
Era l'antica Syene fondata da Tolomeo III tra il 246 ed il 222 a. C. Fu importante centro, anche militare, in epoca romana a partire dal principato di Augusto, quando avvenne la conquista dell'Egitto»
Quindi Syene non è altro che il nome antico dell’odierna Assuan! E dista solo pochi chilometri dal sito archeologico di Abu Simbel… che fortuna!
Mi volto verso Françoise… la vedo raggiante nell’apprendere questa notizia… è così felice che, senza rendersene conto, mi abbraccia forte e mi sfiora le labbra con un bacio…
Il tempo sembra fermarsi… poi, come se avesse preso coscienza solo in quell’istante delle sue azioni, la vedo arrossire e tentare di allontanarsi, ma io non le permetto di farlo… le circondo velocemente la vita con le braccia e la stringo nuovamente a me, baciandola con trasporto… è così bella che sento il mio desiderio per lei crescere sempre di più… la sento opporsi all’inizio, ma è solo per un attimo… e poi, finalmente, avverto il suo corpo tremare mentre mi allaccia le braccia al collo e risponde al mio bacio…
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Per un attimo rimase tanto frastornata da non riuscire a reagire, ed il suo corpo si mosse in modo automatico… la mano che affondò tra i capelli di lui per attirarlo ancora di più a sé, la bocca che si schiuse impaziente.
Sapeva bene che non avrebbe dovuto farlo… eppure... sentiva un tumulto dentro… strinse una mano sulla spalla di lui fino a scavargli nella pelle con le unghie…
Lo amava così tanto… lo amava di un amore nato così presto e passato per così tanti momenti carichi di emozioni devastanti… e adesso… nonostante tutto… adesso aveva la piena, assoluta consapevolezza che l’avrebbe amato per sempre…
Fu un sentimento che quasi la spaventò, ed aggrapparsi alla schiena di lui fu l’unico modo che trovò per non farsi travolgere.
Avrebbe voluto dirgli «Amami…» ma finì invece per baciarlo…perché non poteva fare altro che esprimere il suo amore soltanto con i gesti…
Quando si separarono ansimavano entrambi, senza fiato, e dopo alcuni istanti Françoise lo abbracciò… se per fargli sentire la propria presenza od assicurarsi di quella di lui, non seppe dirlo…
Avvertendo il suo calore Joe venne scosso da un fremito di vita diverso da qualsiasi altra sensazione avesse già sperimentato in precedenza… un’emozione che lo spinse a stringerla con forza a propria volta per non esserne sopraffatto…
La trascinò sul suo letto e si liberò dei pantaloni seguendo un impulso che non aveva mai conosciuto prima… che nessun’altra donna gli aveva mai fatto conoscere prima…
Non osò proferire alcuna parola, come se temesse di udire il suono della propria voce in quel momento… la accarezzò invece… così come Françoise gli aveva sempre implicitamente chiesto e come lui non aveva mai neppure pensato di poter fare.
Poi la baciò ancora… a lungo… fino a quando fu lei a diventare fremente e lasciarsi scivolare addosso il suo pigiama... e quando Joe la spinse ad intrecciare le gambe attorno alla sua vita, Françoise gli avvolse le braccia attorno al collo.
Lui non pensò che era folle da parte di entrambi quello che stavano facendo… che non poteva permettersi di agire così sconsideratamente in un momento come questo… che si stava facendo trasportare dall’istinto e dalle emozioni... non lo fece perché la sensazione del corpo caldo e vivo di Françoise era così intensa da stordirlo… era consapevole che se non fosse stata lei… lei che l’aveva sempre amato… lei che aveva versato molte lacrime per lui e sapeva pronunciare il suo nome come se fosse la parola più importante del mondo… non avrebbe potuto provare quei sentimenti…
“Françoise…”
Aveva solo pronunciato il suo nome senza aggiungere altro…
Lei sfiorò dolcemente le sue labbra con le dita… aveva compreso, anche se non aveva potuto sentire…
Avrebbe mentito dicendo di non aver mai pensato prima di fare l’amore con lui, ma non aveva mai pensato che potesse diventare realtà…
Ora invece i loro corpi si stavano cercando a vicenda con una naturalezza che avrebbe potuto commuoverla…
Joe la baciò ancora mentre i loro corpi aderivano completamente… quando lui gli tolse gli slip si aggrappò più saldamente alla sua schiena, affondando il viso nell’incavo del suo collo…
Lo sentì chiaramente esitare prima di entrare dentro di lei… allora, gli sfiorò il volto sorridendo delicatamente, come a volergli dire: - Va tutto bene Joe, non devi preoccuparti… tu non potrai mai farmi male… -
La mano di lui sul viso la fece sussultare, ed i suoi occhi che la fissavano le resero più difficile di prima deglutire… erano praticamente nudi, eppure ricambiare l’intensità del suo sguardo la fece sentire come una ragazzina sprovveduta…
Questo pensiero la fece quasi ridere… lei lo guardava a sua volta…entrambi muti… Françoise inebriata dal fatto che quegli occhi ora fossero rivolti solo ed unicamente a lei… erano calmi, profondi…
Gli prese la mano e vi scrisse lentamente, come a far sì che lui potesse capire bene, come se avesse superato la profonda angoscia di non poter ricevere nulla in cambio del proprio amore: - Ti amo Joe… –
Ed era così, semplicemente… era lei che provava queste sensazioni, queste emozioni… era lei, Françoise, e non Clito… in quell’istante era finalmente tornata padrona della sua anima e del suo corpo…
Lui prese tra le sue la piccola mano di lei e se la portò alle labbra, in modo da farle capire le sue parole…
- Non ti lascerò mai più sola…-
Françoise non capì neppure se a farla piangere furono quelle parole, così intime,così cariche d’amore, oppure il dolore di sentirsi improvvisamente invadere... dischiuse la bocca per respirare più facilmente, inarcando intanto la schiena.
Joe tornò a muoversi dopo alcuni istanti, una volta certo che lei volesse davvero continuare… all’inizio lentamente, come se temesse che un movimento troppo brusco o violento potesse spezzare quell’alchimia tra loro che quasi lo intimoriva, poi aumentando progressivamente le spinte…
Françoise gli strinse i fianchi con le gambe, invitandolo a non esitare…lei assecondava i movimenti di lui e lo teneva stretto avvinghiandosi alla sua schiena,come se, nonostante tutto, avesse paura di vederlo sfuggire…
Attorno a loro tutto sembrò scomparire… il calore del corpo ardente di Françoise gli fece perdere completamente la testa…
Raggiunsero il piacere finale nello stesso istante… nello stesso attimo…
Rimasero immobili, mischiando i propri respiri affannati in un unico suono, fino a quando Joe non uscì lentamente e con cautela dal corpo lei, ponendosi al suo fianco…
Lei lo abbracciò d’impulso, guidata dal conseguente desiderio di sentirlo vicino a sé, ed anche se lo considerò folle fu solo in quel momento che si rese veramente conto di quello che avevano fatto…
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Apro lentamente gli occhi… sento il cuore strano… la testa è leggera e il mio corpo è così… spossato, ma anche totalmente rilassato… non mi sono mai sentito così in tutta la mia vita… vedo alcuni raggi filtrare attraverso la tenda… dev’essere già mattino… sbatto gli occhi per mettere a fuoco la stanza e poi mi alzo a sedere sul letto… mi guardo attorno… non sento il suo profumo… e il posto vicino a me è vuoto e freddo… e mi rendo conto che…
“È stato solo un sogno… Clito… Syene… ho vissuto tutto in prima persona… prima il suo dolore e la sua tristezza e poi… lei che veniva da me… ed io che l’amavo… solo un sogno, ma così reale da pensare di averla amata veramente senza limiti…”
Mi accorgo che il tono della mia voce è così triste e amaro… sospiro… e poi mi arrabbio con me stesso…
Ma che razza di sogno ho fatto? Come diavolo ho potuto fare dei pensieri del genere? E proprio ora… quando tutto è così… triste… e doloroso… lei sta così male… soffre… si è chiusa in se stessa e non vuole neanche uscire dalla sua stanza… non fa altro che piangere… non ho mai visto soffrire così nessuno in tutta la mia vita, eppure… per la strada, di cose brutte e di persone che sono state male,ne ho viste tante… ed io, invece? Cosa faccio?… vado a fare sogni simili… ma che razza di cretino sono? Possibile che il mio desiderio di lei mi abbia offuscato a tal punto la mente?…
Da quando è iniziata tutta questa storia io non mi sento più quello di prima… mi sembra di essere un altro… sono confuso… tremendamente confuso… e poi, questo desiderio di lei… che mi ruba l’animo… sta diventando impossibile da gestire… mi ha fatto agire da sconsiderato… ed ora non credo di essere più in grado di stare al comando di questa missione… Françoise ha sbagliato… è stata troppo sicura di sé, ma io… come ho potuto fare una cosa simile?… spezzare così la teca… come ho potuto farlo? Potevo immaginarmelo cosa sarebbe successo e invece… ho voluto dimostrarle il suo errore… ma non ho pensato alle conseguenze… ero così accecato dalla rabbia e dalla gelosia che non ho voluto capire che mi voleva tenere fuori dalla missione solo per proteggermi… già… lei voleva solo proteggermi ed io invece… ho rischiato di farla uccidere… a me, ad Albert e a Seven non sarebbe mai successo niente di grave, ma lei… il suo corpo è per lo più umano e quindi così fragile… non ho pensato a questo… come posso essere stato così stupido? Così… idiota… come?… e solo poche ore prima… le avevo detto che l’amavo… se questo è stato il mio modo di amarla… allora ho fatto sempre bene a tenerla lontana da me…
Senza accorgermene, inizio a piangere… sento le lacrime scendere copiose lungo il mio viso… gli occhi mi fanno male… e piango di un pianto inconsolabile… non riuscirò mai a perdonarmi il male che le ho fatto… da quando ci siamo conosciuti è sempre stato così… le ho sempre fatto solo del male… non sono mai stato ragione di gioia nella sua vita, mai… tutte le lacrime che sto versando e che verserò non saranno mai abbastanza rispetto a quelle che lei ha pianto a causa mia…
Questa presa di coscienza mi rende così fragile… e inadeguato… sconsolato e impotente… come posso fare a rimediare, almeno in parte, ai miei errori? Almeno se riuscissi a farle tornare l’udito… se solo… potessi… ma come faccio? Neanche il dottore ci è riuscito, nonostante l’ultimo intervento a cui l’ha sottoposta l’altro giorno…
È stata un’operazione lunghissima… le ore più lunghe della mia vita… credevo di impazzire… sentivo la testa martellare in modo inaudito… pensavo che mi stesse per esplodere… ho anche spaccato una delle sedie, in un momento di completa follia… sì, follia... come la potrei chiamare?… io non ricordo… ho avuto un momento di vuoto totale… mi sono ripreso solo quando Jet ed Albert mi hanno afferrato per le braccia, urlandomi di calmarmi… quando ho ripreso coscienza di me, ho visto la sedia distrutta in non so quanti pezzi… ero stato io e non ricordo… non ho idea di quello che è successo… ma se ripenso ai volti sconvolti di tutti, di fronte alla mia reazione inconsapevole… mi spavento… avrei potuto uccidere qualcuno, senza che me ne accorgessi…
Faccio fatica a respirare… sento un dolore assurdo comprimermi la cassa toracica… mi alzo a fatica e vado in bagno… mi guardo allo specchio… sono l’ombra di me, in questo momento… mi odio… come non mi sono mai odiato… e con violenza tiro un pugno contro il mio riflesso sullo specchio… rompendolo in mille pezzi… proprio in quel momento, vedo l’acqua scendere dal rubinetto con impeto e riempire il lavandino fino a traboccare… Poseidone…
Istanti dopo, lo vedo comparirmi di fronte… il suo volto è scuro e adirato…
“Razza di idiota! Hai rischiato di ucciderla!” mi attacca con violenza, lanciandomi contro il suo tridente e sbattendomi contro il muro… cado riverso per terra… ha una potenza inaudita… un colpo del genere non l’ho mai sentito prima d’ora… sento il dolore pervadere ogni più piccola parte di me… mi mordo un labbro fino a sentire il sapore del sangue, per forzarmi a cacciare indietro un urlo di dolore… è furibondo con me… e come potrebbe non esserlo?… ma quello che mi fa più male non è il dolore inferto dal suo colpo… ma il fatto che ha ragione…
“Certo che ho ragione!” mi dice con disprezzo… mi ha letto nel pensiero… quella scoperta mi fa riprendere in qualche modo… tento di rialzarmi… ma faccio fatica… e questo mi da la conferma alla mia sensazione… il suo colpo, se non fossi stato un cyborg, mi avrebbe ucciso …
“Ora alzati…” mi intima con rabbia… come se fosse semplice!… forse non si è reso bene conto del colpo che mi ha dato…
“Lo so… è inutile che ti lamenti… so benissimo che colpo ti ho dato… ti avrei dovuto uccidere… ma mi sono trattenuto…”
Mi viene da ridere… si è anche trattenuto! glielo vorrei dire… ma tanto so già che me lo ha letto nel pensiero… e vedo il suo volto mutare espressione… la sua bocca incresparsi in un ghigno divertito… riesco a rialzarmi, ma vacillo… le gambe non riescono a tenermi e cado in ginocchio…
“Ecco… è così che devi stare… in ginocchio, davanti a me… prostrato di fronte al dio Poseidone… disgustoso essere umano… piega la testa! E non guardarmi in volto! Dopo quello che hai fatto non ne sei più degno!”
Non saprei descrivere la sensazione che sto provando, ma attraverso il tono della sua voce potrei toccare la sua rabbia nei miei confronti… è tangibile… abbasso la testa, ma non per quello che lui mi ha ordinato, ma perché ha ragione… anche se io non posso leggergli nel pensiero, posso immaginare quello che prova…
“Ti ho salvato dalla mia ira solo per un motivo… perché, per quanto paradossale sia, dopo quello che è successo… sei sempre l’unico che può difenderla… l’unico che può dare la vita per lei… è solo per questo che non ti ho ucciso…” rimane un attimo in silenzio ed io non provo neanche a rispondere…
“Ora conosci qual è la mia forza… fissala bene in mente… come monito per quello che hai fatto… ricordatelo, prima di commettere una tale sciocchezza la prossima volta!” la sua voce sembra un tuono fortissimo, che fa tremare le pareti del bagno…dovrei avere paura?… forse, ma non sono il tipo che si fa impressionare così facilmente… non l’ho mai fatto e non ho intenzione di iniziare ora…
“No… non me ne importa niente… non ho bisogno di fissare nella mente un bel nulla! La tua forza non mi fa paura e non mi impressiona… l’unica cosa che ho chiaro è la mia colpa… e il male che le ho fatto… solo quello!… il resto non mi interessa… e non me ne frega niente se mi ucciderai… perché se lo facessi… non faresti altro che alleviare le mie pene… quindi… se il tuo intento era quello di farmi paura… o incutere timore… hai fallito… di te… a me, non importa niente e mai importerà!… né tanto meno di quello che puoi farmi… l’unica cosa di cui mi importa è lei… l’unica cosa per cui vale la pena vivere è vederla felice… e se…” mi rialzo in piedi con una fatica mai provata, aggrappandomi ad un appiglio improvvisato “…e se arrivare in fondo a questa missione potrà renderla minimamente felice, lo farò per lei… raccoglierò quei maledetti simboli… uno ad uno… sputando sangue… distruggendo ogni parte di me… e dandole anche la vita, se necessario! Non so come, ma te lo assicuro… e lo giuro a me stesso… che lo farò e la proteggerò! Non le succederà mai più niente! Mai!” urlo con tutto il fiato che ho e rialzo il volto verso di lui, in segno di sfida… deglutisco a fatica, il dolore non mi da tregua… e poi, vedo la sua espressione cambiare mentre muove il tridente verso di me…
Forse è la mia fine… non ho paura… no… nessuna paura… mi fa solo male… perché non le ho potuto dire addio… perché non le ho chiesto perdono per il male che le ho fatto… e mentre vedo una luce circondare il tridente e poi dirigersi verso di me, chiudo gli occhi e rivedo il suo volto… dalle labbra mi sfuggono solo alcune parole… perdonami Françoise…
È strana la sensazione che sento… non è dolore… credevo che il colpo che mi avrebbe inferto mi avrebbe procurato molta sofferenza… invece, è… qualcosa di molto vicino ad una carezza… un alone di calore che mi circonda… per un attimo penso che… forse è il limbo… già, non merito neanche l’inferno per quello che ho fatto… e continuo a sentirmi leggero… come una piuma e poi sento la voce di Poseidone…
“Tu non mi ascolti… sei così pieno di te, che non abbassi la testa e lo sguardo neanche di fronte ad un dio, ma solo… di fronte alla donna che ami… solo a lei… hai chinato il capo solo al suo pensiero e alle tue colpe nei suoi confronti… solo per quello lo hai fatto…” tace di nuovo…
“Ti avevo già detto che non ti avrei ucciso… almeno non ora… ho ancora bisogno di te… lei ha bisogno di te… è per questo che vivrai…”
Riapro gli occhi e mi vedo in piedi di fronte a lui… non sento più dolore e non faccio più alcuna fatica a reggermi sulle gambe …
“Ti ho guarito… ed ora… guarisci lei…”
Questa volta lo guardo con aria perplessa e non capisco… io non ho la facoltà di farlo… io non posso… non c’è riuscito neanche il dottore…
“Continui a non ascoltare…” mi guarda con rimprovero “…mi chiedo cosa trovi di tanto speciale in te, per amarti così tanto!… e come se non bastasse… anche Clito pensa che tu sia importante… ha sfidato perfino il mio volere per chiamarti in loro aiuto…” silenzio “…il sogno di stanotte… era lei… si è introdotta nel tuo sonno e ti ha mostrato la strada… quello che devi fare per farle riacquistare l’udito… ovvero, andare da Eleni… è l’unica che la può aiutare…” nella sua voce sento un certo nervosismo ed anche fastidio… fissa i suoi occhi nei miei… e capisco che sta per dirmi qualcosa…
“Il sogno… di stanotte… sappilo: mi ha mandato su tutte le furie… non voglio che tu la sfiori mai più… ho sorvolato sui baci che le hai rubato, ma… non provare ad avvicinarti a lei nuovamente… non la devi toccare… la sua innocenza… non ti appartiene… ricordatelo… resta comunque la mia Clito… anche se sono due entità separate… hanno lo stesso corpo… non sfidare più l’ira di un dio… lo hai già fatto abbastanza… e per ora ti è andata bene, ma… potrei sempre cambiare idea, sulla tua utilità nella nostra missione…”
E allora capisco… la sua rabbia di prima… era sì, dettata da quello che avevo fatto, ma era qualcosa di molto più viscerale quello che gemeva nel suo cuore… anche se è un dio… alla fine… prova gelosia come me e il resto degli esseri umani… quella era la rabbia di un uomo geloso…
Mi guarda… so che ha letto i miei pensieri, ma non dice niente… sa che è la verità… e che ho capito benissimo la sua reazione… d’altronde, chi tace acconsente… e poi, lui non ammetterebbe mai che prova gelosia nei miei confronti… almeno, non direttamente…
“Fai quello che ti ha detto Clito… portala a Syene… il prima possibile… non indugiare oltre… e compi il mio volere…”
“Il tuo volere?… te l’ho già detto… neanche tu ascolti… non me ne importa nulla… è solo lei che conta…” non so perché gli rispondo con questa baldanza e mi accorgo che suscito in lui ulteriore rabbia… nei suoi occhi vedo brillare la luce dell’odio… ma è solo un attimo… perché i suoi occhi tornano limpidi e anche la sua espressione si distende…
“Ora vai… e fai quello che devi fare…”
“Aspetta un attimo…” mentre gli parlo, ho la sensazione che l’ energia che prima mi ha investito, mi abbia non solo rinvigorito fisicamente, ma anche mentalmente… perché mi sembra di essere tornato in me… sento di nuovo vive nel mio corpo lucidità e determinazione… è come se ora avessi quella chiarezza che avevo perso…
“Hai guarito me… perché… non la guarisci tu?… lo potresti fare… ne sono sicuro…”
Mi guarda e sorride compiaciuto…
“Non sei così stupido… forse, Clito ha ragione ad averti chiesto aiuto… anche se non la perdonerò così facilmente… la scelta che ha fatto per indicarti la strada… è molto discutibile… e irrispettosa nei miei confronti, ma… in fondo… va data anche una piccola ricompensa al cane che obbedisce al padrone…” ride… sto per chiedergli cosa volesse dire con quel discorso… ma non faccio in tempo che mi risponde… “…hai assaggiato il suo sapore… in sogno, ma l’hai assaporato… ed è l’unica cosa che avrai… solo un sogno… perché non ti spetterà altro… sarà il mio corpo ad averla e a bagnarsi del sangue della sua innocenza… sarò io a sentire le sue grida di piacere e non tu… e sai perché?… perché sono un dio… ed io ho il potere… cosa che tu non hai…” di nuovo il suo ghigno ironico…
“È vero… potrei guarirla… in un attimo se solo volessi… se solo volessi però!…”
“Che vuoi dire? Perché non lo vuoi fare?… se dici di amarla tanto… se blateri tanto… fallo!”
Mi sorride di nuovo, questa volta mal celando la sua disapprovazione nel mio tono irrispettoso…
“No… assolutamente no… perché dovrei farlo? Perché dovrei togliermi il piacere di vedere il suo volto… quando la porterai da Eleni… e lei le farà riacquistare l’udito?… Sarà felice… come non mai… perché sarai tu a tirarla fuori dal buio in cui è precipitata… ti sarà grata per la vita per quello che hai fatto per lei… e il suo cuore batterà ancora più forte per te… il suo amore brucerà ancora di più… e forse… la attraverserà il pensiero di concedersi a te… ma questo, solo per poco… perché tu le dirai la verità… le svelerai le tue colpe… sarà più forte di te e glielo dirai… e allora… potrò assistere alla tua disfatta… sul suo viso si dipingerà il disprezzo per quello che le hai fatto… perché… tu sai… che sarà così… non riuscirà ad accettare cosa è successo… cosa hai fatto… e le spezzerai il cuore per l’ennesima volta… sì, per l’ennesima volta frantumerai i suoi sogni… spazzerai via ogni sua speranza… ed io… l’avrò tutta per me…”
Lo guardo sconvolto… sono atterrito… perché so che ogni parola che lui ha detto è vera… il suo piano è diabolico… se non fosse un dio, penserei alla personificazione del male… con voce tremante e non so con quale forza apro bocca…
“Perché?… hai detto che sono due entità separate… allora perché vuoi anche lei? Perché?” alzo gli occhi verso di lui…
“Perché… è vero che sono due enti separati ma… il corpo è il medesimo… l’aspetto pure… perché dovrei rinunciare ad avere anche lei?…”
“Perché lei non ti ama!” la mia voce esce come un grido strozzato…
“Forse no… o forse ancora no… ma pensi che continuerà ad amare te?… dopo quello che le dirai?… o forse preferirà le braccia di qualcun altro, che non le ha sempre spezzato il cuore… e che le può dare tutto… al contrario di te…”
Quello che mi dice è uno schiaffo morale… un pugno nello stomaco… una ferita in pieno petto…
“Tu sei convinto… che io glielo dica, ma… se non lo facessi… e se fossi scorretto come… te?…”
Mi sorride ironico…
“Sei sicuro di riuscire a fingere? Di essere così bugiardo?… di sorvolare su questo piccolo particolare quando l’avrai tra le braccia?…” mi ride in faccia “…no… non sei il tipo… tu sei il paladino senza macchia… l’eroe della storia… quello che darà la vita per la bella principessa in pericolo… ma… per tua sfortuna… hai contro un dio e alla fine… la tua ricompensa non sarà la bella fanciulla… ma solo l’aver compiuto il tuo dovere…” ride… ride… e se ne va così… lasciandomi da solo… immerso nella mia disperazione… l’unica cosa di cui ero sempre stato sicuro era che non gliel’avrei lasciata… che non gli avrei permesso di portarmela via e invece… proprio io… gliel’ho consegnata su un piatto d’argento…
Chiudo gli occhi e poi porto una mano alla bocca e soffoco l’urlo di dolore che esce dal profondo della mia anima…
Il mondo ha tutto un altro aspetto da quando non sento più… è tutto così… privo di vita… ho addirittura la sensazione che abbia perso colore… mi sembra di vedere in bianco e nero… forse sto perdendo anche la vista… o forse… la mente… Clito mi fissa con occhi tristi dallo specchio a mano… non sono stata io a chiederglielo… è stata una sua scelta… da quando mi sono risvegliata dall’ultima operazione… che non ha dato alcun risultato… mi è rimasta accanto… non si è più mossa da lì… mi guarda… silenziosa… non mi dice nulla… percepisce e sente il mio dolore… la mia disperazione… ma sa che anche solo la sua presenza mi è d’aiuto… ora come ora… preferisco non avere i ragazzi vicino… lo so… può sembrare egoista, ma… ora proprio non ci riesco…
E mentre penso a loro e ai loro volti preoccupati per me, mi sento stringere il cuore, perché so che loro continuano a volermi bene e soffrono da morire per quello che mi è successo… nonostante tutto quello che ho fatto… nonostante io sia solo una fonte continua di guai per tutti… quanto dolore sto procurando a chi mi vuole bene?… tanto… troppo… mentre io non vorrei… non vorrei mai far loro del male…
Mi bruciano gli occhi… non riesco a smettere di piangere… è troppo doloroso… ma ad un certo punto vedo Clito sorridermi… e muovere la bocca… sta tentando di dirmi qualcosa… ma riesco a leggere dalle sue labbra solo una parola… Joe…
Non mi accorgo della sua presenza… fino a quando la luce non mi colpisce in pieno volto… stringo gli occhi… è troppo forte per me, che sono giorni che la intravedo solo debolmente, tramite le tende… riapro a fatica le palpebre, mettendo a fuoco e guardo verso la finestra… in piedi, vicino ad essa, c’è Joe… ha tirato le tende e aperto i vetri… viene verso di me e mi guarda… anche se non parla, il suo sguardo è carico di emozioni… mi prende una mano… il suo tocco è così leggero... sembra quasi che abbia paura di farmi male… si porta le mie dita alle labbra… mentre le sfioro, le sento così calde e morbide e involontariamente mi torna in mente il bacio che mi ha dato… e mi sento arrossire… vorrei allontanare la mano… quel contatto mi intimorisce e mi agita… mi dà emozioni che ora non so gestire… ma lui la trattiene e comincia a parlare lentamente… in modo che io capisca…
Non so se sto fraintendendo tutto, ma… lui dice che sa come potermi far tornare l’udito… mi parla di una certa Eleni… di Syene… il mio sguardo deve essere eloquente, perché… lo vedo sorridermi teneramente e subito dopo accarezzarmi la guancia, scostandomi una ciocca di capelli dal volto… pronuncia altre parole… ma di queste sono sicura… mi dice… fidati di me…
Lo guardo e annuisco debolmente… io ho fiducia in lui… ne ho sempre avuta… perché non dovrei farlo?… cerco la sua mano e gliela stringo… sembra strano… in questi giorni ho rifiutato il contatto con tutti, ma ora… che lui è qui… mi sento improvvisamente così bene… è come se potessi sentire il suo calore che mi circonda e mi avvolge… ed è così bello… non so perché, ma qualcosa in me mi spinge ad avvicinarmi a lui… chiudo gli occhi e lo bacio timidamente… sento le sue labbra sulle mie… è esitante… molto esitante… ma poi risponde al mio bacio… prima dolcemente e poi con passione… sento il suo cuore battere sempre più velocemente sotto la mia mano, appoggiata al suo torace… mi perdo in quelle emozioni così forti e mi sento completamente stordita, quando lui si stacca da me… respira a fatica… gli occhi lucidi e il volto stravolto… ma percepisco qualcosa di strano in lui… è solo un momento però… ho la sensazione che si sia imposto di staccarsi da me… di allontanarsi da quel bacio… che invece avrebbe voluto prolungare… ma probabilmente è solo una mia stupida impressione… probabilmente, sono solo io… che desideravo prolungare quel dolce momento… per questo mi riprendo e, controvoglia, mi stacco da lui e vado a prepararmi…
Siamo solo io e lei… su una jeep… in direzione Syene… attuale Assuan… prima di partire, ho parlato con il dottore e l’ho rassicurato della mia decisione… gli ho spiegato che Clito mi è venuta in sogno e mi ha parlato di questa sacerdotessa… Eleni… ho tralasciato i dettagli del sogno… sarebbero stati alquanto imbarazzanti da spiegare… ammetto che sono sembrato poco coerente nei miei discorsi, ma quando mi sono precipitato da Gilmoure… non avevo minimamente pensato come raccontargli il sogno… ed è venuta fuori un’accozzaglia contorta, che il dottore ha fatto fatica a comprendere… ma che, forse, ha interpretato come mia agitazione e concitazione per la notizia… e ripensandoci, dev’essere stato così, perché piangeva dalla gioia, mentre sentiva le mie parole…
È stato decisamente più difficile convincere tutti a mandarmi solo con lei… Jet era contrario e anche Albert si è opposto, ma alla fine hanno ceduto alla mia richiesta… e ora siamo qui… ancora pochi km e saremo a Syene…
Involontariamente, il mio sguardo si sposta su di lei… la guardo… tiene la testa bassa e gli occhi chiusi… e stringe al petto lo specchio di Poseidone… sembra che stia pregando… e forse lo sta facendo…
Mi concentro di nuovo sulla strada… ma mi è impossibile non ripensare al suo bacio… è stato così dolce e caldo… e poi, così doloroso… quando ho dovuto staccarmi dalle sue labbra…
Poseidone aveva ragione… non ci riesco… non riuscirò a nasconderle la mia colpa… a mentirle… a far finta di niente… quando ho percepito la sua fiducia in me… quando l’ho sentita abbandonarsi al mio desiderio… ho sentito il cuore spezzarsi in mille pezzi… e la mia responsabilità opprimermi… schiacciarmi come un masso…
Tento di scuotermi da quelle emozioni… non è il momento… devo prima trovare questa sacerdotessa e far riacquisire l’udito a Françoise e poi… e poi… ci penserò…
In fondo alla strada comincia a delinearsi il profilo di Assuan… ci siamo…
Alzo gli occhi e la vedo… è Assuan… qui, dimora Eleni… una sacerdotessa dell’antico Tempio di Poseidone… se ho capito bene quello che Joe ha tentato di spiegarmi, lei ha memoria delle sue vite precedenti e saprà riconoscermi… o meglio, riconoscerà Clito… probabilmente, saprà già tutto… se ha un tale potere, non dovremo neanche spiegarle nulla e forse… lei ci potrà aiutare per la nostra prossima ricerca e indirizzarci sulla strada da seguire e forse… lei saprà spiegarmi qualcosa di più su di me e Clito…
Non sappiamo dove sia la sua dimora, ma Clito ci aiuterà… quando saremo vicini a lei, mi indicherà la strada... ma per ora… dobbiamo girare alla cieca per le strade di Assuan… sperando di avvicinarci il più possibile…
Dopo aver cercato a vuoto, in lungo e in largo per la città… lo specchio comincia a pulsare e così pure il simbolo sulla mia spalla… faccio subito segno a Joe di fermarsi… e lui lo fa senza esitare… scendo dall’auto e lui mi segue… non siamo proprio nella parte più ricca della città e vedo Joe guardarsi intorno con sospetto…ma sono sicura… siamo sulla strada giusta… e arriviamo fino ad una casa… leggermente isolata dalle altre e proprio a ridosso del Nilo… tanto che basterebbe veramente poco per toccarlo… mi sento agitata… impaurita… emozionata… e non so più quante altre cose… ma tutto questo vortice di sensazioni, si interrompe appena vedo aprirsi la porta della casa di Eleni…
Non mi piace dove siamo finiti… siamo nei sobborghi di Assuan e spero tanto che Clito non si sia sbagliata a portarci fino a qui… mi guardo attorno con circospezione… fino a quando non ci troviamo davanti ad una casa e vedo Françoise fermarsi… la guardo… forse ci siamo…
La porta di fronte a noi si apre e da questa esce Eleni… sì, è lei… ne sono sicuro… riconosco la sua figura… è la stessa donna che ho visto nel sogno… nello specchio di Clito… ricordo ancora così distintamente ogni particolare del sogno… come se tutto fosse accaduto veramente…
La vedo venirci incontro…
“Vi stavo aspettando… entrate…”
Prendo Françoise per la mano… non so perché, ma sento il bisogno di farlo… è un po’ perplessa, ma non si oppone e poi me la stringe forte… e andiamo… alla volta del nostro destino…
Ci fa accomodare… la casa non è molto grande… è semplice… ma gli oggetti che ci sono, sono molto particolari… direi cimeli dell’antica Grecia… probabilmente,alcuni sono di grande valore… do uno sguardo attorno… alcuni oggetti riportano il simbolo di Poseidone… e la cosa mi disturba, anche se non so bene il perché… vedo Eleni che mi guarda e poi guarda lei… e ancora si sofferma sulle nostre mani unite… il suo sguardo è imperscrutabile… non posso immaginare ciò che pensa, ma… non credo che approvi, anche se…
“È uguale a Clito… sono due gocce d’acqua… anche lo sguardo è lo stesso… limpido e innocente… ma carico di passione…”
Le sue parole non mi fanno piacere… anzi, mi risultano fastidiose… quel continuo paragonarla a lei… possibile che nessuno lo veda quanto sono diverse? Solo io me ne accorgo?…
“E tu … saresti il prescelto quindi…” sposta il suo sguardo su di me e io non capisco cosa voglia dirmi…
“Lui non approva… ma lo deve accettare…” dopo queste sue ultime parole capisco… Poseidone e il fatto che lui abbia scelto me, per proteggerla… anche se avrebbe preferito farne a meno… sospiro… e poi mi accorgo che Françoise mi guarda interrogativamente… le sorrido per tranquillizzarla… probabilmente, non riesce a seguire i nostri discorsi… e questo mi riscuote, riportandomi alla mente il vero motivo per cui siamo lì… così mi faccio coraggio…
“Eleni… tu puoi aiutarla?… intendo…”
“Sì… posso farlo…”
Inconsciamente sorrido di gioia… mentre vedo il suo sguardo farsi serio…
“Questa notte… andremo sul Nilo… e le farò recuperare l’udito, ma… avrò bisogno di te e del tuo aiuto…”
Annuisco e senza accorgermene stringo la sua mano… mi volto verso di lei… e come stamani porto le sue dita alla mia bocca e cerco di scandire parola per parola, in modo che capisca… forse sono troppo agitato per la situazione e faccio fatica a farmi capire… non so perché, ma mi torna in mente il sogno… lei comunicava con me disegnando sul palmo delle mano… così provo… forse è più semplice e improvvisamente vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime di felicità… ha capito quello che le ho detto… e mi getta le braccia al collo, abbracciandomi di gioia…
E ora… si tratta di aspettare solo poche ore… presto scenderà la notte… e tutto si risolverà… anche se questo significherà implicitamente… dovermi allontanare da lei… in un modo o in un altro…
Parte 8
Scendo lentamente le scale per raggiungere la piccola cucina della casa di Eleni… ho lasciato Françoise riposare per un po’… stanotte dovrà affrontare una prova alquanto difficile… almeno così mi ha detto la sacerdotessa, anche se non mi ha spiegato proprio tutto… preferisce che veda con i miei occhi questa notte stessa…
Sono un po’ preoccupato… sospiro profondamente, completamente assorto nelle mie riflessioni, quando sento la voce di Eleni provenire dalla cucina…
“Sento il rumore dei tuoi pensieri…”
Mi affaccio sullo stipite della porta… lei è seduta compostamente al tavolo… tra le mani una tazza di… tè forse? Non saprei dire… mi osserva con uno sguardo limpido e mi invita a sedermi… in quel momento mi accorgo che un’altra tazza con un liquido fumante dentro si trova di fronte a lei…
“Entra ragazzo… non stare in piedi sulla porta… ti ho preparato una tisana calda…” mi dice maternamente...
Notando la mia esitazione, si alza e dopo essersi avvicinata alla sedia dall’altra parte del tavolo, la scosta delicatamente, rinnovando il suo invito a sedermi…
A questo punto acconsento alla sua richiesta… questa donna mi intimorisce un po’… all’apparenza sembra la classica nonnina buona della favola di Cappuccetto rosso, ma… sarà davvero così? Sarà in grado di aiutarci? Faremo bene a fidarci di una perfetta sconosciuta? Sa che cosa vuole realmente Poseidone? È d’accordo con lui?... la sua voce serena interrompe il flusso dirompente dei miei pensieri…
“No…”
Non capisco…
“Come?” le rispondo…
“La risposta alla tua ultima domanda… è no…” mi ha letto nel pensiero? “…non approvo le azioni del signore dei mari… ma è il mio dio e, in quanto grande sacerdotessa del suo tempio, gli devo obbedienza…”
Rimango in silenzio… lascio che parli per cercare di comprendere meglio…
“Figliolo caro… gli dei ci sembrano grandi e potenti, ma in fondo si comportano proprio come noi… e, a volte, sembrano proprio dei bambini capricciosi che avrebbero bisogno di una bella sculacciata…”
Per un attimo mi passa nella mente l’immagine di Poseidone percosso in quel modo da Eleni e mi sfugge un sorriso…
L’anziana donna sorride a sua volta...
“Tu sei un bravo ragazzo… hai buon cuore… e l’ami moltissimo… in voi due rivedo lo stesso amore, la stessa forza d’animo, la stessa passione che ho conosciuto in Clito e nel mio dio…”
Dopo un lungo silenzio, decido finalmente di parlare…
“Non voglio perderla… ma è quello che succederà purtroppo…”
Eleni alza la mano come a voler scacciare un insetto fastidioso, dicendo tranquillamente: “Sciocchezze!... non succederà… lui non l’avrà mai te lo assicuro…”
Spalanco gli occhi… come fa a dire questo?... come?... forse lei…
“Ma… tu… vedi anche il futuro?” le chiedo… quasi speranzoso, perché se ha affermato quello che ha detto poco prima, vuol dire che sa bene quello che dovrà accadere…
“Eh già…” mi risponde sorridendo…
Involontariamente, stringo più forte la tazza che ho tra le mani, quando lei mi ferma…
“Non fare così, altrimenti finirai per romperla… piuttosto… bevi, prima che si raffreddi tutto…”
Detto questo, Eleni si porta la sua bevanda alla bocca, sorseggiandola lentamente… io seguo il suo esempio… anche se non sono altrettanto sereno…
“Buona vero?... è una tisana ricostituente… ti aiuterà ad affrontare il rituale di questa notte… l’ho fatta bere anche a Françoise prima…”
Sono impaziente di sapere di più sulle sue visioni del futuro… lei capisce quello che vorrei domandargli…
“Non posso dirti altro figliolo… non posso svelarti i piani del fato, onde evitare di influenzare le tue decisioni…” il mio volto deluso vale più di mille parole “…ma posso aiutare entrambi molto più di quanto tu possa aspettarti…”
In me si accende una scintilla di speranza nell’ascoltarla ora…
“Questa notte… con il volere e la benedizione del fato… Françoise avrà indietro il suo udito… e se stessa…”
Non riesco a crederci… è davvero possibile?
“Puoi farlo?”
“Sì… voglio separare lo spirito di Clito da quello di Françoise… ed il tuo aiuto mi sarà indispensabile…” vorrei saperne di più, ma lei mi ferma “…ma ogni cosa a tempo debito… adesso va’ a riposare anche tu… una prova molto impegnativa ti aspetta… va’ e placa la tua mente…”
Mi accompagna maternamente alla porta, indicandomi la mia stanza…
Va’ e placa la tua mente…
Come se fosse facile…
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Ci siamo… il momento è giunto… ci troviamo sulla riva del Nilo, dove Eleni ha predisposto un piccolo altare che affonda le sue gambe nell’acqua per metà della loro lunghezza… sopra di esso ha poggiato lo specchio di Françoise, una piccola coppa d’argento e… quello che mi spaventa di più… un pugnale anch’esso d’argento, con una lama affilatissima… sembra uno di quei coltelli usati nelle antiche cerimonie sacrificali… per questo motivo sono preoccupato, ma Eleni mi tranquillizza immediatamente…
“Non serve a quello che pensi… cerca di rilassarti ora…”
Detto questo, io e Françoise la osserviamo mente entra nel fiume e raccoglie l’acqua con la coppa, dopodichè torna verso l’altare poggiandovi il contenitore, incrocia prima le braccia al petto in una preghiera silenziosa e poi le alza al cielo mormorando solennemente:
“Oh grande Poseidone, potente dio dei mari e delle tempeste, vieni in aiuto della tua schiava… dalle la forza per compiere la sacra cerimonia!”
Françoise mi stringe improvvisamente la mano… la osservo… la sua espressione è tesa e appare turbata… ha paura… come darle torto? Poi mi accorgo che il simbolo sulla sua spalla inizia a pulsare…maledetto marchio!...
Eleni si avvicina a noi con la coppa argentata tra le mani e la porge a Françoise, invitandola a berne il contenuto… la vedo esitare… mi guarda come a chiedere aiuto… io annuisco per incoraggiarla e allora lei ingoia tutto d’un fiato il liquido, quasi soffocando…
A questo punto, l’anziana sacerdotessa poggia le sue mani sulle orecchie di Françoise, sussurrando parole in greco antico… dopo un momento che pare un’eternità, Eleni abbassa le mani ed in silenzio si dirige nuovamente verso l’altare… torna da noi con il pugnale nella mano destra e lo specchio nella sinistra… si rivolge a me con tono autoritario…
“Adesso Joe… sorreggila…” mi dice indicando Françoise…
Lei non capisce, allora le prendo una mano per far sì che riesca a leggere dalle mie labbra… fidati, preferirei morire piuttosto che farti del male…
Annuisce e mi sorride… così fiduciosa… fiducia che sento di non meritare fino in fondo…
Eleni prende la sua piccola mano, voltandola in modo da poterne vedere il palmo, e infila velocemente il pugnale in quella che dovrebbe essere la «linea della vita», una piega che spicca rispetto alle altre sulla pelle… il movimento è stato talmente rapido che lei non se n’è neanche resa conto… dal piccolo taglio fuoriesce qualche goccia di sangue… Eleni è molto svelta… lascia cadere il pugnale a terra, afferra la mano di Françoise e la poggia sullo specchio… vedo il suo sangue sporcarne il vetro, ma è un istante perché improvvisamente Françoise viene scossa da violente convulsioni, mentre lo specchio si illumina di un’accecante luce bluastra…
Sento Eleni gridarmi: “Sostienila! Non deve spostare la mano finché tutto non sarà concluso!”
Non è così semplice… la crisi è talmente feroce che mi sento mancare le forze… per fortuna dura tutto pochi secondi, dopodichè Françoise si accascia svenuta tra le mie braccia… la sollevo e interrogo disperatamente Eleni con lo sguardo…
“È finita…” mi dice “…è andato tutto bene… lo spirito di Clito è passato nel suo stesso specchio… il suo udito tornerà nel giro di qualche ora… adesso lei è libera…”
Mai parole in vita mia sono state tanto meravigliose!...
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Adesso lei è libera…
Siamo tornati al Dolphin da Assuan un paio di giorni fa… è tutto tranquillo per adesso…
Lei è libera…
Françoise ha recuperato l’udito grazie all’intervento di Eleni…
Libera…
Sarà vero?... la sacerdotessa mi ha detto tutto realmente o mi ha nascosto qualcosa?... né Poseidone, né Clito hanno fatto la loro comparsa in questi due giorni…
Françoise sembra essere tornata quella di prima… anche se… dalla notte del rituale non abbiamo più avuto modo di parlare in privato… c’erano sempre gli altri insieme a noi… ed io invece avrei voluto restare da solo con lei… ho bisogno di spiegarle… devo spiegarle e poi… ho bisogno di sapere… se mi ama… oppure no… quando le ho confessato i miei sentimenti e l’ho baciata, lei mi ha allontanato… sapevo che in quel momento non era in sé… ma ora… Clito non fa più parte di lei… da quando sono state separate, sul corpo di Françoise è sparito anche il marchio di Poseidone… tuttavia… lei non si è più avvicinata a me… e forse me lo merito dopo tutto quello che le ho fatto passare…
Mi alzo furiosamente dal letto, gettando il cuscino dall’altra parte della stanza…è notte fonda e non riesco a dormire… sono troppo nervoso… invece dovrei essere più padrone di me stesso, visto che domani andremo ad Abu Simbel alla ricerca del prossimo oggetto… e sicuramente il mancato sonno non mi farà essere lucido…
A questo punto pensavo che non ci sarebbe stato bisogno di continuare la missione, ma Françoise si è rifiutata di abbandonarla…
“Non posso… non voglio… devo comunque arrivare alla fine di questa storia…”… così mi ha detto ed io e gli altri non abbiamo voluto contraddirla… era molto determinata ad andare fino in fondo…
Improvvisamente, nel silenzio assoluto, sento la porta della mia stanza che si apre… è lei… entra quasi senza fare rumore e richiude velocemente la porta dietro le spalle… rimane per un po’ appoggiata ad essa… a testa bassa… inspira a fondo e poi, dopo un momento che sembra non finire mai, alza gli occhi e mi fissa… probabilmente neanche lei riesce più a dormire bene… il suo sguardo è stanco e… intimorito? Preoccupato?… ho la sensazione che sia agitata…
“Françoise… ti senti male?” le chiedo con ansia… in fondo non è mai guarita… soprattutto la sua mente… tutto quello che le è successo l’ha provata molto…
Lei non risponde… abbassa di nuovo lo sguardo… chiude gli occhi e deglutisce a fatica… è come se cercasse la forza di fare qualcosa che la spaventa… la vedo chiudere la porta a chiave… le mani le tremano e qualcosa di non ben definito mi si rimescola all’altezza dello stomaco…
Rialza lo sguardo verso di me… i suoi occhi azzurri brillano ora di una luce nuova, intensa e calda… la osservo… i suoi capelli biondi… il suo naso… le sue labbra rosse e tremanti…
“Françoise…” la chiamo impercettibilmente e la vedo che si morde un labbro… quel piccolo gesto contribuisce ad agitarmi… tanto da sentire il sangue scorrere velocemente e la testa girare…
Si avvicina a me… lentamente… ma con una sensualità che mi sconvolge l’anima… circonda il mio collo in un abbraccio tenero e dolce… mi bacia… e il suo profumo mi inebetisce… il suo sapore delicato sulle mie labbra è qualcosa di magico e meraviglioso… allontana la sua bocca dalla mia… ed io ho la stessa sensazione che si prova quando si toglie l’acqua alle labbra arse dal sole…
“Ti amo anch’io Joe… ti ho sempre amato…” mi sussurra a fior di labbra… e sento il mio cuore esplodere letteralmente… ecco la risposta che ho tanto atteso… non serve spiegare altro… non servono giustificazioni… è tutto quello che voglio sapere…
Poi, con un solo movimento della lingua incendia quel bacio prima così casto e innocente ed io mi sento bruciare dal desiderio di averla… le sue dita si immergono nei miei capelli e per un istante, solo per un istante, li stringono in un vago segno di possesso… mi piace Françoise… mi piace da morire…
Mi accarezza sulle spalle… le braccia… ed i brividi mi assalgono prepotentemente… poi, le sue dita si fermano sull’orlo della mia maglietta e, mentre inchioda le sue iridi nelle mie, mi libera di quel capo con desiderio, gettandolo con noncuranza sul pavimento… i suoi gesti sono dettati dalla passione... sta seguendo il suo istinto e questo mi fa impazzire… la sua inesperienza mi risulta totalmente inebriante e magnetica…
Mi bacia di nuovo… sento distintamente il mio sangue convogliare tutto in un unico punto… ormai è visibile anche dall’esterno ciò che mi sta succedendo… ciò che mi sta provocando… la sento gemere impercettibilmente quando sente il mio desiderio sfiorarla…
Ti voglio… è l’unica cosa a cui riesco a pensare… è l’unica cosa che mi sta investendo corpo, testa e cuore con una tale forza e intensità da impaurirmi quasi…
Lentamente mi spinge verso il letto, allontanandosi da me e riscuotendomi leggermente da quella confusione totale, ma… sono solo poco istanti perché… in piedi davanti a me, la vedo flettere leggermente il busto in avanti e togliersi contemporaneamente i pantaloncini del suo pigiama e gli slip… rimango senza fiato e questa volta cado nella confusione assoluta, in una tempesta di emozioni che mi fa quasi male…
Dal suo sguardo capisco che si vergogna un po’… ma si avvicina di nuovo a me… mi bacia e finisce di spogliarmi… prima i pantaloni… e poi le sue dita si insinuano nei boxer per togliermeli, sfiorandomi la pelle… quel contatto è così sensuale che ardo di un desiderio sconvolgente, tanto che tremo e non riesco a muovermi…
“Françoise…” mormoro con voce roca… mentre mi spinge a sdraiarmi sul letto…
“Sshh… non dire niente…” sussurra sull’orlo dell’imbarazzo, mentre la vedo salire e mettersi sopra di me “…ti prego… non dire niente…” la sua voce è quasi un lamento di piacere e timore…
Sono totalmente in balia della sua innocenza… non mi era mai successo prima d’ora…
Ed è così che… senza farselo davvero chiedere dal mio desiderio, si solleva con grazia e sensualità su di me… mi avvolge e mi spinge dentro di lei… fino in fondo… fino a farsi male… rimango senza fiato… stordito e impreparato a quell’emozione così nuova e dolce… sento la sua innocenza bagnarmi e volare via con la mia mente e il mio cuore… reclina la testa all’indietro e chiude gli occhi…
Lo so che ha provato dolore, anche se dalla sua bocca non è uscito alcun suono… me lo dicono le sue sopracciglia corrucciate ed i muscoli contratti delle sue gambe… i palmi aperti delle sue mani calde premono sul mio torace… tremano impercettibilmente… vedo la sua bocca contrarsi poi in una piccola smorfia e rimanere così, ferma… so che si deve abituare a me, ma sento il mio desiderio pulsare forte, tanto da riscuotermi da quello stato e liberare le mie mani da quella specie di torpore che le aveva bloccate e lasciarle poi scivolare lungo i suoi fianchi… ma lei le prende, portandosele al volto e sussurrando un dolce: “Ti amo… ti amo, amore mio… ti amo…”
E il fuoco brucia… fino alla più completa perdizione… all’annientamento… alla follia…
“Joe…” si lamenta, non appena inverto le posizioni ed inizio a muovermi in lei, lentamente… come lentamente le mie dita l’accarezzano, spostandole prima i capelli dietro le orecchie e scorrendo poi lungo tutto il suo collo…
E ancora le spalle, le braccia, l’addome… guardarla illuminata dalla luce fioca della luna è qualcosa di straordinario…
Ormai dominato dall’istinto, le tolgo velocemente la maglietta… tutto deve sparire… ogni barriera… ogni restrizione… voglio sentirla mia senza limiti…
Istintivamente si copre con le mani, ma io le prendo e le porto di nuovo intorno al mio collo, entrando ancora di più in lei e sentendo i suoi seni premere contro il mio torace… inarca la schiena… e poi la sento gemere e invocare il mio nome…
Non potresti mai neanche immaginare quanto ti senta mia in questo momento, amore mio…
“Joe…” tenta di non gridare ad ogni mio movimento… ma francamente non mi interessa affatto che gli altri possano sentirci “…non lasciarmi sola… non lasciarmi sola…”
Piccole e calde lacrime le scorrono sulle guance… lacrime che tolgo dal suo bellissimo viso con le mie labbra…
“No… non lo farò mai più…” la mia voce è un sussulto quasi doloroso… continuo a muovermi e le mie spinte diventano sempre più veloci e profonde, ho perso totalmente il controllo… il suo respiro è affannoso… mentre sento il suo corpo percorso da spasmi di piacere che alimentano il mio…
Stesa sul letto… i capelli dorati sparsi qua e là… il suo corpo marchiato dai miei baci… i suoi gemiti, ormai non più controllati, riempiono la stanza e la mia mente… fino all’unione finale… sento le sue unghie affondare nella mia pelle e soffocare un grido nell’incavo del mio collo... io non riesco a controllarmi e mi sfugge un gemito sonoro mentre il mio piacere fluisce in lei, mescolandosi al suo… e placando questa passione devastante…
E solo allora mi accorgo che questa volta… non è stato un sogno…
Parte 9
Le tue azioni si ripercuoteranno sul futuro… e per il frutto del suo ventre dovrai prendere decisioni molto importanti…
Quando mi sveglio è già giorno… e nella testa mi si aggirano strane parole… è come se una voce me le avesse sussurrate nel sonno…
Metto a fuoco la stanza…
Sento di nuovo quella strana sensazione… quella infinita spossatezza, accompagnata da un senso di pace completo… ma questa volta è nettamente più forte e viva… giro la testa alla mia sinistra e la vedo… dorme placidamente appoggiata alla mia spalla, mentre la tengo stretta fra le braccia… il suo profumo mi inebria… è una sorta di droga sui miei sensi… ma mi impongo di controllarmi… già dovrò giustificarmi per stanotte… non è il caso di accentuare l’imbarazzo… o almeno, non stamani… sorrido… e ripenso alla notte appena trascorsa… ricordo ogni particolare… ho cercato di imprimermi nella mente il suo volto, le sue espressioni ed ogni suo piccolo gemito o movimento… e inconsciamente sospiro estasiato… quel mio gesto però la sveglia e vedo i suoi bellissimi occhi cerulei aprirsi e guardarmi così dolcemente e limpidamente…
“Buongiorno…” le sussurro, poggiando un piccolissimo bacio sulla sua fronte…
“Buongiorno…” mi sorride e mi abbraccia teneramente… è così dolce e innocente… mi fa uno strano effetto vederla lì, vicino a me… nuda e stretta al mio corpo… devo essere onesto… non avevo mai pensato che fosse possibile… e invece, inaspettatamente, lo è diventato…
“Dobbiamo alzarci… è già tardi… e dobbiamo ancora prepararci per la missione al sito di Abu Simbel…”
Lei annuisce… e poi, stringendosi un’ultima volta a me, si alza… si siede sul bordo del letto, coprendosi il seno con un braccio e cercando il suo pigiama… mi da le spalle… ha una schiena bellissima… non ci avevo mai fatto caso… inconsciamente mi sporgo verso di lei e gliela bacio… gira la testa verso di me e mi guarda… le guance sono soffuse da un leggero rossore… quanta voglia avrei di baciarla… e di amarla di nuovo come stanotte… ma mi trattengo… è tardi…
Mentre la guardo rivestirsi, mi accorgo che starei ore così… mi sento imbambolato… la testa leggera… il cuore pure… è una sensazione così strana… devo ancora abituarmi… ma penso che sarà una cosa molto veloce…
Mi da un ultimo bacio sulla bocca e poi mi lascia solo a prepararmi…
Mi alzo a mia volta… e penso che è meglio fare una doccia rapida… per lo meno darò l’impressione di essere sveglio! Mi viene da ridere… chissà quante cose mi chiederà Jet!… quante battute mi farà… e chissà quante volte mi dirà che me l’aveva detto… eh già… quante volte me l’aveva detto che avrei dovuto decidermi a fare chiarezza nel mio cuore…
Entro nella doccia e apro l’acqua… la lascio scorrere su di me e all’improvviso la sento di nuovo… quella voce…
Le tue azioni si ripercuoteranno sul futuro… e per il frutto del suo ventre dovrai prendere decisioni molto importanti…
Mi volto di scatto per vedere se c’è qualcuno, ma… sono solo… anche l’acqua scorre normalmente… che cosa mi sta accadendo?…
Minuti dopo esco e mi vesto… ma sono turbato… quelle parole… quelle frasi… mi sono svegliato con esse e poi… anche sotto la doccia… che cosa significano? Di cosa stanno parlando?…
Sovrappensiero, esco di camera e mi dirigo in sala riunioni… quando arrivo ci sono quasi tutti… mancano solo lei, Ivan e il Dottore… appena entro, Jet mi guarda… il suo sguardo è molto allusivo tanto che, dopo qualche attimo, mi sorride… si avvicina verso di me e mi fa segno di seguirlo fuori dalla stanza...
“Quindi?…”
“Quindi cosa?”
Reclina la testa all’indietro e ride…
“Quindi… hai dormito bene?… no, aspetta… non è la domanda giusta… quella corretta è: hai dormito?”
Sospiro… e scuoto la testa sorridendo...
“È inutile che scuoti la testa… che grazie a te… anzi… a voi!... io e Albert abbiamo passato la notte in bianco!…” continua a ridere... è il solito sbruffone…
“Insomma… ha dovuto fare tutto lei o… ti sei dato una svegliata?”
Non mi aspetto un tale discorso, così esplicito da lui, e la cosa mi imbarazza… non penserà veramente che gli racconti i dettagli?… anche perché… credo che me ne direbbe troppe, se sapesse come è andata veramente… e a ripensarci, un po’ la cosa mi lascia sorpreso… in realtà non me lo aspettavo da lei… la sua innocenza e la sua timidezza… non avrei mai pensato che… prendesse l’iniziativa… ma forse… ho sempre sottovalutato la sua anima di donna e la sua sensualità… l’ho sempre vista così delicata e pura che… non avevo mai pensato che nascondesse tanta intensità e passione, ma forse… era solo ciò che non volevo vedere…
E senza accorgermene, le parole sfuggono dalle mie labbra…
“È stato meraviglioso stare con lei… avevi ragione… avrei dovuto farmi chiarezza da prima… non mi sono mai sentito così completo in tutta la mia vita…”
Guardo Jet… la sua espressione è stupita, ma poi mi sorride… si avvicina e mi mette una mano sulla spalla…
“Era ora che mi parlassi così...” rimane in silenzio “…ciò non toglie che… se anche le prossime notti avete intenzione di fare così… io e Albert dobbiamo trasferirci altrove! Ti avverto che non è possibile… vi vogliamo bene, ma… quando è troppo, è troppo! Ho sempre saputo che eri un tipo molto passionale, ma… stanotte hai esagerato un po’!”
Vorrei dire qualcosa, ma... credo che ogni parola in più sia fuori luogo… è abbastanza imbarazzante la cosa… stanotte mi sono lasciato trasportare totalmente… o meglio… a dire il vero… ho pensato che poco me ne importava… volevo sentire solo i suoi gemiti e le sue grida... del resto non mi fregava assolutamente niente!… ok… devo controllarmi… nota per le prossime volte…
Vedo Jet tornare verso la sala, ma prima di rientrarvi fa in tempo a lanciarmi l’ultima sarcastica battuta…
“Non te lo chiedo neanche come ti senti… il tuo grido di soddisfazione di stanotte mi è stato più che sufficiente…”
Esce ridendo, mentre sento una voragine aprirsi sotto i piedi dalla vergogna… ho decisamente perso ogni barlume di coscienza…
Quando rientriamo, tutti ci guardano… no, mi correggo… guardano me… ridendo sotto i baffi… ma per fortuna si ricompongono subito appena Françoise e il Dottore entrano…
“Buongiorno ragazzi!”
Gilmoure sembra di ottimo umore… speriamo almeno che lui non abbia sentito… gli altri li affronto, ma lui… sarebbe troppo imbarazzante…
Rispondiamo in coro al suo saluto, mentre io non riesco a toglierle gli occhi di dosso… mi guarda per un attimo, sorridendomi e arrossendo… e poi si concentra sulle parole del Dottore…
“Come sapete tutti… oggi dovete andare nel sito archeologico di Abu Simbel… non sappiamo dove cercare di preciso… come sempre, ma questa volta… sarà ancora più difficile… da quando Clito non si è più fatta sentire e il marchio è sparito dalla spalla di Françoise, le nostre ricerche sono diventate ancora più difficoltose… però… io confido in voi… e comunque, almeno per questa volta… la sacerdotessa Eleni ci ha dato un piccolo aiuto… ci ha detto che ciò che dobbiamo cercare è una gemma che riporta il simbolo di Ra… quindi… ora sta a voi…” ci guarda in silenzio… uno ad uno e poi ferma il suo sguardo su di me…
“Joe… sei a comando della missione… dai le ultime indicazioni ai tuoi compagni…”
Prendo la parola, senza perdere tempo e parlo con fermezza…
“Non sarò l’unico a capo di questa missione…” vedo che tutti mi guardano stupiti… probabilmente non si aspettavano una tale decisione…
“A capo di questa missione… saremo in due… io e… Françoise…”
La vedo guardarmi con occhi perplessi e anche gli altri sono un po’ sconvolti… la invito ad alzarsi e ad avvicinarsi a me… è imbarazzata… forse anche stupita e preoccupata…
“Françoise… se sei d’accordo con me… nella missione di oggi vorrei che ci aiutassero Jet, Geronimo e Punma…”
Mi guarda… e balbettando dice un debole sì…
“Bene e ora… andiamo a prepararci… staremo fuori due giorni e stanotte dormiremo in tenda… portatevi tutto l’occorrente…” e dicendo questo congedo tutti…
Faccio fatica a concentrarmi… maledizione… non vorrei… l’ultima volta stavo per far uccidere tutti facendo così… e anche se questa volta siamo in due a capo della missione… la cosa non mi fa stare più tranquilla…
Ho la testa tra le nuvole… e come potrebbe essere diverso dopo stanotte?… già… se ci ripenso mi vergogno da morire… ma dove ho trovato un tale coraggio?… come ho fatto a fare quello che ho fatto?… se ci ripenso… mi sento morire… cosa mi è preso?… ho perso ogni contatto con la realtà… ho seguito l’istinto… il desiderio… mi sono lasciata trasportare e bruciare dalla passione… non credevo di avere in me una tale… come definirla?… sensualità?… se non sapessi che Clito non dimora più in me, avrei pensato che fosse stata lei a prendere possesso del mio corpo… già… Clito… da quando ho recuperato il mio corpo non l’ho più sentita… e non l’ho più vista… istintivamente, frugo nella mia tracolla e cerco lo specchio… lo prendo, ma niente… sembra uno specchio comune… non sembra certo che rinchiuda il suo spirito… Eleni mi ha detto che quando ci siamo separate lei è stata sigillata all’interno di questo, ma…
Vengo interrotta nei miei pensieri dalle parole di Joe…
“Ci siamo… quella è Abu Simbel…” ferma la jeep e tutti guardiamo nella direzione che ci ha indicato… ci siamo…
Anche se questa volta sappiamo cosa cercare… le nostre ricerche non saranno semplici… anzi… forse molto più difficili… sarà come cercare il classico ago nel pagliaio, senza Clito e senza il marchio… in un posto come questo… e poi… fa caldo… molto caldo… e noi dobbiamo trasformarci in archeologi improvvisati… mi sento di nuovo in colpa… li ho trascinati in qualcosa di assurdo e anche quando avrei potuto evitarlo, la mia testardaggine ha avuto la meglio... anche se ora la cosa non mi riguarda più, ho sentito il bisogno di portarla avanti lo stesso… quando ho recuperato l’udito ed Eleni mi ha separato da Clito, il Dottore mi ha chiesto cosa mi sentivo di fare e… ho avuto come un flash… ho visto, per un istante, il volto di un bambino dai capelli biondi… probabilmente era il figlio di Clito e Poseidone… e qualcosa mi ha stretto il cuore… non posso abbandonarli… nonostante tutto… nonostante mi abbiano ingannato, qualcosa dentro di me mi dice che devo aiutarli e portare avanti la missione… e ora… siamo qua… a cercare il quarto simbolo…
Guardo gli altri… Jet sta maledicendo Joe da quando siamo partiti... non tollera il caldo e qui il calore è torrido… e non fa altro che discuterci… ma si vede che scherzano… sono proprio buffi… e mi viene da sorridere… si vede che sono grandi amici… anche Punma e Geronimo si divertono a guardarli discutere… e mi accorgo che, per la prima volta, da quando siamo partiti in questa folle impresa, hanno i volti distesi…
“Bene… e ora… andiamo alla ricerca di questa pietra...” esordisco mentre mettiamo piede a terra… li vedo guardarmi… hanno una nuova espressione sul volto… sembrano più motivati e sereni… forse… sapere che sono libera dalle catene… li ha resi meno indisposti…
La giornata ha sfinito tutti… e non aver trovato ciò che cercavamo ci ha buttati un po’ giù… onestamente… speravamo di riuscirci già oggi… ma… non è stato così… e ora siamo qui... di fronte al fuoco acceso… il buio è sceso già su di noi e sulla valle da qualche tempo, mentre stiamo finendo di mangiare ciò che Geronimo ha preparato…
“Maledizione! Questo caldo mi sta uccidendo! Accidenti a te e alla tua idea di portarmi a giocare con voi all’archeologo!”
Punma e Geronimo ridono…
“Jet, calmati! Ho bisogno di te…”
“Sì, certo… come no!… lo hai fatto solo per vendicarti di me! Per quello che ti ho detto stamani!”
Lo guardo storto e si accorge di aver parlato più del necessario… ma ormai Françoise lo ha sentito ed ha abbassato lo sguardo arrossendo…
“Jet… vai a rinfrescarti al fiume e… poi vai a riposarti… domani, dobbiamo trovare in tutti i modi la pietra…” rimango in silenzio e poi mi rivolgo anche agli altri “…andate anche voi, Punma e Geronimo… ne trarrete giovamento, dopo la giornata di oggi… io intanto starò qui a guardia dell’accampamento…”
Annuiscono e subito dopo si alzano, lasciandoci soli…
“Dopo, vai anche tu… oggi ha fatto veramente molto caldo… e non ti sei ancora ristabilita completamente… è meglio se ti rinfreschi un po’...” mi rivolgo a Françoise, che nel frattempo si è alzata e si è avvicinata, sedendosi accanto a me…
“Va bene…” appoggia la testa sulla mia spalla… è stanca… è normale… ho accusato la fatica anch’io oggi… non mi stupisco che lei ne risenta di più...
“Veglierò io su di te…” le accarezzo la testa e poi l’abbraccio… la sento abbandonarsi al mio corpo e una strana sensazione mi pervade… qualcosa di non chiaro… agitazione e preoccupazione… e non capisco perché… forse è… forse è perché non ho ancora avuto il coraggio di parlarle riguardo a quello che è successo nell’ultima missione… del mio errore…
Restiamo così, in silenzio… ha gli occhi chiusi… e il respiro leggero… si deve essere addormentata… la lascio riposare… la sveglierò quando ritorneranno gli altri… guardo il fuoco… e mi perdo nelle sue fiamme… non so perché, ma mi torna in mente il rito di Eleni… e poi… vedo proprio l’immagine di quest’ultima prendere forma tra le fiamme…
Joe… stanotte… dovrai fare l’amore con lei… il destino vuole questo… prima non te lo potevo rivelare, ma… ne va del vostro futuro… il frutto del suo grembo… salverà il mondo dalla distruzione…
“Cosa?…” mi sfugge dalla bocca come un grido strozzato… e vedo Eleni svanire senza darmi spiegazioni… subito dopo, Françoise si sveglia spaventata,chiedendomi cosa è successo…
“Nie-niente...” balbetto sconvolto… la vedo che mi guarda preoccupata, ma non riesco a dirle altro… e subito dopo vedo arrivare gli altri...
“Joe… tutto bene?…”
“Sì…” rispondo vagamente... Jet mi guarda e non è assolutamente convinto della mia risposta… e neanche Punma e Geronimo… ma devo riunire le idee… ho bisogno di stare solo…
“Scusate… vado a rinfrescarmi un attimo anch’io…” e senza aggiungere altro, mi alzo e mi allontano sotto lo sguardo stupito di tutti…
Cammino rapidamente e raggiungo il fiume... mi piego e raccolgo con le mani un po’ d’acqua e poi me la getto sul viso… ho sognato?… non lo so… ormai faccio fatica a capire quando sto solo sognando… quando è realtà… era tutto vero?… era veramente Eleni? O era solo uno scherzo della mia mente?… ripenso alle sue parole… e mi attraversa di nuovo quella strana sensazione… paura e preoccupazione… che mi sta prendendo?…
Mi siedo a terra e rivolgo lo sguardo al cielo… è limpidissimo... c’è la luna piena e si possono vedere tutte le stelle e le loro costellazioni… che meraviglia… quella visione mi calma… e sento il cuore battere di nuovo normalmente… forse è stato il troppo caldo e il sole di oggi… e anche la stanchezza che avevo addosso… sì, forse è stato solo quello…
Chiudo gli occhi e respiro profondamente… e sento di nuovo la voce di Eleni…
Stanotte… devi fare l’amore con lei… e lasciare il tuo seme nel suo grembo… stanotte… o il mondo finirà...
Riapro gli occhi spaventato e sento scendere il sudore lungo la mia fronte… che diavolo mi sta capitando?… sto forse impazzendo?
Nel silenzio della notte, perso nei miei pensieri e nelle mie paure, non mi accorgo neppure di lei… la sento solo quando appoggia una mano sulla mia spalla… mi giro di scatto spaventato e la vedo… è preoccupata…
“Tutto bene?…” è esitante…
“Sì… tutto bene…”
Si siede accanto a me… si porta le ginocchia al petto e appoggia il mento su di esse… chiude gli occhi e inspira… è così bella… la luce della luna la illumina donandole un’aurea argentea… sembra una creatura di un altro mondo… così eterea e fragile… allungo una mano verso il suo viso e le accarezzo la guancia… apre gli occhi e mi sorride dolcemente… mi avvicino a lei e le sfioro le labbra con le mie… una scossa elettrica mi percorre il corpo… e di nuovo lo sento, come la notte prima… quel desiderio di lei che è così simile a dolore… che chiede soddisfazione e appagamento…
Così… insinuo la mano tra i suoi capelli, dietro al suo collo, e l’attiro a me… il mio bacio diventa sempre più profondo e la sento tremare… la spingo con dolcezza a sdraiarsi, mentre le mie mani percorrono il profilo del suo corpo… trema… chiude gli occhi e inspira a fondo… il cuore le batte così forte… la mia mano si spinge sotto la sua maglietta, fino al seno… l’accarezzo lungo il bordo del reggiseno e la sento sospirare appena le mie dita le sfiorano la pelle delicata… continuo a baciarla… le palpebre… il naso… le guance… il collo…
Afferro il bordo della maglietta e gliela sfilo… la guardo alla luce della luna… la sua pelle così bianca… sembra di porcellana… mi tolgo la maglia anch’io… voglio sentire la sua pelle morbida contro la mia… la bacio sul collo e la sento lamentarsi… le sue mani mi cercano… salgono lungo le braccia, fino alle spalle e si aggrappano a me… mi allontano leggermente… e le abbasso le spalline del reggiseno lungo le spalle… dandole piccoli morsi… fino a scendere al seno… e poi lo slaccio, togliendole quella fastidiosa barriera ai miei occhi e alle mie mani… mi sento impazzire dal desiderio… la mia bocca scende avidamente su uno dei suoi seni, mentre accarezzo e stuzzico l’altro con le dita della mano… inarca la schiena e sento i suoi fianchi muoversi contro il mio desiderio… la voglio… ora… ho bisogno di lei… è molto più del semplice sesso… è fuoco che mi brucia l’anima… è adrenalina che scorre veloce nelle vene… è aria che ossigena i miei polmoni… preso da un istinto così forte, le sgancio i pantaloncini… glieli tolgo con impazienza… accarezzo le sue bellissime gambe… immaginandole già strette ai miei fianchi… scendo a baciarle il ventre mentre i suoi fianchi oscillano con desiderio… con la lingua disegno scie di fuoco lungo il bordo degli slip… geme… e affonda le dita nei miei capelli… mi fa quasi male… ma è qualcosa che non fa altro che accendere ancora di più i miei sensi… e con impeto le tolgo anche quell’ultimo drappo di stoffa… la bacio e sento il sapore del suo desiderio… le sfugge un piccolo grido… vorrei aspettare ancora e prolungare il suo piacere… anche perché so benissimo che non è ancora abituata a me, ma sento di non resistere più… cerco di controllarmi, ma sento la testa confusa… e quando la sento mugolare… Ti prego… perdo ogni barlume di coscienza e scivolo dentro di lei, strappandole un urlo… mi fermo un istante… fa ancora male la mia invasione nel suo corpo… e poi la sento muoversi sotto di me… in modo così inesperto e sensuale allo stesso tempo… l’afferro per i fianchi ed entro ancora più profondamente in lei… inizio a muovermi e le insegno il mio ritmo… le sue gambe mi tengono stretto e le sue braccia mi attirano a lei… la bacio con foga … la nostra danza è così intima… calda come il fuoco che ci divora… non ho mai provato niente del genere…
La sento arrivare all’apice… sento i suoi spasmi e i suoi brividi… sono così forti ed intensi che in pochi attimi giungo anch’io al culmine… la sento… reclina la testa all’indietro e tiene forte le mie mani, mentre il suo piacere esplode insieme al il mio… sopprimo le nostre grida baciandola intensamente… e tutto svanisce… per un istante i nostri corpi non ci appartengono più… le nostre menti volano via e i nostri cuori smettono di battere… il fuoco piano piano si affievolisce… e i nostri respiri da ansimanti tornano lentamente a normali, mentre il mio corpo è completamente perso nel suo… sono esausto… e anche lei lo è…
Controvoglia e con fatica, dettata dalla stanchezza, esco dal suo corpo… si lamenta, disapprovando la mia azione… ma la bacio dolcemente e poi l’attiro a me, abbracciandola… e ci addormentiamo sfiniti… con alcune parole che mi attraversano la mente, per un istante, nel breve momento in cui passo dal dormiveglia al sonno profondo…
Nell’ultima notte di plenilunio… il destino si è compiuto… ora sta a te proteggere il frutto del vostro amore… lui salverà il nostro mondo…
Stamani sono veramente stanca… faccio fatica a cercare la pietra… e anche tutto questo caldo non mi aiuta… senza contare poi che… sono preoccupata per Joe… sembra turbato… è così strano da ieri sera… anche se… quando abbiamo fatto l’amore è stato così meraviglioso… mi sento avvampare al solo ricordo… non avevo mai immaginato che potesse essere così bello… neanche nei miei sogni più fantasiosi…
Lo guardo mentre sta cercando anche lui… sembra così lontano con la testa… vorrei capire cosa lo preoccupa… e soprattutto, perché non vuole dirmelo… sono così in pensiero che non mi accorgo che si sta alzando il vento e con esso anche la sabbia da terra… solo quando comincia ad essere a tal punto forte da sentirlo fischiare, ritorno cosciente e mi copro gli occhi… sembra che stia per arrivare una tempesta di sabbia… mi giro per raggiungere Joe e gli altri, ma la forza del vento, improvvisamente cresciuta nel nulla, me lo impedisce… sento Joe che mi chiama… che urla forte… lo vedo tentare di corrermi incontro, ma il vento ci separa… e separa anche gli altri… mi bruciano gli occhi e cado a terra… sono solo alcuni attimi… ma sembrano lunghissimi e poi la tempesta si dirada…
Quando alzo gli occhi, vedo una figura in controluce venirmi incontro… ha qualcosa sul palmo della mano… faccio fatica a mettere a fuoco… mi bruciano troppo gli occhi… ma lentamente riesco a vedere l’oggetto… è una pietra… con raffigurato il simbolo di Ra… è il quarto simbolo che cerchiamo, ne sono certa… e anche se avessi qualche dubbio, questi sparirebbero subito… ora, riesco infatti a vedere chi tiene in mano il simbolo… e dalle mie labbra, senza accorgermene, sfugge un lamento di disapprovazione…
“Clito…”
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So che il mio sguardo è quasi ostile nei suoi confronti…
Clito…
Mi ha lasciata da sola… senza una motivazione… dopo tutto quello che ho fatto per lei finora… non riesco a capire i suoi comportamenti e neanche riesco a giustificarli… eppure… fissandola, mi rendo conto che i suoi occhi sono tristi… è come guardarsi allo specchio… siamo così simili da sembrare gemelle…
Mi rialzo, scuotendo la sabbia via dal mio corpo con entrambe le mani, senza mai staccare il mio sguardo dal suo… non parla… si limita a tenere il braccio teso verso di me con la mano aperta… un chiaro invito a prendere la gemma di Ra che tiene ancora su di essa…
La osservo un istante, ancora dubbiosa… e forse anche leggermente infuriata per il suo atteggiamento… poi sospiro e afferro la pietra, togliendola dalla sua mano quasi con violenza… lei non pare turbata dal mio gesto, anzi mi sorride dolcemente…
“Potresti anche dirmi qualcosa, dopo tutto quello che ho passato a causa tua, non ti pare?” esplodo, anche se mi pento subito delle mie parole… non è da me…
La sua risposta però mi lascia alquanto perplessa…
“Perdonami…” sussurra “…perdonami…”
Dal suo volto sfugge una lacrima, che lei prontamente si asciuga con il dorso della mano… lo fa proprio come lo avrei fatto io e questo mi sconvolge ancora di più…
Lentamente, scuoto la testa…
“No… non dovevo aggredirti così… ma vedi…”
Clito mi interrompe: “Capisco… ma non è ancora finita, purtroppo…”
“Questo lo so bene… Clito… ho bisogno di sapere… non puoi più nascondermi i fatti a questo punto…” concludo decisa.
Lei annuisce comprensiva…
“Sì… so che ti devo delle spiegazioni… in fondo è giusto…”
La vedo abbassare la testa e sospirare profondamente… rimane in silenzio per un po’, probabilmente non sapendo da che parte iniziare, così decido di porle una domanda fondamentale…
“Tu sei reale? Sei veramente qui insieme a me?”
Ma lei nega…
“No… la mia anima… il mio spirito è chiuso dentro lo specchio in cui Eleni mi ha sigillata… io ne sono soltanto la sua proiezione…”
Stavolta è il mio turno di restare in silenzio… allora Clito continua…
“Sono qui per parlarti chiaramente, Françoise… io non voglio che Atlantide risorga…” esala tutto d’un fiato…
Sono letteralmente basita… ma come?... se fino adesso è stato il suo desiderio più grande!...
“Io… non credo di capirti…” mi sfugge quasi ironicamente… non si rende conto che stiamo rischiando di morire per aiutarla?
“Ti prego… ti supplico… lasciami continuare… ascolta il mio racconto… alla fine ti sarà tutto chiaro e limpido…”
Apro la bocca come per replicare… magari anche per rimproverarla… ma la richiudo, in attesa delle sue parole… e lei inizia la sua storia…
“Ho amato molto Poseidone e lo amo ancora, come hai avuto modo anche tu di percepire… sono stata amata da lui in un modo che un dio non avrebbe mai dovuto manifestare verso una donna mortale… accadde tutto secoli or sono, nella mia meravigliosa terra… Atlantide… quel luogo dove il cielo e il mare si toccavano dolcemente… io ne ero la regina, per volere di Poseidone stesso, e ne ero orgogliosa… la mia terra era nascosta agli occhi del mondo, lontana dalle guerre e dagli abomini dell’umanità… la gente viveva serena, felice ed io mantenevo questo perfetto equilibrio… ma un giorno tutto cambiò…”
Clito prende fiato, chiudendo gli occhi davanti a ricordi dolorosi che si affacciano alla sua memoria,. e continua…
“Il dio dei mari ed io avemmo molti figli… per me era giunto il momento di deporre la corona e lasciare il governo del mio regno a loro… e fu proprio allora che si scatenò il caos… i miei figli bramavano troppo il potere e la gloria e questo portò alla caduta di Atlantide… ho assistito impotente alla sua distruzione spirituale, ancora prima di quella materiale, ho visto le mie terre sfiorire e la gente sprofondare nel peccato, macchiarsi di atti indegni… Atlantide aveva perso la sua innocenza…”
Alza su di me uno sguardo colmo di lacrime… in questo momento riesco a provare la sua stessa sofferenza…
“Quella non era più la mia terra… quelle non erano più le persone che amavo… fu allora che Zeus, divino padre degli dei, decise di condannarla… voleva distruggerla e farla scomparire per sempre… ma Poseidone intervenne scongiurando il fratello di non macchiarsi di una simile azione che lo avrebbe reso uguale ai gesti empi degli uomini… discussero a lungo, ma Zeus era fermo nelle sue convinzioni: Atlantide doveva essere punita… voleva annientarla con i suoi fulmini, ma ancora una volta Poseidone lo trattenne, dicendo che era stato lui a creare quella terra… per me… e sarebbe stato lui a distruggerla… Zeus acconsentì alla sua richiesta…”
La osservo tristemente, iniziando a comprendere dove vuole arrivare…
“Lui ha… come ha potuto farlo?... come puoi amarlo ancora, Clito?”
La vedo sorridermi…
“In fondo la colpa è stata soltanto mia… il suo amore per me lo ha portato a questo…”
“Comunque non giustifica le sue azioni…”
“Sì invece, Françoise… anche tu, per amore, avresti fatto quello che ha fatto lui… ed in fondo al tuo cuore, sai che quello che sto dicendo è la verità…”
Non rispondo… non ho la forza di replicare a questa sua affermazione… forse… forse davvero avrei agito anch’io in modo così sconsiderato per Joe…
Lei continua nel suo racconto, ora con più determinazione…
“Il dio dei mari fece sprofondare Atlantide negli abissi, affogando la terra nella sua stessa corruzione, nel suo stesso odio… quell’odio che aveva consumato anche il cuore dei nostri figli, fino a divorarlo completamente…”
Mi porto una mano alla bocca… santo cielo, ha ucciso i suoi stessi figli! Ma Clito mi legge nella mente e riprende a parlare…
“Non erano degni di vivere!… erano bestie che godevano degli strazi umani, si beavano del dolore delle persone!… meritavano di finire tra le braccia di Ade!”
Sta ansimando per lo sfogo, ma si ricompone immediatamente…
“Poseidone risparmiò soltanto Atlante… era il nostro ultimo figlio… era un bambino e per questo ancora puro e innocente, come lo era una volta la nostra terra… in lui erano riposte le nostre speranze per il futuro… e lo sono di nuovo adesso…”
“Che cosa vuoi dire?” le domando…
“Atlantide non deve risorgere, altrimenti il vostro mondo finirà per lasciare il posto alla terra dei mari… questo non deve accadere… Atlante ne sarà il custode nella vostra epoca… impedirà che tutto ciò accada… farà in modo che nessuno, che sia essere umano o divino, risvegli Atlantide dal suo eterno sonno…” la vedo sorridermi delicatamente “…ma in questo dovrà essere aiutato dai suoi genitori… almeno finché non sarà abbastanza adulto da poter adempiere al suo destino da solo…”
Forse inizio a capire e sorrido a mia volta…
“È a questo che servono i sette simboli allora! A trovare la reincarnazione di Atlante… servono a trovare questo bambino, vero?”
Clito nega con un solo cenno del capo… si avvicina a me…
“No, cara… tu lo hai già trovato…” e mentre dice questo, mi sfiora il ventre con la mano destra “…anche se forse il termine «trovato» non è molto adatto…”
Mi manca l’aria… non riesco neanche a deglutire per lo shock… inizio quasi a boccheggiare, mentre dalle labbra di Clito escono due semplici parole che mi rendono pienamente cosciente della confusione che potrà scatenarsi in futuro…
“Sei incinta…”
Parte 10
Sono trascorse due settimane intere dal mio incontro con Clito… la gemma di Ra ci ha indicato l’ubicazione del quarto simbolo: Tunisi… l’antica Cartagine… siamo già sul posto… l’Egitto non è poi così distante dalla Tunisia… stavolta il viaggio è stato relativamente breve…
Sei incinta…
Le sue parole mi hanno letteralmente gettato nel panico… com’è possibile?... io non posso… non posso aspettare un bambino… io… sono un cyborg… non posso avere figli!
Mi porto le mani alla testa… mi sfugge un singulto di disperazione… Joe se ne accorge e si avvicina a me rapidamente…
“Non ti senti bene, Françoise?” mi chiede dolcemente…
Povero amore mio… cosa ti sto facendo?... non ho la forza di dirti quello che mi ha rivelato Clito… non oso neanche io stessa affrontarlo!... ho raccontato a tutti che è stata lei ad aiutarmi durante la tempesta di sabbia ed a consegnarmi la gemma, ma ho evitato accuratamente di accennare al resto della storia…
Che razza di patetica vigliacca bugiarda, Françoise!
“No… no… sono solo un po’ stanca…” sì, certo!… che scusa ridicola!
“Perché non vai a riposarti? Ormai siamo vicini a scoprire dove si trova il prossimo oggetto e tu devi essere molto vigile…” mi risponde…
“Hai ragione… sono in camera mia se avete bisogno di me…”
Detto questo, lascio velocemente la sala riunioni mentre tutti mi osservano preoccupati… mi dirigo verso la mia stanza… faccio appena in tempo a richiudermi la porta alle spalle che mi coglie la nausea… corro in bagno mentre un conato di vomito mi assale, tanto forte da farmi accasciare sul pavimento e dare di stomaco…
Lentamente mi rialzo, passandomi un po’ d’acqua fresca sul volto… mi guardo distrattamente allo specchio… che schifo! Sembro un fantasma… sono pallidissima e con due occhiaie così profonde che sembrano i solchi del Grand Canyon… e questa dannatissima nausea che mi prende all’improvviso nei momenti meno opportuni! Due giorni fa c’è mancato tanto così che vomitassi quel poco che avevo mangiato addosso a Seven… accidenti a lui e a quel suo maledetto caffè! Lo fa troppo forte! Soltanto l’odore mi da’ il voltastomaco…
Mi sciacquo il viso ancora una volta… poi, estraggo lentamente dalla tasca dei miei pantaloni una confezione rettangolare… un test di gravidanza… l’ho comprato di nascosto pochi giorni dopo l’incontro con Clito… non ho ancora avuto il coraggio di farlo…
Sospiro… suvvia Fran! Non fare la bambina! Via il dente, via il dolore… e poi… a questo punto devo sapere… ho bisogno di sapere…
Scarto rapidamente la scatola e seguo le istruzioni alla lettera…
Adesso non rimane che aspettare il risultato per tre minuti: se sul test appariranno due linee rosse ben distinte, positivo… altrimenti… santo cielo! I tre minuti più lunghi di tutta la mia vita!
Mentre rimango in attesa del responso, seduta compostamente sul mio letto, mi sembra di essere diventata una condannata a morte… in cuor mio ho sempre desiderato avere una famiglia… dei figli… ed ammetto che, da quando l’ho conosciuto, la maggior parte di questi sogni ruota interamente intorno a Joe, ma ora… questa situazione mi sta uccidendo!
Potrei portare in grembo il nuovo Atlante, essere la madre del bambino che, in teoria, dovrebbe salvare il nostro mondo dall’estinzione totale… non sono pronta per affrontare una responsabilità così grande!... è tutto così sbagliato!...
Istintivamente, porto le mani sul mio ventre… se fosse vero? Se fossi davvero incinta?
Ho sempre creduto che fosse una cosa impossibile dopo la mia trasformazione in cyborg, ma… se lo fossi?
Un bambino…
Un figlio… mio e di Joe… il frutto del nostro amore…
Un sorriso si dipinge lentamente sul mio volto… al diavolo tutti i dubbi e le incertezze! Io lo amerei… perché semplicemente non potrei fare altrimenti… lo amerei perché lui sarebbe parte di me, sarebbe tutta la mia vita, il centro del mio universo… un bambino concepito nell’amore non può essere sbagliato… come ho potuto anche solo pensarlo!
Mi alzo dal letto, afferrando con decisione il test… è il momento della verità… mi tremano le mani, mentre inspiro profondamente ed abbasso lo sguardo su quel piccolo bastoncino di plastica…
Eccole…
Due linee rosse…
Positivo…
E ora?... dovrò dirlo a Joe… come prenderà questa notizia?
Poi, improvvisamente, spalanco gli occhi per la paura… come reagirà adesso il dio dei mari?
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“Sono preoccupato…” parlo senza accorgermene e rendo concreti i miei pensieri…
“Di cosa sei preoccupato?…” alzo lo sguardo verso Albert e non so perché rimango in silenzio… è come se non avessi idea, ma solo una sensazione… probabilmente se ne rende conto e non mi chiede oltre… ma rimane in silenzio accanto a me… attimi dopo vedo Jet arrivare con un vassoio con i nostri caffè… ce li porge e li beviamo in silenzio… siamo seduti nella hall dell’albergo in cui stiamo pernottando ormai da un paio di giorni…
Siamo alla ricerca del quarto oggetto, ma per ora non abbiamo avuto risultati… anzi, peggio di così non poteva andare…
“Joe…” Jet mi riscuote dai miei pensieri, forse perché preoccupato… non credo di avere una buona cera…
“Dimmi…”
“Come sta Françoise?…”
“Ora meglio… sta riposando…”
“Capisco…” tace di nuovo… ma vedo che lui ed Albert si scambiano uno sguardo strano…
“Che c’è?… perché quello sguardo?…” mi guardano, sembrano quasi imbarazzati a parlarmi, ma poi Albert prende la parola…
“È solo che… è sempre così stanca… poi ha quelle continue nausee… e dà sempre di stomaco negli ultimi giorni…”
Li osservo…
“Dev’essere lo stress… e il nervosismo… sta provando tutti e lei è molto delicata… probabilmente dovremmo farla partecipare meno alle ricerche… e magari…dovrebbe dormire un po’ di più…” dico sospirando…
“Beh… per l’ultima di queste cose… è colpa tua!” mi fa Jet scherzando, forse per sdrammatizzare… ma anche se posso intuire che è quello il motivo, mi sfugge un’occhiataccia nei suoi confronti…
Ad Albert scappa una risatina…
“Calmatevi voi due… e tu Jet… non essere geloso!”
“Non sono geloso!… forse un po’… ma è normale! Voglio dire… questi due non fanno dormire la notte neanche noi! E abbiamo anche il sonno pesante!”
Lo guardo di sbieco nuovamente… prima o poi ti strangolo Jet… ma come ti viene in mente di fare certi discorsi proprio in una hall di un albergo?
“Jet… falla finita… non mi sembra né il luogo né il momento giusto per fare certi tipi di discorsi…” gli dico secco, sperando che si dia una calmata…
“Sì, hai ragione… scusami…” dice ridendo di nascosto…
Guardo l’orologio a muro della hall e mi accorgo che tra una parola e l’altra, si sono fatte già le otto…
“Ragazzi… io torno in camera… vado a farmi una doccia e poi ci vediamo verso le nove a cena, ok?”
Vedo i due annuire e subito dopo mi alzo, salutandoli un’ultima volta, prima di prendere l’ascensore per tornare in camera…
Mentre aspetto l’arrivo dell’ascensore, vedo arrivare una ragazza nella mia direzione… non so perché, ma attira il mio sguardo… ha qualcosa di strano… carnagione molto chiara… capelli biondi e lunghi… occhi verdi e grandi… ha un corpo voluttuoso e morbido e a quest’ultimo pensiero, mi riscuoto… che diamine mi prende?… sono impazzito?… mi passa accanto e mi guarda dritta negli occhi… vorrei distogliere lo sguardo, ma è come se fossi ipnotizzato… sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco… è come se…
Cerco di controllarmi e scuoto la testa… riesco a distogliere lo sguardo, ma… vengo distratto dall’arrivo dell’ascensore… entro dentro, quasi di corsa… è come se fuggissi… mi volto a guardare un’ultima volta, prima che le porte si chiudano dietro di me… e la vedo… mi sta guardando da lontano, con occhi intensi e pieni di desiderio… le porte si chiudono e la sua immagine sparisce dalla mia visuale… sono stordito... cosa diavolo è successo?... mi appoggio alla parete e sento il mio cuore battere irregolarmente… la testa mi gira quasi… e mi accorgo sconvolto che… l’ho desiderata… quella donna che ho appena visto, ha provocato in me una tempesta emotiva… per una frazione di secondo, mi sono specchiato nei suoi occhi e… ho visto io e lei abbracciati a… fare l’amore… no, non è possibile! Devo essere impazzito! Io amo Françoise… non è possibile una cosa simile! Io… io… che diavolo mi è successo?… le porte si aprono e scendo al mio piano, ma sono sconvolto… turbato… sento ancora quel desiderio ardere nel mio corpo… e fa male… cerco di calmarmi e di razionalizzare… mi fermo nel corridoio e comincio a respirare a fondo… e lentamente riprendo possesso di me… sento ancora la testa confusa, ma almeno ho ripreso padronanza del mio corpo…
Ho la gola secca quando entro in camera… mi dirigo verso il tavolo, dove c’è una caraffa di acqua, ne verso un po’ in un bicchiere e ne mando giù un generoso sorso… mi tolgo la giacca… mi fa caldo… slaccio la cravatta e sbottono la camicia… cammino agitato verso la terrazza e apro una delle persiane accostate… il sole sta tramontando e si sta alzando una tiepida brezza… proprio in quel momento, sento la porta del bagno aprirsi… mi volto e la vedo… il mio angelo…
“Françoise…” sussurro dolcemente mentre la vedo venire verso di me… mi dà un piccolo bacio che posa sulle mie labbra, con la stessa delicatezza del battito di ali di una farfalla… è così bella con i capelli umidi dalla doccia e solo l’asciugamano addosso... sospiro…
“Mi stavo chiedendo quando saresti arrivato…” mi dice con occhi sognanti… adoro quel suo modo di guardarmi… è così innocente… tutto l’opposto di quella donna di prima… scuoto la testa, ma cosa diavolo vado a pensare?… mi calmo e la vedo guardarmi…
“Tutto bene?… c’è qualcosa che non va, Joe?…” noto una certa preoccupazione nel suo sguardo… e mi sento in colpa… di nuovo… non era sufficiente l’incidente al museo… doveva esserci anche l’episodio con quella donna di prima… maledizione… cosa mi sta succedendo… perché non riesco a smettere di pensare a quella ragazza…
“Tutto bene… sono solo un po’ stanco… e questo caldo… comincia a darmi fastidio…” abbasso lo sguardo mestamente… è come se avessi la sensazione che mi si legga in faccia colpevole a caratteri cubitali… spero di no… non ora… non ce la faccio ad affrontare una discussione in questo momento… senza accorgermene dico sovrappensiero… “…vado a farmi una doccia e poi scendiamo per la cena…”e, senza aggiungere altro, mi dirigo in bagno e chiudo la porta alle mie spalle… mi svesto, butto i vestiti per terra... e, stranamente, liberarmene mi alleggerisce l’animo... apro l’acqua ed entro nella doccia… la lascio scorrere su di me… chiudo gli occhi e inspiro profondamente… cerco di liberare la mente, ma… succede qualcosa di strano… è come se sentissi delle mani che mi accarezzano… apro gli occhi, ma… non c’è nessuno… mi appoggio con le mani al muro e respiro… calmati Joe… calmati… e di nuovo quella sensazione… delle mani che accarezzano il mio corpo con una sensualità inaudita… tanto che risveglia il mio desiderio di uomo… sospiro... e mi accorgo che il mio respiro sta diventando irregolare… e nella mia mente si affacciano strane immagini… un volto… degli occhi verdi che mi guardano con profondità e lascivamente… un paio di labbra rosse che sussurrano con desiderio il mio nome… mi sento percorrere da brividi fortissimi, che mi scuotono fisicamente… mi sfugge un gemito quando sento quelle carezze giungere alla mia virilità… diventano sempre più insistenti e dalla mia bocca esce un altro gemito strozzato… ho il desiderio di urlare, tale è l’intensità… ma proprio in quel momento, un altro paio di occhi mi si affacciano nella mente… sono azzurri come il cielo… e puri come sorgente di montagna… e mi riscuoto improvvisamente… apro gli occhi e mi sfugge dalle labbra il suo nome…
“Françoise…” ho il respiro affannato, mentre lo ripeto di nuovo “…Françoise...”
A quel punto chiudo l’acqua ed esco velocemente dalla doccia… mi passo una mano sugli occhi… Dio, cosa mi sta succedendo?… tremo ancora…
Mi asciugo e metto i pantaloni puliti... mi guardo allo specchio… ho la faccia sconvolta… o meglio… la faccia di uno che… scuoto la testa… mi rifiuto di ammetterlo… basta… devo ritornare padrone di me… inspiro profondamente un’ultima volta e poi esco dal bagno, cercando di avere l’aria più distesa possibile…
Quando rientro in camera, Françoise sta ancora scegliendo cosa indossare per la sera… senza volere, la osservo mentre è rivolta verso lo specchio e si accosta un vestito addosso, per vedere come le sta… indossa un completino intimo color pesca… non so perché, ma mi soffermo sui suoi slip… alla brasiliana a vita bassa… completamente in pizzo e con un piccolo fiocco sul bordo posteriore… si volta verso di me sorridendomi dolcemente…
“Hai già fatto?… ed io che sto ancora decidendo cosa indossare!” mi dice facendo finta di essere dispiaciuta… e lasciandosi sfuggire una risatina… le sorrido e la vedo appoggiare l’abito sul letto, accanto ad un altro mentre li osserva interdetta… probabilmente non sa quale indossare… sfugge una risata anche a me nel vederla così indecisa… ma poi il mio sguardo scende dal suo viso al suo seno… e mi si mozza il fiato… di nuovo… come prima… osservo con attenzione il suo reggiseno… in coordinato con gli slip… sempre color pesca e in pizzo a balconette, con un piccolo fiocco in mezzo ai seni… e questa volta mi sento ardere dal desiderio… la testa mi gira e senza neanche accorgermene arrivo accanto a lei, la circondo con le braccia da dietro ed inizio a baciarle il collo… non si oppone… mi lascia fare e la sento sospirare… le mordo avidamente il collo e il mio desiderio si fa prepotente, mentre la stringo a me e il suo corpo mi sfiora… geme quando mi avverte contro di lei… e in quel momento mi accorgo che sto perdendo coscienza di me… la prendo per un braccio e la volto verso di me… mi accorgo che non l’ho fatto troppo dolcemente, ma non riesco a controllarmi… la guardo negli occhi… sono lucidi e ha le pupille dilatate… mi desidera anche lei… si morde un labbro in quel suo modo così innocente, ma anche così sensuale, ed io le prendo il volto tra le mani e la bacio quasi con violenza… ho sete di lei… e appena le nostre lingue si incontrano, sento bruciare dentro il fuoco della passione in modo inaudito… i pantaloni cominciano a darmi fastidio… li sento premere contro il mio desiderio e ho voglia di liberarmene, ma… voglio che lo faccia lei… mi stacco dalle sue labbra e, anche se mi risulta doloroso, la allontano leggermente… la vedo contrariata dal mio gesto… ma non importa… prendo le sue mani e le metto sul mio torace… e lei le muove sulla mia pelle… questo contatto è simile al fuoco che brucia… mi sfugge un gemito quando si avvicina e mi bacia il collo e poi scende lungo il torace… le sue labbra lasciano su di me una scia di piacere tale, che penso di non resistere… ma cerco di controllarmi… e la vedo abbassarsi davanti a me… mi slaccia i pantaloni e chiudo gli occhi… la sento pronunciare, debolmente e con voce rotta, il mio nome e poi sento le sue labbra su di me … reclino la testa all’indietro e dalla mia bocca esce un gemito sonoro… mi sembra di essere travolto e portato via da un uragano… riapro gli occhi e la faccio alzare… ha le guance e le labbra rosse… la trascino verso una delle poltrone… mi metto a sedere e la guardo… dalla mia bocca escono parole che non avrei mai pensato di pronunciare… tanto meno a lei…
“Togli gli slip… e mettiti su di me… voglio guardarti mentre facciamo l’amore…”
La vedo spalancare gli occhi… è turbata… esita un attimo, ma poi fa quello che le ho chiesto e si avvicina a me… si siede su di me… ora ho i suoi occhi nei miei… le tolgo una ciocca di capelli dal viso portandola dietro il suo orecchio… la sento … sento il suo calore… mi vuole… è bagnata dal desiderio e io non riesco più ad aspettare… entro dentro di lei con forza, rubandole un piccolo grido… e poi la sento muoversi… ma l’afferro per i fianchi e le impongo il mio ritmo… più deciso e veloce del suo… le tolgo il reggiseno e la guardo mentre è su di me… mi perdo ad osservarla e penso a quanto sia meravigliosa la mia Françoise, prima di perdere completamente la ragione e la coscienza, ed abbandonarsi nei suoi meravigliosi occhi cerulei… ci siamo solo io e lei… fusi in un unico corpo… persi in un’altra dimensione… fino a toccare confini inesplorati e lontani… chiude gli occhi e reclina la testa all’indietro mentre sento i suoi primi spasmi di piacere… il mio corpo reagisce… sento che non resisterò ancora molto… aumento la velocità e la sento gemere sonoramente… voglio che sia mia… non mi importa del resto… di chi ci può sentire … la voglio con una tale foga che le mie dita affondano dolorosamente nella sua pelle e mentre la sento arrivare all’estasi con un grido, sento il suo piacere fluire su di me e tocco l’apice anche io, un istante dopo, liberandomi in lei…
Non so quanto tempo sia passato… lei è riversa su di me… senza fiato… esausta… ed io mi lascio completamente cullare dal suo calore… le accarezzo i capelli, mentre il suo volto è nascosto nell’incavo del mio collo e i suoi seni mi accarezzano la pelle del torace… la sento respirare irregolarmente… ma anch’io ho ancora il fiato corto… il cuore batte ancora in modo assurdo… la stringo a me… dio, Françoise… quanto ti amo… non ho mai amato tanto nella mia vita… mi accorgo che senza di te sarei un uomo perso… sarei niente… polvere… amore mio…
“Ti amo…” mi sfugge dalle labbra… e la sento sorridere… sì, non so come… ma la percepisco anche se non la posso vedere…
Si scosta ed ora posso finalmente guardarla in viso… com’è bella con il volto sconvolto dall’amore ed i capelli scompigliati…
“Ti amo anch’io, amore mio…” è così dolce mentre mi accarezza la guancia con dita tremanti… sorrido felice e penso che quello che è successo prima… quella donna dagli occhi verdi… è solo un ricordo passato…
Mentre finisco di vestirmi mi guardo allo specchio… arrossisco nel ripensare a quello che è successo attimi prima… al modo in cui abbiamo fatto l’amore… è stato così… intenso e… non saprei come poterlo definire… oltre il limite?… a dire il vero… la mia affermazione ha poco senso… oltre il limite non vuol dire nulla… lo so di essere inesperta… di non sapere certe cose e… non so bene quali confini si possono oltrepassare quando due persone si amano così intensamente come noi due…
Mi volto e mi appoggio alla cassettiera… rifletto… Joe ha molta esperienza… lo so bene… non è un mistero che abbia avuto molte donne e anche molto belle ed esperte… abbasso gli occhi e mi chiedo se… sono all’altezza… se anch’io riesco a farlo sentire così bene… se gli dono le stesse sensazioni che lui dona a me… se gli piace quanto a me… a quest’ultimo pensiero arrossisco… sì, mi piace quando facciamo l’amore… mi piace sentirlo dentro di me… e mi piace il modo in cui mi ama… mi mordo un labbro… e un po’ mi rimprovero per questi pensieri… devo riscuotermi… non è il momento e… ho qualcosa di molto importante da risolvere… non posso continuare a rimandare… ormai sono passati altri due giorni da quando ho fatto il test… devo decidermi a parlargli… mi sfioro il ventre… sento delle piccole fitte… ma è normale… da quello che ho letto, succede… proprio nei primi tempi… alzo gli occhi al cielo e sospiro… non posso più rimandare oltre… devo dirglielo stasera… e poi devo farmi fare al più presto una visita dal Dottore Gilmoure… poi penserò al resto… e mentre vedo Joe rientrare in camera dal bagno, mi chiedo se Poseidone sa già tutto…
Stiamo finendo di cenare… Françoise non ha mangiato molto… ultimamente sembra avere poco appetito… forse è per la nausea… che ha spesso… la guardo e le chiedo a bassa voce se è tutto a posto…
“Sì, tranquillo…” mi dice sorridendo… e vedo Albert e Jet che mi guardano con aria strana… è già da prima che hanno quel volto… e continuo a non capire cosa vogliono dirmi… ne sono abbastanza sicuro: vorrebbero dirmi qualcosa, ma… sembrano trattenersi… o forse, pensano che io capisca da solo… ma cosa? Che cosa dovrei capire?…
“Joe?…” vengo riscosso dai miei pensieri dalla sua voce…
“Dimmi… che c’è? Non ti senti bene?” lo so che sembro apprensivo, ma… è più forte di me… ha un’aria strana… è strana… improvvisamente mi sembra di vederla così fragile e impaurita… e questo aumenta il mio stato di agitazione per lei...
“Se non è un problema, vorrei tornare in camera… sono un po’ stanca…”
“Sì, certo…” le rispondo mentre mi guarda con occhi imploranti… vuole che vada con lei… me ne accorgo e aggiungo… “…ti accompagno su… va bene?” e dicendo così ci alziamo, scusandoci con gli altri e tornando in camera…
Mentre saliamo in ascensore, mi avvicino a lei e le accarezzo una guancia… non sembra stare male… è solo strana… mi guarda… è come se volesse dirmi qualcosa…
“Joe… quando arriviamo in camera… ho bisogno di parlare con te…”
Sono stupito da quello che mi dice… e subito, nella mia mente, comincia ad affacciarsi una certa preoccupazione… annuisco silenziosamente e mi accorgo di essere agitato… non so se ho voglia veramente di arrivare in camera…
Apro la porta ed entriamo… sento il cuore in gola…
“Dimmi… di cosa volevi parlarmi?…” le chiedo appena richiudo la porta alle nostre spalle… credo che intuisca la mia ansia, perché la vedo sorridermi…
“Ecco… io… ho bisogno di parlarti degli ultimi tempi… di tutto quello che è successo nelle ultime settimane…” prende fiato “…da quando è iniziata tutta questa storia… abbiamo affrontato molti momenti difficili… dalla scoperta di Clito che dimorava in me a quando ci siamo scontrati… e poi, a quello che è successo al museo e…”
La interrompo… non so perché, ma proprio in quel momento, sento l’impulso di parlarle di quello che è successo al museo…
“Aspetta un attimo…” prendo fiato... “…proprio quello che è successo al museo…ho bisogno di parlartene…”
La vedo rimanere stupita… ma poi annuisce e resta in silenzio… ed io inizio a spiegarmi…
“Ecco… io… quando eravamo al museo… quando… è saltato l’allarme… io…” esito… sono combattuto… da una parte sento il bisogno di essere sincero con lei… ma dall’altra ho paura… della sua reazione… ma è necessario che lo faccia… sta passando troppo tempo e poi… sono già successe troppe cose… mi faccio coraggio e parlo tutto d’un fiato…
“Lo immaginavo cosa stesse per accadere… anzi… l’ho fatto apposta… per dimostrarti che non eri in grado di essere a capo della missione… ero così arrabbiato… per il tuo comportamento… perché volevi tenermi fuori dalla missione… ed ero anche così confuso e geloso a causa di Poseidone… avevo paura di perderti e… ho agito da sconsiderato…” abbasso gli occhi, sento le lacrime bagnarli e concludo “…è stata tutta colpa mia…”
Ecco: ho detto tutto quello che dovevo confessare… ce l’ho fatta… ma c’è silenzio… molto silenzio… è quasi soffocante… alzo gli occhi verso di lei… è impallidita… ha una mano alla bocca e gli occhi spalancati… li vedo riempirsi di lacrime…
“Françoise…” sussurro debolmente… mi muovo verso di lei, ma la vedo indietreggiare…
“Stammi lontano…” dice improvvisamente “…non ti avvicinare a me…”
È sconvolta… ha ragione, ma… non potevo tenerglielo ancora nascosto… non sarebbe stato giusto… non più a questo punto…
“Vattene… va’ via… esci da qui… subito!” mi grida in faccia… ed io mi congelo…
“Françoise… aspetta… io...”
“Vattene! Non ti voglio vedere! Lasciami sola!” me lo dice piangendo disperatamente… ed io mi sento così impotente… così inutile e colpevole… annuisco dolorosamente… capisco che abbia bisogno di stare sola, ma… non so… esco mestamente… non ho voglia di andarmene… avrei voluto abbracciarla, ma lei… non ha voluto… e ora mi sento così svuotato e solo… era tanto che non avevo questa sensazione… ma è giusto che sia così… in qualche modo dovevo scontarla… non potevo certo pensare che non accadesse nulla… o che lei non si arrabbiasse…
Scendo al piano inferiore… mi sento confuso… ho accettato placidamente la sua richiesta… e mi chiedo come ci sono riuscito… in passato non sarei stato così docile… ma ora è diverso… senza contare che negli ultimi periodi non sta neanche bene… forse ho assecondato la sua richiesta per quello…
Quando arrivo nella hall vedo Jet e Albert parlare con una donna… non riesco a vederla... mi da’ le spalle, ma ho una strana sensazione… mi avvicino e poi la vedo in volto… è la ragazza di prima… i miei occhi vengono letteralmente rapiti dai suoi… ha uno sguardo estremamente intenso… mi sento stregato da lei… e mi accorgo che la sto guardando con desiderio… e qualcosa in me si resetta… è come se… avessi cancellato tutto intorno a me… come se… non ci fosse niente… io e lei… e nessun altro… già, nessun altro… perché ho questa strana sensazione… che cosa… o meglio... chi dovrei ricordare?… non lo so… sono completamente in sua balia… e tutto nella mia mente sparisce quando mi sorride… tutto…
Siamo sulla spiaggia… io, Albert e Jet siamo come incantati da lei… la vediamo avvicinarsi al mare e bagnarsi i piedi… mentre noi la seguiamo ipnotizzati dai suoi movimenti sinuosi… si gira verso di noi e la vediamo farci segno di avvicinarci a lei… lo facciamo… e rimaniamo estasiati mentre inizia a spogliarsi lentamente davanti a noi… non abbiamo mai visto niente come lei… niente di così sensuale e desideroso… si denuda, rimanendo senza niente addosso… ha la pelle bianca come la luna… i seni sodi... il ventre piatto… lunghe gambe affusolate… penso che sia bellissima mentre mi ubriaco con la sua figura… indietreggia e ci chiede di seguirla… vuole entrare in mare con noi… e noi, come marionette, ci togliamo lagiacca, la camicia e le scarpe, gettandoli per terra… sento di nuovo il mio desiderio crescere… mentre ci avviciniamo, la vediamo buttarsi in mare e poi uscire dall’acqua come una dea… è così sensuale… non resisto più… la voglio… fa male da quanto la desidero… sento l’acqua bagnarmi i piedi e, incurante di tutto, mi avvicino a lei… ma lei si allontana ancora un po’… ed io la seguo… qualcosa mi dice che anche Jet e Albert sono lì e la stanno seguendo… pian piano si allontana sempre di più ed io mi accorgo che comincio a non sentire più la sabbia sotto i piedi… inizio a nuotare per raggiungerla… ma lei fugge… come fa ad essere così veloce?… e poi me ne rendo conto… nel buio non vedevo bene, ma ora, illuminata dalla luce della luna, la vedo… una coda… una coda di pesce… è una sirena… ecco cos’è questa creatura meravigliosa… siamo lontani dalla riva… molto lontani… lei si ferma e si fa raggiungere da noi… ci guarda con sguardo lussurioso… mi avvicino a lei… la prendo per la vita e l’attiro a me… mi avvicino alle sue labbra… sto per baciarla… posso sentire il suo respiro… ma ad un passo dalla sua bocca mi fermo… sento qualcosa… un pianto… un grido di dolore… il mio nome invocato disperatamente… cosa sta accadendo?… mi sento confuso… mi fa male la testa... lei mi guarda… ha ancora quello sguardo… ho voglia di lei…ma qualcosa in me mi trattiene… sento di nuovo gridare il mio nome… e anche quelli degli altri… mi sembra una voce conosciuta, ma… non ricordo dove l’ho sentita… non ricordo… è una voce dolce, nonostante stia gridando… ed è straziante la sua disperazione… perché? Perché sta soffrendo tanto?… chi è? chi mi sta chiamando?… e sento da lontano… Joe! Fermati! È una trappola di Poseidone! Ti ruberà l’anima!… cosa significano queste parole? Poseidone?… chi è?… non capisco… e poi sento quella voce avvicinarsi… grida… ma le parole sono sconnesse… sono quasi strozzate… ed io mi sento attirato di nuovo da quegli occhi verdi… non ho più voglia di indugiare oltre…
Corro disperata verso la spiaggia… ho lo specchio in mano… Clito mi ha rivelato una cosa terribile… Poseidone ha mandato una sirena a rubare l’anima di Joe, Jet ed Albert… ha saputo del bambino che aspetto e ha voluto liberarsi di lui… devo correre… ma faccio fatica… non so perché, ma con la mano libera mi proteggo il ventre… è come se avessi paura che gli possa accadere qualcosa… devo proteggerlo… e devo proteggere anche Joe e gli altri, ma quando arrivo sulla spiaggia è tardi… la sirena li ha attirati già in mare aperto… sono lontanissimi dalla riva… grido… chiamo Joe, ma non mi sente… non so se è perché è così lontano e il rumore del mare copre la mia voce o se perché la sirena lo ha completamente stregato e gli ha rubato già tutti i ricordi…
Continuo a gridare… lo prego di tornare in sé, ma niente… allora decido di appoggiare lo specchio per terra e di buttarmi in mare…
“Françoise! Non lo fare! È pericoloso per te e per il bambino!”
È Clito… la vedo comparirmi davanti, dallo specchio…
“Devo andare o Joe morirà! Non lo posso permettere!” le grido e vedo il suo volto crucciarsi…
“Non puoi… devi pensare al bambino! Non capisci? Se succede qualcosa a te… il mondo finirà! Tu devi sopravvivere!… per quanto tu lo possa amare, non devi mettere a repentaglio la vostra vita!… è difficile, ma… ormai non puoi farci più niente… siamo arrivate troppo tardi… è completamente in sua balia… la sua anima… è quasi stata completamente risucchiata da lei… e i suoi ricordi sono stati cancellati… lui non ha più memoria di te!”
“No! Ti sbagli! Lui mi ama! E… non può morire! Non può! Non può lasciare me e il bambino! Lui deve vivere… per me… per il piccolo…”
“Françoise… fermati! Non puoi!… è fondamentale per l’intera umanità che tu sopravviva… fattene una ragione e… “
“No! Mai! Lui è l’uomo che amo! È il padre di mio figlio!” grido con tutto il fiato che ho in gola… mai… mai rinuncerò a lui! Non permetterò mai a nessuno di portarmelo via! Anche se vuol dire scontrarsi direttamente contro Poseidone! Non mi fermerà lui né tanto meno quella sirena… io lo so… lui mi ama più della sua stessa vita… e non importa quello che ha fatto… ha sbagliato, lo sa… ma mi ama… e nessuno è perfetto… non posso pretendere che lui sia intoccabile dalle debolezze umane, come gelosia e rabbia… neanche un Dio lo è… perché dovrei pretendere l’impossibile? E perché dovrei accettare di perderlo? No… mai… mi getto in mare senza pensarci oltre, mentre sento ancora la voce implorante di Clito chiamarmi indietro…
Non me ne importa… succeda quello che succeda… io… senza di lui non voglio vivere… se non ci dev’essere Joe… non ci sarà alcun noi… e non mi importa se sono egoista… sono un essere umano… e non ho più voglia di mettere avanti il resto prima di lui… questa volta no… questa volta c’è solo lui… più mi avvicino e più sento il mare agitarsi… dev’essere Poseidone… non vuole che lo raggiunga… le onde si stanno facendo molto mosse e forti… sto bevendo molta acqua e le mie grida vengono soffocate dalla marea… tossisco, ma continuo a chiamare Joe… ti prego… fermati… ti prego… dimostra a Poseidone quanto il nostro amore sia forte… ti prego… ti prego… io devo salvarti… devo riuscirci!
Faccio fatica ad oppormi al mare… è troppo forte… mi sento respingere indietro... e lo sento farlo con troppa forza sulla pancia… inconsciamente porto una delle mani al ventre… e un’onda mi viene addosso, portandomi a fondo.. riesco a gridare un’ultima volta…
“Joe! Ti prego…” e poi vengo sopraffatta dal mare…
Sto per perdere conoscenza… e anche se sembra impossibile, sento le lacrime scendere dai miei occhi… Joe… Joe… Joe… un momento prima che tutto finisca, sento una mano afferrarmi… e poi… istanti dopo… comincio a respirare di nuovo… faccio fatica, tossisco… ho ancora acqua in gola… ma lentamente me ne libero… apro gli occhi e vedo i suoi…
“Joe…”
Mi guarda e mi abbraccia forte… amore mio… allora ti sei ricordato… non ti sei lasciato portare via l’anima… senza accorgermene, inizio a piangere disperatamente… sento anche altre braccia circondarci… sono Jet e Albert… si sono svegliati anche loro e ci stanno aiutando a tornare a riva… il mare è mosso e ce lo vuole impedire, ma noi quattro assieme siamo forti… e arriviamo a riva… Joe mi tiene in braccio e mi adagia delicatamente sulla sabbia… mi guarda…
“Come stai tesoro?…” mi chiede preoccupato…
“Ora che sei di nuovo con me... bene…”
Mi abbraccia forte… mi stringe a sé, mentre Jet e Albert ci guardano… gli occhi mi bruciano… ma non riesco a smettere di piangere… mi aggrappo a lui disperatamente… come se… se lo lasciassi potessi cadere nell’oblio… ma era quello che stava per accadere e ora che è di nuovo tra le mie braccia è tutto a posto…
“Amore mio… non lo dovevi fare… hai rischiato di morire per salvarci...” mi dice a bassa voce, leggermente arrabbiato, ma non me ne importa… può dirmi quello che vuole… non me ne importa!… l’unica cosa che conta è che sia qui con me…
“Tesoro…” mi allontana e mi osserva in volto… ha uno sguardo strano… molto serio “…ascoltami… non devi più farlo… hai rischiato troppo… non devi più mettere a repentaglio la tua vita e… quella del bambino…” la sua voce assume la forma di un sussurro e il suo sguardo diventa improvvisamente dolce…
“Tu… come… come fai a saperlo?… io… avrei dovuto dirtelo prima… ma…”
“L’ho capito… da solo… è stato ciò che mi ha salvato dall’oblio…” mi sorride “…anzi no… non l’ho capito proprio da solo… sono state le parole di Albert a chiarirmi le idee… questo pomeriggio… ero così preoccupato che non ho compreso subito… me lo aveva detto praticamente in faccia, ma io ero così assente che… non l’ho capito… tuttavia, le sue parole mi sono rimaste in testa… ed erano come un tarlo… erano come il pezzo mancante di un puzzle… mancava qualcosa… la conclusione a quel discorso… ma io non ci arrivavo… ero troppo frastornato… e poi, l’incantesimo della sirena mi ha turbato… mi ha fatto vacillare e ho preso paura… perché non capivo quella mia strana reazione quando la vedevo… e i sensi di colpa per tutto quello che avevo dentro mi hanno assalito e sopraffatto… perdonami amore mio… di non essermi accorto prima di quello che stava accadendo…”
Mi abbraccia forte e capisco che quell’abbraccio è tutto quello che ho sempre cercato e voluto… il mio Joe… solo lui… ed io sono sua… mai niente ci potrà separare… neanche l’ira di un Dio…
Improvvisamente, sento Jet imprecare…
“Merda!”
Mi volto verso di lui, ma lo vedo fissare il mio vestito… è sconvolto… lentamente porto il mio sguardo verso il basso, seguendo la direzione dei suoi occhi, e rimango pietrificata… sto perdendo sangue…
Parte 11
Siamo tornati immediatamente al Dolphin… Françoise adesso è in sala operatoria insieme al dottor Gilmoure… ancora una volta… avrei voluto entrare anch’io ma il professore me lo ha impedito…
No… non sei nelle condizioni di assistere… mi saresti solo d’intralcio…
Non si era mai rivolto a me in quel modo così… adirato?... no, forse sarebbe meglio dire furioso… ma posso comprenderlo… è tutta colpa mia… è sempre e soltanto colpa mia!
Mi porto le mani alla testa e faccio fatica a trattenere le lacrime… sto rischiando di perderla… di perdere lei e il mio bambino… e quest’attesa è snervante!
Sento una mano grande sulla mia spalla stringermi fino a farmi male… alzo lentamente gli occhi e vedo lo sguardo buono e confortevole di Geronimo… mi sono sempre chiesto come fa un uomo grande e grosso come lui ad infondere tanto calore e tanta sicurezza…
Mi sorride senza dire niente… come a volermi dire che andrà tutto bene… ma in questo momento non so se crederlo o meno…
Ora tutti sanno del bambino… tutti i miei compagni, miei amici, stanno tentando di starmi vicino… ma io mi sento ugualmente solo… senza di lei io sarei solo…
In quell’istante le porte che dividono la sala operatoria dal resto del Dolphin si aprono e ne esce il dottore… ha uno sguardo stanco e affaticato, ma non sembra addolorato… prima che qualcuno di noi, io in primis, gli chieda qualcosa, lui ci precede…
“Sta bene…” dice ed è come se un macigno gigantesco rotolasse via dal mio cuore, cessando di opprimerlo… poi si volta verso me soltanto e continua “…stanno bene tutti e due…”
Ed è allora che sento distintamente Seven gridare pieno di gioia: “L’avevo detto io!”, mentre gli altri applaudono in preda alla felicità…
Il dottor Gilmoure però cerca subito di sedare l’esplosione di allegria…
“Buoni ragazzi, calmi… adesso Françoise ha bisogno di riposo e tranquillità… non deve stancarsi… mi pare che lo abbia già fatto a sufficienza finora…”
Tutti annuiscono contenti e il professore si rivolge a me adesso…
“Vieni con me Joe…”
“Dove?” mi azzardo a domandare… ha appena detto che Françoise sta riposando…
“Non vuoi… vederlo?” mi chiede paternamente… non è più arrabbiato con me… nel suo precedente sfogo era soltanto preoccupato per lei…
“Vedere chi?” gli dico, mentre sento Jet bisbigliare sorridendo «che razza di idiota… la paternità gli fa male…»
Sto per voltarmi per incenerirlo soltanto con lo sguardo… lui e le sue battute cretine… ma il dottor Gilmoure sembra non averlo neanche sentito parlare perché mi risponde serenamente…
“Tuo figlio…”
Al suono di queste due parole mi pietrifico come una statua di sale… tuo figlio… sento le gambe pesanti e il respiro bloccato… tuo figlio… posso davvero vederlo?
Sento il professore ordinare ad Albert di occuparsi delle prossime ricerche, ma di farlo con calma, perché Françoise non sarà in grado di partecipare alla missione per almeno altre due settimane… dopodichè mi prende per un braccio e mi accompagna in sala operatoria “dove ti stanno aspettando…” mi dice…
Prima di farmi entrare, mi spiega quello che le è successo…
“Ha avuto una perdita ematica, niente di grave… succede ad inizio gravidanza, i primi mesi sono i più difficili per la vita del bambino… i rischi di un aborto spontaneo sono alti in questo periodo, soprattutto in una donna come lei…” prende fiato e continua “…tuttavia, Françoise è molto forte e, da quello che ho potuto constatare, anche il piccolo lo è… tutto suo padre!” conclude ridendo a fior di labbra, tentando di sdrammatizzare la situazione…
Le sue ultime parole hanno il potere di sollevarmi di nuovo il morale, così entriamo in stanza… Françoise è sveglia, collegata ad una flebo, e sta accarezzando con la mano il suo ventre ancora piatto… quando si accorge del nostro ingresso, mi fissa sorridendo e solleva la mano che prima era posata dolcemente sulla sua pancia verso di me, invitandomi a raggiungerla…
Subito mi avvicino a lei… afferro le sue piccole dita, stringendole tra le mie…
“Perdonami…” le sussurro con voce flebile “…perdonami…”
Ma lei scuote la testa, continuando a sorridermi… è così bella la mia Françoise… è meravigliosa, ed io sarò in debito per l’eternità con il destino che mi ha permesso di incontrarla…
Il dottor Gilmoure si avvicina ad uno strano macchinario, che mi spiega essere un apparecchio ecografico attraverso il quale potrò vedere mio figlio…
Istintivamente, vittima di un inconsapevole timore, stringo più forte le mani attorno a quella di Françoise, ma lei mi dice dolcemente: “Va tutto bene… io l’ho visto…”
“Davvero?” mormoro incredulo…
Lei annuisce…
“Sì… ed è in ottima salute… vero professore?” chiede rivolgendosi ora al dottor Gilmoure…
“Eccome! Ma… adesso lo vedrai con i tuoi occhi…”
Detto questo, si avvicina a Françoise tenendo in mano una specie di monitor – anche se somiglia molto ad una pistola, cosa che non mi fa stare molto tranquillo -, mette sul suo ventre un gel che, a giudicare dal sussulto di lei, dev’essere un po’ freddo a contatto con la pelle, poi inizia a far scorrere quello strano aggeggio sulla sua pancia, e contemporaneamente accende uno schermo rivolto verso di noi…
“Ecco il nostro piccolo campione!...” dice, mentre indica con la mano libera qualcosa di minuscolo che si agita come un forsennato sul video “…ed è pure vivace!… ecco qua le manine… questi sono i piedini… e questa qua è la sua testolina…non è ancora del tutto formato, d’altra parte siamo ancora ad inizio gravidanza… ma direi che ce la sta mettendo tutta!”
Qualcosa dentro di me si scioglie… è come se tutto il mondo avesse smesso di girare… non riesco a staccare gli occhi dallo schermo… è bellissimo… il mio bambino è bellissimo…
Rimango imbambolato come un idiota ad osservare la sua immagine che si muove e l’unica cosa a cui penso è che, tra qualche mese, potrò stringerlo tra le braccia e trasmettergli tutto l’amore che sto provando in questo momento…
“Sei… felice… Joe?” mi chiede Françoise con un tono di apprensione nella voce…
Mi volto verso di lei e, mentre l’avvolgo nel mio abbraccio, le sussurro: “Non potrei esserlo di più…”
La sento rilassarsi ed abbracciarmi a sua volta… la tensione delle ultime ore svanita come per incanto…
Il momento viene immediatamente rovinato dall’opportuno sbattere della porta della stanza che si apre facendo entrare gli altri al suono della voce perentoria di Seven che ordina: “Ehi! Anche noi vogliamo vederlo!”
“Ragazzi! Non vi avevo detto di stare calmi?” brontola il dottor Gilmoure, ma loro non lo ascoltano neppure, così vengo letteralmente sommerso dai miei amici che si accalcano davanti al monitor per riuscire a vedere a loro volta il miracolo della vita…
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Ormai ci troviamo a Tunisi da più di un mese… la nostra ricerca finora non ha avuto risultati… non riusciamo a trovare il quarto oggetto… abbiamo perlustrato ogni angolo, ogni anfratto della città, ma niente… non abbiamo trovato nulla che possa essere correlato in qualche modo ad Atlantide… inoltre, Clito non sa aiutarci ed io vivo con la costante ossessione che possa succedere qualcosa ad opera di Poseidone…
L’unica cosa che un po’ mi rincuora è sapere che perlomeno Françoise ha avuto modo di riposarsi e non affaticarsi troppo in questo periodo… al suo pensiero, lascio le scartoffie e la marea di fogli a cui stavo studiando per dirigermi verso il bagno della nostra stanza, dove si è chiusa da un buon quarto d’ora… busso lievemente alla porta…
“Fran… tutto a posto?”
In quell’istante lei apre ed esce, passandosi un asciugamano sul volto bagnato…
“Sì… sì, non preoccuparti… è solo che questa nausea non mi lascia in pace… il dottor Gilmoure ha detto che è normale nei primi tre mesi di gravidanza e che poi passerà… non vedo l’ora… non ne posso più di trascorrere le mie giornate al bagno!”
Sorrido alle sue parole… le prendo la mano e l’accompagno verso la terrazza…
“Vieni… un po’ d’aria fresca ti farà bene…”
Mentre attraversiamo la stanza per uscire all’aperto, Françoise si accorge della pila di fogli sparsi sulla scrivania… così mi ferma…
“Joe… stai ancora cercando una soluzione?” mi chiede, indicando i miei appunti…
Annuisco…
“Sì… ma non sono riuscito a venirne ancora a capo…”
“Hai provato a domandare a Clito?”
“L’ho fatto molte volte, ma non sa aiutarmi purtroppo… non riesco a trovare un legame tra il misterioso oggetto che dobbiamo trovare e la città…” concludo sospirando…
Lei lascia la mia mano e si avvicina alla scrivania, iniziando a passare in esame tutti quei fogli…
“Tesoro… non affaticarti… ci penseremo domani…” cerco di distrarla, ma lei mi indica una serie di fotografie posate incurantemente sul tavolo…
“E queste?”
Mi avvicino a mia volta e, riconoscendo l’oggetto di quelle immagini, inizio a spiegarle…
“Qualche giorno fa, mentre riposavi, sono uscito per scattare qualche foto della città… questo che vedi è il sito archeologico dove si trovano le rovine dell’antica Cartagine… si trova su un promontorio che domina tutta Tunisi…”
La vedo farsi improvvisamente seria…
“Hai detto Cartagine?”
“Sì… ti viene in mente qualcosa al riguardo?”
“Forse…”
Detto questo, apre velocemente il computer e si collega in rete… dopo pochi minuti di silenziosa ricerca, esclama un soddisfatto: “Ah-ah! Trovata!”
Volge lo schermo del pc verso di me, mentre parla…
“Guarda… Cartagine fu una potenza dei mari in epoca antica… ne era la regina Didone che, guarda caso, era anche una devota fedele del dio Poseidone! Forse se andiamo là, possiamo trovare qualcosa non credi?”
“Amore… sei un genio!” esulto soddisfatto… poi però, mentre mi volto verso di lei, mi accorgo di uno strano bagliore, di colore rosso acceso, nel suo occhio destro…
“Fran… ma… che cos’hai agli occhi?”
“Perché?” mi chiede, sbattendo le palpebre…
Io torno ad osservarla meglio, ma… adesso quella luce è scomparsa… i suoi occhi sono di nuovo azzurri e splendenti… non c’è traccia di quel lampo rosso… forse è stata soltanto la mia immaginazione… sono molto stanco anch’io…
“No… niente… non farci caso…”
Ma, improvvisamente, uno strano presentimento mi assale… non faccio in tempo a mettere in ordine quel pensiero che le porte della finestra che dà sulla terrazza si aprono violentemente… d’istinto mi metto davanti a Françoise, per proteggerla da ciò che temo possa accadere da un momento all’altro… infatti, per la prima volta dopo l’inganno della sirena e circondato da un’aura azzurra, Poseidone compare davanti a noi in tutta la sua maestosità…
Avverto Françoise tremare impercettibilmente, mentre il dio si rivolge a me, brandendo il suo tridente…
“Tu! Non ti rendi conto di quello che hai fatto! Non avresti dovuto neanche toccarla! Adesso ti pentirai amaramente di averla anche solo sfiorata!” grida in preda alla rabbia…
Evidentemente, visto che i suoi inganni non hanno portato risultati, ha deciso di venire da solo a risolvere il problema… che poi sarei io per la precisione…
Non riesco a reagire abbastanza velocemente e Poseidone mi lancia contro il suo tridente, ferendomi ad un fianco e facendomi crollare a terra…
Sento Françoise gridare, mentre il dio gongola delle sue azioni…
“Tu non l’avrai mai! Lei sarà mia e tu non potrai fare niente per impedirlo!”
Mentre vedo il suo tridente che sta per abbattersi nuovamente su di me, penso che questa è la fine e che non sono riuscito, ancora una volta, a proteggere le persone che amo… forse è questo il mio destino… arrivare ad un passo dalla realizzazione delle mie speranze per poi vederle infrangersi come onde sugli scogli…
Ma, all’improvviso, qualcosa cambia repentinamente… il suo tridente non riesce a colpirmi, perché mi ritrovo improvvisamente circondato da un alone rosso… quasi una barriera che mi sta proteggendo dalla furia di Poseidone…
Alzo gli occhi e vedo il dio dei mari guardare Françoise quasi con timore… la osservo a mia volta… le sue pupille sono completamente rosse!… lo stesso strano colore che avevo notato poco prima… allora non me lo sono immaginato!... non sembra neanche lei in questo momento…
Poseidone è come paralizzato, mentre sento Françoise gridargli contro con rabbia e con tutta la voce che ha in corpo:
“Tu non farai del male a mio padre!”
Il dio sorride mestamente e prima di sparire in un vortice d’acqua fa in tempo a dirmi, sogghignando:
“Non credere di aver vinto… tornerò… e la prossima volta sarà quella definitiva!”
Poi… come in un sogno… la strana barriera rossa svanisce, così come il bagliore negli occhi di Françoise… la vedo avvicinarsi a me ed abbracciarmi, mentre singhiozza…
“Joe… Joe… oddio, stai bene?”
“Sì… grazie a te…” le sussurro, ma lei sembra non capire…
“Come?”
Lentamente, si allontana un po’ e mi osserva incredula…
“Che vuoi dire, non capisco…”
Dai suoi occhi sconvolti, mi accorgo che davvero non si è resa conto di quello che ha fatto…
“Sei stata tu a salvarmi da Poseidone… non so come hai fatto, ma… insomma… sei stata tu!”
Prima che lei possa rispondermi, lo specchio che le ha dato Clito si illumina e l’immagine della sposa del dio appare su di esso…
Joe…
Clito si rivolge a me direttamente… sia io che Françoise ci voltiamo verso la sua immagine che ci parla…
Non è stata lei a salvarti la vita…
Entrambi la ascoltiamo increduli, mentre lei ci spiega dolcemente…
È stato il bambino… è stato Atlante… il figlio ha protetto il padre…
Parte 12
Continuo ad essere stravolta… non riesco a capacitarmi di quello che ha
detto Clito… di come ho salvato Joe dall’ira di Poseidone… anzi, mi
correggo… come il bambino ha salvato suo padre… io sono stata solo il
veicolo attraverso cui Atlante si è manifestato e l’ha salvato…
Mi sento strana: mi sembra di essere tornata indietro nel tempo… a
quando Clito si impadronì di me… e anche se questa volta è diverso, la
sensazione è la solita!… anche se si tratta del bambino io… mi sento
così fragile e impaurita!… tutto quello che sta accadendo, sta
capitando troppo rapidamente per la mia mente... e io faccio fatica a
stare dietro a tutto… ci provo… e cerco di non far trapelare le mie
perplessità e le mie difficoltà in merito, perché non voglio che Joe si
preoccupi… ha già tanti pensieri e poi… proprio ora che sta vivendo,
probabilmente, il momento più bello della sua vita…
Da quando ha saputo del bambino è diverso... sembra rinato… e ciò mi
riempie di felicità!… non l’ho mai visto così… si è illuminato…
è come se il mondo fosse diventato improvvisamente il più bel posto dove
stare!… forse esagero, ma… penso che la sua visuale sia diventata
molto più serena ed ottimistica!… anche se, non perde mai di vista il
suo compito, ora vede il domani come qualcosa di bello e non più qualcosa
di così terribile…
Mentre sono assorta da quei pensieri, mi sposto leggermente… non so
perché, ma questa notte non riesco a trovare una posizione comoda per
dormire… eppure il letto è quello di sempre da un mese a questa
parte!… forse è il caldo… stanotte mi sembra particolarmente umida e
nonostante abbiamo lasciato la portafinestra leggermente aperta, per far
entrare un po’ di aria fresca, non c’è miglioramento… Così, nel
disperato tentativo di addormentarmi, mi giro verso di lui, appoggio la
testa sulla sua spalla e mi accorgo che Joe si è svegliato e mi sta
guardando preoccupato…
“Françoise… tutto bene?…” ormai ho imparato che quando ha paura
che ci sia qualcosa che non va, tende a chiamarmi sempre con il nome
intero…
Così mi scosto da lui e mi alzo a sedere sul letto… lui imita il mio
gesto e si appoggia con la schiena alla testiera del letto, guardandomi in
silenzio e aspettando una mia risposta…
“È tutto a posto… è solo che… mi devo abituare…”
“…abituare?…”
“Sì… a tutto quello che sta accadendo…” involontariamente sospiro
di nuovo…
“È che piano piano sto realizzando… del bambino… di noi due… e
non è così semplice… fino a non molto tempo fa io non sapevo neanche
se tu mi amassi… se ci tenessi a me come io tenevo a te… se ero nei
tuoi pensieri… e non sapevo cosa significasse amare… completamente…
con l’anima e il corpo…” prendo fiato… e mi accorgo che sto
evitando di guardarlo… non so perché… forse è timore che lui non
capisca… o che mi giudichi…
“…io non sapevo neanche cosa significasse poter amare totalmente senza
limiti e dare vita ad un altro essere…” mi tocco la pancia… ho
voglia di piangere… non so perché, ma ho paura di non essere pronta…
e all’improvviso, senza accorgermene, questi ultimi pensieri prendono
forma di parole e confesso a Joe ciò che sento nel profondo del cuore…
“…io ho paura… paura di non essere in grado di accudirlo e
proteggerlo… di non essere una buona madre e…” scoppio a piangere…
vorrei trattenermi, ma è più forte di me… così sento le lacrime
scendere copiose e porto le mani al volto a coprirlo… ma,
immediatamente, sento le braccia di Joe attirarmi verso di lui e
stringermi forte…
“Stai tranquilla… amore mio… è tutto a posto… è normale che tu
ti senta così… ma non devi avere paura… sarai una madre
meravigliosa… e lo amerai… lo proteggerai… e lo accudirai
perfettamente… come hai fatto sempre con me… lo farai anche con lui…
e poi, io sarò sempre con te… ti aiuterò… ti sosterrò… in ogni
momento… sarò sempre vicino a te e al piccolo… e penserò a
proteggervi con tutto me stesso…” lo sento sospirare a quell’ultima
affermazione… so che quello che è successo l’altro giorno con
Poseidone l’ha sconvolto e l’ha fatto dubitare di sé e della sua
capacità di difenderci, ma…
“…ascolta… fosse l’ultima cosa che faccio… io vi proteggerò con
tutto me stesso… non permetterò mai a nessuno di farvi del male…
mai… neanche a Poseidone… anche se è un dio… a me non importa… tu
e il bambino siete le cose più importanti di tutta la mia vita…” mi
stringe ancora di più e, stranamente, comincio a sentirmi meglio… forse
avergli confessato le mie paure è stato un bene…
Ci stendiamo di nuovo e questa volta lo abbraccio, tenendolo stretto a
me… è così bello sentire il suo corpo vicino al mio… respirare il
suo profumo e sapere che quando mi sveglio lui è lì… accanto a me…
“Amore… promettimi una cosa… non ci abbandonare mai… non lasciarci
mai… per nessun motivo al mondo… io e il bambino abbiamo bisogno di
te… ora e sempre…” la mia voce risuona così strana nel silenzio
della stanza e di questa notte tunisina, così calma e immobile,
illuminata solo della luce bianca e pallida della luna che filtra appena,
attraverso la porta finestra semi aperta… a questa mia richiesta però,
Joe non risponde… e questo non mi piace… so che sta riflettendo… sta
soppesando le mie parole… lo conosco bene e so che potrebbe morire per
me e per il bambino, ma io non lo accetto… e non lo accetterò mai…
noi tre ormai siamo una sola cosa e voglio che lui se ne renda conto…
senza fare stupidi colpi di testa… deve rendersi conto che, se vuole
proteggerci, deve pensare anche a sé e a stare bene lui stesso…
Passano molti minuti prima che mi risponda… o almeno questa è una mia
sensazione…
“Te lo prometto… non lo farò… non vi abbandonerò mai…” ma il
suo tono è strano… e la cosa mi inquieta un po’… così, mi appoggio
su un gomito e lo guardo in volto… voglio essere sicura che la sua
risposta sia sincera…
“Joe… non lo accetterò mai… che tu possa sacrificarti per noi…
mai…”
Vedo i suoi occhi incupirsi, ma poi allunga una mano verso il mio volto e
mi allontana una ciocca di capelli dal viso… e con un filo di voce mi
risponde…
“Lo so…” non dice altro… si avvicina a me e mi bacia dolcemente…
chiudo gli occhi… non so perché, ma quando mi bacia o mi accarezza, mi
viene spontaneo farlo… è come se volessi immagazzinare quell’istante
nella mia mente… come se lo volessi tenere per me… lontano dal resto
del mondo...
Il suo bacio mi accende dal desiderio e senza accorgermi sono io ad
approfondirlo… però, lo sento esitare un attimo… lo so che da quando
sa del bambino ha paura a toccarmi in un certo modo, ma sento il bisogno
di lui…
Quando mi stacco dalle sue labbra, sento le mie bruciare… e anche il mio
corpo percepisce le stesse sensazioni… così, mi libero della camicia da
notte e la getto sul letto, mentre guardo la sua espressione… è
perplesso… preoccupato… sbalordito… ma so anche che mi desidera…
quanto io desidero lui… lo sento… lo so!
Le mie mani scendono lungo il suo torace… fino ai pantaloni e ancora
più giù… è strano… ma sentirlo reagire così mi esalta… sapere
che lui ha quella reazione solo per un mio bacio… o per una mia
carezza… mi rende felice… e allora, audacemente, insinuo la mia mano
nel bordo del suo pigiama e lo sfioro… Joe chiude gli occhi e inspira
profondamente… e subito dopo lo sento tremare… Continuo ad
accarezzarlo… e sento il suo respiro farsi affannoso… e capisco che
gli piacciono quelle carezze…
Mi avvicino al suo orecchio e sussurro il suo nome con voce rotta dal
desiderio…
“Joe… amore mio… voglio amarti… ora...”
Così mi allontano da lui mentre vedo i suoi occhi aprirsi e guardarmi…
forse non capisce cosa voglio… cosa ho intenzione di fare…
Ma senza preoccuparmi dei suoi dubbi e pensieri… mi libero anche dagli
slip… e scostando le lenzuola, mi metto sopra di lui… lo voglio… è
così forte la sensazione che sto sentendo… è così intenso il mio
desiderio di lui, che fa male… sento il mio corpo percorso da violenti
scosse elettriche mentre con una mano lo accarezzo e lo aiuto ad entrare
dentro di me… quando i nostri sessi vengono a contatto, lo sento
gemere… chiude gli occhi e reclina la testa all’indietro ed emette un
piccolo grido quando finalmente è mio… mi abbasso completamente su di
lui e lo sento in me… è così assurdo ciò che sto provando… io non
so cosa possa significare fare l’amore per gli altri, ma per me… è
essere un’unica cosa con l’uomo che amo… sentire i suoi fremiti e
amarlo con tutta me stessa… è bello… bellissimo amare…
totalmente… in questo modo così completo e profondo… senza esitazioni
e senza regole…
Mi incanto a guardarlo… è così bello vedere il suo viso sconvolto dal
piacere… chissà se anche lui pensa la stessa cosa… quando mi
guarda… chissà se pensa che è meraviglioso poter condividere questo
momento, così intimo e nostro, insieme… se si reputa fortunato, come
me, a poterlo guardare così intimamente… nel profondo dell’anima…
Mi sollevo e, appoggiando le mie mani sul suo torace, inizio a muovermi…
lentamente… i miei fianchi si abbassano e si alzano dolcemente sul suo
ventre… e lo sento irrigidirsi debolmente… e poi pulsare dentro di
me… chiudo gli occhi anche io e mi concentro solo sui nostri respiri
ormai affannati…
Attimi dopo, sento le sue mani risalire lungo le mie gambe, con
lentezza… fino a raggiungere i miei fianchi ed afferrarli… e poi
sento la pressione delle sue dita sulla mia pelle diventare sempre più
forte e contemporaneamente modificare il ritmo dei miei movimenti…
Così mi abbandono a lui ed inizio a seguire la sua danza… in un
momento di coscienza, mi accorgo che emetto piccole grida di piacere che
stanno riempiendo il silenzio della stanza… e che lo rendono pazzo di
desiderio per me…
È follia forse… non lo so… so solo che sento la testa girare…
velocemente… come mai mi era capitato… la sento leggera… così
leggera che mi sembra di toccare il cielo mentre sento che le sue spinte
stanno accelerando…
“Amore mio…” mi sfugge ansimando dalle labbra, mentre lo sento
arrivare velocemente all’apice… nello stesso momento in cui grida e lo
sento liberarsi in me, raggiungo anche io il culmine… ed è come se mi
frantumassi in mille pezzi… come se mi stessi aprendo e lasciassi fluire
liberamente la mia linfa vitale… inarco la schiena all’indietro e urlo
anche io senza ritegno…
Non potrei giurarlo, ma… è stato come se il mondo si fermasse… e
anche i nostri cuori e il nostro respiro facessero la stessa cosa…
Rimaniamo così, per quello che può essere un attimo o l’infinito… e
poi, senza più forze ed esausta, ricado sul suo torace… il cuore batte
così forte che penso che possa uscire e andarsene… oppure spaccarsi…
non so, ma anche quello di Joe batte allo stesso modo e questo mi fa
sorridere felice… respiro a fatica… con molta fatica mentre tento di
calmarmi e riportare i miei battiti al ritmo normale… dopo parecchio
tempo ci riesco, ma mi accorgo anche che sento gli occhi pesanti e che il
sonno mi sta assalendo… non faccio in tempo a pensare altro che cado
placidamente addormentata nelle braccia di Joe…
È già mattina… guardo la sveglia… è tardi… molto tardi… ma
faccio fatica ad alzarmi… mi sento completamente spossato e soprattutto
non ho voglia di staccarmi dal suo morbido corpo…
È così bello sentirla così vicina… e poi stanotte… se ci ripenso,
mi sento percorrere il corpo da intensi brividi di piacere…
Sospiro profondamente…
E poi, penso che non ho mai provato niente di simile in tutta la mia
vita… una tale complicità… una tale sintonia… una tale intimità…
sentire ogni parte di lei come se il suo corpo fosse il mio… stanotte,
ho sentito distintamente ogni suo spasmo… ogni sua fibra vibrare, quando
abbiamo raggiunto l’apice… è stato qualcosa di sconvolgente… che mi
ha lasciato senza fiato… che mi ha fatto arrivare oltre quello che mai
avevo pensato potesse esistere…
Inconsciamente, a quel pensiero, la stringo a me e la sento mugolare…
probabilmente l’ho svegliata… guardo il suo volto addormentato e poi
vedo i suoi bellissimi occhi aprirsi e guardarmi con dolcezza…
“Buongiorno amore mio…” mi dice con la voce ancora assonnata e a me
sembra di poter toccare il cielo dalla felicità… vedendo il suo
sorriso…
“Buongiorno…” le sussurro, avvicinando le mie labbra alle sue e
posandovi sopra un piccolissimo bacio e poi sfiorando il mio naso con il
suo… la sento ridere… è impercettibile, ma me ne accorgo e sorrido
anche io…
Mi allontano, tenendola sempre vicina, e vedo che mi guarda… che c’è
amore mio?… perché mi stai guardando così?… mi viene spontaneo
pensarlo e secondi dopo, come se avesse letto i miei pensieri, risponde
alle mie domande…
“Joe… promettimelo… ti prego… non fare sciocchezze… pensa a me e
al bambino, prima di prendere qualsiasi scelta…” le sue parole mi
gelano il sangue… non so perché, ma… ho una strana sensazione…
sento un brivido percorrermi l’intero corpo… e rimango in silenzio…
senza parole... non capisco le ragioni di questa mia reazione… ma non
riesco a prometterglielo… non riesco ad aprire la bocca e a
rassicurarla… e così vedo il suo volto turbarsi e assumere
un’espressione sconvolta…
“Joe… promettimelo!” percepisco la sua voce come un grido
disperato… forse… lo è… non lo so… è come se fossi lontano mille
miglia da lì… come se io non fossi lì…
All’improvviso mi riscuoto e scuoto la testa intontito… ho la testa
vuota e pesante… e non capisco… mi allontano da lei e mi alzo, sotto
il suo sguardo allibito… sono confuso… cosa mi è successo?…
rifletto e cerco di interpretare quella sensazione… e tutto intorno a me
sparisce… è come se fossi inghiottito dal nulla… mi porto le mani
alla testa e sento la pelle delle dita sulla mia fronte e la cosa mi
provoca perplessità… è come se sentissi per la prima volta quella
sensazione… è come se avessi un diverso grado di percezione…
Non so quanto tempo rimango in quello stato… non ne ho la più pallida
idea… so solo che non sto bene… c’è qualcosa che non va in me… ma
non capisco…
Mi infilo sotto la doccia e lascio l’acqua scorrere su di me… mi rendo
conto che sto facendo preoccupare Françoise, ma… non so cosa dire… so
anche che dovrei stare attento a ciò che dico o faccio… è molto
fragile ora che è incinta… la percezione delle cose sono accentuate in
lei… proprio come ieri sera… che aveva paura di non essere in grado di
essere mamma… a quel pensiero, mi sfugge un sorriso amaro… e mi chiedo
se mia madre lo ha mai pensato… se si è mai posta il problema… ma
probabilmente no… mi ha abbandonato e non è venuta più a cercarmi…
non ha più voluto sapere niente di me… probabilmente non gliene è
importato mai niente… e mentre penso questo, penso al fatto che
Françoise sarà sicuramente una madre meravigliosa… che amerà
tantissimo nostro figlio… già, nostro figlio… che strana sensazione
dire queste parole… non avrei mai pensato che sarei riuscito a
pronunciarle… che ne avrei avuto l’occasione, invece… tutto è
cambiato… ora tutto è diverso… e quel piccolino che sta lottando per
crescere è figlio mio… e senza accorgermene inizio a piangere… è
figlio mio… figlio mio e di Françoise… frutto del nostro amore… e
tutto il resto non conta…
Esco dalla doccia… mi sento provato… stanco e triste… cerco di
raccogliere le idee, ma non è facile… perché sto facendo tanta
fatica?… perché mi sembra di vedere tutto in modo diverso?… e di
sentire in modo diverso?…
Mentre apro stancamente la porta del bagno, per rientrare in camera, la
vedo… è seduta a sedere sul letto… con il lenzuolo stretto al petto e
la testa bassa… anche se non la vedo… anche se non riesco a vedere il
suo volto, so che sta piangendo… mi avvicino a lei, cautamente… e mi
siedo sul bordo del letto… accanto a lei… le alzo il viso verso di
me… ha gli occhi rossi e pieni di lacrime e le guance umide… si sta
mordendo un labbro per trattenere i singhiozzi… e vedo una piccola
goccia di sangue bagnarle le labbra… si è morsa con tale forza che si
è ferita da sola… solo per non farsi sentire da me… sciocco amore
mio… non devi fare così… no…
“Françoise…” sussurro preoccupato…
“Devi promettermelo! O non usciamo da questa stanza!…” piange…
“Giuro! Chiudo a chiave e poi la getto via!…” è così stravolta…
mi fa paura vederla così… anzi, non l’ho mai vista così… non
sembra lei… la paura la sta facendo sragionare…
“Françoise… ascoltami… io…”
“Devi promettermelo!” grida disperata… mi si stringe il cuore a
vederla così… non capisco cosa le sta prendendo… forse è solo lo
scombussolamento di tutti i cambiamenti che stanno avvenendo in lei…
“Ora basta… smettila di dire sciocchezze… amore mio… torna in
te… mi stai facendo preoccupare…” le dico agitato e nervoso… so
che non dovrei esserlo, ma la cosa mi irrita… non sopporto vederla così
e poi… se fosse necessario... per salvare lei e il bambino… io non
potrei tirarmi indietro…
“Mi hai mentito! Stanotte…”
“Non ti ho mentito! Non lo farei mai! Lo sai bene! Ma non posso
assolutamente lasciare che accada qualcosa a te e al bambino, se…
succedesse… se fosse necessario… non mi tirerei indietro… è la
verità… non posso mentirti… non voglio farlo…”
“Ma stanotte… me lo hai promesso… non me lo sono inventato…” mi
dice tra le lacrime e con la voce tremante…
“Françoise… ascoltami… è tardi… se non te la senti… rimani
pure qui… ma io devo andare… dobbiamo assolutamente trovare il
prossimo oggetto… al più presto… cerca di capire… è una corsa
contro il tempo… il bambino sta crescendo… e non ti puoi permettere di
affaticarti troppo… più passano i giorni e più ti devi tutelare… per
questo è necessario trovarli il prima possibile… per arrivare alla fine
di questa storia… per impedire a Poseidone di portare l’inferno sul
nostro mondo e nella nostra epoca… prima che nasca il bambino…” e
dicendo così mi alzo e vado a preparami…
Mi spiace averla trattata così, ma era necessario… non ho potuto fare
in altro modo e mentre esco dalla camera, la guardo e la saluto… glielo
leggo in faccia che disapprova il mio comportamento, ma questa è la cosa
migliore… la cosa più giusta…
Razza di un idiota… mi hai mentito! Come hai potuto farlo? Come?
Perché? Ma non capisci? Come fai a non capire che a me e al bambino non
serve un eroe? Ma serve un compagno… e un padre…
Mi alzo… sono arrabbiata… furiosa… vorrei prendere tutto quello che
c’è in camera e gettarlo per terra… rompere tutto!… sbatterlo
violentemente contro il muro…
Piango e non riesco a smettere… accidenti a me! E alla mia incapacità
di essere forte in questo momento… mi guardo a giro… e il mio sguardo
cade sul nostro letto… e ripenso a stanotte… come hai potuto
mentirmi?… e hai avuto anche il coraggio di dirmi che non lo avresti mai
fatto! Che non lo hai mai fatto! Bugiardo! Grido… grido con tutto il
fiato che ho nei polmoni… bugiardo… bugiardo… non sei altro che un
bugiardo Joe…
Apro la bocca per gridare ancora dalla rabbia, ma mi muore il respiro in
gola… sento una fitta al ventre… così forte che mi piego per terra,
in ginocchio… porto le mani alla pancia… cosa sta succedendo?…
perché questa fitta?… mi spavento... e comincio a tremare… e mi
assalgono prepotentemente i pensieri della sera prima…
“Piccolo…” mi sfugge dalle labbra “…perdonami…” la mia
rabbia gli sta facendo male… questo scombussolamento si sta
ripercuotendo su di lui… e penso che sto già dimostrando di essere
incapace… come farò?… come?… cerco di calmarmi e lentamente la
fitta svanisce e anche quei pensieri cominciano a darmi tregua…
Aspetto ancora un paio di minuti e poi mi alzo con cautela… devo fare
qualcosa e soprattutto non voglio lasciare Joe andare da solo…
Mi fanno male gli occhi… mi bruciano da morire… ma devo cercare di
reagire… così cerco velocemente i miei abiti, mi vesto, prendo la borsa
e scendo a raggiungere gli altri…
È l’unica cosa che posso fare… anzi, a dire il vero… non è
l’unica… mentre l’ascensore raggiunge il piano terreno prendo dalla
borsa lo specchio e chiamo Clito…
“Clito… per favore… ascoltami… lo so che puoi sentirmi… mi devi
aiutare… devi darmi una mano a… proteggere Joe da Poseidone…”
Istanti dopo, vedo la sua immagine prendere forma di fronte a me…
“Françoise… “
Mi guarda con aria strana… sembra quasi disapprovare il mio
comportamento…
“Clito… devi aiutarmi…”
“No…”
La sua risposta mi colpisce come uno schiaffo in pieno volto…
“Clito… cosa…” sono ammutolita… che dannazione vuol dire «no»?
“No, Françoise… sai come la penso… l’unica che deve
salvaguardarsi sei tu… Joe… non conta… lui non è importante… tu e
il bambino siete gli unici che potete salvare l’umanità dalla
distruzione in cui Poseidone la vuole gettare… e se fosse necessario…
Joe dovrà sacrificare la sua vita per voi…“
La guardo incredula… non può pensare veramente quello che ha detto…
“Clito… cosa stai dicendo?” il tono della mia voce è aspro…
concitato… arrabbiato…
“Cosa vuoi dirmi?… che conta solo questo bambino?… che Joe non conta
nulla?… che è stato solo un mezzo?…”
“Se la vuoi vedere così… sì… ha fatto già ciò che doveva fare…
ha eseguito gli ordini di Eleni… ha fecondato il tuo ventre con il suo
seme… nell’ultima notte di plenilunio… così come è stato
scritto…“
“Eleni?… ultima notte di plenilunio?… cosa stai dicendo?…” sono
sconvolta… non capisco…
“Joe ha solo portato a termine il suo compito… e ora tocca a te…“
Mi porto una mano al petto… è follia… pazzia… è… crudeltà!
“Clito… io… vuoi dire che… noi siamo solo dei mezzi… solo…
oggetti utili al vostro fine?…”
“Non è esatto… non al nostro fine… è per salvare il mondo
intero…”
Appena conclude la frase, la mia testa innesca una sorta di ragionamento,
ma che mi permette di capire… di avere le idee più chiare…
“Io… vi servo viva solo… perché il bambino è nel mio grembo,
altrimenti neanche io sarei da «salvaguardare» come dici tu… non per
altro… non c’è nessun noi… non c’è un io e Joe e il bambino…
non c’è niente…” il tono della mia voce si alza e nel farlo assume
un suono così sgraziato e graffiante, che urta anche me…
“Voi… lo state mandando a morire… senza un motivo… a sacrificarsi
per voi…”
“No… te l’ho già detto…“
“No! Tu non hai detto proprio niente! Che razza di donna sei? Che razza
di compagna sei? Che razza di madre sei?… se parli così… vuol dire
che tu non sai proprio nulla…” mi guarda sconvolta, mentre le grido in
faccia tutto ciò che penso di lei… “…che non sai amare… che sei
crudele… che a te non importa nulla dell’amore di una madre per un
figlio!… e anche per il proprio compagno! Ma come fai a essere così
crudele?… come? Privare un uomo della possibilità di vedere e crescere
il proprio figlio, perché è stato deciso che lui sarà solo un mezzo…
per salvare il prescelto! No! Non te lo lascerò fare… io proteggerò
entrambi… proteggerò Joe e il bambino! E… saremo una famiglia! Quella
famiglia… che non ha mai avuto Joe…”
Mentre finisco di pronunciare quelle parole, le porte dell’ascensore si
aprono ed io esco senza guardarla in faccia…
Ho deciso… andrò dritta per la mia strada… accada quel che accada, ma
io proteggerò le mie due ragioni di vita… Joe e il bambino…
E mentre mi avvicino al punto di ritrovo, per partire verso il sito
archeologico di Cartagine, mi faccio una promessa…
Fosse l’ultima cosa che faccio, ma noi tre saremo una famiglia…
metterò da parte ogni mia paura… ogni mia esitazione… ogni mia
fragilità… e lotterò per voi… e salverò il mondo senza il
sacrificio di nessuno… dimostrerò quanto grande e forte è l’amore di
una donna e di una madre… lo giuro… sulla mia vita…
Stiamo arrivando al sito archeologico di Cartagine ed io cerco di stare
tranquilla… Joe è silenzioso… ogni tanto mi guarda, ma non mi dice
nulla… non ha fatto accenno a quello che è successo stamani… sembra
assente… e non capisco perché… è da stamani che è strano…
Sono ancora arrabbiata con lui… anche se so che la cosa lascia il tempo
che trova… soprattutto dopo quello che ho saputo, non ha molto senso…
lui sta seguendo solo il suo destino… quello che Eleni gli ha
mostrato…
Guardo nella sua direzione e avrei voglia di fargli tante domande:
perché non me l’hai detto?… perché me l’hai tenuto nascosto?…
perché continui a volermi proteggere in questo modo così sbagliato?
Perché non capisci che nascondendomi le cose, peggiori solo la
situazione?… sei uno sciocco Joe… tu hai la testa dura, ma io non sono
da meno… perché non ci pensi mai?… eppure dovresti averlo capito…
dopo tutti questi anni che ti ho amato in silenzio… che sono stata la
tua ombra nel bene e nel male… che ti sono stata vicina e ti ho sorretto
in tutte le cose… che ho guardato e vegliato su di te… che mi sono
messa da parte quando ti sei buttato nelle braccia dell’una e
dell’altra… solo perché avevi paura di me… dopo tutto questo, come
fai a non sapere di che pasta sono fatta?… che sono una testa dura come
te e forse… anche di più… credi veramente che te lo lascerò fare?…
no… se è questo che pensi… ti stai sbagliando di grosso… non te lo
permetterò mai… con le unghie e con i denti… sputando sangue… ti
darò quella vita che meriti e che hai sempre sognato, ma che non hai mai
avuto il coraggio di chiedere…
Françoise alla fine ha deciso di venire con noi… ma forse, dopo quello
che è successo stamani, sarebbe stato meglio che non fosse venuta… non
la vedo in grado di ragionare a mente fredda… non è più in grado di
essere una di noi… alla fine di questa missione, dovrò parlare con il
dottor Gilmoure e chiedergli di aiutarmi a convincerla, a non seguire più
le ricerche da vicino con noi… è meglio… è troppo pericoloso per lei
e il bambino…
Mentre seguo la cartina e do indicazioni a Jet, su quale strada prendere
per arrivare a destinazione, mi viene spontaneo pensare a quanto effimera
è la vita… a come cambia da un momento all’altro… e come una scelta
può incidere su ciò che ti circonda…
Mi è inevitabile pensare che… forse… se non fossi stato così
impaurito dai miei sentimenti per lei… le cose ora sarebbero diverse…
forse ci saremmo potuti evitare tutta questa sofferenza… forse…
Sospiro…
Ma se fosse stato diverso, ora probabilmente… non saprei cosa si prova a
sapere che diventerò padre… e neanche la gioia che ho provato quando
l’ho visto muoversi sullo schermo dell’ecografo…
La vita non è facile… la mia vita non è mai stata facile… e a quanto
pare continuerà a non esserlo… questo è il mio destino…
Sospiro… di nuovo…
Supponendo di sopravvivere a questa missione… supponendo di riuscire a
sconfiggere Poseidone… potrò mai essere il compagno che merita?…
potrò mai renderla felice e basta?… invece di alternare lacrime e
dispiaceri a gioia e sorrisi? E potrò mai essere un bravo padre?… non
so neanche come dev’essere un padre… non ho neanche un esempio da
seguire… che cosa farò?…
Mentre mi passano tutti quei pensieri per la testa, alzo gli occhi davanti
a me e lo vedo… ci siamo… quello è il sito archeologico di
Cartagine…
Jet ferma l’auto e scendiamo tutti… siamo io, lui, Françoise e
Geronimo… e di fronte a noi abbiamo ciò che resta di quella che era una
delle più grandi e antiche civiltà del passato…
Mentre ci avviamo ad entrare nel sito, Jet mi ferma e mi trattiene per un
braccio e capisco, dal suo sguardo, che vuole parlarmi…
“Joe?…”
“Dimmi…”
“Che intenzioni hai?…”
Lo guardo sorpreso… non capisco cosa voglia dirmi…
“Non capisco… cosa intendi?…”
“Voglio dire… perché hai portato con noi Françoise? È pericoloso…
lei non dovrebbe essere qui…”
Rimango in silenzio… Jet ha ragione, probabilmente, quando mi ha chiesto
di venire con noi, ho commesso un errore ad assecondarla… a questo punto
della situazione, effettivamente, Poseidone potrebbe decidere di attaccare
in ogni momento… e considerando che, l’altro giorno, mi ha minacciato
che la prossima volta non mi avrebbe dato speranze… non l’avrei dovuta
portare… vedermi morire sotto i suoi occhi… è la cosa peggiore che le
potrei fare… ma ormai, siamo qui… e ora non posso tornare indietro…
mi devo solo augurare che non accada nulla… ma se accadesse…
“Jet…”
Mentre vedo Geronimo e Françoise che si allontanano ancora di più da
noi… lui si gira verso di me… non parla, sta aspettando che lo faccia
io…
“Ascoltami… devi difenderla… qualsiasi cosa accada… lei viene
prima di tutto… se tu dovessi essere costretto a fare una scelta… devi
salvare lei… se mi succedesse qualcosa… se capitasse che io… dovrai
occuparti tu di lei… hai capito?… hai capito cosa ti sto
chiedendo?…”
Vedo il suo volto impallidire e mutare di espressione…
“Joe… cosa diavolo stai dicendo? Sei forse impazzito?”
“No, Jet… voglio solo essere sicuro che… se mi succedesse qualcosa
ti occuperesti di lei e… del bambino…”
“No! Non lo farò! Perché sarai tu, solo, a prenderti cura di lei e del
piccolo!… non voglio più sentire questi discorsi stupidi…”
“Jet… durante il suo ultimo attacco, Poseidone mi ha detto che la
prossima volta che ci rivedremo… mi ucciderà… per quanto vorrei
essere ottimista, ma… lui è sempre un dio… e io devo pensare a questa
possibilità…”
“Non dire sciocchezze… ci saremo noi a difenderti… non lasceremo mai
che lui possa arrivare a te o a Françoise…”
“Jet… anche se ti assicuro che il mio desiderio di veder nascere il
bambino mi da una forza inaudita… non voglio illudermi… e per questo
ti chiedo… di occuparti di loro…”
Alzo lo sguardo verso di lui… è palesemente contrariato dalla mia
richiesta… ma alla fine annuisce …
“Va bene, ma… non ce ne sarà bisogno… sarai tu ad occuparti di loro
due…”
E dicendo questo si allontana e si dirige dagli altri…
Sono già passate alcune ore da quando siamo qui, ma per ora non abbiamo
trovato alcun indizio…
Mi guardo in giro, ma devo essere sincera… non sto guardando con
l’attenzione che dovrei… ho la testa troppo piena di pensieri…
vorrei riuscire a riordinarli tutti… però mi accorgo che più ci provo
e più si aggrovigliano…
Sono stanca e… comincio ad avere di nuovo la nausea… così cerco un
posto all’ombra per fermarmi a riposare e a bere un sorso d’acqua…
Mentre mi metto a sedere, penso che forse non è stata una buona idea
venire… soprattutto dopo la fitta di stamani… mi tocco la pancia… è
ancora praticamente piatta anche se… mi accorgo che, impercettibilmente,
sta crescendo… chiudo gli occhi e inspiro profondamente… mi sento
stranamente sola… vorrei… vorrei che… scuoto la testa e mi impongo
di calmarmi… continuando così, non sarò mai in grado di mantenere fede
alla mia promessa…
Rialzo gli occhi e lo vedo davanti a me…
“Tutto bene?…”
“Sì… sono solo un po’ stanca… questo caldo mi butta un po’
giù… ecco tutto…”
Lo vedo avvicinarsi e mettersi accanto a me…
“Scusami per stamani… non volevo essere così duro… mi spiace…”
“Non ti preoccupare… è stata anche colpa mia… mi sono lasciata
trasportare dalle mie paure…” inconsciamente inizio ad accarezzarmi la
pancia e lo vedo guardarmi preoccupato…
“Tutto… bene?...”
“Sì, tranquillo… dice che fa bene al bambino sentire la mano della
mamma muoversi… è come se lo cullassi…”
“Capisco…”
“Vuoi provarci tu?…” gli chiedo dolcemente… e vedo il suo volto
mutare… sembra quasi spaventato… e la cosa mi fa ridere…
”Guarda che non morde!”
“Spiritosa!” lo vedo esitare, ma poi allunga la mano sul mio ventre e
comincia ad accarezzarlo… è così dolce vederlo in questo momento…
sembra così fragile… mi avvicino a lui, in modo che possa toccare la
pancia meglio… e sento il mio cuore stringersi… e in quel momento
realizzo che è la cosa più bella che mi sia capitata… avere Joe come
compagno e padre del bambino…
Appoggio la mia fronte alla sua e sorrido…
“Sarai una padre meraviglioso…”
Ma proprio mentre finisco di pronunciare quelle parole, vengo percorsa da
un brivido freddo… ho un brutto presentimento… che purtroppo non tarda
a manifestarsi…
“Ma che bella scenetta!” la voce sembra provenire dalle profondità
della terra e subito dopo, questa comincia a tremare… si apre una
frattura e da questa esce Poseidone, avvolto da un vortice d’acqua!
Lo vediamo spuntare fuori dal nulla e con ghigno malefico ci guarda…
sono spaventata e inconsciamente mi porto una mano al ventre… ma non
faccio neanche in tempo a farlo, che sento subito Joe che mi stringe a
lui, coprendomi con il suo corpo per proteggermi…
“Poseidone…” la voce di Joe è un sibilo… quasi impercettibile…
“È giunta l’ora dei conti… sono venuto a prendermi ciò che è
mio… e ad eliminare ciò che mi infastidisce…”
“Io non credo che riuscirai a fare niente di ciò che vuoi… perché io
te lo impedirò!”
“Dici?… stupido e insulso essere umano! Cosa pensi di fare? Vuoi
opporti a un dio?... non farmi ridere!”
“Non l’avrai mai! Françoise non ti appartiene! Né ora né mai!Non
sarà mai tua!”
Vedo la bocca di Poseidone piegarsi in una risata, mentre sento il sangue
gelare nelle vene…
La frattura per terra si propaga fino ad arrivare ai nostri piedi… e
sento Joe darmi una spinta per allontanarmi da lui… cado per terra ad
alcuni metri di distanza e quando rialzo la testa, vedo lui sospeso sopra
una voragine e aggrappato con una mano ad un debole appiglio…
“Joe!” grido con tutta la voce che ho mentre vedo arrivare Jet e
Geronimo in nostro soccorso…
“Françoise, tutto bene?”
“Sì, Jet! Ma devi salvare Joe!” gli grido, mentre sento la terra
tremare ancora…
“Tranquilla, ci penso io!” ma a quella affermazione sento la voce di
Joe gridare…
“Jet! Ricordati quello che mi hai promesso!” a quelle parole vedo il
suo volto mutare… che cosa significano quelle parole?
“Joe… io…” Jet è esitante… perché?…
“Jet! Devi salvare Joe!” lo scuoto e vedo che mi guarda in volto… e
poi abbassa la testa mestamente…
“Perdonami Françoise…” si avvicina a me per portarmi via, ma io lo
allontano furiosa…
“Jet! Devi salvare Joe! Subito!” sento la mia voce incrinata dalla
rabbia…
“Perché stai esitando? Cosa ti prende?” e non riesco a dire altro che
mi sento sollevare da terra da una luce strana… e sotto gli occhi
sconvolti di tutti, mi ritrovo imprigionata in una sorta di gabbia
d’oro…
“La volta scorsa… mi hai preso alla sprovvista, ma questa volta non
sarà così…” la voce di Poseidone che pronuncia quelle parole distrae
tutti, mentre io invece afferro con le mani le sbarre d’oro e provo a
tirarle, ma sono troppo forti per me… non ce la faccio!
“Quella è una gabbia magica… da quella neanche il potere di Atlante
potrà salvarti, mia piccola traditrice!” e mentre dice così, la
prigione, con me all’interno, lievita in aria e lo raggiunge…
“Ed ora che ho ciò che mi interessa… posso completare la mia
vendetta!”
Il tritone di Poseidone si illumina di una luce accecante, tale che mi
devo parare gli occhi con una mano… ma attraverso le mie dita lo vedo
indirizzare quel fascio di luce verso Joe…
Inizio a gridare con tutta l’aria che ho nei polmoni… e
all’improvviso sento una forza incredibile salirmi dentro e poi… perdo
completamente coscienza di me…
Mentre Jet stava correndo in soccorso di Joe, Poseidone puntò il tridente
verso di lui, pronto a colpire lui e l’amico…
“Due in un sol colpo…” mentre lo diceva rideva divertito,
pregustando già la vittoria… e il suo ghigno diventava sempre più
soddisfatto, ma non aveva fatto i giusti conti…
“Jet… vattene! Ucciderà entrambi!”
“Smettila di dire sciocchezze! Ora afferra la mia mano! Ti tirerò su e
lo affronteremo!”
“Non ce la possiamo fare!”
“Sì! Io non ti lascio morire!”
“Invece no… non capisci?… tu devi…”
“Basta con queste sciocchezze! Non ti voglio più ascoltare!” e mentre
diceva così, il raggio di Poseidone si scagliò contro di loro, deviando
però a un passo dai due…
Jet rimase allibito… non poteva credere ai suoi occhi!… erano salvi,
per miracolo! O forse… non era un semplice miracolo!… per fortuna
Geronimo, con i nervi più saldi dei loro, non si fece imbambolare dalla
situazione e si riscosse! E corse verso il dirupo, a tirare su Joe,
portandolo sulla terra ferma e al sicuro con Jet!…
Una volta in salvo, i tre rimasero poi a guardare attoniti cosa accadde
dopo…
La gabbia d’oro esplose, liberando un’energia mai vista… tale che lo
stesso Poseidone, fu respinto via con una forza inaudita… e scagliato
per terra con il suo tridente…
La faccia del dio era scioccata… e lui era ammutolito quando si vide di
fronte Françoise… i suoi occhi erano rossi come sangue… i suoi
capelli brillavano come oro e la luce che emanava era a tal punto
abbagliante che dovette pararsi il volto con una mano...
“Tu… come hai osato?” disse con voce tremante di rabbia…
“Poseidone…” la voce che uscì dalla sua bocca era alterata…
sembravano due voci sovrapposte… una era quella di Françoise e
l’altra… “…non ti permetterò mai di fare del male a Joe…”
“Come ti permetti di opporti al volere di un dio!” la sua voce era
completamente incrinata dalla rabbia…
“Ascoltami… non ti avvicinare mai più né a lui né a me… o la
nostra forza ti distruggerà…”
“Cosa?… come ti permetti?… io…”
“Hai fatto soffrire la mamma, tentando di uccidere papà… ed io ho
sentito il suo dolore straziante… e questo ha accresciuto i miei
poteri… io e lei siamo fortissimi insieme… il mio ed il suo amore per
lui ci ha resi imbattibili…”
“Non è possibile! Vi avevo rinchiuso nella gabbia d’oro! Lì non
avresti dovuto poter reagire!”
“La gabbia d’oro… serviva a rinchiudere solo i miei poteri… e non
quelli miei e della mamma… non era adatta a tanta forza…”
“Non è possibile… lei è solo una misera umana…” era incredulo
mentre tentava di rialzarsi a fatica dal colpo inflittogli…
“È vero… è umana… ma il suo amore è immenso… ed è stato quello
che ha accresciuto definitivamente i miei poteri… e ora che lo sai…
pensaci bene prima di attaccarci di nuovo… in particolare papà…” e
mentre finiva di dire quelle parole, Poseidone fu avvolto da un vortice
d’acqua e sparì, con la coda fra le gambe, ritornando da dove era
venuto…
Di fronte a ciò che era successo, a Jet sfuggì un commento…
“Cavolo se è forte… fa paura… è riuscita a cacciare un Dio…”
Joe era pietrificato… quando l’altro giorno lo aveva difeso, non aveva
visto nulla in confronto ad oggi… non aveva neanche usato un decimo
della potenza che aveva sfruttato in questa occasione… e la cosa lo
preoccupò tantissimo… il corpo di Françoise era in grado di gestire
tutta quella energia?… e proprio mentre quel pensiero si affacciò nella
sua mente, la vide cadere sulle ginocchia e poi accasciarsi a terra… con
accanto una piccola anfora tutta d’oro, che portava lo stemma di
Atlantide e del Dio…
Parte 13
Siamo riusciti a decifrare il mistero dell’anfora d’oro… la nostra prossima destinazione è Roma… sicuramente il prossimo oggetto ha a che vedere con l’antica Roma, poiché sull’anfora, per la prima volta, oltre al luogo dove dovremo cercare vi è incisa un’ulteriore iscrizione: Ensis Caliburnus…
Purtroppo la mia conoscenza della lingua latina è molto labile e, nonostante abbia effettuato numerose ricerche, non sono riuscita a venire a capo dell’enigma: tutto rimanda ad Excalibur, la leggendaria spada di re Artù…ma che diamine c’entra Artù con Roma?
Mi porto due dita alle tempie, tentando di concentrarmi… in questo momento tutto mi sfugge ed io mi sento così debole e stanca… inoltre, il tempo passa velocemente… sono già al quarto mese di gravidanza e comincia a vedersi un po’ di pancia… se continuo così non ce la farò a risolvere questa situazione prima che nasca il bambino… dannazione!
Sento bussare alla porta della mia stanza…
“Chi è?”
“Sono io bambina… posso entrare?”
Sorrido al suono della voce di Seven…
“Certo… vieni pure…”
Lui entra, sorreggendo un piccolo vassoio con una tazza colma di una qualche bevanda fumante…
“Ti ho portato un po’ di latte e miele… per tirarti un po’ su!” mi dice, strizzandomi un occhio…
“Grazie…”
“Coraggio… bevilo, prima che si freddi…”
Non ne ho molta voglia in verità, ma Seven è stato così gentile che cerco di trangugiare un po’ di liquido per fargli piacere… lui intanto osserva i numerosi fogli che non fanno altro che dimostrare il fallimento di tutte le mie ricerche fino ad ora… ad un certo punto, interrompe il suo silenzio…
“Joe è in sala riunioni con gli altri… anche loro non riescono a capirci nulla…” afferma con voce dispiaciuta…
Immaginavo… ma Seven cambia subito argomento…
“Ma tu come ti senti?”
“A parte la stanchezza… adesso non mi posso lamentare… non ho più nausee e questo è già qualcosa di positivo…”
Lo vedo sorridermi affettuosamente e prendere in mano i fogli che stavo studiando fino a poco fa… il suo sguardo si sofferma sul disegno di Excalibur… sorride e nel suo sguardo riesco a leggere la dolcezza di un ricordo antico che non riesco ad afferrare, ma che per lui dev’essere bellissimo…
“Aahh…” sospira “…Excalibur… la gloriosa spada di Cesare…”
“Come scusa?...” non riesco a cogliere il collegamento “…ma… Excalibur non era la magica spada di re Artù?”
Seven mi sorride e sul suo volto si dipinge l’espressione felice dell’insegnante che sta per spiegare qualcosa di nuovo e meraviglioso ad un suo allievo…
“Beh… questo secondo la leggenda… la realtà storica è un po’ diversa…”
“Che cosa sai al riguardo?” lo invito a continuare…
Lui prende una sedia e si mette accanto a me, iniziando a raccontare…
“Allora bambina, devi sapere che nella mia carriera di attore teatrale ho interpretato molte opere storiche… tra queste ne ricordo una in particolare… si intitolava L’ultima Legione ed era un’opera tratta dal libro di un autore italiano molto bravo… mi pare si chiami Massimo Manfredi o qualcosa del genere… lo scrittore ha sempre affermato che Excalibur non è altro che la leggendaria spada Calibica, forgiata dai Britanni per Caio Giulio Cesare… alla morte dell’imperatore fu nascosta in territorio britannico e riportata a Roma da un comandante dell’esercito romano, tale Lucius Artorius Castus, che molti storici hanno identificato come il mitico re Artù… sulla lama erano incise le parole Cai Iul Caes Ensis Caliburnus, della quale poi la rovina del tempo avrebbe lasciato leggibile soltanto Es Calibur…”
Ascolto affascinata il discorso di Seven, per poi saltare di gioia come una bambina…
“Ma allora è tutto chiaro!...” grido, di nuovo piena di fiducia…
Seven rimane in silenzio, non riuscendo a comprendere la mia esplosione di felicità… allora gli prendo dalle mani il disegno di Excalibur e, indicandolo, esclamo:
“È questo il prossimo oggetto! Dobbiamo trovare la spada di Cesare!”
Lui mi fissa interrogativamente…
“Ma… ne sei sicura?”
“Sì, sì assolutamente…” e senza dargli il tempo di replicare, lo prendo per mano e lo trascino in sala riunioni “…vieni presto… andiamo a dirlo agli altri!”
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Roma è davvero magnifica… è bellissima… i suoi viali, le sue ricchezze storiche… la gente, sempre così cordiale… mi sembra quasi di essere nella mia Parigi… in effetti, le due città si somigliano molto, anche se Roma ha una storia molto più antica di Parigi…
Dopo aver capito che dobbiamo trovare la spada di Cesare, abbiamo effettuato alcune ricerche… secondo gli storici, l’arma dell’imperatore è custodita nel suo sepolcro che si trova all’interno dei Fori Imperiali, in un’area denominata Campo Marzio… anche se non sono mai riusciti a dimostrare la veridicità di questa ipotesi…
Siamo partiti immediatamente e adesso siamo davanti all’ingresso dei Fori, proprio dietro al monumentale Colosseo, l’anfiteatro che l’imperatore Flavio volle costruire per i famosi giochi gladiatorii… io, Joe, Albert e Seven sembriamo semplici turisti stupiti dalle meraviglie archeologiche che possiamo vedere per la prima volta…
“Mi chiedo una cosa…” interrompe il silenzio Seven “…cosa c’entra Cesare con Poseidone?”
“Probabilmente era un suo discepolo…” gli rispondo “…la religione romana all’epoca non fece altro che riprendere le divinità greche e modificare loro il nome… per esempio il loro Giove, padre degli dei, non era altro che lo Zeus greco, Minerva era Atena e Nettuno… era Poseidone… ognuno dei grandi romani aveva un suo dio preferito…”
“Però…” sospira Albert “…che razza di copioni…”
Sorridiamo alla sua battuta e ci avviamo all’interno dei Fori, camminando lentamente per non destare sospetti… dopo una buona mezz’ora Seven richiama la nostra attenzione verso una tomba sopraelevata rispetto ad altre…
“Ragazzi!… venite un po’ a vedere…”
Lo raggiungiamo velocemente…
“Secondo me è questa l’ultima dimora di Cesare…” afferma teatralmente…
“Cosa te lo fa pensare?” interviene Joe…
“Guardate qua…” e indica con l’indice della mano destra un rilievo in pietra nell’angolo destro della tomba… un tridente…
Improvvisamente, sento come una forte sensazione di richiamo verso quel simbolo… inizio a tremare sensibilmente, mentre tutto intorno a me appare sfocato… Joe si accorge subito del mio malessere e mi afferra per un braccio…
“Françoise! Stai male?... forse dovremmo interrompere la ricerca per oggi…”
“No!...” esclamo angosciata… non voglio sprecare tempo prezioso... “…no! È qui… la spada è qui!”
Come in preda ad una forza esterna, mi avvicino e giro intorno al sepolcro, fino a fermarmi davanti al tridente di Poseidone… appena lo sfioro, sento il mio corpo attraversato da una forza dirompente… una scossa elettrica fortissima…
Con un’energia che sento non appartenermi strappo letteralmente la pietra dalla tomba, sotto lo sguardo allibito dei miei compagni che non credevano fossi capace di un’azione simile… ma, inaspettatamente, dall’apertura nel sepolcro provocata dal mio gesto, fuoriesce un getto d’acqua violentissimo e all’interno di esso… serpenti… enormi serpenti marini che si avvinghiano velocemente alle braccia e al collo dei ragazzi, impedendo loro qualsiasi movimento… li vedo tentare di reagire in qualche modo a quella presa mortale… poi però crollano a terra, in preda agli spasmi del soffocamento… no!... non posso permetterlo!
“Ora basta!...” urlo con tutte le mie forze “…fermatevi immediatamente!”
E quegli animali assassini, sicuramente devoti al dio del mare, inaspettatamente mi danno ascolto… li vedo allentare la loro presa, allontanarsi da Joe e dai miei compagni e, come docili agnellini, venire verso di me e circondarmi mentre mi fissano con i loro occhi rossi, come aspettando un mio preciso ordine… sono come paralizzata, non so cosa fare…
Albert, ancora in preda alla tosse per lo sforzo di contrastare i serpenti, mi chiama…
“Françoise! Ti obbediscono… coff… coff… liberati di loro!... presto!”
Al suono di quelle parole mi riscuoto… mi avvicino ad uno degli animali… è immobile, come tutti gli altri… continua a fissarmi e nel suo sguardo non leggo odio o rabbia ferina… e allora comprendo… hanno agito su preciso ordine di Poseidone… in realtà non volevano fare del male… lentamente tendo la mia mano verso il serpente, sotto lo sguardo terrorizzato degli altri…
“Non farlo!...” grida Joe, cercando di rialzarsi per potermi raggiungere “…ti uccideranno!”
“No…” gli rispondo tranquillamente “…non mi faranno del male…”
Dolcemente, accarezzo la bestia marina sul capo… il serpente rimane immobile, lasciandosi andare al mio tocco, come un gatto quando fa le fusa… gli altri continuano a fissarmi sconvolti…
“Tornate a casa…” dico, rivolgendomi direttamente agli animali “…siete liberi… tornate a casa…”
E, sotto lo sguardo turbato dei miei compagni, i serpenti si allontanano velocemente, fino a scomparire dalle nostre viste…
Trascorrono alcuni istanti che sembrano ore, prima che ci rendiamo conto pienamente di quello che è accaduto… tento di riscuotermi e mi avvicino rapidamente al foro aperto nella tomba di Cesare, allungando una mano al suo interno…
“Françoise…” Joe tenta di parlarmi… posso leggere chiaramente nei suoi occhi il timore, ma non gli permetto di continuare…
“Ti prego… non dire niente…” non ho nessuna voglia di spiegare adesso… e poi… che motivazione potrei mai dare su ciò che è appena successo?… non lo so neanche io…
Ad un certo punto, sento qualcosa all’interno del sepolcro… qualcosa di simile a… sì… ad un’elsa… afferro decisa quell’impugnatura e, sotto gli occhi ora sollevati degli altri, estraggo la spada Calibica di Cesare dal suo nascondiglio… lasciando che splenda in tutta la sua bellezza alla luce del tramonto…
Parte 14
Ancora non riesco a capacitarmi di quello che è successo… quei mostri le hanno obbedito come agnellini mansueti… come è possibile?… tutto quello che sta accadendo negli ultimi tempi è veramente fuori da ogni fantasia… anche la più visionaria!… ho visto Françoise fare cose inaudite e questo… grazie al piccolo… è lui che ha questa forza… lui sarà il guardiano che proteggerà l’umanità da Poseidone… dove noi non potremo fare nulla, lui… ci salverà tutti… ma come può una così piccola creatura fare una cosa simile?… il frutto del nostro amore ha una potenza inaudita, ma…
Alzo gli occhi verso lo specchio… ho il volto contratto in una smorfia di preoccupazione… e gli occhi sono stanchi… molto stanchi… comincio ad accusare questa situazione… sospiro… sarà come me e lei… i suoi poteri lo renderanno diverso dagli altri… e neanche lui avrà un’esistenza felice e tranquilla come quella di tutti gli esseri umani… vivrà il nostro stesso destino…
Eppure, fino a qualche tempo fa, non riuscivo neanche a sognare la possibilità di diventare padre e ora, invece… sono qui che mi preoccupo per il suo destino… forse… qualche volta le cose possono cambiare… forse, anche per lui… sarà così… e le mie preoccupazioni per lui saranno inutili…
“Joe?… tutto bene?…”
Mi giro di scatto e la vedo in piedi vicino alla porta… è preoccupata per me… lo so… da quando Poseidone ha tentato di uccidermi glielo leggo ogni giorno negli occhi… e anche ora è così…
“Tutto bene… sono solo un po’ stanco…”
“Sicuro?… è solo questo?…”
“Sì… non ti preoccupare…” le sorrido e mi avvicino a lei, abbracciandola dolcemente… è sempre più bella… possibile?… avevo sentito dire che le donne incinte diventano più belle, ma… non pensavo al punto da splendere quasi…
“Andiamo a letto… domani dobbiamo decidere se ripartire subito o se rimanere alcuni giorni a riposarci qui, prima di buttarci nella prossima ricerca…”
“Sì, lo so… ma perché rimanere qui?… potremo comunque andare alla ricerca del prossimo elemento e riposarci lì…” la vedo chiedermi leggermente agitata…
“Sì, certo… ma, come mai non vuoi rimanere?… non ti piace Roma?… è una bellissima città…”
Abbassa gli occhi… ha qualche pensiero che non vuole dirmi… è chiaro…
“Françoise?… che c’è che non va?…” le alzo delicatamente il volto verso di me…
“Niente… è solo che…” esita “…quello che è successo alla tomba di Cesare… mi ha… confuso…”
Annuisco…
“Capisco… questi poteri… ti scombussolano…”
“Sì… non sono abituata a… tanta forza… e non so cosa posso chiedere a me e al mio corpo… senza fare male al bambino…” si porta una mano alla pancia, accarezzandola…
“Stai tranquilla… sono convinto che tu sappia benissimo come agire… è l’istinto materno… ogni donna lo sa… è qualcosa di innato… scritto nel DNA dell’essere umano… quindi, non ti preoccupare… saprai da sola cosa potrai fare e cosa no… via via che il tempo passa…”
“Ma oggi… io… non so se ho fatto bene… quando mi sono sentita male… ho voluto comunque continuare e…”
“Lo so… ma lo hai fatto perché lo sentivi… perché il piccolo ti aveva donato la sua forza…” allungo una mano e la metto sulla sua che accarezza la pancia…
“Il nostro piccolo è… molto forte… sa quando hai bisogno del suo aiuto… e sa quando ce la puoi fare da sola…”
“Sì, ma… in certi momenti mi sembra… che sia lui a proteggere me… e non io lui… e questo mi rende fragile… dovrebbe essere la mamma a difendere il proprio figlio, invece…”
“Françoise… tu già lo stai difendendo… con tutta te stessa… non avere timore… sarai una madre meravigliosa… se è questo che ti preoccupa…” le scosto una ciocca di capelli dal volto e la vedo pensierosa…
“Su… ora andiamo a letto… abbiamo bisogno di riposarci…” probabilmente deve solo farsene una ragione…
“Va bene… andiamo a letto…” si discosta dal mio abbraccio e si dirige lentamente verso il letto… continuando a toccarsi la pancia…
La seguo con lo sguardo, mentre la raggiungo anche io… e la vedo sdraiarsi con una certa difficoltà… più il tempo passa e più ha problemi a fare le cose di sempre… forse, anche questo la indispone…
Spengo la luce e subito la sento sospirare…
“Che c’è?… come mai sospiri?… non ti senti bene?…”
“No… tutto a posto… è solo che…” sospira di nuovo “… sono una mongolfiera…” conclude demoralizzata… con il tono di voce di chi sta per scoppiare a piangere…
Ok… prima la preoccupazione di non essere in grado di difenderlo e ora… questa… sospiro… sarà una notte molto lunga…
“Non sei una mongolfiera… sei bellissima!…”
“Non è vero… me lo dici solo per calmarmi… oggi ho visto i ragazzi come hanno guardato alcune ragazze che ci sono passate vicine, lì ai fori…”
“Uhm… e con questo?… cosa c’entrano loro?… non dovrei essere io l’unico tuo pensiero?…”
“Appunto... se lo hanno pensato loro… lo avrai pensato anche tu… d’altronde… sei un uomo!… non si può pretendere molto!”
A quest’ultima affermazione spalanco gli occhi… non so perché, ma… la vedo proprio male questa discussione…
“Françoise… sai benissimo che ho occhi solo per te… perché dici così?…”
“Bugiardo! Hai sempre guardato le altre!… non è una novità!… perché dovresti sentirti attratto da una mongolfiera, quando puoi avere tutte quelle che vuoi?… come se non ti cadessero tra le braccia senza alcuna fatica!… anche oggi, ne ho contate a bizzeffe che non ti toglievano gli occhi di dosso!…”
Mi irrigidisco e mi alzo a sedere sul letto…
“Françoise… non sei una mongolfiera! E ribadisco… sei bellissima!… impegnata come eri a contare quelle che mi guardavano, ti sei persa tutti gli uomini che invece si perdevano ad osservare te!… nonostante la pancia!…”
“Vedi?… lo dici anche tu, che è la prima cosa che si vede di me!…”
Oh mamma … in che giro di schiaffi sono entrato?… sospiro e mi armo di tanta pazienza… tanto lo sapevo… mi avevano avvertito tutti che con gli ormoni di una donna incinta non si scherza…
“Tesoro…”
“Tesoro?… e da quando mi chiami tesoro?… sentiamo!… di cosa ti devi far perdonare?” mi dice alzandosi a sedere anche lei sul letto e accendendo la luce per guardarmi in volto…
“Tesoro… volevo dire… Françoise… non ho niente da farmi perdonare! Non ho fatto nulla! Perché mi tratti così?…”
La guardo in volto un po’ corrucciato e vedo la sua espressione passare da arrabbiata a triste… e poi scoppiare a piangere…
Ecco… ora sono proprio nei guai…
Mi avvicino a lei, tentando di abbracciarla, ma lei mi scosta le mani ed inizia a piangere come una fontana…
“Françoise…” mormoro dispiaciuto… mi sento in colpa… anche se non ho fatto nulla… non mi piace vederla così…
“Françoise… ti prego… non piangere… scusami… anche se non so cosa ho fatto… scusami…” alza gli occhi verso di me, calmandosi leggermente… mi guarda contraddetta e poi scoppia nuovamente a piangere…
Uhm… qualcuno mi salvi da questo supplizio… la amo più della mia vita, ma… questi sbalzi di umore improvvisi, mi spiazzano…
“Tes… Françoise… per favore… non piangere…” tento nuovamente di abbracciarla e questa volta ci riesco… e lei si lascia cullare come un pulcino tra le mie braccia… “Su… calmati… va tutto bene… amore mio…” le bacio la fronte, mentre la sento cominciare a calmarsi…
“Amore mio…” le sussurro, accarezzandole dolcemente i capelli…
“Lo sai che ti amo… non temere… niente ci potrà separare…”
Lei annuisce flebilmente e alza i suoi occhioni grandi verso di me… è così bella, con il viso stravolto dal pianto… senza accorgermene, mi piego verso di lei e la bacio… sento il sapore, leggermente salato, delle sue lacrime sulla sua bocca… è così morbida… e calda…
Gioco con le sue labbra… mi piace sfiorarle con le mie… e morderle debolmente… e ancora passarci la lingua sopra…
So che dovrei controllarmi, ma… la desidero già…
Sento il fuoco della passione accendermi violentemente, mentre la faccio sdraiare accanto a me…
“Amore mio… ti voglio da impazzire…” le sussurro, mentre le bacio il collo e la sento sospirare…
Mi guarda negli occhi… e mi accorgo che il suo sguardo non è più oscurato da stupidi pensieri, ma è acceso dal mio stesso desiderio…
La bacio… e sento la sua lingua cercare la mia… e poi, senza dirci altro, ci spogliamo vicendevolmente e facciamo l’amore… a lungo e dolcemente… fino ad addormentarci esausti, l’uno tra le braccia dell’altro…
Allungo una mano dal suo lato e con disapprovazione lo trovo vuoto…
Mi alzo a sedere sul letto, tenendo il lenzuolo al petto, e cerco di mettere a fuoco la stanza… sono ancora assonnata… e stanca… ma all’improvviso, sento dei rumori provenire dal bagno…
Uhm… si è alzato già… antipatico… poteva aspettare che mi svegliassi anche io…
Sgranchendomi e stirandomi, scendo e vado da lui…
Apro lentamente la porta… e lo vedo fare tranquillamente la doccia…
“Perché mi guardi di nascosto?…” sobbalzo… non mi aspettavo che si fosse accorto già di me…
“Ehm… ecco io...”
Si gira verso di me e mi sorride dolcemente…
“Vieni a farmi compagnia…” il suo invito mi alletta, ma…
“Uhm… vorrei, ma quella doccia è troppo piccola per te e… per la mia pancia…”
Fa una smorfia di disapprovazione…
“Dici?… perché non proviamo?…”
“Non è il caso… fidati… e poi non vorrei dare ulteriore fastidio al bimbo… stanotte, dopo… ehm… ecco, ha cominciato a muoversi come una trottola… e a tirarmi calci nei reni…” mi porto una mano alla pancia, accarezzandola…
Joe ride e chiude l’acqua della doccia… si lega un asciugamano in vita e poi esce, venendo verso di me…
Lo vedo che si piega verso la mia pancia…
“Piccolo… non far stare male la mamma... e non protestare quando si fa le coccole con il papà…”
Nel vederlo così serio, mentre parla con la mia pancia, mi viene da ridere…
“Che c’è da ridere?…”
“È buffo vederti parlare con la mia pancia!…”
“Perché?… lui mi sente…” mi dice guardandomi serio…
“Uhm…” lo guardo divertita…
“Stamani, quando mi sono svegliato… ho fatto una lunga chiacchierata con lui…” lo guardo scettica… e anche un po’ preoccupata…
“E che vi sareste detti?…”
“Niente di particolare… solo di non farti disperare… e di comportarsi bene… di farti dormire il più possibile e…”
“E?…”
“E ho cominciato a proporgli alcuni nomi…” mi dice con aria colpevole…
“Eh?… senza di me?…”
“Era così… solo per sentire cosa ne pensava!…”
“Certo… come se potesse risponderti!…”
“Mi risponde eccome!… quando il nome non gli piaceva stava fermo… e quando gli piaceva, cominciava a dare colpi… perché voleva dimostrarmelo!”
“Ah!… e tutto questo mentre dormivo?… ecco perché sento i reni a pezzi! Per le vostre chiacchierate!…” lo rimprovero stizzita…
“Basta chiacchierate tra voi, senza il mio permesso!…”
“Uhm… ma a lui piace tanto, quando gli parlo…” dice dolcemente, sciogliendomi come neve al sole… ma mi riscuoto subito… -
“Sarà!... ma da oggi dovete interpellare anche me!…”
Joe mi guarda…
“Si muove?…”
Piego un sopracciglio con disappunto…
“No…”
“Allora… non è d’accordo!…”
“Eh?… fammi capire, se dovete parlare, io non devo essere presente?…”
“No… quello no… è impossibile! Basta però che dormi!…”
Sgrano gli occhi contraddetta…
“Ascoltate un po’ voi due!… dato che non siete voi a fare sacrifici, a sembrare una mongolfiera ambulante e ad essere piena di dolori, vediamo di portare rispetto a chi lo fa!”
Joe ride e si ripiega verso il piccolo…
“Hai sentito la mamma?… non sei ancora nato e già si sta arrabbiando con te… pensa a quando ti porterò a fare le corse con i go-kart!…”
“Cosa?… assolutamente no!… non lo porterai mai a correre fin da piccolo! Dovrà prima raggiungere la maggiore età e poi… solo allora, se vorrà, lo potrà fare!…”
“Sì, certo… poi ti insegnerò come fare ad averla sempre vinta con lei…”
Lo guardo di sbieco… e gli tiro una piccola botta sulla spalla, come ammonimento per quello che sta dicendo al bimbo…
“Ah e poi… quando sarai grande… papà ti parlerà delle ragazze…”
“Ah, no! Quello proprio no! Non ci provare! Mio figlio lo lasci fare, prima di farlo diventare come te!”
“Uhm… sono così,male?…” si alza, guardandomi negli occhi… con uno sguardo che sento già le mie membra cominciare a ribellarsi…
“Lasciamo stare… non entriamo nei dettagli… altrimenti, dovresti spiegare a tuo figlio tutto quello che mi hai fatto patire…”
“Uhm… ero sciocco, lo so… ma non sono mai stato un cattivo ragazzo e… se ti ho fatto stare male, non l’ho fatto apposta… pensavo solo che… tu fossi troppo per me e che non ti meritavo…”
Accarezzo la pancia, mentre lo guardo negli occhi…
“Ecco piccolo… questi sono proprio il genere di discorsi che non devi mai fare alla persona che ami e che ti ama… devi ricordati sempre… che in amore, si è in due… e che le scelte vanno fatte come coppia… e non come singolo… e che, un giorno, quando ti innamorerai… dovrai parlare con lei… senza prendere decisioni da solo!… insomma… l’opposto di quello che ha fatto sempre il papà!”
Joe mi guarda… e alza le mani in segno di resa…
“Ok… mamma ha vinto… non posso obiettare!”
Scoppiamo a ridere entrambi e poi si avvicina a me, dandomi un piccolo bacio sulle labbra…
“Va bene… rivedrò le chiacchierate con il piccolo… mi metterò d’accordo con lui e poi ti farò sapere!… e ora preparati… che è già tardi…”
“Quindi?… il penultimo simbolo si troverebbe in Grecia?…”
“Sì, a quanto pare è così…”
Sto ancora riguardando la spada... in cerca di altri indizi…
“In questo modo… ci avviciniamo al nemico… andiamo a casa sua…”
“È così Jet , ma… abbiamo trovato cinque simboli su sette… siamo quasi giunti alla fine… quindi, è inevitabile andare verso uno scontro con lui…”
“Lo so Joe, ma…”
Percepisco qualcosa di strano nel tono della sua voce e alzo gli occhi verso di lui… mi sta guardando…
“Penso di parlare per tutti quando dico che… forse sarebbe meglio che tu Françoise non venga con noi… è troppo pericoloso e…”
Interrompo subito il suo pensiero…
“Aspetta Jet! Io devo esserci in ogni modo! Sono l’unica che ha il potere di risolvere gli enigmi che portano agli ultimi due elementi! Senza contare che… senza di me… ieri sareste morti!… quei mostri hanno obbedito a me… e se non ci fossi stata io… a quest’ora… non so se saremmo qui ancora a parlarne!”
Jet abbassa lo sguardo, evitando di guardarmi… e così anche gli altri… mi rivolgo a Joe…
“Joe… per favore… dì qualcosa anche tu… non puoi essere d’accordo con loro!”
“Ecco io…” prende fiato…
“Capisco la loro preoccupazione…”
“Joe… non puoi pensarlo veramente!…”
“Aspetta Françoise… fammi finire… stavo cercando di dirti che capisco la loro preoccupazione e che anche io, se potessi… eviterei di farti venire con noi… e non per quello che è successo ieri, quanto perché non ti fa bene tutta questa tensione e… i continui sbalzi d’umore… la stanchezza…”
“Come, scusa?… mi stai rinfacciando la discussione di ieri sera?…”
“Aspetta… non cambiare discorso…”
“Lo cambio, eccome!… mi stai rinfacciando quello che è successo ieri sera!”
“No! Non è vero!… Fran…”
“Ma bravo! Ora ho capito! Fare l’amore con me è stato solo un modo per farmi stare zitta! Se questo è il sapere che vuoi passare a tuo figlio, ti assicuro che gli starai molto lontano!” gli dico, mentre mi alzo e me ne vado, sbattendo la porta…
Ho le lacrime agli occhi… e io che pensavo che mi desiderasse… invece, l’ha fatto solo per farmi stare zitta… che stupida!… come potevo pensare che lui fosse ancora attratto da me!… da quando sono una balena, sarò l’ultimo dei suoi desideri! Sempre che lo sia ancora …
Non riesco a muovere un dito… e non riesco a capacitarmi di quello che è successo…
Passano diversi minuti, prima che mi riprenda e che guardi gli altri… che hanno una faccia allibita e sconvolta… vorrei dire qualcosa, ma…
“Ecco io… non è così… voglio dire…” tento di giustificarmi, ma li vedo leggermente imbarazzati… per fortuna non c’era Il Dottore… almeno quello…
“Scusate… è solo molto stressata…” dico mestamente, abbassando lo sguardo...
Jet mi si avvicina e mi mette una mano sulla spalla…
“Non ti devi giustificare con noi… lo sappiamo che non è come ha detto lei… non sei il tipo che usa mezzi simili con una donna… senza considerare, che sappiamo bene quanto la ami…”
Annuisco…
“Stai tranquillo Joe… lo sappiamo tutti che le donne incinte certe volte hanno forti sbalzi d’umore… e tra lo stress e la stanchezza, la cosa si deve essere accentuata in lei…”
“Ti ringrazio Albert… sì, probabilmente è così…”
“Ed è proprio quello che tentavo di dire prima che scoppiasse una bufera!.…”
“Lo so Jet… e se solo avessi avuto modo di spiegarmi, avrei risposto sia a te che a lei…”
Gli altri annuirono nello stesso tempo…
“Sì… se solo ti avesse dato il tempo!” disse Seven, leggermente pensieroso.…
“Ragazzi… io lo so… è pericoloso… ed è estremamente stressante, ma… lei deve esserci… abbiamo bisogno di Françoise… e di Clito… e voi sapete che quest’ultima, senza Françoise, non ci aiuterebbe mai…
“Uhm… lo sappiamo Joe, ma… non mi sembra che Fran sia in grado di sostenere oltre questa tensione… guarda cosa è accaduto un attimo fa!… era fuori di sé! E ti ha parlato come se fossi il peggiore degli uomini…”
Il peggiore degli uomini… forse lo sono… se l’ho fatta sempre soffrire… e se ora non riesco neanche a proteggerla…
“Ragazzi… io…”
“Ascolta Joe…” Pyunma richiama la mia attenzione… con un tono che vuole essere di conforto…
“Perché non andiamo in Grecia, in modo da avvicinarci alla nostra meta?… e non ci prendiamo dei giorni di riposo?… giusto per allentare la tensione e far riposare Fran… magari, possiamo prendere una bella casa in affitto… con due o tre appartamenti e stare lì, comunque, tutti assieme per ogni evenienza… questo dovrebbe facilitare il vostro rapporto… finché state con noi, c’è sempre qualche inconveniente… o comunque, involontariamente, vi stiamo tra i piedi e il tempo, per voi due, si riduce… in fin dei conti… siete una coppia e come tale dovreste vivere… dovreste avere i vostri spazi, senza averci sempre attorno… è giusto che abbiate la vostra intimità e poi… il tempo passa… dovrete cominciare anche a fare qualche progetto per il bambino!… fare qualche acquisto… e poi, se non sbaglio… non avete ancora deciso un nome…”
Guardo Pyunma negli occhi… la sua idea e le sue parole aprono uno spiraglio di speranza e sollievo, in qualche modo…
“Sì, forse hai ragione… partiamo per la Grecia…”
Siamo in Grecia già da alcuni giorni… abbiamo trovato una bella villa sul mare, abbastanza grande da avere ognuno di noi i propri spazi… Françoise continua ad avere forti sbalzi d’umore… e continua a pensare che quella sera, l’unico motivo per cui abbiamo fatto l’amore sia stato per farla stare zitta… e da allora, non ha più voluto che la sfiorassi neanche con un dito…
All’inizio non voleva più neanche condividere la stessa stanza, ma per fortuna, almeno in quello, ha ceduto… dopo che ho dovuto giurare che non l’avrei più sfiorata…
“Allora?… come va?… ci sono novità sul fronte nemico?…”
“Sul fronte nemico?…” lo guardo stranito…
“Beh, sì… da quel giorno, si vede benissimo che lei ti tiene a debita distanza…”
Sospiro demoralizzato…
“Non so più che fare… non vuole che la tocchi… non posso neanche darle un bacio…”
“Uhm… questo l’avevamo capito tutti… soprattutto quando, l’altro giorno, le hai voluto dare una mano per salire in auto e lei ti ha ammonito, dicendoti che non dovevi toccarla mai più…”
“Non so che fare Jet…”
“Uhm… convincila… che non è stato quello il motivo per cui… siete stati assieme…”
“Ci ho provato!… ma lei non mi crede!…”
“Allora… forse è colpa tua…”
Alzo gli occhi verso di lui, sorpreso e un po’ infastidito…
“Che vuoi dire?… io la amo…”
“Certo, ma… forse, la fai sentire più la mamma di tuo figlio che la donna che desideri ogni giorno della tua vita… le donne hanno sempre bisogno di continue conferme… sia sulla loro bellezza che sulla loro sensualità… figurati quando sono incinte!”
“E quindi… che mi consigli di fare?…”
“Non sei tu quello a cui cadono tutte ai piedi?…”
“Appunto… sono quello a cui cadevano tutte ai piedi… tu sei quello che le metteva tutte ai suoi piedi!…”
“No, no! Correggi il tempo… continuo a farle cadere ai miei piedi!…”
“Ok... ok… ma ora dammi un buon consiglio… non ce la faccio più a stare lontano da lei…”
“Hihihihi…”
“Perché ridi?…”
“Un tempo… facevi di tutto per starle lontano, ora… non ci riesci più… anzi, ti risulta essere una sofferenza…”
“Una volta era diverso… era prima di sapere cosa stavo perdendo… della dolcezza della sua bocca… e del calore del suo corpo…”
“Uhm… è strano sentirti parlare così… e pensare che fino a non molti mesi fa, ti inventavi le peggiori scuse per tenerla a debita distanza…”
“Sì, lo so… ero uno stupido, anche se… avevo i miei buoni motivi…”
“Quali?… Joe… detto tra noi… non ne hai mai avuto uno giusto… la tua era solo fifa di non essere alla sua altezza…”
Abbasso gli occhi e rifletto su quello che Jet mi dice… e penso che quel pensiero, forse, non è ancora lontano da me…
“Ascoltami…” vengo interrotto nelle mie riflessioni da Jet “…prova a conquistarla… prova a corteggiarla… fai quello che non hai mai fatto… e vedrai che lei tornerà a crederti…”
“Dici?… allora ci proverò…”
Quella mattina mi svegliai presto e uscì a prendere dei dolci tipici della cucina greca…
Da quando Françoise è incinta spesso mangia dolce… è diventata golosa di tutto quello che è a base di zucchero… per questo, ho pensato che potrei prepararle una bella colazione… a base di quei dolci che avevo visto il giorno prima, insieme a Jet, mentre passeggiavamo per le strade di Rodi…
Sarailie… il nome di questi dolci è veramente curioso… e il loro aspetto è molto invitante… la signora che me le ha vendute, mi ha spiegato, a grandi linee, che sono degli involtini di pasta filo a base di noci e miele…
Mentre torno a casa, felice come un bambino per l’idea che mi è venuta, vengo distratto da una signora che vende fiori su un carretto… non so perché, ma i suoi lineamenti hanno qualcosa di familiare… mi avvicino e lei mi sorride…
“Buongiorno… posso esserle d’aiuto?… gradisce dei fiori?…”
La sua voce è molto dolce… quasi una melodia… e il suo sorriso è così solare che mi viene spontaneo farlo anche io…
“Ecco io…” a dire il vero non so cosa dirle… non so neanche perché mi sono avvicinato… cosa mi abbia spinto verso di lei…
“Dimmi per chi sono… e ti saprò consigliare…” mi dice guardandomi negli occhi…
“Sono per…” la madre di mio figlio… no, aspetta… sono per… “…per la mia compagna…”
La donna mi sorride…
“Capisco, sono per la tua amata… che bello vedere un giovane innamorato!… sono cose che fanno bene ad una donna della mia età… che non si ricorda neanche più come sia l’amore…”
Nel tono della sua voce vi è amarezza… chissà perché?…
Guarda tra le ceste dei suoi fiori e poi esordisce…
“Ecco… questi fanno al caso tuo…” tira fuori dei bellissimi fiori bianchi…
“Sono delle fresie bianche… candide e pure…”
La guardo interdetto… fiori bianchi… puri e candidi… deve aver notato la mia sorpresa per il suo consiglio…
“Chiamalo sesto senso… ma dalle tue parole ho percepito che la tua lei è così… pura e candida… è per questo che non ti ho preso le rose rosse…”
Annuisco, leggermente stranito per quello strano discorso…
“Prendi…” mi incarta i fiori e me li porge…
“Grazie… quanto le devo?…”
“Nulla…”
“Ma…”
“Niente ma… me li pagherai se tornerai da me per dirmi che li sono piaciuti… solo allora, ok?…” e dicendo così, mi saluta e torna ad occuparsi dei suoi fiori…
Mi allontano… e mi dirigo verso casa… questa volta senza farmi più distrarre…
Che strana persona… chissà perché mi ha colpito tanto da fermarmi… uhm…
Appena entro in casa, mi guardo un attimo in giro… tutto silenzioso…
Bene… non si è svegliata ancora…
Inizio a preparare la tavola per la colazione… tovaglia bianca… al cui centro metto un bel vaso con le fresie bianche… le annuso… hanno veramente un buon profumo… e sono così delicate… finisco di apparecchiare e metto in tavola… caffè… spremuta… sarailie… pane… burro e marmellata…
Apro la finestra della cucina e faccio entrare quella brezza del mattino che sa di salsedine…
Inspiro profondamente… e decido di andarla a svegliare…
Entro piano in camera: sta ancora dormendo… mi avvicino al letto e la osservo… è così bella… e così dolce… mi sembra quasi di impazzire… ho così tanta voglia di baciarla e di accarezzarla…
Scuoto la testa, per allontanare quei pensieri e mi faccio coraggio…
“Françoise… tesoro… svegliati…”
Mugola nel sonno e poi, lentamente, apre gli occhi…
“Svegliati… la colazione è pronta…” le dico dolcemente, mentre mi guarda un po’ contrariata… lo so che non le piace essere svegliata, ma stava cominciando ad esser già tardi… ed io, dopo colazione, la voglio portare a fare una passeggiata lungo mare, quando ancora il sole non batte troppo forte…
“Uhm… è già ora di svegliarsi?…”
“Sì, tesoro… alzati… e vieni a fare colazione!” le dico sorridente mentre mi guarda con disappunto…
“Ti aspetto in cucina…” e senza aggiungere altro, vado ad aspettarla di là… con leggera impazienza… chissà se apprezzerà?…
Quando la porta della cucina si apre ed entra in vestaglia, mi si ferma il cuore per l’emozione… con i capelli scompigliati… e il viso ancora assonnato… è veramente bella… e mi chiedo come possa avere dubbi sul motivo per cui, quella sera, abbiamo fatto l’amore…
Si mette a sedere e mi guarda…
“Come mai questa tavola imbandita a festa?… c’è qualcosa da festeggiare?…”
“No… avevo solo voglia di prepararti qualcosa di speciale…” le sorrido e la vedo fare una smorfia contrariata…
“Che cosa ti devi far perdonare?…”
“Eh?…”
Mi guarda in silenzio… aspettando una risposta…
“Ecco io… niente… avevo solo voglia di farti assaggiare questi dolci che…”
Mi interrompo, guardando il suo volto incredulo… sospiro…
“Françoise… ascolta… non c’è niente che mi devo far perdonare… avevo solo voglia di fare una bella colazione con te… e poi, pensavo che potremo andare a fare una bella passeggiata lungo mare…”
“Perché?…”
Inspiro profondamente… la sua repulsione per me mi sta facendo vacillare i nervi… credo che fra poco inizierò a gridare… mi porto le mani al volto e cerco di calmarmi, ma senza accorgermene…
“Fran… ti prego… voglio solo fare una colazione tranquilla con te… e poi stare un po’ assieme… io e te… soli… non ti chiedo altro…” la mia voce sembra quasi un sussurro… incrinato dalla disperazione…
“Va bene…”
Alzo gli occhi stupito verso di lei… la sua espressione sembra essersi allentata… non è più così scettica e dura… e la vedo versarsi del succo di frutta e poi prendere uno dei dolci alle noci…
Lo assaggia…
“È buono… non avevo mai mangiato nulla di simile… che cosa è?…”
Sono così sbalordito da questo suo strano cambiamento, che ci metto un attimo a far mente locale e a rispondere…
“Sono dei dolci tipici della Grecia… si chiamano sarailie… e sono a base di noci e miele…”
“Sono molto buoni…” beve un sorso di succo di frutta e poi, si sofferma sui fiori…”
“E questi?…”
“Sono fresie bianche… ti piacciono?…”
Annuisce e poi, in silenzio, finiamo di mangiare…
Non so se posso illudermi o meno, ma… mentre camminiamo lungo la battigia, mi sembra di sentirla più rilassata… più tranquilla… forse…
“Fran… come ti senti?… sei stanca o vuoi camminare ancora un po’?…”
“Uhm… vorrei fermarmi un attimo… solo per bere qualcosa… poi, se vuoi, possiamo continuare… oggi, non ho particolari dolori alla schiena…”
“Bene… allora, andiamo a prendere qualcosa al bar…”
Ci indirizziamo verso un piccolo bar… molto rustico… tutto in legno… con sedie e tavoli molto vecchi… ma che nel complesso dà un senso di calore e accoglienza…
Mentre prendo qualcosa da bere, per entrambi, la vedo mettersi a sedere… fa un po’ di fatica…
“Ecco…” le porgo un bicchiere d’acqua con una fetta di limone...
“Sei sicura di non volere altro?… un tè freddo o…”
“No, niente… mi va solo questo… grazie…”
Annuisco e mi metto a sedere di fronte a lei… sorseggio il mio caffè freddo e involontariamente, lo sguardo mi cade sul suo seno…
Françoise ha messo su quasi dieci chili e li ha messi tutti sulla pancia e sul seno… per il resto del corpo, è rimasta uguale… è sempre così esile e io mi chiedo come riesca ad affrontare questo sforzo… in fondo, la pancia è molto pronunciata e la sua schiena fa difficoltà a sostenerla…
Cerco di distogliere lo sguardo, ma… non ci riesco… non so perché, forse è la voglia di lei…
All’improvviso mi sento riscuotere da un rumore… e vedo Françoise che mi guarda con disappunto e con le guance rosse…
“Che c’è?…”
“Potresti smettere di guardarmi… in quel modo?…” mi dice abbassando lo sguardo e portandosi una mano al seno…
“Lo so che questa maglietta è scollata, ma… mi danno fastidio se sono troppo accollate…”
Mi irrigidisco…
“Scusa, io… non volevo…” distolgo lo sguardo, imbarazzato… che diavolo mi è preso?… sospiro…
“Perdonami…” rimaniamo in silenzio per alcuni istanti…
“Se vuoi possiamo andare…”
“Sì, ok…”
Mi alzo e riporto i nostri bicchieri al bancone… pago e la raggiungo… cercando di darmi un contegno, anche se… mi sento stranamente a disagio…
Ma mentre esco, incrocio due uomini che mi passano accanto e che sento commentare…
“Che bella mammina…” sento il sangue salirmi rapidamente alla testa e…
“Joe…” mi riscuoto… è tanto che non la sento chiamarmi per nome… e senza accorgermene, perdo di vista i due e la guardo…
“Che c’ è?… qualcosa che non va?…”
“No… io non… solo che…” mi guarda turbata… e mi accorgo che sta guardando la mia mano appoggiata sullo stipite della porta…
Senza che me ne fossi accorto, lo avevo stretto tanto da romperlo… mi irrigidisco nuovamente…
Facendo finta di nulla, mi allontano e la invito a continuare la camminata…
Che diavolo mi sta prendendo?… ho i nervi a fior di pelle…
Per tutta la camminata purtroppo continuo a comportarmi in modo strano… ogni uomo che si sofferma a guardarla o che le si avvicina per caso, mi irrita… tanto da lanciare delle occhiate assassine… e anche se ne sono cosciente, non riesco a controllarmi… e quando torniamo a casa, noto che Françoise è turbata… non mi chiede nulla, ma… lo sento distintamente…
“Allora?… com’è andata oggi?…”
“Domanda di riserva?…”
“È andata così male?… sei così negato a corteggiare?…” mi chiede Jet sbalordito, mentre vedo Albert ridere…
“No… non è quello…”
“E allora?… cos’è?…”
Li guardo mentre sorseggiano i loro drink …
“Niente… è solo che… ho scoperto di essere geloso…”
Li vedo guardarsi reciprocamente e poi scoppiare a ridere…
“Che c’è?… che avete da ridere?”
“Ma dai!… tu geloso?… o questa?… è nuova!…” dice ironico Albert, scambiandosi uno sguardo di intesa con Jet…
“Io non sono geloso! E non lo sono mai stato!…”
“Ah no?… allora, non era per questo che storcevi il naso quando uno di noi andava in missione con Fran…”
“Cosa?… io non ho mai fatto niente di simile!…”
“Sì, certo… come no!…”
Mi appoggio stancamente allo schienale della sedia… e guardo in cielo… è una notte limpida… piena di stelle…
“Perché è così complicato?… non sono mai stato geloso con nessuna delle mie ex… perché con lei è diverso?…”
“Forse, perché la ami veramente e… hai paura di perderla…”
“Già… sei molto insicuro di lei… anche se non ho capito perché… visto che ha sempre avuto solo occhi per te…” aggiunge Albert, mentre posa il suo bicchiere sul tavolo…
“Non lo so…” sbuffo…
“Ho voglia di lei…” senza accorgermene mi escono quelle parole dalla bocca e vedo i miei amici guardarmi con occhi sgranati…
“Ah, però…” conclude ridendo nervosamente Albert…
“Scusate… io… non so cosa mi sia preso…”
“Ma figurati… non hai detto nulla di eccezionale, se non che... non ti ho mai sentito dire una cosa simile da quando ti conosco…”
Mi passo una mano sul volto… mi sento strano… senza dire nulla, mi alzo all’improvviso e vado verso il bancone del bar del locale, lasciando i ragazzi ammutoliti…
Ho bisogno di bere…
Ordino un drink…
“Il più forte che hai…” aggiungo stancamente al barista, che mi fa segno di aver capito…
Senza pensarci, lo mando giù tutto d’un fiato… e sento come una scossa che mi attraversa…
“Un altro…” gli dico senza esitazione…
Con il bicchiere mezzo vuoto in mano, torno al tavolo…
“Ho bisogno di bere…”
“Non l’avevamo capito…” mi dice Jet con disappunto…
Sento i loro occhi contrariati puntati addosso… lo so… non ho mai bevuto… ma stasera ne ho bisogno…
Passano alcuni minuti in cui rimaniamo in silenzio… ad osservarci a vicenda…
“Ok… andiamo a casa… ma prima vado in bagno…” dico con la bocca impastata dall’alcool…
Mi alzo e, barcollando un po’, mi dirigo verso l’altra parte del locale… la musica mi intontisce ulteriormente… faccio fatica a passare in mezzo alla gente, ricevendo e dando spallate gratuite…
Ecco perché odio i locali affollati e le discoteche…
Sto quasi per uscire da quel caos, quando mi sento afferrare per un braccio e fermarmi… senza che possa impedirlo, mi ritrovo una bella ragazza mora… dagli occhi scuri e profondi, che mi si butta al collo… e tenta di baciarmi…
La respingo, tentando di allontanarla da me, ma faccio fatica…
Maledetto alcool e accidenti a me a quando bevo…
Sento il suo corpo schiacciarsi al mio e spingermi verso un muro… e poi, una sua mano scendere dal torace fino al basso ventre… mi accarezza e sento il sangue salire alla testa… o forse, dovrei dire defluire da essa…
“Aspetta… no… io non voglio…” cerco di prenderle la mano e di fermarla…
Lei mi guarda negli occhi con desiderio… ed io rimango un attimo intontito… non ho mai visto nessuna donna con quello sguardo… così diretto ed esplicito…
Sento la sue mani sganciarmi i pantaloni e mi riscuoto bruscamente…
“Ferma! No!” questa volta riesco ad afferrarle i polsi e ad allontanarla da me…
“No!” le ripeto, guardandola con decisione negli occhi… e la vedo cambiare espressione... il suo sguardo si calma e poi senza dire altro va via… lasciandomi ammutolito…
Quando torno dai ragazzi, credo di aver smaltito anche la sbornia… e di essere tornato lucido come non mai…
“Uhm… tutto bene Joe?…”
“Sì… tutto bene… ho solo bisogno di andare a casa…” rispondo laconico… sì, ho solo bisogno di andare a casa… solo questo…
Appena apro la porta di casa, sento il profumo delle fresie e non so perché, ma ha il potere di calmarmi…
Mi dirigo verso la nostra camera e cercando di non fare rumore, mi spoglio e mi infilo a letto, senza svegliarla…
Guardo il soffitto… non ho sonno… mi sento strano… continuo a sentirmi strano… non riesco a capire queste strane sensazioni che mi stanno attraversando il cuore negli ultimi giorni…
Avrei voglia di abbracciarla… tanta voglia di farlo… e di sentire il calore del suo corpo…
Chiudo gli occhi e mi passano davanti le immagini di quello che è successo nel locale con quella ragazza… sento un moto di nervoso… verso di me e verso quello che è accaduto…
Perché ci deve essere sempre qualcosa che non va?… perché devo sempre trovarmi in situazioni simili?… che cosa ho di sbagliato?… eppure, vorrei solo stare tranquillo… con lei accanto… e amarla…
Mi porto una mano agli occhi e senza accorgermene, comincio a piangere in silenzio…
Ho passato una notte tremenda… e quando la mattina mi sveglio, mi sento completamente frastornato… non ho neanche voglia di alzarmi… mi sento uno schifo… un rottame da gettare nell’immondizia…
Mi passo le mani sugli occhi e cerco di alzarmi…
Il posto accanto a me è vuoto… Françoise si deve essere già alzata… così, stancamente, vado in bagno a prepararmi e la raggiungo in cucina per la colazione…
“Buongiorno…”
“Buongiorno…” mi risponde assente… senza neanche considerarmi…
Mi metto a sedere di fronte a lei, sperando che mi degni anche di un solo sguardo e invece… niente…
Fisso il fondo della tazza vuota… mi sento uno schifo… sono uno schifo…
“Basta…” inizio a parlare senza accorgermene “…sono stanco di questa situazione… che devo fare per farmi considerare da te?… non lo capisci che non ce la faccio più?…” le dico con tono aspro…
“Ah… ecco, allora è per questo… che sei andato a divertirti ieri sera?… perché non ce la facevi più?…” mi dice con tono ironico…
Alzo gli occhi esasperato verso di lei…
“Non sono andato a divertirmi…”
“Ah sì?…” mi dice alzandosi e prendendo una cosa dalla poltrona… e poi tirandomela addosso…
“E questo rossetto?… come lo vuoi chiamare?…” mi urla con le lacrime agli occhi…
Mi sento gelare il sangue mentre vedo quei segni rossi sulla mia camicia… e balbettando riesco a dire solo poche parole…
“Non è come pensi…”
“Non è come penso?… e che cosa dovrei pensare?… sentiamo… che casualmente sei caduto sulle labbra di una?…”
“Françoise non è come pensi… te lo posso giurare!… io non ti tradirei mai!…. Sei la mia donna… l’unica che amo e che amerò per il resto della mia vita!…”
Mi guarda con occhi vuoti…
“Non è quello che sembra…” e senza aggiungere altro, entra in camera e chiude la porta a chiave…
“E ora vattene! Non ti voglio mai più vedere!… e non uscirò di qui finché non te ne andrai!…”
“Françoise…” corro verso la porta di camera nostra…
“Ti prego… mi devi ascoltare!… non è così! Te lo giuro!…”
“Vattene!… non voglio più sentirti!”
Tiro un pugno alla porta , spaccandola quasi… e la apro… ma appena entro, vedo i suoi occhi terrorizzati, che mi guardano come se fossi un mostro… e mi pietrifico sul posto… non le ho mai visto un’espressione simile sul volto…
Scuoto la testa, come per riprendermi… che diavolo sto facendo?… mi guardo a giro… e il mio sguardo cade sulla porta rotta per terra…
“Che cosa sto facendo?…”
Sono impazzito?… io… me ne devo andare… subito… prima che faccia qualcosa di insensato…
Esco di corsa dalla camera e, sbattendo la porta di casa, me ne vado via…
È già notte… il cielo è pieno di stelle ed io non so dove andare… è da stamani che giro senza una meta… per non farmi trovare ho anche gettato il cellulare… ma adesso me ne pento… quello almeno lo avrei dovuto tenere… per sapere se sta bene…
Su questa spiaggia, in cui mi sono ritrovato dopo ore… non c’è nessuno… solo io e il suono del mare… è tutto così surreale… anche il cielo… che sembra un dipinto…
Mi sdraio a terra… mi sento stanco… demoralizzato… sfinito… non so cosa fare… non ho più idea del mio futuro… se per un attimo lo avevo intravisto, ora… è di nuovo sparito… la donna che amo… l’unica che abbia mai amato… non mi vuole più… per lei sono solo… un mostro… e un traditore…
Che senso ha la mia vita… se non riesco neanche a dimostrarle che la amo?… tutto quello che ho fatto finora, non è stato sufficiente a far svanire nel nulla tutti quegli anni in cui… per lei ero solo un dongiovanni… uno che si divertiva ad andare con la prima che capitava… che non la considerava perché… credeva che non l’amassi…
Eppure, non è mai stato così…
È stato proprio su una spiaggia come questa… che la vidi per la prima volta… sembrava una bambina… così innocente e dolce… ma dotata di un carattere e di una forza d’animo eccezionali… in tutta la mia vita non credo di aver mai incontrato nessuno così… come non ho mai visto nessuno donare tanto amore e calore con un semplice sorriso, come ci riesce lei e… forse, proprio per questo… me ne sono innamorato subito… senza saperlo… senza esserne cosciente… è diventata subito importante per me… al punto tale che avrei dato la mia vita per salvare la sua…
Sento le lacrime scendere copiose lungo le guance…
“Françoise… sei la mia unica ragione di vita… senza di te… io non ho senso… tu e il bambino siete ciò che di più bello possa esistere e ora… solo per uno stupido malinteso… non mi vuoi più vedere…”
Urlo con tutto il fiato che ho nei polmoni, ma questo dolore non accenna a smettere… non posso sopportare una vita senza di te… forse, una volta… prima di conoscerti… ci sarei riuscito, ma ora… non sento più di farcela…
All’improvviso, sento un suono possente provenire dal mare… un boato… come se la terra si spaccasse… mi alzo rapidamente in piedi e… vedo il mare aprirsi…
Penso che sia ormai giunta la mia fine quando…
“Joe… non piangere su te stesso… sono qui per aiutarti…”
Una donna bellissima, dai capelli color dell’oro e dagli occhi azzurri come il cielo esce dalle acque… è quasi completamente nuda… e viene verso di me…
“Tu… chi sei?…”
Mi sorride… che strano… quel sorriso mi sembra familiare… mi sembra di averlo già visto…
“Non mi riconosci, Joe?…”
“No… io…”
“Forse… è ora che mi presenti… io sono Afrodite… la dea dell’Amore…”
Sgrano gli occhi incredulo…
“Ci eravamo già incontrati… ricordi?… ieri mattina… quando ti ho dato i fiori per la tua amata…” rimane in silenzio, osservando la mia reazione “…e poi… quell’uomo che disse «che bella mammina»… e ancora ieri sera… in quel locale…” concluse…
“Tu… tu… eri…”
“Sì… ero sempre io… ho saputo di voi e di Poseidone… e appena siete sbarcati qui a Rodi, vi ho tenuto sotto controllo…” si avvicina ancora a me… tanto che sento il suo respiro addosso… i suoi occhi sono magnetici… ed emana una sensualità inaudita “…guardami Joe… sono qui per te… non mi sono mai abbassata a fare l’amore con umano, ma… per te… lo farò… sarò tua…”
Sono come ipnotizzato dal suo fascino e rimango di pietra… come una statua, fermo e immobile, mentre sento le sue braccia circondarmi il collo e i suoi seni premere contro il mio torace… sento le sue labbra avvicinarsi alle mie e…
“No… io non voglio…”
Mi guarda in volto… studiando la mia espressione…
“Io non voglio?… sei sicuro di questa affermazione, Joe?…”
“Sì… io non voglio… io amo... solo una donna… c’è solo lei nella mia vita…”
Annuisce e si allontana da me …
“Bene… se è questo che hai deciso… se preferisci sfidare una dea… per lei…”
“Ho già sfidato Poseidone… non ho paura… puoi anche uccidermi, ma… io non la tradirò mai… la amo troppo…”
“Sei sicuro?… io ti potrei dare la vita eterna… potere… forza… e tutto quello che desideri… se solo accettassi di stare con me…”
“Io desidero solo lei… e niente altro…”
“Solo lei… quindi, tu preferisci rimanere fedele ad una donna che non ti crede… che non ha fiducia in te… che non ti vuole più… e che ti crede un vile traditore?… È questo ciò che vuoi?…”
“Sì… è ciò che voglio… perché, in fondo al suo cuore… io lo so… che lei mi conosce e sa… che la amo… e che non avrei mai potuta tradirla…”
“Non hai paura della morte, Joe?…”
“No… te l’ho già detto… fai di me quello che vuoi… non mi importa…”
“Butteresti la tua vita… per lei?... per il suo amore?… senza avere niente in cambio?…”
“Ti sbagli… il suo amore… è quello che ho avuto… ed è la cosa più importante di tutta la mia vita…”
“Va bene…” chiude gli occhi e apre le braccia… una forte luce l’avvolge…
“Esaudirò il tuo desiderio… ti darò di nuovo il suo amore e la sua fiducia…”
La guardo stravolto…
“Ma tu…”
“Io sono la dea dell’amore… non separo le persone che si amano veramente… le unisco per sempre… e tu hai dimostrato di amarla davvero… ti ho messo alla prova e… il tuo cuore è limpido da qualsiasi falsità o bugia… per questo ti redimerò di fronte ai suoi occhi… dandole la prova del tuo vero amore…” fece un cerchio con le braccia nell’area…
“Poseidone… ha insidiato il seme della sfiducia in lei… per questo si stava comportando così stranamente… aveva cominciato da tempo a farlo, ma con scarsi risultati… non aveva mai trovato una breccia… questo grazie anche al potere del vostro bambino… e poi, il giorno in cui i serpenti le hanno obbedito di fronte alla tomba di Cesare, la paura per così tanto potere ha creato una piccola apertura… e da lì, Poseidone ha cominciato ad offuscare la sua mente… a scavare nel suo cuore… creando un incrinatura nel vostro rapporto…” fece altri segni in aria “…ma adesso cancellerò il suo sortilegio, liberandovi da questo incubo…” una forte luce esplose nel cielo… e poi tutto tornò nel silenzio più completo…
“Ecco… il sortilegio di Poseidone è stato annullato… quando tornerai da lei, tutto tornerà alla normalità… lei saprà cosa ha fatto il Dio del mare… e cosa hai fatto tu… la tua fedeltà… il tuo amore per lei… non devi più temere, nessuno vi separerà più… la mia benedizione sarà per sempre… e d’ora in avanti vi proteggerà…”
“Grazie…” fu l’unica cosa che seppi dire, in quel momento…
Afrodite sorrise…
“Voglio farti un ultimo dono…” allungò una mano verso di me… e poi la aprì… sul suo palmo vi era… una radice...
“Questo è il penultimo simbolo che vi mancava…”
La guardai turbato…
“Ma… vuol dire che…”
“No… io non sono dalla vostra parte… ma neanche da quella di Poseidone… voglio solo che l’amore vinca… è l’unica cosa che mi importa…” si girò, dirigendosi verso il mare…
“Joe… tua madre, Harumi, sarebbe fiera di te…”
“Cosa?… Harumi?… ma tu come?…”
“Io sono una dea… so cose che voi umani neanche immaginate… tua madre ti avrebbe amato moltissimo… e soprattutto… come ti ho detto, sarebbe stata fiera di te…”
Rimasi ad ascoltare quelle parole in silenzio, incantato come un bambino di fronte ad un carillon… e senza accorgermene iniziai a piangere…
“Joe… il tuo cuore è nobile… a tal punto da esser riuscito a conquistare il mio… non avere mai dubbi su di te… e tu e lei diventerete prova reale che l’amore vero e incondizionato esiste… e Jason… sarà il vostro dono a questa umanità che ha dimenticato cosa significa la parola amore…”
“Jason?…” involontariamente ripeto quel nome… mentre vedo le onde del mare inghiottirla lentamente…
“Harumi incontrò Jason… e tra loro fu subito amore… tu, Joe, sei il frutto di questo grande amore che l’umanità divise…” mi sorrise…
“Addio giovane eroe di quest’epoca… veglierò su di voi e su vostro figlio… addio…”
Le onde si richiusero e di lei non rimase traccia…
Stentavo a credere che tutto non fosse solo un sogno, ma… mi guardai la mano che stringeva quella radice magica ed ebbi la conferma che non era stata solo la mia immaginazione…
Tornai a casa…
Mentre salivo le scale che portavano al nostro appartamento, sentivo il cuore battere in modo irregolare… avevo paura… anche se Afrodite mi aveva promesso che sarebbe tornato tutto a posto… che lei avrebbe saputo, io… avevo paura…
Appena mi trovai di fronte alla porta del nostro appartamento, questa si aprì… e mi trovai di fronte lei…
“Françoise…” la mia voce era poco più di un sussurro…
Mi guardò… il suo sguardo sembrava improvvisamente sollevato…
“Perdonami Joe!…” mi abbracciò con tutta la sua forza e scoppiò a piangere… l’abbracciai anche io, accarezzandole i capelli…
“È tutto a posto…”
“Perdonami… mi sono lasciata offuscare la mente da Poseidone…”
“Fran… è tutto a posto… non è colpa tua… Poseidone ha tentato per l’ennesima volta di separarci… ma non ci è riuscito… e questo è l’importante…”
“Ma io sono stata crudele con te…”
“No… amore mio… tu, no… tu non l’avresti mai potuto fare…” le asciugo le lacrime dagli occhi…
“Poseidone ha manipolato la tua mente… è stato lui a parlare al posto tuo…” tento di calmarla e lentamente la sento rilassarsi…
“Su… entriamo in casa…”
Chiudo la porta dietro di noi… e appena alzo gli occhi, mi trovo davanti tutti i ragazzi…
“Ma voi?… che ci fate qui?…”
“Stavamo aspettando il tuo ritorno…” Jet sorrise…
“Fran ci ha chiamato subito… appena è tornata in sé… e ci ha raccontato tutto quello che è successo…”
Annuisco…
“Non siamo venuti a cercarti, perché… sapevamo che se lei era tornata in sé… tu saresti tornato presto a casa…”
Si avvicina a me…
“Ben tornato…” e subito sento la voce anche degli altri, che lo dicono con tono basso… quasi fosse un sospiro di gioia… sono felici di riavermi con loro… che strana sensazione… è come se… è come se fossi tornato a casa… dalla mia famiglia… dai miei fratelli…
“Grazie ragazzi…”
“Non ci devi ringraziare e ora…” si gira verso Fran “…vi lasciamo soli…” e dicendo così, lui e gli altri se ne vanno…
“Sono felice…”
“Perché tutto si è risolto?…” mi chiede abbracciandomi…
“Perché… tutto si è risolto e perché… ho trovato una famiglia… e dei fratelli su cui poter sempre contare…”
Annuisce dolcemente… ha ancora gli occhi lucidi e rossi…
“Amore mio… non piangere più… non voglio vederti triste…”
“Ma non sono triste… ora… che sei tornato… sono felice… come non mai…”
Le accarezzo il volto e… come spinto da qualcosa di magnetico, scendo con la mano sulla sua pancia…
“Piccolo… papà è tornato a casa… e ti prometto che non vi lascerà più…” sento alcuni colpi e la bocca di Fran fare una smorfia… mi abbasso all’altezza dell’ombelico…
“Jason… non devi fare male alla mamma… capito?… o quando uscirai da qui… ti sgriderà!…”
“Lo sgrido già… quindi… se sentite proprio la necessità di parlare, tu e Jason… cercherò di sopportare…”
La guardo… e sono un po’ sorpreso… non sembra stupirsi del nome…
“Ti piace il nome?…” le chiedo, titubante…
“Sì… è il nome di tuo padre… perché non dovrebbe piacermi?…”
“Ma come?…”
“Afrodite… mi ha raccontato tutto… anche di Harumi e Jason…”
“Capisco…”
“E ora, so anche perché Clito non si era più fatta vedere da molto tempo… imprigionando la mia mente, Poseidone aveva imprigionato anche lei… per fortuna… ora è tornato tutto al suo posto e… con il sesto simbolo… la radice della fertilità che ti ha donato Afrodite… siamo quasi alla fine di questa avventura…”
“Già… ma è la parte più dura… perché lo scontro finale… sta per avvicinarsi…”
Parte 15
Grida altissime mi svegliano di soprassalto... l'aria intorno a me è così calda che mi sento mancare il fiato... mi alzo velocemente a sedere sul letto ma... questo non è il Dolphin... questo non è il mio letto... mi trovo in una costruzione modesta, fatta interamente in legno... più che una casa sembra soltanto una piccola stanza con pochi mobili e priva di molti ornamenti... ma che sta succedendo? Dove sono?
Mi osservo e mi accorgo che sono vestita con una tunica bianca, lo stesso abito che indossavo la prima volta che incontrai Poseidone in sogno... che significa tutto questo?
Intanto le urla delle persone all'esterno dell'abitazione sono sempre più forti... mi alzo velocemente e corro ad aprire la porta... davanti a me appare una scena terribile: intere case stanno bruciando... fiamme altissime si alzano al cielo... uomini, donne e bambini piangono disperatamente... la gente cerca di scappare tentando invano di trovare un riparo dal fuoco...
Rimango paralizzata dall'orrore di cui sono testimone... improvvisamente mi sento afferrare per un braccio... mi volto e colui che dovrebbe essere un soldato, a giudicare dal suo abbigliamento, mi ordina violentemente: "Che state facendo? Non restate qui ferma! Fuggite presto! Rifugiatevi al tempio!"
Detto questo mi spinge nella direzione opposta alla sua ed io inizio a correre, correre sempre più forte senza neanche sapere dove sto andando... vengo trascinata dalla folla in fuga, quando il mio sguardo si posa su un'enorme statua al centro di una piazza... sembra... un cavallo... sì... un gigantesco cavallo di legno...
E allora comprendo... sto vivendo la caduta dell'antica città di Troia, la notte in cui venne conquistata dai greci... ma come sono finita qui, secoli or sono?
Vecchi ricordi scolastici affiorano alla mia mente... memorie di un passato che credevo di avere ormai perduto per sempre: dopo anni di assedio inutile alla città da parte dei greci, Troia venne infine sconfitta senza una battaglia, con un inganno concepito da Ulisse... un imponente cavallo in legno, animale sacro ai troiani, sopra il quale vi fu scritto «I greci dedicano questa offerta di ringraziamento ad Atena per un buon ritorno»... quando i troiani scoprirono che i greci se n'erano andati, credendo che la guerra fosse finita, trascinarono il cavallo attraverso le mura della città... in realtà il cavallo era cavo e al suo interno si trovavano ben 3000 soldati, pronti ad assaltare la città... cosi i greci entrarono a Troia e uccisero tutti gli abitanti... ne seguì un grande massacro che continuò per tutta la notte...
Però... adesso... non sta andando tutto come volevano i greci... con la lotta al culmine, con la città in fiamme, i troiani stanno contrattaccando nei combattimenti caotici in strada... tutti cercano di difendere la propria città, lanciando tegole o altri oggetti sulle teste dei nemici che passano... ma io so che il destino dei troiani è segnato...
Mi riscuoto da questi pensieri e corro a perdifiato cercando di trovate il luogo sacro indicatomi dal soldato...
Finalmente, dopo minuti che sembrano non finire mai, lo vedo: un tempio enorme, decorato da statue degli dei, tra le quali spicca quella del sovrano dei mari... il tempio di Poseidone... il portone d'ingresso è completamente spalancato ed io entro senza neanche chiedermi cosa sto facendo, terrorizzata solamente all'idea di poter essere catturata ed uccisa dai nemici...
Moltissime persone hanno avuto la mia stessa idea ed hanno trovato rifugio all’interno del tempio… piangono disperatamente… alcune sono ferite più o meno in modo grave ed io cerco di avvicinarmi a qualcuno per poter dare un aiuto…
All’improvviso mi sento chiamare dolcemente…
“Françoise…”
Mi volto al suono di quella voce… è Clito che mi sta raggiungendo a grandi passi…
“Clito…” com’è possibile? È reale oppure, ancora una volta, è soltanto il frutto della mia immaginazione?
Lei si avvicina e mi stringe le mani… il suo sguardo è colmo di tristezza…
“Françoise… sei arrivata finalmente…”
“Ma che sta succedendo?” non riesco a capire il suo comportamento…
“Cara… sei giunta fin qui per un motivo…” rafforza la presa sulle mie mani “… il tuo viaggio è giunto al termine… dovrai essere forte Françoise e ricordati… la salvezza del genere umano dipenderà anche dai sacrifici che sarai disposta a fare…”
Non riesco a replicare alla sua ultima, oscura frase che lei lascia le mie mani e vedo orrendamente il pavimento sotto i miei piedi tingersi di rosso… rosso sangue… alzo di nuovo lo sguardo per cercarla, ma Clito è svanita e tutto intorno a me scompare per circondarmi di un alone sempre più rosso e spaventoso…
Inizio a gridare sempre di più, finché sento distintamente due mani forti afferrarmi e scuotermi…
“Fran… tesoro, svegliati!... è solo un incubo, svegliati!”
Apro gli occhi… sono nel mio letto e Joe mi stringe a sé per calmarmi… sto tremando come una foglia e sento il bambino agitarsi nel mio ventre… devo averlo spaventato da morire povero piccolo…
“Joe…” mi porto una mano alla fronte “…santo cielo… che sogno orribile…” riesco a mormorare tra i singhiozzi…
Lui mi abbraccia ancora di più… sento già di stare meglio…
“Ti va di raccontarmelo?” mi chiede…
“Non so come ma… credo di aver vissuto la notte dell’assedio della città di Troia da parte dei greci… sai qualcosa al riguardo?”
“Sì… mi ricordo che le suore dell’orfanotrofio dove sono cresciuto ci fecero studiare quell’episodio… l’inganno del cavallo di legno giusto?”
“Proprio così…” continuo “…nel sogno io scappavo dalla battaglia e mi rifugiavo nel tempio di Poseidone… c’era anche Clito, mi ha parlato e…”
D’improvviso… un’illuminazione!
“Ma certo!” esclamo…
Joe mi fissa senza capire… allora gli sorrido…
“Nel sogno Clito mi ha detto che sono giunta alla fine del mio viaggio… è l’indizio che aspettavamo!... dobbiamo recarci nella Troade, sullo stretto dei Dardanelli… è lì che gli storici hanno collocato l’antica città di Troia… è lì che troveremo l’ultimo simbolo!”
Joe mi osserva…
“Ne sei proprio sicura?”
“Assolutamente!” annuisco convinta…
“Va bene… ma che cosa dobbiamo cercare?”
“Questo non lo so… però magari potrebbero esserci le rovine del tempio di Poseidone che ho visto nel mio sogno, forse è là che si nasconde l’ultimo simbolo… potremmo chiedere una volta arrivati, la gente del posto sicuramente saprà qualcosa di più preciso…”
“D’accordo! Partiremo domani stesso…” mi dice sorridendo “…in fondo non siamo così lontani… adesso però cerca di riposare…”
Mi dà un lieve bacio sulla fronte, mentre mi corico nuovamente e lui si stende accanto a me… non gli ho raccontato l’ultima parte dell’incubo… le frasi sibilline di Clito… meglio non farlo preoccupare ulteriormente per adesso… domani sarà una lunga giornata…
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Il viaggio non è durato a lungo… la Grecia è molto vicina alla Turchia… non abbiamo incontrato difficoltà a trovare i resti del tempio di Poseidone… è proprio come avevo pensato: le rovine si trovano su un promontorio della Troade che si affaccia sullo stretto dei Dardanelli… adesso siamo qui, ad osservare quasi estasiati il panorama di questo luogo sacro, simbolo di un tempo che fu e della potenza di un popolo orgoglioso e fiero… scomparso in una sola notte…
Mi porto una mano al ventre… il piccolo è molto agitato, non ha mai smesso di scalciare ed io, a dire la verità, non mi sento molto bene… è da quando siamo giunti qui che ho delle fitte al pancione a volte dolorose a volte meno… ma cerco di non pensarci… me ne occuperò quando questa storia sarà finalmente conclusa…
In silenzio, quasi in religioso rispetto, ci aggiriamo tra i resti del tempio… non è rimasto molto… evidentemente fu distrutto anch’esso durante la terribile notte della caduta della città di Troia… ci sono poche ed alte colonne che si stagliano fino al cielo ed al centro di esse, quasi completamente ricoperto di erba, un piccolo altare che pare essere l’unica cosa conservata pienamente… la mia attenzione viene attirata da un contenitore sopra l’altare, fatto in pietra e sulla cui forma è scolpito il tridente di Poseidone… come ipnotizzata, mi avvicino per sfiorarlo…
“Sono i resti della coppa del fuoco sacro al dio dei mari…”
Quella voce… tutti ci voltiamo al suono di quelle parole… spalanco gli occhi per la sorpresa…
“Eleni!” esclamo…
“Mia signora…” mi risponde, inchinandosi e sorridendomi…
“Che cosa ci fai qui?” non riesco a capire come possa aver fatto a raggiungerci… l’avevamo lasciata in Egitto molti mesi fa…
“Ho sentito che avevi bisogno di me… per questo sono qui…”
Gli altri sono rimasti senza parole…
“Sono felice di vederti…” le dico e lei mi sorride maternamente “…ma non so come tu possa aiutarmi…”
Le racconto del sogno che ho fatto la sera prima e di come Clito mi abbia spinta in qualche modo a venire qui… lei ascolta attentamente senza interrompermi e poi mi chiede: “Hai portato gli altri simboli con te?”
Annuisco…
“Bene… poniamoli in ordine sull’altare…” dice, mentre indica l’ara in pietra dietro di noi…
Vedo Geronimo aprire la cassa con i sei simboli senza replicare… gli altri li dispongono diligentemente sull’altare: lo scrigno d’oro, la pietra sacra della Torre di Babele, la gemma di Ra, l’anfora magica, la spada di Cesare e, per ultima, la radice di Afrodite… sei simboli di potere che adesso sono riuniti per volere di Poseidone… ne manca soltanto uno… ma quale può essere?
A questo pensiero mi coglie una fitta dolorosissima al ventre… è così forte che sono costretta a piegarmi in due dalla sofferenza, gridando… Joe mi corre accanto preoccupato, ma non faccio in tempo a riprendermi che sento i miei pantaloni fradici… no! Non è possibile!
Eleni accorre al mio fianco, sostenendomi la pancia, mentre sento la mia voce che sembra non appartenermi urlare e piangere allo stesso tempo…
“Mi si sono rotte le acque!...”
Mi guardano sconvolti… Joe è pallido come un fantasma… Eleni prende il controllo della situazione, pone il mantello che portava sulle spalle per terra subito dietro l’altare, al riparo, e ordina di farmi distendere…
“No! Dobbiamo portarla al Dolphin… dal professore!” obietta immediatamente Joe, ma Eleni lo interrompe fermamente…
“Non c’è tempo! Il bambino sta per nascere!” risponde, mentre la vedo estrarre dalla sua borsa una lama affilata e pulirla velocemente alla gonna…
“No… non è possibile…” faccio fatica persino a parlare, mi sento quasi soffocare dal dolore “…è troppo presto…manca ancora un mese alla nascita!”
Ma Eleni sembra non ascoltare le mie paure, si avvicina e con un sorriso dolce e materno, quasi a volermi confortare, mi dice: “Cara… non sei tu a decidere… il bambino è pronto per vedere la luce…”
Le parole mi si bloccano in gola, riesco soltanto a mormorare un flebile “Ho paura…” mentre un’altra fitta mi percuote…
La sacerdotessa di Poseidone ordina a Joe di posizionarsi dietro la mia schiena per potermi sostenere… lo vedo preoccupato, ma nonostante questo esegue immediatamente e mi afferra dolcemente per le spalle, sollevandomi quel tanto che basta affinché possa poggiare i gomiti per terra ed alzarmi con il busto…
Tutti gli altri rimangono a debita distanza… riesco a malapena a scorgere i loro volti ansiosi ed angosciati…
Il dolore è fortissimo adesso… così intenso che non riesco a trattenere le grida ed inizio ad urlare… stranamente, questo sembra calmare gli spasmi ed io riesco a respirare nuovamente… sento la pressione delle mani di Joe sulle mie spalle, nel tentativo di farmi forza persino senza dire una parola… le mie dita affondano nella terra, mentre sento Eleni incitarmi con voce ferma: “Coraggio… vedo la testolina… ancora poche spinte!”
È come se in questo momento il mio corpo non mi appartenesse più… una sensazione nuova mi pervade ed inizio a spingere con tutte le mie forze… Eleni si muove rapidamente e, dopo un’ultima immane fatica, sento qualcosa scivolare fuori da me… l’anziana donna lavora freneticamente… con la lama taglia velocemente il cordone ombelicale… strappa un lembo della sua gonna ed avvolge un esserino sporco di sangue e completamente bagnato, sorridendo… poi, alza lo sguardo su di me ed io lo sento… il suo pianto… il pianto del mio piccolo Jason è la cosa più meravigliosa che ho mai sentito in tutta la mia esistenza… ed è bellissimo sapere che scoppia di vita perché sa piangere forte…
“Mia signora…” mi dice Eleni “…è un maschietto ed è sano…”
In quello stesso istante, accade qualcosa di incredibile… i resti della coppa di Poseidone deposti sull’altare sembrano prendere vita… una fiamma altissima inizia ad ardere al suo interno, mentre noi tutti la fissiamo stupiti… dopo il primo momento di smarrimento di fronte all’evento, comprendo…
“È l’ultimo simbolo… il fuoco sacro… nato dalla vita…” sussurro… Eleni annuisce ed è come se tutta la tensione vissuta finora allentasse la sua morsa su di me… guardo prima Joe che ha le lacrime agli occhi e poi il mio bambino… il mio bel cucciolo che adesso ha gli occhi aperti e sembra che mi stia osservando curioso…
Istintivamente, allungo le mani verso di lui per poterlo prendere in braccio, ma… sono così spossata ora… ho bisogno di riposare… sì… devo chiudere gli occhi… soltanto un momento…
In quello stesso istante, vedo Eleni passare rapidamente il bambino a Joe mentre si affanna su di me… mi sento così debole… riesco solamente a percepire alcune parole dalla voce sconvolta dell’anziana sacerdotessa, prima di sprofondare nel buio…
C’è troppo sangue… emorragia… non riesco a fermarla!
Parte 16
E’ come se fossi sospeso nel vuoto e non fossi più padrone di me…
Non riesco a capire… cosa sta succedendo?
Vedo il bambino… sta piangendo forte … sta bene, ma … c’è qualcosa che non
va…
Eleni mi guarda : parla in modo concitato e spaventato mentre sento
pronunciarle parole come sangue… ed emorragia…
Non capisco… cosa sta accadendo?
Come se non fossi io, ma solo uno spettatore, abbasso lentamente lo sguardo
su Françoise… ha gli occhi chiusi e la testa reclinata di lato… sembra aver perso conoscenza… forse è stato lo sforzo… o forse…
Sposto rapidamente gli occhi verso Eleni, in cerca di una spiegazione, ma
la mia attenzione viene subito attirata dalle sue mani… sono piene di
sangue… e il suo volto è atterrito mentre continua a guardarmi e ad
urlare…
“Joe! Joe! Hai capito quello che ti sto dicendo?”
All’improvviso, come se il mio spirito fosse tornato nel suo involucro
terreno, torno a sentire la sua voce…
“Che sta… succedendo?…” le chiedo balbettando intontito…
“C’è una forte emorragia! Non riesco a fermarla! Dobbiamo subito portarla
in un luogo dove poter intervenire con mezzi più adatti! Mi devi aiutare!”
Come un perfetto automa, annuisco meccanicamente… senza però, essere
pienamente cosciente di me e della situazione…
Nervosamente, prendo in braccio Françoise e, ancora frastornato, corro
verso i ragazzi mentre Eleni tiene in braccio il bambino…
Non so bene come riesco a formulare il mio pensiero, ma grido a tutti che
dobbiamo tornare subito al Dolphin… perché Françoise è in pericolo…
Continuo a guardarmi le mani… sono rosse… sono ricoperte di sangue… del
suo sangue… e così pure i miei abiti, impregnati della sua linfa vitale…
Che cosa è successo?
Cosa è andato storto?
Cosa?
Percepisco la mano di qualcuno appoggiarsi sulla mia spalla… e,
incoscientemente, mi volto verso la figura…
È Jet… mi sta guardando con occhi strani…
Non saprei bene come definirli… spaventati?… tristi?… rammaricati?
Vedo la sua bocca aprirsi… mi sta dicendo qualcosa, ma non riesco a
sentirlo…
È come è successo prima con Eleni… la gente mi parla e le mie orecchie
non sentono… il mio cervello non comprende… ma poi, di nuovo…
“…stai tranquillo… il Dottore la salverà…” capisco solo queste ultime
parole… ma mi rendo perfettamente conto che quelle sono solo la
conclusione del suo discorso…
Annuisco…
002 mi guarda poi assente, probabilmente ha capito che sono in un stato
confusionale…
“Dovresti… andare dal bambino, sai?… ha bisogno di te…”
A quelle parole è come se acquisissi di nuovo, attraverso un altro step, un altro
grado della mia coscienza...
Il bambino… il mio bambino…
Mi alzo di scatto, su gambe malferme ed esordisco “Devo andare dal
bambino…” e senza neanche aspettare che Jet possa dirmi qualcosa, mi
dirigo confusamente verso la stanza in cui Eleni sta accudendo Jason…
E appena varco la soglia me la trovo subito davanti, con il bambino in
braccio, ed una espressione sorridente e rincuorata…
“Finalmente sei arrivato… ti stavamo aspettando…”
Sono stordito…
Mi viene incontro e mi porge il piccolo…
Senza neanche accorgermene, me lo trovo tra le braccia…
Dio… che strana e piacevole sensazione…
Lo guardo… sta dormendo placidamente come se niente fosse… come se il
mondo non esistesse… come se la sua mamma… la mia Françoise… non fosse
sotto i ferri e non stesse rischiando la vita…
Allungo le dita per toccarlo su una guancia… quasi volessi appurarmi della
sua reale esistenza...
È così piccolo… e indifeso…
Improvvisamente però, vedo le mie mani… sono ancora sporche di sangue… e
mi fermo ad un centimetro da lui…
Jason… stai tranquillo… vedrai che presto la mamma ti terrà tra le
braccia… mentre il suo calore ti avvolgerà e ti proteggerà da ogni cosa…
A quel pensiero, sento i miei occhi riempirsi di lacrime… e, senza poterlo
impedire, alcune di esse cadono sul suo viso, bagnandolo…
Il piccolo si agita e poi, apre stancamente gli occhi…
Mi guarda…
Papà…
Jason…
Posso sentire la sua voce… come è possibile?
Papà… devi salvare la mamma…
Stento a comprendere a pieno le sue parole… un po’ perché non capisco come
possa parlarmi… e un po’ per l’emozione… mi ha chiamato papà… che sensazione incredibile!
Prima di adesso, non lo avrei mai potuto credere possibile!… ora invece,
che sto tenendo tra le braccia questo piccolo fagotto… il frutto del
nostro amore, mio e di Françoise, non è più solo un sogno, ma realtà!
Jason… non ti preoccupare… il Dottore la salverà…
No… non può…
Sgrano gli occhi… e lui continua…
La mamma ha perso troppo sangue… non può salvarla…
Il mio volto si trasforma in una maschera di terrore…
Che vuoi dire?
L’emorragia è stata troppo intensa… ha bisogno di una trasfusione di
sangue…
Di una trasfusione?
Sì… è l’unico modo per salvarla...
Detto questo, lo vedo richiudere gli occhi e addormentarsi nuovamente…
Sono perplesso… ho parlato veramente con lui?... o sto delirando?
Inconsciamente, quasi a chiedere conferma di ciò che è accaduto, alzo gli
occhi verso Eleni… e noto il suo sguardo triste…
“Joe… purtroppo è arrivato il momento di andare incontro al tuo destino…”
Allora… è stato tutto vero!… Jason mi ha parlato!… il nostro bambino… è
speciale… ha dei poteri…
Prendendo coscienza di ciò, mi torna però improvvisamente in mente una
cosa… io e Françoise abbiamo gruppi sanguigni complementari…
Tempo fa… molto tempo fa… mentre eravamo seduti all’aperto, davanti alla
base, ad un tavolo allestito appositamente per stare fuori nella bella
stagione, parlavamo delle differenze tra oriente e occidente… e Françoise
mi chiedeva delucidazioni sul perché, nella mia cultura, fosse così
importante il gruppo sanguigno e perché, ad esso, fossero legate tante
cose e tanti aspetti… da quelli più frivoli a quelli più scientifici...
In Giappone infatti, i gruppi sanguigni fanno parte di una credenza
popolare secondo la quale questi siano profetici della personalità, del
temperamento e della compatibilità con gli altri, in modo simile a quanto
succede con l’astrologia nella cultura occidentale! Tanto da essere molto
popolari anche nelle riviste femminili e negli show come modo per indicare
la compatibilità con il partner potenziale o corrente!
Inoltre, sempre legata a questa idea, nel tempo, hanno cominciato a
svilupparsi anche teorie legate all’alimentazione, promuovendo delle vere
e proprie diete in base al proprio gruppo sanguigno…
“Affascinante questa teoria…”
“Dici?… a me sembra molto simile a quella vostra del segno zodiacale!”
conclusi ridendo mentre leggevo il giornale…
“In realtà… entrambe le teorie hanno un fondo di verità…” mi disse con
voce tranquilla…
Abbassai il giornale e la guardai interdetto…
Aveva lo sguardo assente, rivolto verso il mare…
“Mi stai dicendo che… credi veramente in queste cose?”
Si voltò sorpresa verso di me…
“Perché?… non dovrei?”
“Beh…” mi fermai un attimo ad osservarla… era seria… “…detto da te…
che credi fermamente nella scienza… mi suona strano… ecco tutto!”
Mi sorrise…
“Ci sono tante sfumature in una persona… e sacro e profano
possono comunque trovare un certo equilibrio in ognuno di noi!… una
sorta di pacifico connubio!… d’altronde, siamo fatti di carne…”
Rimasi senza parole… mentre la vidi abbassare lo sguardo sul suo tablet…
“Ho fatto alcune ricerche… e…” si interruppe mentre sfogliava delle
pagine di un giornale online… “…tu di che gruppo sanguigno sei?” mi
chiese all’improvviso, guardandomi di nuovo...
“Beh… ecco…” ci pensai un attimo… non perché non lo sapessi, ma perché… era seria… come quando parlava di qualche particolare tessuto o
materiale biotecnologico, di recente scoperta, con il Dottore Gilmoure… “…gruppo A...” la voce, inconsciamente, mi si affievolì…
“Gruppo A… già… dovevo immaginarlo…” disse sorridendomi… prima di
leggere… “…le persone del gruppo A sono fidate, perfezioniste, pronte a
mettersi in gioco e a rischiare… ma anche ansiose e riservate…” …si
fermò un attimo… “…sembra rispecchiarti… abbastanza… non credi?”
Annuii debolmente… mentre lei sospirava pensierosa, continuando a tenere
gli occhi sullo schermo…
“…uhm… vediamo… ti leggo il mio profilo e poi... mi dici se ci trovi un
riscontro! Che ne dici?”
“Ok…”
“Allora… vediamo… le persone del gruppo sanguigno AB… sono equilibrate…
logiche e perspicaci… ma al contempo… incontentabili e intellettuali...” si ferma e mi guarda, curiosa… “…quindi?… che ne pensi?… mi
rispecchia?”
Ci penso un attimo…
“Sì… più o meno…”
“Più o meno?… in che senso?” mi guarda divertita…
“Beh… non mi sembri incontentabile… il resto sì, ma… quello no…”
Piega le labbra in un sorriso strano…
“In realtà… lo sono…” dice con
una certa esitazione e un certo nervosismo…
“Davvero?… allora lo nascondi bene!”
“Uhm…” arrossisce “…nella danza, lo sono sempre stata… i traguardi che
raggiungevo non sono mai stati sufficienti a soddisfarmi… così, non
facevo altro che allenarmi sempre di più, per perfezionarmi e superare i
miei limiti…” si volta pensierosa a guardare nuovamente il mare…
“Inoltre… non sono mai stata disposta neanche ad accontentarmi del
classico principe azzurro…”
A quelle ultime parole, cadde uno strano silenzio…
“…classico principe azzurro?…” le chiedo curioso, tanto da non accorgermi
neanche di aver parlato…
Annuisce, tornando a guardarmi con quel suo sguardo limpido e sincero…
“Sì… diciamo che… ho sempre cercato il principe azzurro non convenzionale…”
Alzo un sopracciglio… e mi sfugge una risatina che la fa subito
indispettire…
“Che c’è da ridere?”
“Beh… cercavo di immaginare… un principe non convenzionale… e mi è
venuto in mente Shreck!” non riesco più a trattenermi e scoppio in una
risata fragorosa…
“Ah… ah!… molto spiritoso!” ride anche lei, ma rapidamente torna seria…
guarda l’ora e poi si alza…
“È tardi! Devo andare da Ivan… è quasi
l’ora della pappa…”
Annuisco, tornando anche io serio…
“Bene… vado! E ti lascio tornare alla tua intensa lettura del giornale!”
“Uhm… c’è una vena di sarcasmo nelle tue parole o… mi sbaglio?” le
chiedo divertito…
“Mi avvalgo della facoltà di non rispondere!” conclude abbozzando un
sorriso sornione…
“Ok…” sospiro rassegnato…
La vedo chiudere la custodia del tablet e poi avviarsi verso la porta di
casa… ma prima di entrare si ferma sulla soglia… si volta verso di me e
mi sorride…
“Secondo la teoria dei gruppi sanguigni… il gruppo A… va d’accordo con il
gruppo AB… e in un certo senso… sono complementari!… nell’AB… è
compreso l’A…” e dicendo così, sparisce dietro alla porta… lasciandomi
stupito e senza parole…
Già… siamo complementari…
Guardo un’ultima volta Jason… e fisso nella mente il suo viso…
Nostro figlio…
Trattengo dolorosamente il respiro...
Mi spiace piccolo… sei appena venuto al mondo e…
Chiudo gli occhi con forza, mentre le lacrime scendono copiose…
Lo stringo a me… cercando di non fargli male…
Probabilmente… questa è l’ultima volta che ti abbraccerò… che… tuo padre… ti abbraccerà… ma portami nel cuore per sempre… ti prego…
Riapro di scatto gli occhi… ho la vista annebbiata dal pianto…
Mi volto nuovamente verso Eleni… e, a malincuore, le do il bambino,
separandomene…
“Abbi cura di lui… almeno finché… Françoise non starà meglio e potrà
occuparsene…”
La donna mi annuisce e… raccogliendo la forza che mi è rimasta, torno
davanti alla sala operatoria…
Quando arrivo, il Dottore è fuori… sta parlando con gli altri ragazzi con
espressione tirata e triste…
Mi avvicino a loro…
So già cosa mi dirà…
“Dottore…”
“Joe…” trattiene il fiato.…
“La situazione è critica… l’emorragia è
stata forte e…”
Non lo faccio neanche finire…
“Dottore… Françoise appartiene al gruppo AB… mentre io al gruppo A… faccia una trasfusione… direttamente dal mio
corpo al suo…” concludo senza tanti giri di parole… lasciando tutti
attoniti…
“Ma Joe…” spalanca sconvolto gli occhi…
“Non… non possiamo…”
“Perché?… in caso di necessità… so per certo, che può ricevere il gruppo
A… in particolare se Rh positivo… quindi… non vedo quale sia il
problema...”
“Joe… non possiamo…” balbetta… “…Françoise necessità di una quantità
di sangue pari… a quello che scorre nelle tue vene…”
“Appunto… non vedo problema. Quel poco… sangue… che ho ancora nelle vene… servirà per farla tornare in vita...”
C’è un silenzio allucinante mentre le mie parole rimbombano violente e
crudeli, tra quelle mura, come un esplosione...
“Non posso… significherebbe…”
“…la mia morte? Lo so. E non m'importa. Salvi lei. Jason… deve avere
una madre… non deve crescere come me, privato dell'amore di chi lo ha messo al mondo...”
“Ma Joe!...” Jet interviene sconcertato… “...non puoi dire questo! Il bambino ha
bisogno anche di te!”
Lo guardo… e capisco la sua apprensione…
“Ma gli serve più una madre… e poi …” mi avvicino a lui… … e poi… ci sarai tu... affido entrambi a te, lo sai… è questo il mio volere...”
Lui scuote con forza la testa…
“Non dire sciocchezze!”
“Jet! Basta! Non sono disposto a non fare nulla e a lasciarla morire così!… lei… deve vivere… indipendentemente da tutto!”
“Ma lei non vuole vivere senza di te!”
Annuisco…
“Lo so, ma… ma il destino ci ha messo davanti ad una scelta e…”
“No! Non può essere! Non ci sto!” si volta con rabbia verso il Dottore… gridando concitato…
“Dottore! Lei deve salvarla! E non deve far fare questa stupidaggine a Joe! Non può! Glielo deve impedire!”
Guardo preoccupato Gilmoure… è devastato… il suo volto è una maschera di
disperazione assoluta mentre guarda, stanco e sfinito, Jet…
“Dottore! Ha capito? Lei deve salvarla! E…”
L’anziano uomo chiude gli occhi…
“Non posso Jet... non posso senza una
trasfusione e Joe… è l’unico tra di voi… in cui scorre ancora abbastanza
sangue per fare una cosa simile…”
“No, Dottore! Non può pensare veramente di…”
“Non c’è altra scelta…”
“Non può sacrificare la vita di Joe!” grida furioso, sotto lo sguardo
sconfortato e sconfitto degli altri…
“Se potessi scegliere… non lo farei… ma è l’unica possibilità di salvarla… io stesso, purtroppo, non posso donarle il mio sangue… il mio Rh è negativo e… in uno stato simile, sarebbe pericolosamente controproducente... rischieremo solo di accelerare i tempi…” sospira dolorosamente…
Ormai, dopo le sue parole, non ho più alcuna esitazione…
“Dottore… non perdiamo altro tempo… prepari subito la sala operatoria e
l’apparecchiatura per fare la trasfusione. Dobbiamo sbrigarci!”
Parte 17
Apro lentamente gli occhi... mi sento molto stanca... sono confusa... stordita... volto la testa con grande fatica... sono distesa nel lettino dell'infermeria del Dolphin... la luce al neon mi ferisce la vista e serro lo sguardo per evitare quel contatto doloroso... mi lascio sfuggire un debole lamento...
All'improvviso sento una voce che mi parla dolcemente...
“Mia cara... ti sei svegliata finalmente...”
Eleni... la riconosco... e d'un tratto, come un flash, mi tornano in mente gli ultimi eventi... i sette simboli ritrovati, l'altare di Poseidone dove li abbiamo ricondotti... le doglie inaspettate... la nascita del piccolo...
“Jason...” riesco solo a sussurrare... ho la gola secca per la fatica, ma anche per il timore della risposta di Eleni...
“Cara… qui c’è qualcuno che non vede l’ora di conoscere la sua mamma…”
Eleni mi porge un piccolo fagottino… allungo istintivamente le braccia per poterlo prendere… il mio Jason… finalmente posso abbracciarlo… quanto a lungo ho aspettato questo momento…
Lo osservo come se fosse la cosa più bella al mondo… il frutto del nostro amore… noi… due cyborg… siamo riusciti a creare una nuova vita…
A questo pensiero, mi coglie un’angoscia improvvisa… dov’è Joe? Perché non è qui con noi?...
Mi volto verso Eleni con ansia e lei, forse comprendendo la tacita domanda del mio sguardo, abbassa il capo… che significa?
“Eleni… dov’è Joe?”
Nessuna risposta…
“Eleni...” ripeto…
La donna alza gli occhi che, mi rendo conto, sono velati di tristezza…
“Mi dispiace… mi dispiace tanto…”
Cosa… cosa vuol dire “mi dispiace?”… cosa diavolo è successo?
Senza parlare, metto Jason in braccio ad Eleni e faccio per alzarmi… ho un mezzo capogiro dovuto probabilmente alla stanchezza, ma non me ne curo… Eleni invece sembra preoccupata…
“Non dovresti… sei ancora molto debole…”
Ma io non la ascolto e, lentamente e con fatica, esco dalla stanza per cercare Joe…
Non so come arrivo davanti alla porta chiusa della sala operatoria del Dolphin… sono tutti lì… i miei amici… sono tristi… osservo i loro volti senza capire… Seven sta addirittura piangendo…
Poi, i miei occhi si fermano su Jet… è appoggiato al muro… mi fissa addolorato senza proferire parola, ma dal suo sguardo capisco: è successo qualcosa di grave!
Come dominate da una forza invisibile, le mie gambe si muovono verso la porta chiusa davanti a me… Jet si riscuote e sembra volermi fermare, ma io sono più veloce… spalanco la porta e lo vedo… Joe… è disteso sul lettino operatorio… immobile… accanto a lui il Dottor Gilmoure… ha gli occhi rossi e gonfi dal pianto…
Perché si trova lì? Perché è immobile? Non sembra neanche… vivo…
“Professore?...” …la mia voce pare un lamento… “…che cosa è successo?”
E’ Jet a rispondermi: “Françoise… avevi perso molto sangue… stavi morendo e… l’unico modo per salvarti era una trasfusione diretta…”
Mi porto una mano alla bocca… inizio a comprendere ciò che non voglio sapere…
“…ha voluto farlo…” continua Jet “… ha detto che suo figlio non avrebbe dovuto soffrire la perdita di sua madre… come è stato per lui…”
“No…” non riesco a respirare “…no…”
Mi avvicino al lettino… Jet e il Dottore cercano di sostenermi, ma io li allontano… osservo i suoi lineamenti... così tranquilli, nonostante tutto… mi ha dato il suo sangue… si è sacrificato per me…
“Perché mi hai fatto questo?...” mi accascio accanto al suo corpo privo di vita… le lacrime finora trattenute che adesso bagnano il mio volto “… perché? Perché?... non dovevi farlo!... ci hai lasciato soli!... ci hai lasciato soli!”
Grido parole incoerenti… non capisco più niente… come può essere morto?... non può essere vero… questo è un incubo!
“Non sarete mai più soli…”
Questa voce… alzo la testa e, tra i singhiozzi, vedo davanti a me la causa di tutte le mie sofferenze… Poseidone…
“Guarda quello a cui li avete portati… alla fine è questo ciò che volevate!”
“Non sono stato io a decidere per lui…”
“Ma lo avete permesso!”
“Tacete, donna! Come osate parlare in questo modo al vostro dio?”
“Poseidone… mi pento se in qualche modo vi ho offeso con il mio comportamento… ma voi non siete solo un dio… siete il mio sposo… l’uomo che ho amato da che ho memoria, l’uomo dal quale ho avuto un figlio…”
“…”
“Quel figlio rivive nel loro bambino… avete visto i suoi poteri… avete avvertito la sua forza… questi due giovani non hanno colpe per i nostri errori… ed il loro bambino non merita di crescere senza uno dei suoi genitori… non fate sì che abbia lo stesso destino di Atlante…”
“…”
“…il nostro tempo è passato ormai… il tempo di Atlantide è passato… lasciate che siano felici…”
“…”
“…ve ne prego…”
“…siete una donna saggia, mia adorata Clito… per questo vi ho amato e vi amo ancora molto…”
“…allora… posso sperare che tornerete sulle vostre decisioni?”
“… probabilmente..."
“grazie, mio signore…”
“Non sarete mai più soli…”
Questa voce… alzo la testa e, tra i singhiozzi, vedo davanti a me la causa di tutte le mie sofferenze… Poseidone…
Lo fisso con odio e rancore, mentre Jet istintivamente mi trascina lontano dalla sua portata e si mette davanti a me in posizione di difesa…
“Non sono qui per farvi del male…”
La mia rabbia esplode… me ne frego se è un dio e può uccidermi con un solo schiocco delle dita… ho appena perso l’uomo che amo, non mi importa più di niente…
“Finora però lo hai fatto… hai distrutto le nostre vite!” grido…
Poseidone si erge in tutta la sua maestosità: “Un dio non deve mai giustificarsi per le sue azioni… tanto meno con dei mortali..." e detto questo poggia una mano sul cuore di Joe…
Vedo il suo tridente illuminarsi di una luce azzurrina… Jet cerca di intervenire per impedirgli di fare non so neanche io che cosa, ma lui lo atterra con un semplice movimento del suo capo…
La luce abbandona il tridente del dio per circondargli la mano e la vedo spegnersi dolcemente sul cuore di Joe… io sono praticamente bloccata, non riesco a capire che cosa sia successo… osservo il corpo di Joe e vedo un quasi impercettibile movimento del suo petto… sta… respirando?... sta… davvero… respirando?
Alzo gli occhi… Poseidone allora toglie la mano da Joe e, alzando il suo tridente, mi fissa…
“Il bambino crescerà sano e forte…” inizia a parlare e ciò che dice suona quasi come un presagio “…circondato dall’amore dei suoi genitori… avrà gli occhi di sua madre e la forza di suo padre… avrà i poteri delle acque del mare e la capacità di comprendere tutte le creature marine… sarà il custode dei segreti di Atlantide e, quando sarà il momento, lascerà questi segreti nelle mani dei suoi figli e dei figli dei suoi figli… e così sarà sino alla fine dei tempi…”
Nella stanza ora regna il silenzio dopo le parole pronunciate dal dio… non posso credere a ciò che ha fatto… ha ridato la vita a Joe!... adesso potremo essere una famiglia…
“Grazie…” gli sussurro…
“Non devi ringraziare me…” risponde e dietro di lui appare per qualche istante l’ombra di Clito... è stata lei… lei lo ha convinto a tornare sui suoi passi…
“Il fardello che si porterà dietro vostro figlio sarà molto pesante…” continua Poseidone “…nessuno dovrà mai sapere dei suoi poteri né tanto meno di Atlantide... avrà un’enorme responsabilità e sarete solo voi ad aiutarlo in questo…”
Annuisco…
“Non fatemi pentire della mia decisione…” e detto questo sparisce circondato da un bagliore azzurro…
Mi ritrovo a sussurrare impercettibilmente “…non accadrà mai…”
“Grazie… Clito…”
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“Mamma!... Papà!... venite!... dai, venite a vedere cosa so fare!”
“Jason… non correre così!”
“Non dirmi che non riesci a stargli dietro?” sorrido mentre lo dico… Joe, con la sua velocità, non riesce a raggiungere suo figlio che corre… è quasi comico…
“Ridi, ridi pure…” mi fa “…mica è semplice rincorrerlo tutto il giorno!”
Siamo in riva al mare… è una bellissima giornata, il sole splende e le acque sono calme… l’aria è calda, segno inequivocabile che la primavera sta per lasciare spazio all’estate…
Jason ha quattro anni, fino ad ora non ha dato nessun segno di qualità fuori dal comune, sembra in tutto e per tutto un bambino come gli altri… ma noi sappiamo che non è così… non sappiamo quando, ma arriverà il momento in cui mostrerà i suoi poteri e noi dovremo essere pronti a guidarlo… ce la faremo… dovremo farcela…
“Allora!... Mamma! Papà!”
Piccolo cucciolo impaziente…
“Eccoci, arriviamo…” rispondiamo all’unisono…
“Guardate, guardate!” esclama con una vocetta tutta felice…
Nel momento stesso in cui parla, alza le manine verso il mare e subito le acque tranquille si increspano… si alzano… fino a formare delle piccole onde bianche e spumose…
A bocca aperta, volgiamo lo sguardo a nostro figlio… sorride soddisfatto… il colore dei suoi occhi è cambiato… da azzurro a ...rosso!
Eccolo…
Il momento è arrivato…
Divine
by Girls Generation
They’re way too fragile aren’t they
These feelings that sway ever so lightly
I’m looking for the answer that
Disappears when dawn breaks
This close road that blocks my way
This starlight that becomes my guide
Hey, I want you to tell me
The place where I should go
Even though it’s so far away that
It seems like this small me will be crushed
I’m waiting for god’s will
This is destiny
So to speak, this small me is powerless against
The raging waves that give their loud roars, but
The sea will surely part
And make a path for me
One day,
We can be divine
Atop the ground that grew cold,
I’m going to walk barefooted
And your warmth
Will support me
(you always by my side)
I was born alone and yet
It’s as if I was bound to meet you
You, know me
more than anyone else does
I’ll stand up to face
Everything grand, fatally
When I’m with you
I can become stronger
There wasn’t supposed to be anything I was scared of and yet..
Hey.. I don’t want to lose you
Until the day comes when
The light shines through the gaps in the clouds
I won’t say goodbye
When various paths
Open up to me, at that time
I’ll surely remember
This wish
The journey we both walked together
We’ll make that our proof, forever
We are always one
What will we say we’re capable of
Once we stand before the waves that give their loud roars?
We’ll meet this distress, with a gentle intimacy
I believe
We can be divine
Our feelings are one
We can be divine
© 26/06/ 2015
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